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La malattia di Crohn..., ...una malattia poco conosciuta

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flipperina
view post Posted on 12/10/2006, 13:35




VACCINAZIONE ANTIINFLUENZALE NELLE MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE DELL’ INTESTINO (MICI).

Negli ultimi 20 anni vi e’ stato un crescente ricorso ai farmaci immunosoppressori nella cura medica della Colite Ulcerosa e della Malattia di Crohn. Negli stessi anni sono aumentate considerevolmente le conoscenze sulle alterazioni della risposta immunologica mucosale nelle MICI che sembrano dimostrare una risposta immunologica a batteri e virus quantitativamente normale. Non sono disponibili informazioni sulla risposta clinica alle vaccinazioni nelle MICI; le informazioni sui rapporti tra suscettibilità alle infezioni da una parte e sicurezza ed efficacia delle vaccinazioni dall’altra provengono da studi condotti su altre malattie immuno mediate come l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso . I risultati di questi studi indicano che persone con malattie immunologiche croniche , molte delle quali in trattamento con immunosoppressori, 1) sviluppano una adeguata quantità di anticorpi protettivi dopo vaccinazione, e 2) non vanno incontro ad una riaccensione della malattia in seguito alla vaccinazione.
Le due più comuni malattie dell’adulto per le quali è prevista la vaccinazione sono l’ Influenza e le infezioni da Pneumococco. Le raccomandazioni per la vaccinazione delle persone con MICI non sono diverse dalle raccomandazioni per la popolazione generale; le persone in terapia con immunosoppressori (Azatioprina, 6-Mercaptopurina, Ciclosporina, Methotrexate), Infliximab e steroidi (? prednisone 20 mg al giorno equivalente per ? 2 settimane e entro 3 mesi dalla sospensione) sono considerate a rischio maggiore di infezione ed è raccomandata la vaccinazione antinfluenzale e antipneumococco con l’uso di vaccini inattivati del tipo vaccino split o vaccino a subunità.

Dr Anna Kohn
U.O. Gastroenterologia
Azienda Ospedaliera S Camillo-Forlanini
Roma



<_< <_< <_< :unsure:
 
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flipperina
view post Posted on 12/10/2006, 19:02







...perchè si continuano a pubblicare tanti troppi studi che smentiscono la correlazione fra vaccini e Malattia di Crohn
? <_< <_<


http://209.85.129.104/search?q=cache:VyRz-...d=20&lr=lang_it


 
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Roby 64
view post Posted on 12/10/2006, 19:48




I misteri della malattia di Crohn
Gli ultimi aggiornamenti su un morbo che potrebbe essere causato da un batterio particolarmente resistente. E ancora troppo poco conosciuto.


Una radiografia a raggi X colorata mostra l'ultima parte dell'intestino tenue, l'ileo, infiammato dalla malattia di Crohn.

