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Nasadiya Sukta

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Lancillotto2013
icon1  view post Posted on 16/11/2014, 16:01 by: Lancillotto2013
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Milano - Italia

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Nasadiya Sukta

In principio non vi era Essere né Non-essere. Non vi era regno dell'aria né cielo al di là.

Che cosa lo avvolgeva? Dove? Chi lo proteggeva? C'era l'Acqua, insondabile e profonda?

Non vi era morte, allora, non ancora immortalità; non vi era alcun segno, né giorno e notte .

L'Uno respirava senza respiro, per impulso proprio. Oltre a quello non vi era assolutamente null'altro.

Tenebra vi era, tutto avvolto da tenebra, tutto era caos indifferenziato.

Tutto ciò che allora esisteva era vuoto e senza forma: dalla grande potenza di calore è nata tale unità.


In principio sorse il desiderio, il primo seme e germe dello spirito.

I Veggenti indagando nei loro cuori con saggezza, scoprirono la connessione tra l'Essere e il Non-essere.

Trasversalmente è stata estesa la loro linea di divisione. Che cosa c'era al di sopra di essa allora, e che cosa al di sotto?

Portatori di seme vi erano, e forze potenti, libera azione qui ed energia lassù.

Chi lo sa veramente? Chi può permettersi di dirlo? Da cosa nacque? Da dove originò questa creazione?

Anche gli Dei vennero dopo la sua apparizione. Chi dunque può dire da dove venne in essere?

Egli, la prima origine di questa creazione, sia che abbia creato tutto o no,
Egli, che sorveglia tutto dall'alto dei cieli, in verità lo sa, o forse anche lui non lo sa!

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L'inno ha attirato un vasto corpo di letteratura di commenti sia a Indian teologia e in Western filologia . [5]

Si inizia paradossalmente affermando "non l'inesistente esisteva, né l'esistente esiste poi" (ná ASAT Asit ná u SAT ASIT tadânīm), parallelo nel versetto 2 da "allora non esisteva la morte, né l'immortale" (ná mṛtyúḥ ASIT Amrtam ná Tarhi). Ma già nel versetto 2 si fa menzione che c'era "respirare senza respiro, della sua natura, che uno" Anit avātám svadháyā Tát ekam ). Nel versetto 3, essendo dispiega, "da fonti di calore ( tapas ) è nato quello "(tápasaḥ Tát Mahina ajāyata ekam). Versetto 4 menziona desiderio ( Kāma ) come il seme primordiale, e il primo poeta-veggenti ( kavayas ), che "ha trovato il vincolo di essere a non-essere con il pensiero del loro cuore".

Brereton (1999) sostiene che il riferimento ai saggi alla ricerca di essere nel loro spirito è centrale, e che graduale processione della inno dal non essere all'essere, infatti, ri-mette in scena la creazione entro l'ascoltatore (vedi sphoṭa ), pari espressione poetica e creazione (vedi sabda ).


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