| Ho letto solo di recente l'interesse manifestato da parte di alcuni per la verifica del cosiddetto "esperimento Ferlini" descritto nel libro "La barriera magnetica". Con una équipe di quattro persone, avevamo effettuato una verifica sperimentale nel 1992 a Valdagno (VI). Non riuscendo a reperire facilmente calamite in acciaio a forma di ferro di cavallo di grosse dimensioni (avremmo dovuto ordinarle a ditte specializzate spendendo decine di milioni di Lire) optammo per una variante semplificata. Acquistammo otto magneti parallelepipedi con una spesa di 1,5 milioni di Lire. I magneti erano fatti con i nuovi materiali degli anni 1988/89, in una lega di terre rare - samario di cobalto (samco) - neodomio, ferro, boro (neo). La forma a ferro di cavallo era molto "arrangiata", infatti i magneti erano solo appoggiati ad una barra di ferro dolce e vi rimanevano attaccati grazie al potente campo magnetico; per staccarli servivano delle morse e delle leve potenti. Molto precisa era invece la regolazione dell'avvicinamento dei quattro gruppi; quattro micrometri misuravano accuratamente la distanza. Lo scopo dell'esperimento era ovviamente l'individuazione dell'"area critica" dell'esperimento effettuato da G. B. Ferlini, così come descritto nel testo "La barriera magnetica" al capitolo 6: "La barriera magnetica". L'"area critica" doveva essere rilevata, nel nostro esperimento, tramite il prodursi dei seguenti effetti fisici: 1) occultamento visivo della superficie circoscritta dalle quattro coppie di magneti 2) produzione di nebulosità nell'area circoscritta dalle quattro coppie di magneti; 3) rilevamento di odore tipico dell'ozono; 4) manifestazione di vibrazioni nell'apparecchiatura impiegata per l'esperimento. Ciascun effetto sopra elencato avrebbe dovuto manifestarsi contestualmente al raggiungimento dell'"area critica". Non erano state predisposte apparecchiature di rilevamento, che avrebbero potuto essere: rilevatori nello spettro visibile, rilevatori nell'infrarosso, rilevatori nell'ultravioletto, misuratori di luminescenza, misuratori di correnti deboli, rilevatori di ultrasuoni. Nel nostro esperimento non abbiamo rilevato alcun effetto visivo, olfattivo, uditivo, tattile similari a quelli attesi, nè altri effetti fisici di diversa tipologia. Va detto che la nostra esperienza è stata oggetto di autocritica: i magneti non vibrarono mai nè produssero alcun fenomeno forse perchè profondamente diversi dal ferro di cavallo oppure a causa della struttura mista magnete ferro-dolce da noi usata. La forma usata da Ferlini può essere paragonata ad un diapason in acciaio, con frequenze vibratorie intrinseche. Forse il fenomeno potrebbe riuscire meglio con diapason trasformati in magneti da un avvolgimento elettrico che non li tocchi, per lasciare loro libertà di vibrazione. Uno di noi ha successivamente chiesto un parere ad un tecnico che nel centro di ricerche di Ginevra aveva progettato e messo in opera magneti permanenti giganteschi, acquisendo un'esperienza che lo collocava ai primi posti nel mondo in questo campo. Dopo aver letto il libro di Ferlini, il fisico disse che nel suo lavoro aveva collocato sicuramente magneti permanenti nella configurazione descritta nel libro. Specificò che a volte la messa in opera di certi giganteschi magneti era così lenta da comportare movimenti di pochi millimetri per ora; occorrevano giorni interi per avvicinare tra loro i magneti. Questo per evitare che improvvise correnti parassite, autoindotte da bruschi scatti, alterassero le caratteristiche dei costosissimi magneti. Ebbene in tutte le sue esperienze egli non aveva mai rilevato nulla di strano. Morale della favola, nulla di strano se l'esperienza di Ferlini si risolvesse in un "falso scientifico". Tutta la documentazione del nostro esperimento è stata trasferita da supporto cartaceo a supporto informatico tramite scansionamento (formato RTF di 47,9 MB). Un estratto del nostro esperimento è stato pubblicato su "Il Giornale dei Misteri" n° 403 del maggio 2005 a pag. 37 a firma di Michele Dinicastro. Sarei naturalmente interessato a conoscere gli sviluppi da parte del Forum sulle ipotesi di verifica indipendente dello stesso esperimento che erano apparse fino al 2008.
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