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Tiahuanaco

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NSAx9000
view post Posted on 1/9/2007, 20:34




La città oltre la porta del sole

"I costruttori di queste grandi fondamenta e fortificazioni ci sono ignoti, nè sappiamo quanto tempo è trascorso dall'epoca loro, dal momento che oggi scorgiamo solo mura di raffinata fattura, erette secoli e secoli fa. Talune di queste pietre sono consumate e in rovina, e ve ne sono altre talmente imponenti che viene da chiedersi come potè la mano dell'uomo trasportarle fino a dove oggi si trovano. Oserei dire che si tratta delle antichità più vetuste di tutto il Perù...Ho chiesto ai nativi se risalissero al tempo degli Incas, ma gli indigeni, ridendo della domanda, mi hanno ripetuto ciò che ho già detto: vennero costruite prima del regno degli Incas; ma non sapevano indicare o ipotizzare chi o perchè le avesse erette"

Pedro Cieza de Leon, 1549

Tiwanaku, la città oltre la porta del sole, come era chiamata in epoca Inca, è uno spettrale campo di rovine situato 70 Km a Nord-Ovest di La Paz, nel mezzo di un arido e gelido altopiano.
Ad un'elevazione di quasi 4000 metri sul livello del mare, il suolo non produce che pochi arbusti e qualche rara coltivazione di patata, l'unica coltura in grado di sopravvivere a quelle alte quote. Lo stesso allevamento si limita a pochi Lama e Alpaca, che sopravvivono mangiando i rari ciuffi d'erba bruciati dal sole e inariditi dalla mancanza d'acqua. A Tiwanaku non c'è acqua nè pietra. La più vicina fonte d'acqua essendo il lago Titicaca, situato a 28 Km di distanza. Per nove mesi all'anno non una sola goccia di pioggia cade sull'altipiano, le cui temperature proibitive spaziano dai quasi 25 gradi durante il giorno ai meno 10 della notte. Le più vicine cave di pietra si trovano a Est, lungo i monti della Cordillera Real, a centinaia di Km di distanza. Tutto intorno nient'altro che desolazione, e un suolo sterile e argilloso, dove a stento sopravvivono piccoli villaggi di poche casupole, più spesso semplici capanne isolate nel mezzo del nulla.
Eppure, nel mezzo di questa desolazione dove la stessa vita umana sembrerebbe impossibile, sorse una delle più grandi città dell'emisfero occidentale, la capitale di un impero continentale esteso dall'Ecuador al Cile, all'Argentina.
La prima sorpresa è che Tiwanaku fu un porto. Un grandioso porto, con gigantesche banchine lunghe centinaia di metri, superbi edifici in pietra: uno sfolgorio d'oro e d'argento, capace di lasciare a bocca aperta chiunque, a partire dagli Incas, si fosse imbattuto in quelle che pure erano ormai già da migliaia di anni nient'altro che rovine consumate dal tempo.
Tiwanaku è capace di suscitare una strana emozione, quasi quella di una nave ormeggiata nel mezzo del deserto.
Tiwanaku è una città di pietra, dove non esiste pietra. Un porto senza il suo mare, una capitale imperiale senza nè cibo nè acqua.
Eppure l'acqua doveva scorrere in abbondanza a Tiwanaku, se per kilometri e kilometri l'intero sottosuolo è solcato da stupefacenti tubazioni e condutture idriche, alcune di queste con una portata di centinaia di litri al secondo: splendide fontane e vasche riempite d'acqua in cui i superbi edifici e i grandiosi palazzi potessero riflettersi e specchiarsi.
In mezzo a questa distesa lunare, a perdita d'occhio, si innalzano le testimonianze spettrali della grandezza di un tempo, ormai appena un'ombra confusa. Magnifici portali scolpiti in un sol blocco si aprono su edifici ormai scomparsi, nella più assoluta desolazione. Blocchi di pietra di 20, 100 e 400 tonnellate giacciono sparsi nella più totale confusione, scagliati gli uni sugli altri, riversi nelle posizioni più strane, come scardinati da un qualche oscuro cataclisma che non lasciò scampo alla città o ai suoi abitanti.
Il cataclisma fotografò la città nei suoi ultimi istanti, come una Pompei sepolta dal fango, la grande Tiwanaku fu annientata e sommersa da uno strato di argilla e detriti spesso in alcuni punti fino a 21 metri. Se in quella tomba d'argilla trovarono la morte migliaia di uomini e donne, è tuttavia grazie ad essa che possiamo ancora ammirare almeno un'ombra di tanta grandezza. Per migliaia di anni le grandi pietre lavorate sono state così protette dall'erosione e dagli attacchi dell'uomo, consentendoci di gettare almeno uno sguardo su quella che è forse una delle città più antiche del mondo.
Allo stesso modo in cui per i primi missionari cattolici che visitarono la zona quelle incredibili rovine, tanto superiori a qualunque costruzione del vecchio mondo, non potevano che essere l'opera del demonio, poichè mai mani umane sarebbero state capaci di tanta grandezza; ancora oggi l'immaginazione va immediatamente a civiltà scomparse nella notte dei tempi o persino a visitatori da altri mondi.