Ci sono alcuni gialli che segnano la storia della medicina. Come quello raccontato da un chirurgo londinese sulla pagine del British medical Journal. La storia inizia nel settembre 1988 quando un bellissimo bambino inglese di quasi 8 anni, fino a quel momento sano come un pesce, sviluppò improvvisamente un gonfiore al lato destro del collo. Inviato all'Addenbrook's Hospital di Londra, gli furono asportati i linfonodi ingrossati. L'istologo, lo specialista che studia i tessuti al microscopio, ipotizzò un'infezione da micobatterio: i tessuti furono messi in coltura per identificare il colpevole e al bambino furono somministrati i primi antibiotici in attesa del responso del laboratorio.
Ma dopo tre mesi la coltura non aveva dato alcun risultato e gli antibiotici furono sospesi. I restanti linfonidi del lato destro del collo, che progressivamente si ingrossarono, furono asportati. Poi nulla da segnalare fino al 1993 quando insorsero dapprima un'artrite, poi dolore addominale, anoressia, 2-3 scariche intestinali non formate al giorno, perdita di peso (37 kg su 1,53 cm) e perdita di vitalità fino alla letargia.
Alla fine fu fatta diagnosi di morbo di Crohn e fu inviato a John Hermon-Taylor, responsabile del dipartimento di chirurgia del St George's Hospital, per l'intervento chirurgico di resezione della parte dell'intestino malato.
Cos'è la malattia di Crohn? La malattia di Crohn è un'infiammazione cronica dell'intestino. È quasi sconosciuta nel terzo mondo e in costante aumento nei paesi occidentali: un articolo del 1973 pubblicato sul New England Journal of Medicine dimostrava un aumento di 20 volte dell'incidenza della malattia fra il 1940 e il 1970. Inoltre, se fino ai primi anni 50 non c'erano segnali di casi di Crohn fra gli adolescenti, oggi un nuovo caso su sei viene diagnosticato in persone che non hanno ancora compiuto 20 anni. E secondo Taylor negli ultimi 10 anni l'incidenza della malattia fra i bambini inglesi è aumentata di 7 volte. In Italia non c'è un registro del Crohn e l'incidenza della malattia varia da paese a paese, aggirandosi da 1 a 10 nuovi casi ogni 100 mila abitanti, e con una prevalenza, cioè il numero di malati sia di circa 200 casi ogni 100 mila.
La malattia si manifesta prevalentemente in tre fasce d'età: fra 7-8 anni, fra i 25-35 anni, o oltre i 55 anni. I sintomi sono dolori addominali a volte acutissimi, associati a diarrea a volte sanguinante (nelle fasi acute si possono avere anche 10 scariche incontenibili al giorno), febbre, perdita di peso, nei bambini associati spesso a ritardo nella crescita, nausea, vomito, astenia, flatulenza. Possono comparire periodi in cui i sintomi sono in remissione, ma poi la malattia si riacutizza.
In circa il 10-20% dei casi l'andamento diventa drammatico: il processo infiammatorio può creare la perforazione della parete, o restringimenti dell'intestino fino all'ostruzione o addirittura all'occlusione, cioè all'ostruzione completa. In alcuni casi queste lesioni sono tanto gravi da imporre ripetuti interventi chirurgici o addirittura da costringere all'amputazione del retto e di parte dell'intestino e alla creazione chirurgica di un ano artificiale nell'addome (ano preter naturale).
Il Morbo di Crohn aumenta inoltre considerevolmente il rischio di tumore dell'intestino tenue e del colon , e uno studio epidemiologico pubblicato a settembre dimostra che fra i malati di Crohn sono più frequenti malattie come artrite, asma, bronchite, psoriasi e pericardite.
Le cause? Ignote. Finora la terapia mira a inibire la risposta immunitaria utilizzando aminosalicilati, i cortisonici e brevi cicli di antibiotici e gli immunosoppressori e gli anticorpi monoclonali anti-Tnf, diretti a bloccare una citochina (alfa TNF), mediatore dell'infiammazione (clicca qui per saperne di più sulla terapia).
Questo lo stato della medicina ufficiale. Ma un gruppo di ricercatori sta sostenendo un'altra tesi e le prove scientifiche che vanno accumulandosi danno sempre più loro ragione. Sospettano che dietro al morbo di Crohn ci sia l'infezione di un batterio un po' particolare, il Mycobacterium avium paratuberculosis (Map), cugino del micobatterio della lebbra e del micobatterio della Tbc. È un batterio piuttosto enigmatico: vive all'interno delle cellule che infetta, non sembra produrre tossine e non sembra danneggiare le cellule che lo ospitano.
Il danno, almeno a quanto si sa, viene dalla reazione dell'ospite: una forte reazione immunitaria contro il tessuto infetto. Si sa che questo batterio infetta i ruminanti, soprattutto nei paesi con zootecnia sviluppata, nei quali causa una malattia simile al Crohn umano, descritta per la prima volta nel 1885 da un veterinario tedesco, tale Heinrich Albert Johne.
La malattia di Johne è una infiammazione cronica dell'intestino nei ruminanti. Nei ruminanti ci sono due forme di questa malattia: quella bovina, con molti batteri presenti nell'intestino che vengono disseminati con le feci e con il latte, tanto da essere facilmente trasmessa ai vitelli. Negli ovini invece i batteri non sono tanti, nell'intestino è difficile vederli anche se si osservano gli stessi granulomi, e l'isolamento dei batteri è più difficile. E, ancora, l'incubazione è lunga. Può arrivare addirittura a 12 anni prima di manifestare i sintomi e su tre vitelli infettati, solo uno manifesta la malattia.
Ma cosa c'entra la Johne con il Crohn? La storia inizia un secolo fa. Nel 1901 Thomas Kennedy Dalziel, chirurgo del Western Infirmary di Glasgow, operò un collega con un'infiammazione cronica dell'intestino. Dalziel conosceva la malattia di Johne e nel 1913 pubblicò quello e altri casi sul British Medical Journal scrivendo che "i caratteri istologici" della malattia che aveva descritto nell'uomo erano simili a quelli della malattia di Johne e che forse la malattia era la stessa. E concludeva «posso solo dispiacermi che la causa di questa malattia resti oscura, ma sono fiducioso che fra non molto la difficoltà sarà superata».
Il Map, il batterio rebus. Nel 1984 Rodrick Chiodini, microbiologo dell'Università di New York, allora alla Brown University di Rhode Island Hospital di Providence, isolò per la prima volta il Map in un malato di Crohn e finalmente riuscì anche a coltivarlo. Questo gli consentì di chiarire perché questo batterio è un vero rompicapo e perché molti faticano a confermare i dati.
Per prima cosa Chiodini scopre che nell'intestino umano il batterio è in una forma strana, senza parete cellulare (sferoplasti): una forma tondeggiante. Secondo alcuni ricercatori è proprio questa forma con la parete modificata che scatena la risposta immune anomala che causa la malattia.
Inoltre, per isolare un particolare batterio fra i milioni che brulicano all'interno dell'intestino bisogna utilizzare tecniche di decontaminazione che uccidono gli altri batteri senza danneggiare il batterio che si cerca.
Ma il MAP nella forma priva della parete cellulare è il più fragile di tutti e siccome non sopravvive alle tecniche di isolamento facilita la conclusione che non ci sia. E non è tutto: poiché le tecniche per individuare i batteri si basano su coloranti che tingono la parete cellulare (colorazione di Ziehl Neelsen), anche se il batterio c'è non lo si vede perché mancando la parete, o essendo modificata, non si colora. Dopo anni però, come è successo nel laboratorio di Chiodini, il batterio può ricostituire la parete cellulare e ritornare alla sua forma colorabile.
Infine è un batterio lentissimo da coltivare. Se la coltura del batterio nella forma a bastoncello, quella che si trova nel bovino, diventa visibile dopo 3-4 mesi, quella della forma rotondeggiante senza parete che si trova nell'uomo ne richiede molti di più: a Chiodini ci volle un anno e mezzo.
«Il micobatterio è lentissimo, uno dei più lenti nel tempo di duplicazione» dice Leonardo Sechi, docente di microbiologia all'Università di Sassari. «Per passare da una cellula a due impiega 72 ore, contro le 24 del micobatterio della tubercolosi che pure non è rapidissimo. Per vedere una colonia su un terreno solido bisogna essere costanti e aspettare». Alcuni isolati umani ci hanno messo 6 anni a crescere in laboratorio.
Dopo l'articolo di Chiodini, la staffetta della ricerca sul Crohn passava nelle mani di un chirurgo di Londra, costretto a tagliare pezzi di intestino dei malati di Crohn. Oggi John Hermon-Taylor, direttore del dipartimento di chirurgia del St George's Hospital di Londra, è convinto che dal 50 al 70% dei casi di Crohn siano dovuti al Map. «Sono certo che ci sia il Map nell'intestino dei malati. Solo che è un batterio difficile da braccare. È un tipo tosto».
I lavori in Sardegna. A partire dal dicembre 2001 nella storia del Crohn è entrata anche la Sardegna. A Sassari infatti c'è una buona scuola di microbiologia. E Leonardo Sechi, un giovane ricercatore, si è intestardito sul rompicapo del Map. Dapprima, alleandosi con gli anatomopatologi si è fatto dare i blocchetti di paraffina fatti con le biopsie dell'intestino di 48 malati. Nonostante la conservazione ha trovato il batterio in 35 campioni. E conferma: il Map qui è con la parete cellulare modificata. Si allea allora con i chirurghi e si fa dare i pezzi di intestino freschi, appena prelevati dai pazienti: il 70% dei prelievi è positivo e riesce a isolare i batteri e a coltivarli.




