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Pietra Filosofale e Omuncolo

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Arpocrate
view post Posted on 9/5/2005, 02:41




Sono d'accordo con Ale.

E' meglio considerarla come una metafora, mettersi a lavorare in "laboratorio" dall'inizio può solo sviare dai significati spirituali.

Lascia perdere la creazione dell'omuncolo dottor Frankenstein, è pericoloso.

Ti consiglio piuttosto, per un approccio spirituale agli scopi dell'alchimia, di leggere un libro: "L'alchimista" di Pablo Coelo: è una storiella semplicissima, eppure densa di significati molto importanti.

Se poi vuoi qualcosa di più tecnico sono tantissimi i testi a cui puoi "appoggiarti".
Uno di questi è "L'alchimia, ovvero Trattato della pietra Filosofale" di Tommaso d'Aquino.

Edited by Arpocrate - 9/5/2005, 03:43
 
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odisseo
view post Posted on 9/5/2005, 08:27




CITAZIONE (Arpocrate @ 8/5/2005, 20:54)
CITAZIONE (odisseo @ 8/5/2005, 19:39)
Ti consiglio "I segreti delle cattedrali" (almeno credo si chiami così.....)

Odisseo

"Il mistero delle cattedrali", Fulcanelli.

Giusta correzione, ero di fretta.

Per quel che riguarda il vetro color rosso rubino, ti consiglio questo sito:

http://www.mestieriarte.it/cenni_storici/f...index_VETRO.htm

da cui ho tratto la seguente frase:

"Il vetro rubino viene invece colorato con l'oro: si introduce nella massa vetrosa cloruro aurico (AuCl3) il quale ad alta temperatura si decompone i cloro e in oro disperso sotto forma di atomi. Per raggiungere la giusta colorazione questo vetro viene sottoposto a ricottura che consente agli atomi di oro di riunirsi in particelle delle dimensioni volute. "

Odisseo
 
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Arpocrate
view post Posted on 9/5/2005, 13:58




Grazie per il link Odisseo, è molto interessante
 
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Portafortuna!
view post Posted on 9/5/2005, 14:59




Ringrazio tutti per le interessantissime risposte, rispondendo ad AleC$22 molti definiscono l'alchimia una grande metafora..e la trasformazione da un metallo vile in oro non si pensa che sia altro che la trasfomazione dell'uomo verso la perfezione assoluta.
ma trovo molto curioso che tutti i presunti proprietari della pietra fossero d'improvviso diventati ricchissimi, come appunto Nicolas Flamel che costruì vari ospedali e cattedrali..
 
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Portafortuna!
view post Posted on 9/5/2005, 15:09




trovato link interessante..alchimia
 
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Portafortuna!
view post Posted on 9/5/2005, 18:32




grazie 1000 Odisseo!!
 
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Portafortuna!
view post Posted on 9/5/2005, 18:43




Odisseo volevo chiederti una cosa..si può parlare in una discussione di argomenti vari? o bisogna per forze seguire lo stesso argomento?
 
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odisseo
view post Posted on 9/5/2005, 22:32




Tendenzialmente si dovrebbe seguire l'argomento iniziale, anche per non incasinare oltremisura il forum......

Però, se vuoi fare dei collegamenti, puoi aprire una discussione apposita e fare un link.

Odisseo
 
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Arpocrate
view post Posted on 11/5/2005, 17:18




Qualche altro spunto sull'Alchimia, un'ottima introduzione a mio parere: a cura di Roberto Olivo.
Buona digestione.