Tiwanaku offre tuttavia ben poco al visitatore disattento o occasionale. Dopo quasi 500 anni di distruzione e spoliazione sistematica in nome della fede e del progresso, Tiwanaku non offre nulla di spettacolare.
A onor del vero, ciò che si presenta al turista medio non è affatto Tiwanaku, ma una ricostruzione di molti millenni successiva. La vera Tiwanaku giace invece ancora oggi sepolta sotto quasi 21 metri di sedimenti alluvionali. Si stima che meno del 2% di quella immensa città sepolta sia stato portato alla luce, ma è possibile che la sua estensione sia ancora maggiore. 400, o persino 600 ettari, secondo recenti stime. Solo alcune colline che si alzano in modo innaturale sulla pianura, a perdita d'occhio, indicano la posizione di quelli che furono certamente piramidi e palazzi sepolti.
Tiwanaku visse ancora molte rinascite e ancor più numerose devastazioni. Sempre la città venne ricostruita, spesso sulle stesse fondamenta della città precedente, sugli stessi edifici e con le stesse ciclopiche pietre. I pochi edifici superstiti della vecchia Tiwanaku furono gradualmente abbattuti e i materiali riutilizzati perchè sorgesse la nuova Tiwanaku, la città dei Colloas, quindi degli Aymara e infine degli Incas.
Tiwanaku non era già più una città, ma un santuario.
Tutti sulle Ande sapevano di Tiwanaku, la città santa, dove il mondo era stato creato.
Mentre la verità sulle origini più antiche della città andava perduta per sempre, strane leggende iniziarono a circolare già da tempi anteriori a quelli degli Incas sulla sua origine.
Si diceva che tutto quello che sorgeva in quel luogo fosse stato costruito in una sola notte dal creatore di tutte le cose, prima che l'uomo esistesse sulla terra. Altri dicevano che lì, dopo un grande diluvio che aveva distrutto ogni cosa, l'umanità era rinata, e il Sole aveva inviato i suoi figli a ripopolare la terra.
Secondo altre storie ancora più strane, giganti bianchi e barbuti giunti dal mare avevano costruito la grande città, prima di essere sterminati da un immane diluvio inviato dal creatore per punire la loro empietà.
Dalle regioni del Nord, fino a Panama, al Centro America e alle pianure degli Stati Uniti i pellegrini giungevano a Tiwanaku, sopportando viaggi pericolosissimi che potevano durare anche anni.
Nessuno sa quale fosse il vero nome della città. Lo stesso nome di Tiwanaku è un termine Aymara, che significa "La città di Dio". Per gli Incas era Chucuytu, "la città oltre la porta del sole". Il nome segreto di Tiwanaku era però forse Phoukara, "luce splendente del sole".
Un solo edificio di quella immensa città ha potuto essere interamente portato alla luce. E si tratta anche in questo caso di una ricostruzione che insiste certamente su fondamenta ancora più antiche.
E'il grande tempio di Kalasasaya "Il luogo dei pilastri", un enorme edificio di più di 150 metri di lato, edificato su due livelli e cirdondato da filari continui di pilastri di andesite pesanti molte decine di tonnellate. Le ricostruzioni volute dal governo boliviano nella seconda metà del '900 hanno completamente snaturato l'aspetto di questo grandioso edificio, facendogli assumere l'aspetto di una sorta di piramide tronca a due livelli. Sicuramente, già migliaia di anni prima dei restauri moderni l'edificio venne completamente ricostruito: gli spazi tra i pilastri furono riempiti con blocchi e altro materiale evidentemente strappato ad altri edifici ormai scomparsi, e lo spazio centrale, forse occupato da una grande sala ipostele, interamente riempito di terra e macerie di modo da creare una grande piattaforma artificiale.
Insieme ai pilastri laterali, ormai consumati ed erosi, dell'edificio originale resta solo il monumentale portale d'ingresso, costruito di immensi blocchi di arenaria rossa finemente giuntati.
Tutto intorno, per centinaia di metri, giacciono sparsi enormi blocchi di pietra, alcuni dei quali con strane decorazioni geometriche. Nei pressi di un basso monticciolo un monolito di arenaria rossa di ciclopiche proporzioni raffigura quasi certamente quello che doveva essere il modello di un tempio ormai scomparso, affacciato su di una grande piazza sprofondata e tagliata insieme all'edificio sovrastante in un solo blocco di pietra.
Agli altri edifici della città sono stati attribuiti nomi di fantasia. Un grande recinto rettangolare è stato chiamato Potuni, o "palazzo dei sarcofagi", mentre dietro, tuttora in corso di scavo, si estendono altri recinti di pietre immense e ancor più grandi fondamenta di edifici ormai scomparsi.
Questa porzione dell'area sacra è interamente dominata dalla mole dell'Akapana "il luogo della morte" o "il luogo della distruzione", spesso definita una piramide, in realtà un'edificio la cui funzione resta completamente sconosciuta e che ha finora eluso ogni tentativo di spiegazione razionale. E' un'enorme struttura terrazzata, con lati di 183 metri, costruita su sette livelli e con una strana forma scalare, simmetrica, quasi di trapezio. E' evidente come anche questo monumento venne ricostruito in epoca pre-incaica, ma ovunque giacciono riversi colossali blocchi di andesite grigio-verde, evidentemente parte della struttura originaria, inframezzati ad ancor più ciclopici filari di arenaria. L'intera struttura è attraversata da un labirinto inestricabile di canali sotterranei, passaggi, tubazioni e condutture, alcune delle quali abbastanza ampie da consentire il passaggio di un uomo, altre con un diametro di pochi centimetri appena.
Un piccolo esperimento che le guide si divertono a mostrare sulla sommità della piramide è quello di puntare una bussola verso il Nord, indicato dalle montagne della Cordigliera. L'ago prende a girare come impazzito in tutte le direzioni, un fenomeno che si riscontra in tutti i punti di Tiwanaku, ma qui con la maggiore intensità. Il campo magnetico che circonda Tiwanaku ne fa quasi una zona d'ombra, dove i telefoni non prendono e le trasmissioni radio cessano improvvisamente.
Si tratta di un fenomeno ancora poco studiato, e che getta sconcertanti interrogativi sulla reale funzione di quelle spettrali rovine, sulle energie che sembrano tuttora pervaderle e su cosa possa ancora giacere sepolto nelle loro profondità, come se qualcosa fosse ancora in funzione là sotto, dopo migliaia e migliaia di anni.