Come ci arriva il Map nell'intestino? Probabilmente con il latte. Prima di tutto quello materno. Ricercatori americani hanno dimostrato che il batterio può essere trasmesso con l'allattamento al seno dalla madre infetta al figlio. Ma è presente anche nel latte artificiale: a Ferragosto dell'anno scorso durante l'ottavo International colloquium on Paratuberculosis, Ivo Pavlik, ricercatore dell'Istituto di ricerche veterinarie ceco di Brno, ha segnalato di aver trovato il Map nel latte in polvere in commercio in Europa. Ha analizzato 51 campioni di diversi tipi di latte in polvere prodotti da 10 aziende di 7 diverse nazioni europee. In 25 campioni (49%) ha trovato il micobatterio vivo, tanto da poter essere coltivato.
«Il fatto che il batterio sia nel latte in polvere destinato all'alimentazione infantile è un fattore di rischio» ha detto Pavlik nel corso del congresso. La presenza dell'infezione nel latte destinato ai bambini è particolarmente preoccupante: è ben vero che nell'uomo e negli animali la malattia non si manifesta immediatamente, ma a distanza di qualche anno. Ma più l'incontro con il batterio è precoce e più è probabile che l'infezione si cronicizzi anche per l'immaturità del sistema immune non ancora completamente sviluppato.
Se invece l'incontro avviene in tarda età è più facile che l'infezione non insorga. È vero anche che per ammalarsi sembra necessaria una certa predisposizione genetica. Nel 1996 Gilles Thomas dell'Inserm, di Parigi ha segnalato che nel braccio lungo del cromosoma 16, in una regione detta IBD1, c'è un locus che predispone alla malattia di Crohn. Cinque anni dopo in un secondo studio annunciò che avevano individuato l'esatto gene, NOD2. La predisposizione genetica fu poi confermata da Gabriel Nunez dell'University of Michigan e dal gastroenterologo Judy Cho dell'University of Chicago. Questa mutazione, secondo gli studi di Sechi, è presente in forma eterozigote nel 70% dei casi di Crohn sardi.
Se il latte è infetto. Né è tranquillizzante sapere che il Map resiste alla pastorizzazione. È infatti un batterio tosto, capace di sopravvivere al calore. In laboratorio si è visto che sopravvive al trattamento attualmente in vigore di riscaldamento a 72° per 15-20 secondi (UHT). «Bisognerebbe prolungare il tempo almeno ad un minuto, oppure, se lo si vuole tenere breve, la temperatura deve essere portata a 94°C» dice Sechi. Questo spiega il fatto che il Map sia presente nel latte in commercio: Jay Ellingson del Food Safety service Clinic Laboratories di Marshfield (Wisconsin) l'anno scorso ha analizzato 329 litri di latte intero commercializzato da 22 aziende diverse nell'arco di un anno nei 3 stati americani che producono più latte (California, Minnesota e Wisconsin). Nel 2,8% del latte in commercio dopo la pastorizzazione ha trovato il batterio vivo e vegeto: la carica maggiore era nel latte munto nel terzo quadrimestre, da luglio a settembre. Il Map era già stato trovato nel 1998 in 6 campioni di latte pastorizzato su 31 in vendita nell'Irlanda del Nord: quasi uno su cinque. I
n Italia nessuno l'ha cercato, secondo John Hermon-Taylor, l'infezione è presente nel 55% degli allevamenti dell'Europa occidentale e degli Stati Uniti. Per quanto riguarda l'Italia non esiste un censimento nazionale. Il centro di referenza della paratubercolosi è nell'Istituto zooprofilattico di Piacenza. «Mancano test sensibili, quelli che abbiamo sono sensibili al 50%: tradotto su 100 malati ne individuo 45» dice Gianluca Belletti, responsabile della sezione di Piacenza dell'Istituto zooprofilattico. «I miei dati sono quindi da prendere con beneficio di inventario. Comunque, in base a questo test nel Veneto risulta positivo il 20-40% degli allevamenti. E circa il 20-25% delle vacche è infetto».
Anche Sechi ha testato gli allevamenti sardi. «In Sardegna ci sono 2,5 milioni di pecore, ma dati ufficiali sull'infezione da Map non ce ne sono. Circa il 40-50% degli allevamenti che abbiamo testato sono risultati infetti» dice.
Le perplessità dei ricercatori. Ci sono ancora molti San Tommaso, ricercatori che non vogliono credere. A Chiodini chiesero perché ci fosse così tanta resistenza ad accettare che il MAP causasse la malattia di Crohn. E Chiodini risorse: «C'è molta politica nella medicina» dice Chiodini. «E una tesi viene accettata non perché ci sono le prove, ma perché la comunità medica vuole accettare le prove che porti». Per dimostrare che Map è il vero responsabile del Crohn, ci vorrebbe un volontario che si candidi per farsi infettare sperimentalmente. Ma in assenza di una terapia semplice e veloce tutti si tirano indietro.
Steve Berger del Department of Geographic Medicine Tel Aviv Medical Center, ha declinato l'invito perché «questa settimana sono occupato». In assenza del volontario la controversia è destinata a continuare» A meno che non funzioni la terapia…
Quale terapia? Sapere qual è il batterio consente di studiare a quali antibiotici è sensibile. Taylor ha trattato 150 casi di Crohn con una combinazione di farmaci, compresi rifabutina e claritromicina: circa il 70% dei pazienti sono entrati in remissione e l'intestino è guarito. Rifampicina e isoniazide invece non funzionano, almeno in Sardegna. Sechi ha dimostrato che il 68% dei batteri isolati nel bestiame sardo sono diventati resistenti ad almeno due antibiotici utilizzati nella terapia antitubercolare. E sta sviluppando resistenza anche alla claritromicina.
Ma paiono funzionare la rifabutina e la claritromicina, in associazione con l'etambutolo o la clofazimina, somministrati però per 18 mesi perchè il tempo di replicazione lentissimo del Map costringe a terapie lunghissime.
Oltre a questo però bisogna far qualcosa anche per limitare l'infezione con il latte. «Prima di tutto arrivare alla denuncia obbligatoria dell'infezione. A questo punto, come per la Tbc bovina si sa quali zone e quali allevamenti sono a rischio: avere una visione di insieme servirebbe» dice Sechi. Poi servirebbe anche allungare i tempi di sterilizzazione del latte: la Food standard agency già nel dicembre 2001 ha chiesto di cambiare la lavorazione del latte inglese proprio per assicurare che il Map sia distrutto.
Nel frattempo chi non vuole rischiare può seguire il consiglio di Taylor: bollire ulteriormente il latte e poi lasciarlo raffreddare prima di consumarlo e preferire i formaggi stagionati a quelli freschi.
Amelia Beltramini
http://www.focus.it/Speciali/I_misteri_del...hn/default.aspx