Storia
La parola Alchimia deriva da Al Kîmyâ, parola araba di origine egizia che, letteralmente significa "terra nera", il nome della Valle del Nilo ove, secondo la tradizione, questa antica conoscenza sarebbe stata svelata agli uomini dal dio Toth. Secondo altre fonti, la parola deriverebbe da Chemes, misterioso e leggendario maestro dell'Arte alchimistica che pur non avendo lasciato segno certo della sua esistenza, avrebbe scritto un libro intitolato Chema, che gli Angeli Caduti avrebbero adoperato per dare lezione alle figlie degli uomini. Da Chemes e da Chema, sarebbe derivata la parola greca Chemia che restò a denominare quest'Arte fino a quando gli arabi vi premisero l'articolo al della loro lingua nativa, formando la parola Alchimia, detta anche Arte Ermetica perché in seguito fu insegnata dal mitico Ermete Trismegisto (un sapiente identificato volta per volta con Thot o con il dio greco Hermes) o Ars Regia perché ritenuta nobile in quanto insegnava ai suoi seguaci a dirozzare lo spirito, riportandolo alla purezza originale, di origine divina.
In realtà le prime operazioni alchemiche, si potrebbero far risalire addirittura a 40.000 anni fa. Infatti in Israele sono stati scoperti resti umani dipinti di rosso (colore del sangue), che avrebbe dovuto procurare l'immortalità al defunto.
È certo che i Greci si dedicarono all'alchimia, principalmente in Alessandria, anche se sfortunatamente i documenti originali sono scomparsi nel grande incendio della biblioteca. Già nel VI -V sec. a.C. Eraclito di Efeso (detto l'Oscuro) parlò di processi chimici simili a quelli dell'Alchimia, basati su 4 stadi: melanosis (passaggio al nero), leukosis (passaggio al bianco), xanthosis (passaggio al giallo), iosis (passaggio al rosso). Tra il XV e il XVI secolo, gli alchimisti europei eliminarono il passaggio al giallo (citrinitas, in latino).
Il primo testo cinese che fa riferimento all'alchimia (per condannare i contraffattori d'oro) risale invece all'anno 144 a.C..
Per molti l'Alchimia risale ufficialmente al IIIº secolo d.C., quando cominciano a comparire in Oriente e nel Mediterraneo i primi scritti di Zosimo di Panopoli, (utilizzati da C.G. Jung nei suoi studi sull'alchimia).
Fra gli alchimisti c'erano anche donne, come Teosebia, sorella di Zosimo e Maria l'Ebrea, leggendaria alchimista di età alessandrina, che avrebbe inventato molti processi di riscaldamento, distillazione e di reazione chimica, nonché il famoso balneum Mariae.
Conosciuta in Europa attraverso fonti sufi (detta anche arte sofica), successivamente l'Alchimia divenne appannaggio degli Arabi, principalmente con Jabir ibn Hayyan, conosciuto in Europa col nome di Geber, membro di una comunità mistica praticante il sufismo. A Bagdad (che al tempo era la più grande città al mondo) frequentava la corte di Haroun al Rashid ed era amico personale del Gran Visir Jaffar, personaggi resi famosi dalle Mille e una Notte, testo dallo spiccato carattere ermetico.
Con Razi e Avicenna il pensiero alchemico conquista la Spagna, in particolare Toledo che, riconquistata nel 1105, permise l'irradiazione delle conoscenze e dottrine mediche e alchemiche dagli Arabi verso l'Occidente cristiano, avviando lo sviluppo dell'alchimia europea nel XIII secolo, grazie a Raimondo Lullo, Alberto il Grande e Arnaldo da Villanova.


