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ionizzatore, autocostruzione

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aternopae
view post Posted on 6/2/2009, 16:00 by: aternopae




Interessante il tuo prototipo digir3v, avevo pensato anche io ad una realizzazione similare, però credo che sia necessario lasciare più spazio tra gli aghi e la griglia proprio per evitarlo del tutto l'effetto corona, è questo che produce l'ozono che è dannoso anche in piccole quantità dal momento che in casa ci si passano ore e ore e che poco che venga prodotto, moltiplicato per le ore trascorse in casa, corrisponde a una quantità di ozono respirata significativa.

Secondo me dovresti provare empiricamente ad avvicinare man mano gli aghi alla griglia e vedere qual'e la "distanza massima" ovvero appena si inizia a percepire un blando vento ionico, il principio a mio avviso è infatti che il dispositivo non deve produrre litri e litri di aria ionizzata ma deve provvedere a un lento rilascio ed escludere completamente la possibilità che si formi ozono. In teoria infatti lo ionizzatore deve stare acceso 24h, quindi che sia o meno efficiente non ci interessa dal momento che l'ambiente tenderà egualmente a ionizzarsi.

Sempre in teoria allontanando sufficientemente gli aghi si dovrebbero smorzare tutti gli effetti visibili, tra cui i plasmoidi in cima alle punte. Poi è ovvio che anche smussare le punte o diminuire la tensione conta; è altresì probabile che convenga abbassare la tensione e avvicinare gli aghi perché, parlo così a naso, esiste sicuramente una soglia di energia di ionizzazione sotto la quale l'ossigeno non riesce a rompersi e ricomporsi in ozono ma avviene egualmente l'effetto di ionizzazione.

Per fare questo tipo di prova si può saldare il filo della tensione su un coccodrillo e provare a indietreggiare di varie celle fino a trovare la tensione più appropriata. Infine si può provvedere a eliminare le celle in eccesso (e magari riciclarle per fare un secondo ionizzatore :) ).

Anni fa una persona che conoscevo aveva realizzato uno ionizzatore e mi ricordo che l'aria usciva in discreta quantità con un ritmo impulsivo ed era piuttosto piacevole da respirare anche da vicino. Nella sua realizzazione aveva messo una placca di metallo con 4 fori vicini, sufficientemente vicini da sovrapporsi, e gli elettrodi erano sufficientemente vicini alla placca per infilarci dentro il dito e prendere la scossa. Le punte direi che avevano il profilo tipico di un grosso ago e la punta era originata da un cono piuttosto lungo e ben visibile come quello di una grossa spilla. Dal momento che con questa configurazione la quantità d'aria che fuoriusciva, senza ausilio di ventole, era tale da farne sospettare la presenza, probabilmente il dispositivo utilizzava tensioni molto più basse di quello che pensiamo.

In ogni caso lasciando acceso lo ionizzatore in una stanza a lungo dovrebbe diventare percepibile anche una produzione minimale di ozono per consentire quindi di essere individuata ed effettuare successivi aggiustamenti.

Per il LED:

Molto spannometricamente un qualunque LED verde si accende a massima intensità luminosa con 10mA (ovvero 0,01A) di corrente, pertanto calcolando che la tensione efficace di rete è di 220v, ne consegue che R = V/I = 220v / 0,01A = 22000. Per cui una resistenza da 22Kohm dovrebbe bastare, tra l'altro il LED rimane acceso solamente durante uno dei due semiperiodi (la tensione di rete è una sinusoide a 50Hz) quindi basterebbe meno, ma fa lostesso. Per la potenza P = V*I = 220V * 0,01A = 2,2W ed ecco la potenza minima che deve dissipare la resistenza. Io andrei direttamente sui 5W e non se ne parla più.
 
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