| RAGNOUOMO |
| | "Furono diversi i popoli che precedettero l'avvento dell'impero inca e si trattò sicuramente di civiltà molto avanzate che seppero realizzare opere splendide sotto il profilo artistico e tecnologico. A puro titolo elencativo ricordiamo,dopo la fase storica di Chavin,i Paracas (800 a.C.-500 a.C.),i Nazca (200 a.C.-600 d.C.),i Mochica (100 d.C.-800 d.C.),la civiltà di Tiahuanaco (50 d.C.-1300 d.C.),i Chimù (1200 d.C.-1460 d.C.). Quel che emerge nel momento in cui si tenta di approfondire lo studio delle civiltà americane precolombiane è sempre costituito,da una parte,dall'alone di mistero che tutte le circonda nelle loro origini e,quasi sempre,anche nella loro fine ma,dall'altra parte,anche dal culto dei sacrifici umani che tutte le accomuna in onore di divinità venerate al fine di preservare la stessa vita umana. E tanto più quest'ultimo aspetto stupisce in rapporto all'alto livello di risultati materiali raggiunti. Tuttavia,mentre formuliamo questa riflessione,ci sovviene sempre il ricordo che,in un modo o nell'altro,in misura maggiore o minore,quasi tutti i popoli della terra o forse tutti sono sempre ricorsi al sacrificio,umano o animale,ma comunque sempre al sacrificio di esseri viventi per paura della morte".
"Tra i popoli preincaici due si distinsero in particolar modo per la qualità artistica di ciò che realizzarono testimoniata dai reperti archeologici pervenutici:i Moche e i Chimù,che raccolsero l'eredità dei primi. Inutile cercare le origini dei Moche poichè nulla sappiamo in proposito,come di consueto. Essi semplicemente apparvero sulla scena storica al pari di tanti altri in un certo periodo e altrettanto semplicemente scomparvero dopo circa nove secoli di esistenza. Non conoscevano la scrittura e quel che di loro sappiamo è scritto nei manufatti ceramici che lasciarono e che sono opere nelle quali eccelsero per la raffinatezza dell'arte che in esse riuscirono a profondere. In quei manufatti è contenuta la raffigurazione della loro storia attraverso la descrizione dei più svariati episodi della loro quotidianità".
"Dal punto di vista delle loro credenze e della organizzazione sociale e politica,i Moche non differiscono molto,sostanzialmente,dagli altri popoli andini poichè si trattò di una società teocratica organizzata in modo rigidamente gerarchico con una cosmogonia basata sull'adorazione della Luna anzichè del Sole come fu per gli Inca. Attorno all'800 d.C.,dopo un ciclo di vita di nove secoli - poichè la loro comparsa data attorno al 100 d.C. - ,i Moche scomparvero. Semplicemente scomparvero. Tutte le ipotesi sono aperte circa le cause della loro scomparsa e tali rimangono,e rimarranno per chissà quanto tempo. L'estinzione dell'impero Moche significò un periodo di lotte per raccoglierne l'eredità. La tribù dei Chimù fu quella che riuscì a prendere il sopravvento sostituendosi ai precedenti sovrani di cui continuò la cultura sia pure modificandola. Restano ignote le origini dei nuovi dominatori che diedero poi vita al nuovo impero Chimù con capitale a Chan Chan e con una politica sfrenatamente espansionistica. Sembra essersi trattato di un popolo che raccolse grandi ricchezze e con una vita estremamente raffinata che ha lasciato buone tracce archeologiche della sua passata magnificenza. Sicuramente si trattò anche di una cultura che continuò a vivere nel segno delle credenze e dei costumi che erano il sostrato comune delle civiltà andine precedenti. L'espansione Chimù doveva però entrare in rotta di collisione con la parallela espansione degli Inca finchè non furono assoggettati e assorbiti nel nuovo impero incaico. Mancava poco all'arrivo degli spagnoli e alla fine anche dell'ultimo impero peruviano".Brani tratti da http://books.google.it/books?id=rek9Bubqz8...