Cos'è l'Alchimia?
L'Ars Regia o Grande Opera è anche detta Medicina dei Tre Regni perché si possono distinguere tre ambiti della ricerca alchemica: Alchimia metallurgica, Alchimia dell'Elixir (o farmacologica) e Alchimia spirituale.
Secondo Ruggero Bacone, e con lui gli alchimisti della tradizione trecentesca dell'elixir e della quintessenza (Raimondo Lullo, Giovanni Dastin, Arnaldo da Villanova, Giovanni da Rupescissa), ritengono che l'Alchimia è la Scienza che insegna a preparare una sostanza più perfetta di qualsiasi sostanza naturale, una medicina o Elixir, la cui produzione segue rigorosamente le procedure della natura, che essendo proiettato sui metalli imperfetti, comunica loro la perfezione nel momento stesso della proiezione. La dottrina di Bacone si fonda su una teoria della materia che rende possibile una operatività trasformatrice più radicale di quella di Geber, perché basata sulla scomposizione di ogni sostanza mista (compresi i metalli, ma non solo essi) nei quattro elementi originari.
Mentre per Alberto Magno le procedure alchemiche si limitano a predisporre la materia prima ad un intervento di perfezionamento, strettamente riservato alla natura stessa, per altri l'Alchimia sarebbe solo l'arte di usare le menzogne più seducenti, per conquistare la verità.
Secondo Jollivet Castelot, l'Alchimia è una forma di gnosi volta a stabilire una prova dell'unità della materia e della trasmutazione degli elementi, un sistema filosofico che si propone di penetrare i misteri della vita, oltre quelli della formazione delle sostanze inanimate. Sul piano materiale, il suo scopo è la purificazione dei metalli o la loro evoluzione progressiva, accelerando questa evoluzione metallica che la natura può compiere in modo lento.
Carl Gustav Jung considera l'Alchimia un modo per sviluppare la coscienza cosmica attraverso ricerche chimiche e un antecedente storico della psicologia del profondo, identificandola nella pulsione a trasformare la materia prima dell'esperienza in conoscenza. Anche i vari passaggi della Grande Opera sono simbolici: ad esempio quello che produce il Nigredo, secondo Jung, non è altro che "la nera notte dell'anima", cioè l'angoscia generata dai conflitti interiori: proiettando sulla materia la funzione iniziatica della sofferenza, l'uomo sublima se stesso e realizza il cosciente Androgino libero da ogni schiavitù. Grazie alle operazioni alchemiche, omologate alle torture, alla morte e alla resurrezione, trasmutandosi in oro la materia diventa trascendentale, assumendo il destino dello spirito.
L'Alchimia non è Chimica, ma una Scienza e un'Arte che racchiude l'enigma dell'Angelizzazione dell'uomo inferiore attraverso il Segreto trasmutatorio. Per questo la pratica alchemica è considerata prioritaria rispetto al sapere che produce, sebbene tale sapere sia considerato dagli alchimisti come un'introduzione necessaria all'opus. Nella trasmissione delle dottrine alchemiche c'è una circolarità, che si manifesta attraverso un maestro che ha compiuto l'opus e trasmette al discepolo insegnamenti teorici, fino a farlo vedere e dunque comprendere.
Gli alchimisti erano maestri di metafisica, che nascondevano le loro effettive intenzioni (la metamorfosi dell'anima) dietro un paravento di ricerche chimiche. Dato che secondo la Chiesa l'innovazione era Eresia, era saggio nascondere le fasi della Grande Opera dietro pratiche metallurgiche, rappresentando le proprie teorie con simboli pittorici e un'Alchimia della Parola, basata su oscure parabole, enigmi ed anagrammi.
I simboli alchemici possono essere ritenuti una chiave di interpretazione e di conoscenza della nostra natura più profonda, forse l'ultimo tentativo di raffigurare con un mito ciò che noi oggi raffiguriamo con la matematica, che oggi rappresenta la nostra iconografia, come il Re, il Leone, la Luna, i Pianeti e tutti gli altri segni dei Tarocchi erano quella alchemica.
Ecco alcuni esempi di criptici proverbi alchemici.
Chiunque voglia entrare senza chiave nel roseto dei filosofi è paragonabile a un uomo che voglia camminare senza piedi.
Non mangiare il figlio la cui madre abbia un mestruo abbondante (abbi cura che non vi sia più acqua che fuoco naturale).
Sono necessarie 7 aquile per combattere un leone (bisogna che il mercurio sia sublimato ed esaltato 7 volte).


Tecnica Alchemica
Per riuscire bene, l'opera generativa dell'Alchimista deve venire eseguita implorando senza posa l'aiuto del Grande Artefice dell'Universo. In tal modo si troverà in una catena ideale di mercuriali vibrazioni, facendo sì che le sue correnti di pensiero costituiscano luci intelligibili, che manifestano per gradi le varie operazioni da seguire.
Le operazioni devono iniziare di primavera, preferibilmente sotto l'Ariete, il più tenace dei segni zodiacali e uno degli ingredienti fondamentali della materia prima alchemica è la rugiada di Maggio che va raccolta stendendo delle lenzuola sull'erba e strizzandole in un recipiente. Il tempo deve essere sereno e va raccolta prima dell'alba, quando è ancora carica dello spirito del mondo.
La Prima Materia deve essere mescolata con due elementi, Sol e Luna (Zolfo e Mercurio) e con il misterioso "Sacro fuoco" (Ignis Innaturalis). Il tutto deve essere sigillato in un recipiente chiuso chiamato "Uovo Filosofale" e scaldato in una fornace (l'athanor). Un modo per guidare l'uso del fuoco è quello di indicare i materiali che bruciando sviluppano calore diverso: fuoco di carbone, fuoco di sterpi, fino al calore sviluppato dalla fermentazione di letame o di altre sostanze. Per mitigare gli effetti del fuoco, quando il calore che occorre è molto tenue, si usano artifici come il cosiddetto balneum Mariae o il bagno di sabbia: in entrambi i casi il vaso è immerso in una sostanza (acqua o sabbia) che diffonde in maniera uniforme e mitigata il calore del fuoco. I vari tipi di forno o fornello sono descritti e spesso raffigurati nei testi d'alchimia. Il più frequente è certamente il forno detto athanor, in cui il fuoco viene acceso in una camera chiusa ed il vaso è posto in una sede sovrastante, a contatto con essa.
Se l'operazione ha successo, gli elementi si "sposano" correttamente, anneriscono e putrefanno, raggiungendo così lo stadio di Nigredo. Un successivo riscaldamento libera l'anima della materia oscura, che diventa lentamente bianca (l'Albedo). Dopo una dozzina di nuove trasformazioni, le luci interiori diventano sempre più intense a mano a mano che la materia mercuriale viene depurata dalle scorie che l'appesantiscono, diventa verde (il Leone Verde) e poi il Mercurio dei Saggi viene attratto dal bianco magnete, fino a formare una polvere sottilissima e sensibilissima, rossa come polvere di zafferano: la Pietra Filosofale.