La Clark è da anni che dice che bisogna sterilizzare il latte prima di consumarlo!
Aproffitto per un piccolo OT ma questa sera al TG regionale ho sentito che all'ospedale pediatrico del gaslini hanno scoperto che potrebbe essere un virus a causare la celiachia; anche in questo caso la Clark è avanti anni!!!
 
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flipperina
view post Posted on 14/10/2006, 14:08




@ sì l'articolo uscito su Focus sulla malattia di Crohn è molto interessante ed è anche uno dei pochi divulgativi che ne parla in modo completo... anche se ho sentito medici che ne sottolineavano alcune imprecisioni...appena ritrovo il documento lo posto.

;)

Questo batterio in effetti è una roba curiosa davvero così ho l'opportunità di aggiungere alcuni dati:

▪ alcuni ricercatori sospettano che alla base della malattia di Crohn ci sia una infezione causata da un micobatterio per la precisione una variante del Mycobacterium Paratuberculosis denominato MAP (Mycobacterium Avium Paratuberculosis) questo sospetto nasce dall'evidenza che questo micobatterio provoca nei bovini una malattia infiammatoria cronica intestinale simile al Crohn chiamata BJD (Bovine Johne's Disease), questa ipotesi deve essere presa in seria considerazione in quanto studi recenti dimostrano che una consistente % di pazienti con il Crohn ha nell'organismo il MAP, sebbene l'ipotesi del MAP non possa spiegare tutti i casi di Crohn e' ragionevole pensare che il MAP possa essere la causa di alcuni Crohn, il gruppo più attivo in tale ambito e' il "Crohn's Research Group" coordinato dal Prof. John Hermon Taylor del St. George's Hospital Medical School University of London, in Italia il responsabile della ricerca e' il Prof. Leonardo A Sechi (Professore Associato di Microbiologia del Dipartimento di Scienze Biomediche, Viale San Pietro 43b, Sassari, Telefono 079 228303 Fax 079 212345) per saperne di piu':


http://www.paratuberculosis.org/research/crohns.htm

http://www.crohnscanada.org/

http://www.crohns.org/

http://alan.kennedy.name/crohns/welcome.htm

http://www.shafran.net/crohn/
 
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flipperina
icon11  view post Posted on 1/11/2006, 19:55




:)


...ancora degli articoli sulla malattia di Crohn che posto e che sto raccogliendo in una mia specie di archivio personale:


Morbo di Crohn, colpa di 'fessure' nell'intestino?

A cura de Il Pensiero Scientifico Editore

19/09/2005

"Microscopiche fessure nella barriera intestinale potrebbero essere la causa di patologie infiammatorie gastrointestinali quali il morbo di Crohn. Lo svela uno studio pubblicato sulla rivista Gastroenterology.