A circa 1,5 Km dalla piramide di Akapana sorgono le più straordinarie rovine di Tiwanaku. Chiuse al pubblico da diversi anni per via degli scavi in corso, l'atmosfera che si respira camminando al limitare degli scavi o tra i cumuli di terra estratti dagli archeologi è quella di trovarsi in un luogo da fantascienza, quasi ai confini della realtà.
Le banchine del porto si estendono lì per centinaia di metri in tutte le direzioni, come congelate nella convulsioni del cataclisma e nei loro ultimi istanti. Una distesa di pietre ciclopiche, pesanti fino a 400 tonnellate, riverse come il gioco di un gigante le une sulle altre, piegate dalla violenza della natura.
In una zona più riparata ancora si scorgono le fondamenta di qualche titanico edificio. Si tratta di una colossale piattaforma, in cui blocchi di 130 tonnellate si alternano ad altri di 450 e più. In questa Baalbeck del nuovo mondo, come fu definita da Squier agli inizi dell'800 emergono qua e là immensi blocchi di pietra che furono architravi, pilastri, porte o finestre.
Così scrive Garcilaso de la Vega di questi edifici alla metà del XVI secolo, prima che la furia iconoclasta dei primi missionari e della nobiltà spagnola, avida di materiale da costruzione a buon mercato, cancellassero anche quel poco che ne rimaneva:

"Ci sono figure gigantesche scolpite nella pietra...queste sono molto consumate, il che sta a dimostrare che sono antichissime. Ci sono muri talmente enormi che è difficile immaginare quale forza umana abbia potuto collocarle. E ci sono i resti di strane costruzioni, tra cui le più eccezionali sembrano dei portali di pietra, tagliati nella roccia viva. Questi poggiano su basamenti lunghi 30 piedi, larghi 15 e spessi 5, e il basamento e il portale sono fatti di un unico pezzo...In che modo e con l'uso di quali strumenti o arnesi sia stato possibile realizzare opere di queste dimensioni sono domande a cui non siamo in grado di rispondere...nè si riesce a immaginare come sia stato possibile trasportare fin qui pietre tanto enormi."

