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Cambiamenti climatici

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klot
view post Posted on 23/10/2005, 12:17




ciao, a distanza di quasi un anno dall'ultimo intervento, posso affermare con decisione che questanno e' stato caldo anche qui, il laghi erano balneabili fino a fine settembre, e oggi, 23 ottobre alla una di notte c'erano 14,5 gradi!!!!
Certo, una rondine nn fa' primavera, ma.....
 
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lo-chef
view post Posted on 23/10/2005, 15:26




in ogni caso....lasciando da parte il meteorologo mediaset... e' stato l anno piu' caldo...ne hanno parlato dappertutto..

per esempio in antartide qualche giorno fa si andava oltre i 10 gradi sopra la media...


ieri qua in sardegna si poteva benissimo fare il bagno ed abbronzarsi...
 
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milsan
view post Posted on 29/11/2005, 08:27




Ieri pomeriggio, nel levante di Genova si è verificato un fenomeno curioso,la temperatura si è bruscamente abbassata di circa 8-9 gradi ed ha incominciato a grandinare (abbastanza normale) e dopo a nevicare (per nulla normale a Genova a Novembre)nel giro di un ora la temperatura è tornata normale..
 
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rere
view post Posted on 29/11/2005, 11:27




CITAZIONE (lo-chef @ 23/10/2005, 15:26)
in ogni caso....lasciando da parte il meteorologo mediaset... e' stato l anno piu' caldo...ne hanno parlato dappertutto..

per esempio in antartide qualche giorno fa si andava oltre i 10 gradi sopra la media...


ieri qua in sardegna si poteva benissimo fare il bagno ed abbronzarsi...



vero , però quest'anno siamo stati bene come temperature , qui al north .

 
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lo-chef
view post Posted on 29/11/2005, 12:57




sabato nella capitale della Groenlandia c'erano 18° cioe' 20° sopra la media.
A viterbo sabato c'e' stato un fenomeno come quello descritto da Mislan: in 10 minuti la temperatura e' scesa da 10° a 3.5°.
 
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lo-chef
view post Posted on 30/11/2005, 12:10




COMUNICATO STAMPA - Bruxelles, 29 novembre 2005

L'Europa soffre il caldo: il cambiamento climatico in cima all'elenco delle sfide ambientali

Decisori politici, aziende e singoli devono intervenire adesso su una serie di questioni ambientali, altrimenti pagheranno a caro prezzo la loro inazione

I quattro anni più caldi sono stati il 1998, il 2002, il 2003 e il 2004. Nella sola estate del 2003 è scomparso il dieci percento dei ghiacciai alpini. Al ritmo attuale, tre quarti dei ghiacciai svizzeri si scioglieranno entro il 2050. L'Europa non assiste a cambiamenti climatici di questa portata da 5 000 anni, afferma una nuova relazione dell'Agenzia europea dell'ambiente (AEA) di Copenaghen.

'L'ambiente in Europa - Stato e prospettive nel 2005', valutazione quinquennale di 31 paesi, fornisce una descrizione dell'ambiente europeo e segnala le sfide da raccogliere, tra le quali il cambiamento climatico è soltanto una. Destano infatti preoccupazione anche la biodiversità, gli ecosistemi marini, le risorse idriche e terrestri, l'inquinamento atmosferico e la salute. Per la prima volta, la relazione presenta un'analisi paese per paese con indicatori dei risultati e raffronti per tutti i partecipanti: i 25 Stati membri dell'Unione europea, più Bulgaria, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Romania, Turchia e Svizzera.

La relazione afferma che la temperatura media dell'Europa è aumentata di 0,95 °C durante il XX secolo, aumento superiore del 35 % a quello medio globale di 0,7 gradi, e le temperature continueranno ad aumentare. L'Unione europea lo ha riconosciuto e si è prefissata l'obiettivo di limitare l'aumento globale della temperatura a 2 gradi oltre i livelli preindustriali.

'Non intervenendo in maniera efficace per alcuni decenni, a causa del riscaldamento globale le distese di ghiacci a nord si scioglieranno e da sud si accentuerà il fenomeno della desertificazione. La popolazione del continente potrebbe concentrarsi interamente nelle regioni centrali. Anche limitando l'aumento del riscaldamento globale all'obiettivo di 2 gradi stabilito dall'Unione europea, vivremo in condizioni atmosferiche assolutamente nuove per gli esseri umani. Occorre ridurre le emissioni in maniera più decisa', afferma Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell'Agenzia europea dell'ambiente.