I ricercatori dell’Università di Liverpool hanno concentrato la loro attenzione sulla formazione delle cellule epiteliali dell’endotelio dell’intestino e sulle ‘fessure’ nel tessuto che questo processo di crescita lascia sempre dietro di sé.

L’intestino umano è tappezzato di milioni di escrescenze, dette villi, che incrementano la superficie e consentono all’intestino di assorbire una maggior quantità di sostanze nutritive. I villi sono ricoperti di cellule epiteliali che sono costantemente rinnovate al ritmo di circa mille miliardi di cellule al giorno.

Watson e il suo team hanno scoperto che questo processo di rinnovamento continuo lascia delle fessure nel tessuto endoteliale dell’intestino, fessure che negli individui sani vengono immediatamente riempite con una sostanza gelatinosa che costituisce in media il 3 per cento dell’intera superficie intestinale. Prima d’ora si credeva che l’endotelio intestinale fosse una distesa ininterrotta di cellule. “Sospettiamo che i pazienti affetti da patologie infiammatorie gastrointestinali abbiano una capacità ridotta di riempire le fessure tra cellule secernendo la sostanza adatta. Questa carenza permetterebbe ai batteri di insinuarsi nelle fessure causando infezioni croniche. Comprendere meglio questo processo potrebbe portarci alla messa a punto di nuovi trattamenti per le patologie gastrointestinali di natura infiammatoria”, spiega Watson. “La nostra ricerca potrebbe anche fare nuova luce sul processo di sviluppo del tumore del colon che crediamo sia legato ad un malfunzionamento del processo di formazione di nuove cellule epiteliali. Un’area di ricerca sulla quale ci concentreremo nei prossimi mesi”.

Fonte: University of Liverpool
 
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oro
view post Posted on 2/11/2006, 21:03




Leaky Gut Syndrome.
 
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flipperina
view post Posted on 9/11/2006, 19:44




CITAZIONE (oro @ 2/11/2006, 21:03)
Leaky Gut Syndrome.

Ciao :)

intendi questa vero?

[La traduzione che ho riportato è quella che è <_< ]

Sindrome della c.d. "permeabilità intestinale"

"The lining of the intestines is a barrier that normally only allows properly digested fats, proteins, and starches pass through and enter the bloodstream. It allows substances to pass in several ways.

Chloride, potassium, magnesium, sodium and free fatty acids diffuse through intestinal cells. Amino acids, fatty acids, glucose, minerals, and vitamins also cross through cells, but they do it by another mechanism called active transport.

There's a third way substances can pass through. The spaces in between the cells that line the intestines are normally sealed. These tight junctions are called desmosomes. When the intestinal lining becomes irritated, the junctions loosen and allow unwanted larger molecules in the intestines to pass through into the blood. These unwanted substances are seen by the immune system as foreign (because they aren't normally present in blood).

This triggers an antibody reaction.

When the intestinal lining becomes further damaged, even larger substances, such as disease-causing bacteria, undigested food particles, and toxins, pass directly through the damaged cells. Again, the immune system is alarmed and antibodies and substances called cytokines are realeased. Cytokines alert white blood cells to fight the particles. This fight produces oxidants, which cause irritation and inflammation throughout the body"



"Il rivestimento degli intestini è una barriera che permette normalmente soltanto i grassi correttamente digeriti, proteine e gli amidi attraversano ed entrano nella circolazione sanguigna. Permette che le sostanze passino in parecchi sensi.

Il cloruro, il potassio, il magnesio, il sodio e gli acidi grassi liberi si diffondono attraverso le cellule intestinali. Gli amminoacidi, acidi grassi, glucosio, minerali e le vitamine inoltre attraversano attraverso le cellule, ma lo fanno da un altro meccanismo denominato trasporto attivo.

Ci è un terzo senso che le sostanze possono passare attraverso. Gli spazi fra le cellule che allineano gli intestini sono sigillati normalmente. Queste giunzioni strette sono denominate desmosomes. Quando il rivestimento intestinale è irritato, le giunzioni allentano e permettono le più grandi molecole indesiderabili negli intestini al passaggio attraverso nell'anima. Queste sostanze indesiderabili sono viste dal sistema immune come straniere (perché non sono normalmente presenti nell'anima). Ciò innesca una reazione dell'anticorpo.

Quando il rivestimento intestinale è più ancora danneggiato, ancora le più grandi sostanze, quali i batteri malattia-causanti, particelle non digerite dell'alimento e le tossine, passano direttamente attraverso le cellule danneggiate. Di nuovo, il sistema immune è allarmato e gli anticorpi e le sostanze denominati cytokines sono realeased. Cellule di anima bianche attente di Cytokines per combattere le particelle. Questa lotta produce gli ossidanti, che causano l'irritazione e l'infiammazione durante il corpo."



Symptoms of Leaky gut syndrome / Intestinal permeability


"Symptoms include: abdominal pain, asthma, chronic joint pain, chronic muscle pain, confusion, fuzzy or foggy thinking, gas, indigestion, mood swings, nervousness, poor immunity, recurrent vaginal infections, skin rashes, diarrhea, bed-wetting, recurrent bladder infections, poor memory, shortness of breath, constipation, bloating, aggressive behavior, anxiety, fatigue, feeling toxic.