Recenti scavi hanno portato alla luce almeno cinque portali caduti, in tutto simili alla più celebre porta del sole. Sembra anzi che il nome antico di questo grandioso campo di rovine fosse Puma Punku "La porta del Puma", Uma Punku, "la porta del mare", o più probabilmente Tunka Punku, "il palazzo delle dieci porte". Anche qui si trova un'incredibile rete di condutture e tubazioni sotterranee, ricavate da pezzi monolitici di andesite e giuntate nel modo più perfetto.
In molti punti è evidente l'antica tecnica di posa e assemblaggio a incastro dei blocchi, come pure l'uso di morsetti metallici ormai scomparsi.
Gli Inca accolsero gli spagnoli con armi e mazze di pietra. Migliaia di anni prima, a Tiwanaku, si lavoravano tutti i tipi di metalli: oro, rame,bronzo e ferro - secondo alcuni, persino acciaio - per la costruzione dei suoi grandiosi edifici, delle sue piramidi e dei suoi templi.
Nessuno sa con certezza cosa giaccia sepolto 21 metri sotto l'attuale livello del suolo. 50 anni di scavi scientifici hanno potuto solamente scalfire la superficie di quell'immenso campo di rovine.
Migliaia di anni prima degli Inca, a Tiwanaku si conosceva la scrittura, che sarebbe stata ignota a tutte le successive civiltà del continente. La celebre porta del sole (meglio nota come porta dei geroglifi) è coperta nella sua parte superiore da un fregio continuo di glifi calendariali, che si suppone rappresentino il calendario di Venere. Altri incomprensibili simboli si trovano un pò ovunque sui grandi blocchi di andesite squadrati o sugli enormi monoliti verticali posti al centro delle piazze e dei cortili sprofondati.

A quando risale tutto questo?

La datazione di Tiwanaku è uno degli argomenti più dibattuti dell'intera archeologica preispanica. Fino agli anni '40, si riteneva Tiwanaku fosse una delle città più antiche del mondo, capitale di una cultura fiorità ben prima di quella egizia o babilonese. Una città di un'antichità immensa e favolosa. Le prime datazioni geologiche del sito, basate sullo spessore e la composizione del sedimento, facevano risalire l'origine della città fino a 120 o anche 260.000 anni.
Tra gli anni '20 e '30, i fondamentali studi di Arthur Posnansky, che dedicò quasi 50 anni allo studio dei monumenti di Tiwanaku, insieme alle datazioni archeoastronomiche condotte da Rolf Muller ed E. Kiss, al seguito della Deutsches Ahnenerbe, stabilirono che gli edifici più recenti dovessero avere almeno 17.000 anni, ma che questi sorgessero su resti ancora più antichi, risalenti forse all'alba dell'uomo.
Nel corso degli anni '40 e '50, il radiocarbonio rivoluzionò completamente questo quadro. L'età di Tiwanaku fu improvvisamente proiettata in avanti fino agli inizi dell'era cristiana, tra il V secolo a.C. e il XIII d.C.
Posnansky e Muller si batterono fino alla fine contro queste datazioni a loro avviso viziate da una metodologia di datazione approssimativa e inaffidabile, difendendo invece le loro datazioni archeoastronomiche basate sugli allineamenti degli edifici ai solstizi e agli equinozi.
Tuttora la vera età di Tiwanaku è un mistero. Le datazioni radiometriche hanno sì potuto attribuire un'età alla ceramica e al vasellame rinvenuto, ma non agli edifici di pietra. Le tesi archeoastronomiche di Posnansky e Muller, lungi dall'essere confutate, sono state invece confermate da nuovi e più approfonditi studi.
Il vasellame rinvenuto a Tiwanaku sembra principalmente risalire dall'epoca Pucarà e Wari alla dominazione Inca. Si tratta di un vasellame estremamente rozzo, quasi primitivo e con decorazioni appenna abbozzate, che ben poco dice tuttavia della cultura e della civiltà dei veri fondatori del sito, risalendo ad un'epoca in cui Tiwanaku era già divenuta meta di pellegrinaggi e luogo di offerte.