Attualità dell'Alchimia
La chimica ha ereditato dall'Alchimia (spesso designata col termine di protochimica) pratiche operative, strumenti, termini, ma non la complessa visione del mondo sulla quale le dottrine alchemiche si fondano. Mentre la chimica considera i metalli nella loro semplice fisicità materica, l'Alchimia studia l'anima dei metalli.
Secondo Fulcanelli, alchimista del XX secolo, la chimica è la scienza dei fatti, mentre l'Alchimia è quella delle cause perché permette di intravedere Dio attraverso le tenebre della sostanza.
Esiste un solido legame fra alchimia e medicina, un interesse che fu tributato da tanti medici (a cominciare da Paracelso) che s'interessarono allo studio di alcuni fenomeni posti a confine tra le due discipline. Anche l'uomo, del resto, può essere considerato una specie di storta alchemica, che produce calore, onde, elettricità. Ne è prova il quotidiano processo digestivo, un vero processo alchemico di trasmutazione degli elementi/alimenti da parte della saliva, dei succhi gastrici e della bile.
Otto Tachenius, medico tedesco laureatosi a Padova nel 1644, studiando l'aumento di peso nel processo di calcinazione del piombo, scoprì che i sali erano il risultato di una reazione chimica tra un acido ed un alcale. Angelo Sala, medico vicentino, s'interessò dei processi fermentativi, dei sali di ammonio e degli ossalati e della preparazione, con metodi di sua invenzione, dell'acido solforico e dell'acido fosforico.
Gli Alchimisti sono ancora fra noi, diceva Louis Pauwels nel Mattino dei Maghi e ne era talmente persuaso anche August Strindberg, da voler lasciare il teatro per dedicarsi completamente all'Alchimia.
Oltre ad essere al corrente di nuove fonti di energia (avrebbero conosciuto la fissione e la fusione nucleare sin dal XIXº secolo), i moderni alchimisti avrebbero ottenuto quantità rilevanti di nuovi elementi chimici e disporrebbero della pietra filosofale, che tramuta gli oggetti in oro, oltre alla panacea universale, un farmaco in grado di guarire ogni male, un oro liquido mercuriale che, se bevuto, conferirebbe l'immortalità.
Armand Barbault, alchimista contemporaneo, è considerato il fondatore dell'Alchimia moderna. Dopo dodici anni di lavoro ha creato un solvente dell'oro e l'ha dissolto in polvere. Sembra che un laboratorio farmaceutico di Stoccarda stia sperimentando con esiti positivi il suo oro potabile, estratto dalla rosa, per guarire le malattie virali e del sangue e ricostruire le cellule.
Nella stessa Milano contemporanea opererebbero alcuni individui, ai vertici di aziende e in posizioni di grande prestigio, che praticano seriamente l'alchimia.
Ma forse è la Fisica Quantistica, che si occupa dei campi d'energia, l'Alchimia del Terzo Millennio. Ora sappiamo che la materia è solo una particolare conformazione di alcune particelle d'energia, ma ciò conferma la concezione immateriale dell'universo e l'empirismo idealistico di George Berkeley, filosofo del XVIII secolo, secondo cui "esse est percipi" (esistere significa essere percepito).
Che un sistema fisico si comporti in modi diversi a seconda della conoscenza che ne ha l'osservatore, gli alchimisti l'hanno sempre saputo. La Grande Opera è una trasmutazione interiore, il cui scopo è di appropriarsi della quintessenza, dell'anima del mondo e oggi che i maestri orientali guardano con attenzione alla fisica quantistica e alla teoria della relatività, che rendono scientifiche le loro antiche filosofie, forse il Cerchio dei Filosofi si sta finalmente chiudendo.