Leaky gut syndrome is associated with the following conditions:
Autoimmune disease

Celiac disease

Crohn's disease

Environmental illness

Hives

Acne

Allergies

Inflammatory joint disease / arthritis

Intestinal infections

Pancreatic insufficiency

Ulcerative colitis

Giardia

Chronic fatigue syndrome

Eczema

Psoriasis

Food allergies and sensitivities

Liver dysfunction

Rheumatoid arthritis

Irritable bowel syndrome



Causes of Leaky Gut Syndrome / Intestinal Permeability
Chronic stress


Intestinal infections

Small intestine bacterial overgrowth

Environmental contaminants

Excess alcohol

Poor diet

NSAIDS and other medications


Testing


The standard test for leaky gut syndrome is the mannitol and lactulose test. Both are water soluble molecules that the body can't use. Mannitol is easily absorbed by people with healthy intestinal linings. Lactulose is a larger molecule and is only slightly absorbed. A person drinks a solution contain both mannitol and lactulose. Urine is collected for six hours and the amount present in urine reflects how much was absorbed by the body. A healthy test shows high levels of mannitol and low levels of lactulose. If high levels of both molecules are found, it indicates a leaky gut condition. If low levels of both molecules are found, it indicatioes general malabsorption of all nutrients. "




Sintomi della sindrome incapace di ritenere dell'intestino/della permeabilità intestinale
I sintomi includono: il dolore addominale, l'asma, dolore unito cronico, pensare sfocato o nebbioso cronico di dolore del muscolo, di confusione, il gas, il indigestion, l'umore oscilla, nervosismo, la povera immunità, le infezioni vaginali ricorrenti, le chiazze cutanee, la diarrea, il base-wetting, le infezioni ricorrenti della vescica, la povera memoria, shortness di alito, la costipazione, il rigonfiamento, il comportamento aggressivo, l'ansia, l'affaticamento, sensibilità tossica.

La sindrome incapace di ritenere dell'intestino è associata con le seguenti circostanze:
Malattia autoimmune

Malattia celiaca

Malattia del Crohn


Malattia ambientale

Alveari

Acne

Allergie

Malattia/artrite unite infiammatorie

Infezioni intestinali

Insufficienza pancreatica

Colitis di Ulcerative

Giardia

Sindrome cronica di affaticamento

Eczema

Psoriasis

Allergie e sensibilità dell'alimento

Disfunzione del fegato

Artrite Rheumatoid

Sindrome Irritable delle viscere

Cause della sindrome incapace di ritenere dell'intestino/della permeabilità intestinale

Sforzo cronico

Infezioni intestinali

Crescita eccessiva batterica del piccolo intestino

Agenti inquinanti ambientali

Alcool eccedente

Povera dieta

NSAIDS ed altri farmaci

Esami

"La prova standard per la sindrome incapace di ritenere dell'intestino è la prova del lactulose e del mannitolo. Entrambe sono molecole solubili in acqua che il corpo non può usare. Il mannitolo è assorbito facilmente dalla gente con i rivestimenti intestinali sani. Il Lactulose è una più grande molecola e soltanto un po'è assorbito. Una persona beve una soluzione contiene sia il mannitolo che il lactulose. L'urina è raccolta per sei ore e l'importo presente in urina riflette quanto è stato assorbito dall'ente. Un esame sano prova i livelli elevati di mannitolo ed i bassi livelli di lactulose. Se i livelli elevati di entrambe le molecole sono trovati, indica uno stato incapace di ritenere dell'intestino. Se i bassi livelli di entrambe le molecole sono trovati, esso malassorbimento generale dei indicatioes di tutte le sostanze nutrienti. "
 
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oro
view post Posted on 10/11/2006, 12:23




Si, questa e molto altro ancora.

Alterata permeabilità intestinale, alterata immunità.
 
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flipperina
view post Posted on 10/11/2006, 13:35




CITAZIONE (oro @ 10/11/2006, 12:23)
Si, questa e molto altro ancora.

Alterata permeabilità intestinale, alterata immunità.

Grazie...

anche da parte di molte persone che hanno questo problemino e ci leggono e ci seguono ;) !!

Nel caso della malattia di Crohn ho notato come i medici, soprattutto quelli generici, siano spesso all'oscuro della sua esistenza.

Molte persone davanti alla commissione di medici per la richiesta di invalidità a causa della malattia, soprattutto nel caso di Crohn di grado medio-severo (ripetuti interventi, altre complicanze, etc...), hanno avuto esperienze non simpatiche con dottori che non conoscevano per niente la patologia e che solo di fronte al nome restavano così :blink: :blink:


Anche per questi motivi se ritieni che fare un pò il punto su questa malattia sia utile si prosegue...
:)
 
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oro
view post Posted on 10/11/2006, 13:55




Più che di una malattia di tratta di un insieme di fattori di squilibrio, di tossicità, di intolleranza, di sensibilità chimica che originano in gran parte dalla errata alimentazione.

Certamente i fattori genetici hanno una loro importanza, ma spesso meno rilevante di quanto si creda.
 
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flipperina
view post Posted on 11/11/2006, 19:02




CITAZIONE (oro @ 10/11/2006, 13:55)
Certamente i fattori genetici hanno una loro importanza, ma spesso meno rilevante di quanto si creda.


...infatti se si sospetta che ci sia "malattia di Crohn" ( per intenderci )fanno fare sempre più spesso un complicato esame della mappatura del dna per vedere se un cromosoma che mi pare sia il 16 sia o meno modificato... <_< ...intendevi questa forse...