=gbs_navlinks_shttp://wiki.sumaqperu.com/en/File:Map_chimu_arqueology.gifCITAZIONE Forse ciò che più richiama l'attenzione dei frati, comunque, è la somiglianza di alcuni rituali con i sacramenti che essi amministrano; così è, per esempio, riguardo la confessione, praticata dagli Aztechi, Maya e Incas, e il matrimonio e il battesimo (del quale il reticente Diego De Landa, vescovo di Yucatan, senza esitazione afferma con orgoglio:"Non si trova il battesimo in nessuna parte delle Indie se non in questa dello Yucatan, [cosa che non era vera], e anche con un vocabolo che vuol dire 'nascere di nuovo' o 'un'altra volta', [...] e alla comunione". In relazione a quest'ultima segnaleremo quanto dice Sahagùn riferendosi alla cerimonia in onore di Huitzilopochtli, nella quale il popolo si comunicava mangiando un pezzo della statua del dio, che a questo scopo era confezionata con una golosità ancora popolare nel Messico contemporaneo che si chiama 'alegria' [...] Il vero significato di tale atto è costituito dal fatto che il sacrificio rituale di animali e la loro immediata ingestione in certe date e luoghi precolombiani - come de'altra parte è verificabile nella quasi totalità delle culture, essendo oggi stesso comprovabile in comunità primitive' - dava forma a un atto sacro di importanza vitale, individuale e collettiva. Il sacramento cristiano dell'eucaristia simbolizza, tramite il pane e il vino, quello che altre tradizioni esemplificano con i loro corrispondenti: la carne, e soprattutto il sangue, come forma di comunione con la divinità. Crediamo che sotto una prospettiva analoga potranno forse intendersi i cruenti sacrifici umani effettuati in onore e alimento del sole, inteso come generatore e conservatore della vita. Brano tratto da http://books.google.it/books?id=IiNPX8qJxLgC&dq=CITAZIONE Indipendentemente dalle altre emozioni provate dagli spettatori, orrore o religioso timore, i sacrifici umani obbligavano il popolo a constatare il potere di vita e di morte dei capi, re e sacerdoti, sull'individuo. Scrive lo storico Lewis Mumford che, a un certo punto della preistoria, "l'esibizione della potenza armata diventò uno degli attributi più importanti della regalità. In Egitto e in Mesopotamia, i re vantavano, sui monumenti e le tavolette loro dedicate, "le proprie prodezze personali nel mutilare, torturare e uccidere di propria mano i prigionieri più prestigiosi". E' probabile che i sacrifici umani di massa della Mesoamerica precolombiana e dell'Africa occidentale avessero anche, tra l'altro, intenti intimidatori. Secondo la cronaca dello spagnolo Diego Duran, i sacrifici aztechi sortivano davvero l'effetto desiderato sugli spettatori, che spesso includevano, come ospiti invitati, i capi delle regioni soggiogate:
I signori e i principi invitati alla festa o al sacrificio rimanevano orripilati e scovolti al vedere l'uccisione e l'immolazione di così tanti uomini, e terrorizzati al punto di non osare aprir bocca.
Una funzione analoga si può dedurre dallo studio dei geroglifici e dall'iconografia della civiltà maya per i sacrifici umani dell'epoca classica:
Il vero Signore maya manifestava il proprio dominio politico con la cattura di prigionieri, ma otteneva la sacralizzazione di tale dominio solo attraverso la loro immolazione.
E alla metà dell'Ottocento, un re ashanti della Guinea del Nord ebbe a dichiarare:"Se dovessi abolire i sacrifici umani, mi priverei di uno dei metodi più efficaci per mantenere in soggezione il popolo". Brano tratto da http://books.google.it/books?id=-X4SjrnLt3wC&dq=Edited by RAGNOUOMO - 4/9/2013, 12:16
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