Secondo Velikovsky e Horbigger, Tiwanaku venne anzi costruita alla fine dell'era terziaria, prima che le Ande si sollevassero. Costruita al livello del mare, come un porto affacciato sul Pacifico, l'intera regione sarebbe stata sollevata da un cataclisma di immane e inaudita violenza (la caduta di una luna di ghiaccio secondo Horbigger, una cometa per Velikovsky) fino ai quasi 4000 metri attuali, lasciando dietro di se solo rovine contorte dalla violenza dei maremoti e una distesa di laghi salati. Per quanto incredibili queste teorie possano sembrare, è tuttavia un fatto che tutti i laghi della regione siano salati, e possiedano fauna e flora tipicamente marine. Lo stesso Titicaca, pure essendo un lago d'acqua dolce (per via dell'apporto di acqua di disgelo dalla vicina Cordigliera) doveva essere anticamente salato, e tuttora possiede una salinità molto elevata. I vicini laghi Poopo e i Salar boliviani (come il Salar de Uyuni), sono invece ciò che resta di enormi laghi salati, la cui origine resta un autentico mistero geologico. Proprio in questi laghi salati e nella loro flora e fauna marina Velikovsky vide i resti dell'antico oceano ormai scomparso e proiettato dalla violenza del cataclisma ai 4000 metri dell'attuale altiplano.

Anche la strada per Tiwanaku riserva molte e interessanti sorprese. A circa 60 Km da Puno, si trova uno dei più straordinari siti rupestri del Perù meridionale. Si tratta della grande porta di Huinay Marca, un enorme monolito di arenaria rossa evidentemente abbandonato nella sua cava, a più di 105 Km da Tiwanaku, la sua meta finale.
Riguardo a questa misteriosa porta rupestre, nota anche come porta di Aramu Muru, dal nome di un mitico re citato da antiche leggende Aymara, si sono rincorse negli ultimi anni le voci più fantastiche e disparate.
Per i seguaci dei culti new age, si tratterebbe di un mistico portale verso sconosciute dimensioni astrali, dove tuttora non è raro notare seguaci di diversi gruppi esoterici e sette millenariste intenti a praticare riti e cerimonie di vario genere.
Sebbene numerose fonti attestino della sua presunta scoperta nel 1996, e definiscano il luogo come pressochè inaccessibile, cinto da profonde gole di roccia, la realtà riguardo alla porta di Huinay Marca è come spesso accade assai diversa e certo meno fantastica.
Percorrendo la strada Puno-Desaguadero-La Paz, a cavallo tra Perù e Bolivia, è impossibile non notare la porta, giungendo da uno qualunque dei due sensi di marcia. Anche trovare la strada risulta estremamente semplice: un viottolo sterrato, ma in buone condizioni: è una deviazione di pochi minuti dalla strada principale, e per meno di un dollaro i pastori locali non hanno problemi a farsi guide improvvisate.
Venendo alla porta in se, è chiaro che si tratti di un grande portale incompiuto, quasi certamente destinato ad un qualche grandioso edificio di Tiwanaku. Stilisticamente, si tratta di un manufatto nel più puro stile Tiwanaku, e sono ovunque evidenti i segni lasciati dal taglio della pietra. Le ragioni del suo abbandono si rendono del tutto evidenti anche a diversi metri di distanza dalla porta vera e propria. Una grande fenditura obliqua taglia la porta per la sua intera larghezza: Fu questa quasi certamente la causa del suo abbandono nelle cave.
Anche dopo il suo abbandono la porta continuò tuttavia a servire da santuario rupestre per le popolazioni stanziate sulle rive del Titicaca. Questo risulta evidente dal fatto che una piccola incisione circolare venne praticata all'interno della porta, il cui scavo fu altresì approfondito. E' possibile che questa incisione simboleggiasse l'incavo di una chiave, mentre suggestiva è anche l'ipotesi che lì fosse collocato un minuscolo disco in oro capace di riflettere i primi raggi del sole.
Ciò che è chiaro è che la porta, se di una porta veramente si tratta, doveva essere del tutto simbolica: tutto è costituito di solida roccia, e non è possibile scorgere alcuna fenditura che faccia supporre l'esistenza di camere o passaggi al di là della porta stessa.
C'è da dire tuttavia che il nome di Huinay Marca, o "città degli spiriti" attribuito a queste singolari formazioni rocciose pare quanto mai appropriato. Ovunque si scorgono stranissimi pinnacoli di roccia, alcuni dei quali inequivocabilmente tagliati in forme geometriche dalla mano dell'uomo, mentre anche dalle montagne più lontane sembrano come pendere strani cubi, coni e altre misteriose figure tagliate su di una scala colossale. Vista da lontano e avvolta nella foschia, veramente la zona assume il sinistro aspetto di una città, fatta di guglie, palazzi, e strane fortezze poligonali aggrappate alle rocce.
Il vero scopo di queste strane formazioni è tuttavia chiaro: si tratta quasi certamente delle cave da cui fu estratta l'arenaria destinata alle ciclopiche costruzioni di Tiwanaku. La sola porta di Huinay Marca, se ultimata, avrebbe raggiunto un peso superiore alle 450 tonnellate, quanto i più grandi blocchi litici di Tiwanaku, cui pure sembra fosse destinata.
Resta tuttavia il mistero sul mondo in cui pietre tanto immense potessero essere portate attraverso il lago fino alla lontana Tiwanaku, ad oltre 105 Km di distanza.
 