...sempre in tema di malattie infiammatorie intestinali parlavo con una cara amica che purtroppo ha 34 anni ed ha colite ulcerativa dall'etaà di 17. Vorrebbe avere un bimbo col compagno che sta con lei da diverso tempo ma non riescono ad averne. Mi diceva che dall'esordio della malattia ha sempre avuto cicli irregolari. Ultimamente ha il ciclo sballato, abbondante e con ricorrenza anche di due volte al mese. Mi chiedeva consiglio su cosa fare. Io le ho detto intanto che potrebbe dipendere dal cortisone questo squilibrio del ciclo.

Quando io ho fatto cortisone (Clipper) per 4 mesi ho avuto dei disturbi a quel livello spaventosi. Praticamente avevo ciclo continuo...con metrorragie fortissime, debilitanti...non sapevano più cosa fare e prima non avevo avuto alcun problema. Mi costrinsero a fare esami più approfonditi per vedere se ci fossero problemi interni tipo fibromi ma non c'era niente. Dopo un mese di sospensione del cortisone le cose migliorarono anche se ho dovuto aspettare tanto tempo prima di avere una situiazione stabile.

HO notato che tutte le ragazze che hanno problemi di IBD hanno anche disfunzioni ormonali e del ciclo...non è un caso vero? :huh:


:)
 
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oro
view post Posted on 11/11/2006, 19:15




E una ricerchina per helicobacter e simili no?

:huh:
 
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flipperina
view post Posted on 13/11/2006, 22:52




...come sempre Mauro sei innovativo... :)
...nel senso che non ho mai sentito parlare di correlazione tra elicobacter e patologie tipo il Crohn -_-

...se ci puoi ( a me e agli amici :rolleyes: ) che ci leggono la correlazione...sarebbe utile...tanto con tutte le numerevoli analisi che fanno una in più su elicobacter male non ci sta no? :wacko:

ti aggiungo qualcosa che parla di Crohn e ricerche su batteri...se non ti scoccia vorrei sapere se è attinente...


"La rivista “Under the Microscope” (Notiziario di ricerche della C.C.F.A. – Crohn’s & Colitis Foundation of America) annuncia numerosi studi inerenti al ruolo dei batteri nello sviluppo delle IBD.


La ricerca, in Italia, sarà svolta presso l’ Istituto Europeo di Oncologia di Milano, dalla Dottoressa Maria Rescigno - Direttore Unità di ricerca del Dipartimento di oncologia sperimentale - ed il suo team.


Abbiamo chiesto alla Dottoressa Rescigno di informaci brevemente sulle ricerche in atto:

Ecco la sua relazione:


Negli ultimi dieci anni, i ricercatori hanno fatto molte scoperte scientifiche sulle malattie infiammatorie dell’intestino (IBD) che includono la colite ulcerosa e la malattia di Crohn.
Come risultato di queste scoperte, nuove strategie sono attualmente sotto analisi ed altre sono gia’ in uso a beneficio dei pazienti affetti da tali patologie. Tuttavia, sebbene le nostre conoscenze siano migliorate, siamo ancora lontani dall’avere identificato tutti meccanismi chimici o biologici alla base dell’IBD. In particolare, ricercatori in tutto il mondo stanno studiando la complicata rete di relazioni tra le cellule e le molecole che controllano l’induzione di una risposta immunitaria. Infatti, sta emergendo un ruolo sempre piu’ rilevante dell’interazione del sistema immunitario con forze esterne, quali ad esempio i batteri, nello scatenare l’insorgenza della malattia.

Diversi scienziati stanno cercando di identificare componenti batteriche (anche chiamate antigeni) che potrebbero scatenare una risposta immunitaria incontrollata che porta allo sviluppo dell’IBD. Capire il ruolo di queste componenti e’ talmente importante che la CCFA ha deciso di investire in questo campo una parte delle risorse destinate alla ricerca. A questo scopo nove laboratori sono stati finanziati per condurre ricerche sul ruolo degli antigeni batterici nello sviluppo dell’IBD.

Perche’ gli antigeni microbici?
L’antigene e’ una sostanza verso la quale il sistema immunitario puo’ scatenare una risposta. Per capire il ruolo degli antigeni microbici nell’IBD bisogna prima di tutto comprendere come i microorganismi sono normalmente trattati dal sistema immunitario mucosale.

Nella maggioranza dei casi, quando i batteri normalmente presenti nella flora intestinale vengono a contatto con il nostro organismo sono del tutto innocui, una condizione che viene definita come tolleranza. E’ come se il nostro corpo capisse che sono innocui e che anzi possono essere di beneficio al nostro organismo. Infatti, alcuni sono molto importanti nella funzione digestiva oppure possono competere con microrganismi pericolosi per la colonizzazione dell’intestino. Non esiste una sola specie batterica nel nostro intestino, ma una vera e propria societa’ composta da molte specie diverse che collaborano fra di loro per il corretto funzionamento dell’intestino.

In condizioni fisiologiche, il nostro organismo sa riconoscere i batteri innocui e non genera una risposta immunitaria nei loro confronti. Purtroppo, nell’IBD qualcosa va storto, per cui dei microrganismi apparentemente innocui vengono considerati come altamente pericolosi e vengono attaccati del nostro sistema immunitario. Questo attacco puo’ causare il danno della parete intestinale che porta ad una infiammazione locale che non si riesce a risolvere. L’infiammazione puo’ portare allo sviluppo del Crohn o della colite.

Quindi per comprendere cosa succede nell’IDB i ricercatori si sono posti due domande fondamentali: Cosa normalmente permette una interazione positiva con i batteri intestinali? Cosa succede invece quando si scatena una risposta immunitaria indesiderata?

