| Barbanera3 |
| | Il Medievo è sempre affascinante. Il castello di Miranduolo e San Galgano: link. CITAZIONE San Galgano non è un personaggio dimenticato. La figura di questo cavaliere ed eremita ha sempre interessato studiosi e devoti e la serie di studi specialistici e biografie agiografiche è piuttosto corposa. Da qualche decennio, però, l'interesse si è intensificato. Per gli storici del Medioevo e delle sue istituzioni, Galgano presenta caratteristiche di grande interesse perchè cavaliere (anche se questo aspetto resta piuttosto sfocato nella sua biografia), eremita, fondatore di una comunità religiosa e soprattutto santo canonizzato, con una procedura che è di per se stessa interessante, perchè esemplare. Alcune caratteristiche del racconto agiografico, e del luogo in cui è conservata la memoria, l'eremo di Montesiepi, hanno poi incuriosito per via di analogie con la storia arturiana, tutta da valutare. Questa singolare sovrapposizione fra biografia documentata e letteratura, tra storia e leggenda -pur non insolita per il periodo- si presenta però in San Galgano con tali sconcertanti modalità da farne un soggetto di studio interessantissimo tanto per i medievisti quanto per chi si occupa di storia della cultura. CITAZIONE Il luogo di nascita di San Galgano è da tutte le fonti bibliografiche identificato con Chiusdino, in provincia di Siena, situato a poco più di trenta chilometri a sud della città, sulla direttrice viaria per Massa Martana, su uno dei cocuzzoli delle Colline Metallifere; lontano da importanti vie di comunicazione il territorio chiusdinese risulta tuttavia interessato da un processo di antropizzazione precoce, che si fece costante e si incrementò soprattutto a partire dall'Alto Medioevo, particolarmente dai secoli X ed XI. Benchè il primo documento scritto che riporti il toponimo "Chiusdino" sia del 1133, l'origine del paese potrebbe essere assai più remota e forse va collocata qualche secolo addietro, nell'Alto Medioevo, durante la dominazione longobarda in Toscana. I Longobardi, "gens germana feritate ferocior", secondo la celebre definizione di Velleio Patercolo, penetrarono in Italia nel 568 e 569, riuscendo in poco tempo a strappare all'Impero d'Oriente tutte le province a nord del Po. A partire dal 572, con più ondate migratorie, i Longobardi sciamarono a sud e nell'ultimo decennio del VI secolo occuparono i territori occidentali della Toscana, compresi fra i fiumi Cecina ed Ombrone, più o meno le Colline Metallifere. L'annessione della Toscana al "regnum Longobardorum" fu completata nel 641 con la conquista di Pisa. L'installazione dei Longobardi nel territorio di Chiusdino dovrebbe quindi risalire ad un anno non precisato lungo il corso del VII secolo, nell'ambito della nuova definizione amministrativa che essi diedero ai territori conquistati, in particolare, della costituzione, nei luoghi di confine, di unità militari chiamate "arimannie", e della fondazione di fortificazioni chiamate "clusae" o "clausurae", per deformazione dell'aggettivo latino "clausum", cioè "luogo chiuso", e del sostantivo "clausura", che già Cassiodoro, nel VI secolo, usa per indicare un "castello", una "fortezza", per il controllo dei passi e la riscossione dei dazi. Chiusdino sembra essere proprio uno dei numerosi castelli di questo tipo. A testimonianza della sua origine longobarda, rimangono il suo stesso nome, "Chiusdino", in latino "Cluslinum" o "Clusdinum", che deriva da "clusa" ed il titolo della chiesa matrice, "San Michele arcangelo", frequente negli insediamenti longobardi.
La venerazione verso l'arcangelo Michele, infatti, una volta che i Longobardi passarono dalle originarie credenze politeiste al cristianesimo, sostituì l'adorazione degli dei guerrieri e di quelli dominatori delle forze naturali ed ebbe poi un impulso fortissimo a seguito della vittoria riportata verso il 650 da Grimoaldo I, duca di Benevento, sui pirati che, forse in combutta con i Bizantini, avevano assalito il santuario dell'arcangelo sul Monte Gargano. Anzi fu proprio Grimoaldo che, una volta divenuto "rex longobardorum" nel 662, utilizzò il culto di San Michele quale utile strumento politico per aiutare la convivenza fra ariani e cattolici e superare quindi le divisioni presenti nel regno e rafforzare la sua autorità sovrana. La figura dell'arcangelo Michele armato di lancia e di scudo campeggiò da allora sulle insegne militari dei longobardi e sulle loro monete. Con la conquista del "regnum Longobardorum" compiuta da Carlo Magno nel 773, ed il nuovo assetto da lui conferito alla Toscana con la creazione dei "comitati" [...] e dei "comites", conti, ufficiali della corona incaricati di riscuotere le entrate demaniali, eseguire le ordinanze sovrane, amministrare la giustizia, convocare gli uomini in grado di combattere in caso di guerra, il piccolo castello di Chiusdino, situato all'interno dell'ampia diocesi di Volterra, venne a trovarsi nel "comitatus" istituito in quella città almeno fino dal 929. A partire dalla metà del X secolo, sul "comitatus" di Volterra esercitarono la loro autorità Rodolfo, figlio di Gherardo, di origini longobarde, e poi i suoi fratelli, Tedice prima e Gherardo II poi. Sono i primi rappresentanti della "domus Gherardesca", la grande famiglia che nei secoli successivi assumerà appunto il cognome "della Gherardesca" e che esiste tuttora. I Gherardeschi procedettero "all'incastellamento" del territorio, favorendone lo sviluppo dell'agricoltura e lo sfruttamento dei boschi [...] CITAZIONE Fino all'XI secolo, l'insediamento di Chiusdino poteva ricondursi essenzialmente al suo nucleo centrale, sulla sommità della collina, chiuso da una cinta muraria dal perimetro abbastanza breve sulla quale si apriva una sola porta, ancor oggi conservata. In tale ristretto spazio si possono tuttora osservare resti di murature non sempre regolari, a grandi bozze sommariamente squadrate. All'interno della cinta, la chiesa di San Michele arcangelo e presso la porta d'ingresso del castello la chiesa di San Martino, definita infatti "iuxta muros de Cluslino"; fuori delle mura, sulle pendici, la pieve di San Giovanni Battista, i cui resti, ormai un cumulo di sassi, esistono ancora fra i poderi Pianali, Lellori e Sala. Il castello era dunque talmente esiguo da essere considerato strategicamente ininfluente, ma tra la fine dell'XI secolo e l'inizio del XII, forse a seguito dello sviluppo dell'agricoltura impresso a quelle terre dalla presenza dell'abbazia di Serena o forse in relazione alla coltivazione delle miniere di argento del vicino castello di Miranduolo o del poco più distante castello di Montieri, si ingrandì a tal punto da diventare motivo di contesa fra il vescovo ed i conti. (fonte:EDICOLAWEB) San Galgano...ricordatevi della spada nella roccia... https://xmx.forumcommunity.net/?t=2291468Edited by Barbanera3 - 28/3/2011, 16:33
| | |
| |
|