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fingorfin2
view post Posted on 4/9/2007, 10:00




Affascinante l'argomento sulla datazione!

Se cera un mare una volta sicuramente era più facile anche trasportare grosse pietre per chilometri.
 
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RAGNOUOMO
view post Posted on 10/10/2007, 02:32




CITAZIONE
La città oltre la Porta del Sole

Eccellente articolo. Tiahuanaco/Tiwanaku è avvolta nel mistero.

http://maps.google.it/maps/ms?t=k&ie=UTF8&...c174049e7f07616
www.maplandia.com/bolivia/la-paz/ingavi/tiahuanaco
http://archaeology.about.com/od/historyofa...of-Tiwanaku.htm
http://virtualglobetrotting.com/map/tiwanaku/view/?service=0
www.satellitesights.com/satelliteim..._La_Paz_Bolivia
www.google.it/maps/search/+tiwanaku+bolivia

CITAZIONE
offre ben poco al visitatore disattento e occasionale. Dopo quasi 500 anni di distruzione e spoliazione sistematica

Oggi rimane soltanto l'ombra dello splendore di un tempo!

www.diario-viaggio.it/tour_bolivia_..._tiahuanaco.htm

E pensare che gli Incas e, anni dopo, gli Spagnoli rimasero allibiti e stupefatti di fronte all'imponenza e alla bellezza degli edifici di questa città fantasma.

Video e foto:

www.google.it/search?tbm=isch&hl=it...tiahuanaco&gbv=
www.google.it/search?tbm=isch&hl=it...q=tiwanaku&gbv=
www.google.it/search?tbm=vid&hl=it&...naku&gs_l=video
www.google.it/search?tbm=vid&hl=it&...naco&gs_l=video

Le rovine di Tiwanaku:

http://2eyeswatching.com/2012/11/13/tiwanaku/
www.jqjacobs.net/andes/tiwanaku.html
www.detiahuanaco.com/puma-punku.html
www.margheritacampaniolo.it/tiwanaku.htm
www.web-tel.de/html/tiahuanaco.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Tiwanaku
http://es.wikipedia.org/wiki/Tiwanaku

Google Books:

www.google.it/search?hl=it&tbo=p&tbm=bks&q=tiwanaku&num=10
www.google.it/search?tbm=bks&tbo=1&hl=it&q=tiahuanaco

CITAZIONE
Tiwanaku,la città dei Colloas quindi degli Aymara e infine degli Incas

Tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Aymara

http://en.wikipedia.org/wiki/Aymara

Le vecchie tradizioni degli Aymara raccontano che Tiwanaku era stata edificata dai primi uomini della terra e creata da Viracocha prima della nascita del sole e delle stelle.

Secondo il professor Vittorio Orefici,direttore del Centro Italiano di Studi e Ricerche Precolombiane,le popolazioni che tracciarono le famose linee di Nazca erano di etnia proto-aymara.

CITAZIONE
nessuno sa quale fosse il vero nome della città. Lo stesso nome di Tiwanaku è un termine aymara, che significa "La città di Dio". Per gli Incas era Chucuytu, "la città oltre la porta del sole". Il nome segreto di Tiwanaku era però forse Phoukara, "luce splendente del sole"

Lo storico Manuel Gonzalez De La Rosa (1841-1912) scrisse:"Il nome originario di Tiahuanaco era Chucara. La città era completamente sotterranea e in superficie non c'era che il cantiere per tagliare le pietre e il villaggio degli operai [...] La città sotterranea darebbe la chiave di una straordinaria civiltà che risale a tempi lontanissimi". Il famoso Erich von Daniken osservò che "nessun uomo, di qualsiasi epoca a noi nota, ha visto Tiahuanaco altrimenti che in rovine".

"Giorno verrà in cui si potrà dire della civiltà classica dei Faraoni, dei Caldei, dei Brahamani [India e Mesoptamia]: voi siete catalogate nei nostri libri come le più antiche, ma la scienza prova che la civiltà di Tiahuanaco è anteriore alle vostre di migliaia di anni" (Charles Wiener, 1851-1913).