Recentemente una componente genetica ereditaria sembra essere stata identificata come possibile causa di questo errato riconoscimento di batteri innocui come patogeni. Mutazioni a carico di un gene chiamato NOD2/CARD15 sembrano conferire una maggiore suscettibilita’ allo sviluppo della malattia di Crohn. Queste mutazioni renderebbero il prodotto di questo gene responsabile di un alterato riconoscimento degli antigeni batterici intestinali. Anche altri geni sembrano essere coinvolti ma la loro identita’ o funzione e’ ancora del tutto ignota. Tuttavia, queste mutazioni sono condizioni necessarie ma non sufficienti a che si sviluppi la malattia e solo in presenza di altri fattori di rischio (per lo piu’) ambientali si scatena la risposta immunitaria incontrollata.

Quindi lo studio dei vari fattori di rischio e soprattutto delle componenti batteriche responsabili dell’induzione della malattia e’ di importanza vitale per lo sviluppo di nuove e piu’ efficaci terapie. In questo come in altri campi, la ricerca di base puo’ essere di fondamentale importanza per l’avanzamento della ricerca clinica.

Nove ricercatori sono stati finanziati dal CCFA per rispondere a diverse domande inerenti al ruolo dei batteri nello sviluppo dell’IBD.

L. Hopper: Sta cercando di capire come il sistema immunitario e’ tollerante nei confronti dei batteri che costituiscono la flora batterica e come mai questo controllo e’ perso nei pazienti affetti da IBD. - University of Texas Southwestern Medical Center at Dallas.

S. Mcsorley: vorrebbe identificare la regione dell’intestino dove avviene l’alterato riconoscimento dei batteri intestinali. - University of Connecticut Health Center Farmington

R Medzhitov: sta studiando il ruolo di altri recettori coinvolti nel riconoscimento delle componenti batteriche e che potrebbero essere coinvolti nell’induzione di una risposta infiammatoria esagerata nei confronti dei batteri innocui. - Yale University School of Medicine.

M Rescigno: studia il ruolo delle proteine mutate NOD2 nel riconoscimento errato di batteri innocui in batteri pericolosi, soprattutto in alcune popolazioni cellulari che sono le prime a venire in contatto con I batteri. – Dipartimento Oncologia sperimentale - Istituto Europeo di oncologia di Milano

L. Subermann: sta studiando il ruolo di popolazioni cellulari del sistema immunitario che possono essere coinvolte sia nell’inizio di una risposta infiammatoria che nel suo spegnimento. – Medical Center – Section of Gastroenterology - Boston

E. Chang: sta studiando la possibilita’ di utilizzare dei batteri che potrebbero migliorare l’infiammazione in pazienti affetti da colite ulcerosa. University of Chicago

G Tannock: Propone di studiare le popolazioni batteriche presenti nei siti di infiammazione per identificarne gli antigeni. - University of Otago Department of Microbiology - New Zealand

Kobayashi: sta studiando il ruolo della mancanza delle proteine NOD in modelli animali. - Yale University School of Medicine Section of Immunobiology

V Young: studia in particolare il ruolo di un batterio Helicobacter hepaticus che e’ stato implicato nello sviluppo dell’IBD – Michigan State University
"


Edited by flipperina - 13/11/2006, 23:35
 
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oro
view post Posted on 13/11/2006, 23:55




beh, sono un pò indietro, nonostante siano avanti. potrebbero fare un CDSA, Comprehensive Digestive Stool Analisys, ad esempio, dato che già esiste il modo di capire quali siano gli squilibri di fondo.
Così anche, se trascurano il ruolo delle Micotossine, non giungeranno ad una soluzione appropriata del problema. Il batterio, che può essere anche l'agente di causa, non può procurare malattie croniche se non c'è un terreno biochimico alterato che glielo consente.

Così pure, se non si rendono conto del fatto che non è necessario essere Celiaci per avere una intolleranza anche grave al Glutine, non riusciranno.

Ma dico io, dove hanno studiato tutti questi scienziatoni? :P
 
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flipperina
view post Posted on 20/11/2006, 21:50




sì allora andando con ordine...sennò mi confondo:


"Comprehensive Digestive Stool Analisys"---: sarebbe

il test attraverso il quale si accerta anche la "permeabilità intestinale" fra le altre cose che altro si accerta? ;)

Le "micotossine" cosa sono di preciso? ho trovato questo:

"Le micotossine, come dice il nome stesso, sono sostanze dannose per la salute degli animali e dell’uomo, prodotte da funghi microscopici. Questi ultimi sono organismi composti da ife ovvero strutture filamentose che, prese singolarmente, sono normalmente invisibili e solo con l’ausilio di lenti d’ingrandimento o microscopi possono essere osservate. Le ife, crescendo in lunghezza e numerosità, danno luogo ad un aggregato, detto micelio, che ha l’aspetto di una muffa; questa può assumere varie colorazioni e generalmente è facilmente visibile, anche ad occhio nudo." (segue....)



"Ma dico io, dove hanno studiato tutti questi scienziatoni?" non so Mauro...hanno studiato e studiano ma non si sa cosa e come...hanno un approccio molto rigido al problema...anche se ci sono dei medici tradizionali che sembrano mostrare una certa apertura.
Il convegno di sabato sulle MICI che ti ho segnalato ad esempio mi ha fatto capire che qualcosa sta cambiando. Hanno addirittura parlato della componente psicologica come fattore che concorre nell'esordio della "malattia".
Mi sembra una cosa molto importante e finora sopravvalutata acriticamente oppure completamente ignorata. :)
 
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82 replies since 16/7/2006, 21:01   25537 views
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