Idee sugli accumulatori orgonici

Ciao gente! In questi giorni stavo sperimentando con gli accumulatori orgonici, e mi sono venute un paio di idee interessanti.
La prima riguarda la potenza dell'accumulatore, chiunque si sia interessato all'argomento sa che più strati un'accumulatore ha, e più è potente, ma è vero anche che è più ingombrante, quindi ho pensato "perchè non collegarne due in serie?". In pratica ho collegato un cavo di rame dallo strato più interno del primo, a quello più esterno del secondo (che invece di essere di materiale isolante, è metallico), e indovinate? La carica del secondo accumulatore è aumentata!
C'è da precisare che il secondo accumulatore era meno potente del primo, e quindi, considerando le leggi che governano l'orgone (dal potenziale più basso a quello più alto), questo può aver influito rendendo il trasferimento di carica più debole (bisognerebbe provare con due accumulatori uguali), ma secondo me questa è un idea che andrebbe ulteriormente esplorata.
Riguardo alla seconda idea, ho pensato che dato che il materiale metallico più reperibile, lavorabile, ed economico, ovvero l'alluminio, è anche uno dei meno adatti per l'applicazione terapeutica (emissione troppo violenta), si potrebbe costruire un "trasformatore orgonico", ovvero un dispositivo in grado di abbassare la tensione (o la pressione, se preferite) del flusso orgonico.
Vado subito al dunque, ho fatto un accumulatore a due strati: quello piu esterno di materiale isolante e alluminio, mentre quello più interno di materiale isolante e lana di ferro (con emissione più "dolce"), il risultato è che l'accumulatore è potente come uno a due strati, ma ha un emissione molto più "dolce", non come quella del ferro puro, ma decisamente più tollerabile di quella dell'alluminio.
Probabilmente facendolo a più strati e variandone la proporzione (quella tra alluminio e ferro) si può rendere l'emissione ancora più dolce.