CITAZIONE
Tiahuanaco (500 d.C. - 1300 d.C.).
Regione andina (lago Titicaca).
A 4000 metri d'altitudine, presso le rive del grande lago (che un tempo lambiva la città) si trovano i resti di una grande civiltà agricola, con evoluta metallurgia (oro, rame, argento e forse bronzo).
La città è forse il primo esempio di urbanesimo pianificato del Sudamerica e certo il massimo centro cerimoniale, politico e amministrativo delle Ande.
Ora è un sito silenzioso, dove tre misteriose e impassibili statue monolite ascoltano i gemiti del dio che da secoli piange lacrime di pietra sulla Porta del Sole.
Inti-Punku, la Porta del Sole, è un monolito di andesite e pesa circa 10 tonnellate, e concentra in sè tutto il mistero di una civiltà tanto importante quanto sconosciuta.

Tratto da http://xoomer.virgilio.it/mturri/per_civ.htm

Ecco il risultato di recenti analisi compiute su 18 scheletri scoperti a Tiwanaku ("Dna analysis of skeletal remains from the archaeological site of Tiwanaku and its relation to the origins of its builders".Revista de Antropologia Chilena,vol.35,n.2,jul 2003,pp 269-274):

° 13 scheletri possiedono i marcatori genetici delle etnie amerindiane;
° 5 scheletri, invece, hanno dei marcatori genetici mai rilevati fra le popolazioni native d'America.

http://it.wikipedia.org/wiki/Marcatori_genetici
www.scielo.cl/scielo.php?script=sci...so&ignore=.html

E allora?
Un gruppo etnico di origine diversa?
Oppure sconosciuto e ormai estinto?
Di sicuro, un altro enigma.

Edited by RAGNOUOMO - 13/11/2015, 11:35
 
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RAGNOUOMO
view post Posted on 2/11/2007, 17:15




Kalasasasya:

www.google.it/search?site=imghp&tbm...q=kalasasaya&q=
http://en.wikipedia.org/wiki/Kalasasaya
www.bibliotecapleyades.net/arqueologia/esp_tiahuanaco4.htm
www.boliviaweb.com/tours/tourdetail...&lang=es&step=4
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Kalasasaya.jpg
www.antipode-bolivia.com/bolivie-36...e-kalasasaya-fr
www.sacred-destinations.com/bolivia/tiwanaku
www.ancient-wisdom.co.uk/Boliviatiahuanaco.htm

L'Akapana:

tiwanaku5

http://es.wikipedia.org/wiki/Pir%C3%A1mide_de_Akapana
http://wikimapia.org/121671/Akapana-pyramid
www.megalithic.co.uk/article.php?sid=16683
www.archaeology.org/interactive/tiw...t/akapana1.html
http://images.google.it/images?hl=it&q=aka...+immagini&gbv=2
www.boliviaweb.com/tours/TourDetail...lang=es&step=10
http://video.nationalgeographic.com/video/...pyramid-temples
www.crystalinks.com/pyramidbolivia.html
www.tiwy.com/pais/bolivia/tiwanaku/eng.phtml

Puma Punku:

http://images.google.it/images?hl=it&q=pum...a+immagini&gbv=
http://it.wikipedia.org/wiki/Pumapunku
www.ancient-wisdom.co.uk/boliviapumapunka.htm
www.labyrinthina.com/tiwanaku.htm
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:7_Puma_Punku.jpg
www.world-mysteries.com/mpl_6.htm
http://en.wikipedia.org/wiki/Pumapunku
http://es.wikipedia.org/wiki/Puma_Punku

Il robot "Chacha Puma" (così l'hanno chiamato) all'interno di uno dei tunnel dell'Akapana:

http://onixblog.blogspot.com/2005/10/robot...pirmide-de.html
www.bolivia.com/noticias/autonotici...oticia29247.asp
www.clarin.com/diario/2005/10/11/um/m-01020757.htm

Fotografie dei tunnel:

www.acelerate.com/acelereta_site/nov3.html
www.arqueologiabolivia.com/tiwanaku.html
www.arqueologiabolivia.com/noticias_red.html
www.arqueologiabolivia.com/inicio_red.html

Edited by RAGNOUOMO - 4/4/2015, 09:20
 
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Martin Mistero
view post Posted on 18/11/2007, 03:32




L'eccezionale precisione mostrata nel sagomare quei blocchi di pietra è ammirevole :huh: .
Fonte: Altrogiornale,link
CITAZIONE
Diamo ora un'occhiata più da vicino a questi presunti templi di Tiahuanaco,cominciando dalla struttura più imponente,l'Akapana.Questa collinetta artificiale misura alla base 183 per 183 metri e ha un'altezza di 15 m.

Sebbene venga a volte descritta come una piramide tronca,in effetti ha forma irregolare,con sette terrazze e un'ampia depressione al centro.