Secondo la relazione, le precedenti normative comunitarie hanno funzionato. Abbiamo risanato acqua e aria, eliminato gradualmente alcune sostanze che impoveriscono lo strato di ozono e raddoppiato i tassi di riciclaggio dei rifiuti. Disponiamo inoltre di veicoli che inquinano meno; senza i miglioramenti sostanziali apportati dalle marmitte catalitiche negli ultimi vent'anni, alcune emissioni sarebbero superiori di dieci volte agli attuali livelli. Nondimeno, ci sono voluti dieci se non addirittura vent'anni per vedere i risultati di questi interventi, aggiunge la relazione.

Ora questi esempi di successi ambientali sono superati dai cambiamenti nei modelli individuali di consumo. Gli europei vivono più a lungo, ed è aumentato il numero delle persone che vivono sole, circostanza che esercita maggiori pressioni sullo spazio di vita. Tra il 1990 e il 2000, più di 800 000 ettari di terreno in Europa sono stati edificati, un'area che corrisponde al triplo della superficie del Lussemburgo. Ove tale tendenza dovesse confermarsi, la nostra area urbana raddoppierà in poco più di un secolo e, per salvaguardare le nostre risorse naturali, indica la relazione, è essenziale gestire lo sviluppo disordinato dell'urbanizzazione.

Spostandoci più lontano e più spesso, stiamo consumando le risorse naturali del pianeta ad una percentuale doppia rispetto alla media del mondo. Il trasporto è il fattore in più rapido sviluppo tra quelli che contribuiscono alle emissioni di gas a effetto serra e questa sarà la tendenza per il futuro prevedibile. Secondo le stime, il trasporto aereo, per esempio, dovrebbe raddoppiare da oggi al 2030. Di conseguenza, lasciamo un'impronta chiara al di fuori dell'Europa impoverendo le risorse naturali e danneggiando l'ambiente del mondo.

I sondaggi condotti da Eurobarometro dimostrano che più del 70 percento degli europei vuole che i decisori attribuiscano uguale peso alle politiche ambientali, economiche e sociali. Per tener conto di tali posizioni, la relazione sottolinea che i decisori politici devono lavorare di concerto gli uni con gli altri a livello europeo, nazionale e locale integrando le considerazioni ambientali in settori quali trasporti, agricoltura ed energia e creando un contesto all'interno del quale singoli e aziende possano agire.

'I decisori politici devono essere lungimiranti. Abbiamo bisogno di abbandonare progressivamente le tasse sul lavoro e gli investimenti a favore di tasse sull'inquinamento e l'utilizzo inefficiente di materiali e territorio. Ma abbiamo anche bisogno di riformare il modo in cui si applicano le sovvenzioni ai trasporti, all'edilizia abitativa, all'energia e all'agricoltura. Occorrono aiuti che incoraggino pratiche sostenibili e tecnologie efficienti', sostiene la professoressa McGlade.

'Introducendo i necessari incentivi, tali riforme comporteranno maggiori investimenti, innovazione e competitività. È già successo nel concreto in alcuni paesi e settori. Negli ultimi decenni, una tassazione pesante della benzina in Europa e standard normativi elevati hanno portato a veicoli che, dal punto di vista del consumo di carburante, sono risultati efficienti quasi il doppio rispetto ai veicoli che circolano sulle strade americane. Abbiamo visto qual è il costo dell'inazione in termini di vite umane e ambiente con esempi come l'esaurimento degli stock ittici, l'utilizzo dell'amianto negli edifici, le piogge acide e il piombo nella benzina. È meglio agire adesso per garantirsi il lungo periodo', conclude la professoressa McGlade.
Note per le redazioni:

Informazioni sull'Agenzia europea dell'ambiente (AEA): L'Agenzia europea dell'ambiente ha sede a Copenaghen. Scopo dell'Agenzia è contribuire a ottenere un miglioramento significativo e misurabile dell'ambiente in Europa mettendo a disposizione dei decisori politici e del pubblico in generale informazioni tempestive, mirate, pertinenti e affidabili.

Nell'ambito del suo mandato, l'Agenzia europea dell'ambiente esegue un'analisi completa dello stato dell'ambiente in Europa ogni cinque anni. 'L'ambiente in Europa - Stato e prospettive nel 2005' comprende:

* Una valutazione integrata dell'ambiente in Europa contenente capitoli su:
o ambiente e qualità della vita
o territorio
o cambiamento climatico
o qualità dell'aria e salute
o risorse di acqua dolce
o mari e coste
o suoli
o biodiversità ed ecosistemi
o ambiente e settori economici
o prospettive future
* Alcuni indicatori di base, ossia un numero ridotto di indicatori stabili che possono essere utilizzati per misurare l'efficacia delle politiche come, per esempio, i progressi compiuti verso gli obiettivi di Kyoto. A titolo esemplificativo, si possono citare le emissioni di gas a effetto serra. Gli indicatori forniscono informazioni tempestive e pertinenti in merito alle tendenze e alle dinamiche in atto nell'ambiente.
* Un'analisi paese per paese fondata su nove indicatori di base. L'analisi fornisce un raffronto dei risultati nell'ambito di una 'Tabella di riferimento', supportato dalle informazioni fornite dai paesi stessi..