La Pietra Filosofale
Lapis Philosoforum, la Pietra dei Filosofi è l'espressione alchemica impiegata per indicare la realizzazione della Grande Opera, detta anche Crisopea o Argiopea, sacra arte di fabbricare l'oro.
La materia prima per la fabbricazione della Pietra Filosofale sarebbe un'alga che si trova sul terreno a primavera, il nastoc. Secondo altri, si realizza utilizza latte di Celidonia e Mercurio Ermetico crudo. Ma in mancanza di meglio, si può produrre l'oro anche dall'orina. Ecco la ricetta: raccogliete per tre o quattro notti l'orina di un giovane incontaminato dopo il suo primo sonno, sino a riempirne tre pinte, aggiungete 2 bicchieri di fortissimo aceto, due once di calce spenta, mezz'oncia di acqua vivente, versate il miscuglio in un vaso di terracotta, sovrapponetevi un alambicco e lasciate macerare.
Ma come è fatta la Pietra Filosofale? Secondo alcuni ha l'aspetto di vetro o opale, per altri è una chiave a sette punte o una pietra incastonata su un anello o la lancia del Centurione che trafisse il costato di Cristo sulla croce.
La ricerca della Pietra Filosofale è del tutto equivalente alla ricerca del Santo Graal, il calice in cui Giuseppe d'Arimatea raccolse il sangue di Cristo. Non a caso la Pietra talvolta è simboleggiata dalla figura di Cristo stesso.
Alcuni distinguono fra Pietra dei Filosofi e Pietra Filosofale. La prima è la pietra angolare su cui Pietro costruì la sua Chiesa. La seconda invece è la medicina universale, l'elisir che dà la salute, la ricchezza e la conoscenza.
Dal canto suo, Cagliostro usava una candida Pietra Citrina che trasformava il vetro e il cristallo in diamanti e creava perle più belle di quelle naturali. Illusionismo, gioco di prestigio, magia o riserva di energia nucleare in sospensione, adoperabile a volontà?
Zosimo di Panopoli, gnostico vissuto nel II secolo, sosteneva che i metalli hanno vita, sesso e forza seminale, in grado di generare. Per questo, quando si è ottenuta la Pietra è bene riprodurla, moltiplicando i suoi effetti.
Ma la vera Pietra non è quella essoterica, in grado di trasmutare i metalli in oro, ma quella esoterica che trasmuta l'Alchimista, provocando la sua fusione in Spirito. La ricerca alchemica è la ricerca dell'Anima, della perfezione del sé, un modo per trasformare l'uomo in sé stesso, collegandolo con altri focolai di coscienza, attraverso gli spazi cosmici. Qualcosa che assomiglia stranamente alla connessione in rete dei cybernauti.
È certo comunque che come diceva Faust: la Pietra Filosofale senza Filosofo, a nulla vale.



 
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Portafortuna!
view post Posted on 12/5/2005, 21:15




wow! collegano la pietra filosofale alla lancia di Longino! allora il discorso si amplia ulteriormente.
Da ciò che ho capito quasi tutti gli oggetti leggendari riportano alla pietra..proverò a fare ulteriore indagini ..ghgh alla 007 e vediamo se riesco a scoprire qualcosa di più
mi ricordo che esisteva una cattedrale..la più misteriosa al mondo collegata con molti misteri, uno di questi era anche il codice da vinci e i templari..forse lì troverò qualcosa!!
 
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view post Posted on 12/5/2005, 22:24
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ciao Portafortuna!
forse ti riferisci a rennes le chateau
 
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Portafortuna!
view post Posted on 13/5/2005, 13:09




Esattamente Fran!
sai qualcosa al riguardo?
 
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view post Posted on 13/5/2005, 14:20
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ecco, qui è spiegato abbastanza bene.
ti consiglio di farti un giro su tutto il sito, ce ne sono di cose da leggere
 
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view post Posted on 13/5/2005, 14:24
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CITAZIONE (Arpocrate @ 9/5/2005, 03:41)
Ti consiglio piuttosto, per un approccio spirituale agli scopi dell'alchimia, di leggere un libro: "L'alchimista" di Pablo Coelo

sissi, bel libro
a proposito, Coelho è stato messo all'indice in Iran per il suo ultimo libro Zahir
 
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87 replies since 8/5/2005, 16:07   5758 views
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