Le analisi per paese sono state preparate in collaborazione tra i paesi e l'Agenzia europea dell'ambiente per fornire ulteriori punti di vista nazionali nelle analisi. La scelta degli indicatori inseriti nel quadro di valutazione spetta all'Agenzia europea dell'ambiente e non rispecchia necessariamente le priorità dei vari paesi. Per consentire di comprendere meglio i problemi a livello di ogni singolo paese, alcuni dati inseriti in tale ambito provengono da fonti nazionali e, pertanto, potrebbero non essere perfettamente raffrontabili ai dati raccolti da Eurostat, dall'Agenzia europea dell'ambiente o altri organismi internazionali. L'Agenzia europea dell'ambiente si assume la responsabilità del risultato finale.
* Per i risultati del proprio paese, consultare la parte C della relazione.
* Paesi coperti dalla relazione: I 25 Stati membri dell'Unione europea (Austria, Belgio, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Regno Unito), nonché Bulgaria, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Romania e Turchia.

Collegamenti Internet

Per accedere alla relazione, si rimanda all'indirizzo Internet:
http://reports.eea.eu.int/state_of_environ..._report_2005_1/

Sintesi:
http://reports.eea.eu.int/state_of_environ.../IT-summary.pdf

Profilo nazionale:
Italia
Svizzera

Tabella di riferimento:
http://reports.eea.eu.int/state_of_environ...T-scorecard.pdf

 
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milsan
view post Posted on 1/12/2005, 17:09




Ottimo post, Lo-chef,grazie.
 
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odisseo
view post Posted on 1/12/2005, 17:23




Sono contento di sapere che ci tassano per il nostro bene...

Odisseo
 
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lo-chef
view post Posted on 1/12/2005, 19:30




non e' mai troppo tardi per accorgersene...anche se e' troppo tardi...
 
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lo-chef
view post Posted on 2/12/2005, 19:06




-ansa-

ROMA - Piante e animali prendono atto dei cambiamenti climatici subendo una vera e propria rivoluzione nelle loro abitudini piu' elementari e reagiscono ciascuno a proprio modo facendo saltare i meccanismi che da sempre regolano i cicli vitali.

E mentre la natura lancia l'allarme, 189 governi da quasi una settimana sono al capezzale del clima in occasione dell'11/a Conferenza delle Parti dei Paesi che aderiscono alla Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (COP 11), a Montreal, con l'obiettivo di trovare un accordo su come e quanto ridurre le emissioni di gas serra dopo la ratifica del protocollo di Kyoto.

E la corsa contro il tempo lascia poco spazio. L'emergenza atmosfera e' infatti gia' in atto e crea strappi in alcuni classici della natura. Mai sia erano viste marmotte insonni o fioriture premature. Ma le temperature troppo elevate, la corrente del golfo che cambia marcia e tutti gli altri guasti creati dalle attivita' antropiche ci stanno abituando anche a questo.

Ecco quindi che anche la mappa della natura va risettata sul nuovo scenario. Primo esempio eclatante i cicli del sonno. Rispetto alla stagione non si riesce a dormire poi cosi' a lungo, quindi le marmotte americane si svegliano 38 giorni prima dal letargo. Nettamente in anticipo rispetto alla tabella di marcia. Come il pioppo in Canada, che negli ultimi 100 anni ha decisamente cambiato abitudini, con una bella fioritura, ma prematura di 26 giorni. C'e' invece chi ha deciso direttamente di cambiare casa per ritrovare il suo habitat originale: alcune specie di farfalle infatti sono andate in cerca di 'fresco'. Pare che in Europa alcune abbiano fatto un bel viaggio verso Nord, spostandosi dai 35 ai 240 chilometri.

Questi sono solo alcuni degli esempi di studi raccolti da Legambiente per spiegare quanto i cambiamenti climatici incidano sul pianeta e il livello di incertezza sulle possibili reazioni di piante e animali al nuovo habitat. Perche' gli esseri viventi, se messi alla prova, modificano le proprie abitudini: possono decidere di spostarsi oppure no, riprodursi prima o dopo, cambiare rotta nelle migrazioni, oppure dormire di meno e mangiare in modo diverso.

Ma non necessariamente lo farebbero tutti nello stesso momento, nella stessa parte del globo, si tratta di comportamenti imprevedibili. Allora si prospetta una rivoluzione per gli ecosistemi e le specie che da sempre convivono insieme: basti pensare allo schiudersi delle uova dei volatili. Ai nuovi nati potrebbe forse non corrispondere un aumento degli insetti, essenziali per la loro sopravvivenza.

Da un'osservazione nel Regno Unito dal 1971 al 1995, uccelli come il merlo acquaiolo, il picchio muratore, lo storno, la gazza, la cornacchia, la beccaccia di mare, hanno deciso di deporre le uova, in media, 8 giorni prima. Mentre in Italia, nel 2000, il rospo comune ha deciso di riprodursi, vicino al delta del Po, in autunno.

Tra le specie vegetali invece, pare che il faggio, se dovesse incappare in autunni miti e ritardati nel tempo, potrebbe ritardare anche la sua 'primavera'. Discorso opposto per le rondini, che secondo le osservazioni del 2004 dell'Istituto di Biometerologia di Firenze, ormai arrivano in Europa dall'Africa gia' a meta' febbraio.

E non sarebbero poi solo i volatili a decidere di migrare in periodi diversi o su altre rotte: la foresta boreale potrebbe preferire il Nord, spostandosi di almeno 5 chilometri ogni anno. Come piccoli elementi di un puzzle che potrebbe non incastrare piu' i pezzi come prima, si troveranno allora nuove combinazioni, tutte da scoprire.

L'Italia, che racchiude oltre un terzo della fauna e la meta' della flora del patrimonio europeo della biodiversita', rischia in futuro di non saper piu' riconoscere le abitudini e gli spostamenti delle sue specie. Per questo e' stata lanciata di recente l'iniziativa della 'mappa della primavera', un progetto realizzato da Legambiente, Federparchi e Coldiretti, sostenuto e patrocinato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio. Attivando una rete di monitoraggio in venti aree naturali del Belpaese su mille esemplari delle diverse specie della nostra flora, sara' possibile effettuare raffronti con la fioritura dell'anno precedente: un modo per verificare l' effettivo impatto dei cambiamenti climatici.
 
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odisseo
view post Posted on 2/12/2005, 19:37




Io ho sempre la mia cara buona e vecchia domanda, a cui mai, nessun vrde-ambientalista-greenpeace ha mai risposto......

Quale è, secondo voi il clima giusto ?

Quello dell'ultima glaciazione (wurm, se non ricordo male) ?
Quello caldo umido del cretaceo (un gigantosauro approverebbe) ?
Quello caldo secco del x° e XI° secolo, in cui si coltivava la vite in groenlandia ?
Quello gelido del XVI° secolo, quando i ghiacciai arrivarono all'abitato di Chamonix ?
Quello eutirreniano (19.000 anni fà la linea della marea era 15 metri più alta rispetto ad oggi) ?

Odisseo
 
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umbynet
view post Posted on 2/12/2005, 22:00




quello che non ti fa sembrare che il clima e le stagioni che c'erano fino a 10/15 anni fa sia appartenuto ad un'altra era
 
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odisseo
view post Posted on 2/12/2005, 22:48




magari quello del 1962 0 1985 con un metro di neve a Milano ?

o quello del 1975 con 5 cm di grandine a ferragosto a Riccione, durante uno degli agosti più fradici che io ricordo ?

Odisseo
 
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cercatore
view post Posted on 2/12/2005, 22:57




però sembra che i maggiori studiosi si siano accordati sul fatto che ci saranno dei cambiamenti climatici marcati...anche quelli più riluttanti stanno cambiando idea.........che i ghiacci nei poli si stiano sciogliendo velocemente......ora gli asperti sono loro...e se affermano questo c'è da preoccuparsi ....
 
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lo-chef
view post Posted on 3/12/2005, 00:13




io raccolgo cronache meteorologiche dal mondo come qualcuno puo' ben sapere.
immaginiamo che la tecnologia umana stia, da qualche decennio, creando danni all'ambiente come nel createceo,giusto. O nel 12mo secolo c erano le fiat croma diesel che inquinavano che e' un piacere o c'erano i disastri ambientali perche pulivano i panni con dei detersivi abbastanza bastardi...,etc. etc.
nei disastri della storia della terra l' uomo hai mai avuto colpa?
chi mi risponde?

 
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295 replies since 14/1/2005, 14:15   9124 views
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