All'interno dell'Akapana gli archeologi hanno rinvenuto una sorprendente rete di condotti a zig-zag in pietra per l'acqua.Scrivendo nel 1993,l'antropologo Alan Kolata,che aveva trascorso diversi anni lavorando agli scavi a Tiahuanaco,precisava:"I recenti scavi compiuti nell'Akapana hanno rivelato un insospettato,sofisticato e monumentale sistema di canali di scolo sia di superficie sia sotterranei tra loro collegati". Si ritiene comunemente che questo sistema di "scolo" fosse stato progettato per raccogliere l'acqua piovana nella depressione centrale dell'Akapana,e canalizzarla poi nei tunnel sotterranei facendola passare attraverso le diverse terrazze.Il primo componente di questo sistema era un canale principale che correva intorno ai lati dell'Akapana. Alan Kolata descrive questo condotto di pietra come "una manufatto assai fine" e "strutturato con precisione",capace di accogliere un "flusso enorme".

Questo condotto alimentava l'acqua verso la terrazza sottostante,dove scorreva per circa 3 m in un canale esterno,sempre in pietra,prima di rientrare nell'Akapana.

Il sistema interno-esterno proseguiva alternandosi,finchè l'acqua non veniva fatta fuoriuscire 3 metri sottoterra attraverso dei "tunnel magnificamente costruiti". Da qui l'acqua veniva immessa nel Rio Tiahuanaco per poi finire nel lago Titicaca. Impianti idrici altrettanto sofisticati sono stati individuati nella vicina localita' di Puma Punku e a Lucurmata (vicino al lago Titicaca),sebbene questi cosidetti "templi" sembrino di progettazione assai diversa. Di nuovo,l'acqua fluiva nei canali che si immettevano nel lago. Questi complicati impianti idrici erano stati progettati solo allo scopo di far defluire le acque? Alan Kolata ammette che gli impianti di Akapana non rispondevano a un'esigenza strutturale. Un sistema di canali piu' semplice e piu' piccolo avrebbe risposto alle esigenze di base,consistenti nel far defluire dalla sommita' l'acqua piovana che vi si accumulava.

In effetti, gli impianti installati dagli architetti di Akapana,sebbene siano funzionali al massimo,vanno assolutamente al di la' delle esigenze specifiche ed evidenziano una tecnica nel taglio della pietra e nelle giunture che possiamo definire puro virtuosismo.

Anthropology.uchicago.edu,link

Affascinante.

Edited by Martin Mistero - 1/4/2015, 13:41
 
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RAGNOUOMO
view post Posted on 23/7/2009, 18:10




www.detiahuanaco.com/posnansky-kalasasaya.html
www.bibliotecapleyades.net/sitchin/...s/whenti110.jpg
www.bibliotecapleyades.net/sitchin/...sperdidos10.htm
www.astronomiaandina.260mb.com/index.php?pag=6
www.atlantisbolivia.org/posnansky.htm

"L'Università di Studi di Padova ha partecipato alla Missione europea "Progetto Tiahuanaco",Bolivia 2007-2012,che ha portato recentemente ad una importante scoperta.L'equipe archeologica europea,in collaborazione con l'Unità Nazionale di Archeologia,Bolivia (Unar),durante gli scavi ha rinvenuto la tomba di un individuo sicuramente di alto lignaggio,poichè il corredo funerario consisteva in lamine d'oro di forma circolare e quadrangolare ed era contornato da altri materiali preziosi come i monili.

Il professor Andrea Dusini del Dipartimento di Scienze Medico-diagnostiche e Terapie Speciali dell'Università di Padova ha rilevato che l'individuo era di sesso maschile e di età compresa tra i 18 e i 21 anni.Lo scheletro pressochè completo era però molto frammentario,sia per le condizioni del terreno dove era sepolto che a causa dell'umidità e delle piogge.Il corpo giaceva in posizione accovacciata con lo sguardo rivolto verso Nord.

Al progetto patrocinato dall'Unesco e dal Ministero degli Affari Esteri di Italia e Polonia,hanno partecipato anche un'equipe di tecnici e ricercatori del Cnr di Potenza,che hanno realizzato delle prospezioni satellitari per il riconoscimento di eventuali strutture megalitiche sepolte nel terreno e ci si aspettano dunque nuovi interessanti risvolti".

Tratto da www.padovanews.it/content/view/52887/88889020/

http://espresso.repubblica.it/dettaglio-lo...ini-blu/2104095
www.unipd.it/comunicazioni/stampa/c...ti/20090708.htm
www.archart.it/rivista-archeologia/...ricoperto-doro/
www.rediscovering-america.com/Thiahuanaco.html#Peru_1
www.laportadeltempo.com/news.asp?ID=4045
www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=224
www.biosferanoosfera.it/scritti/TIAHUANACO.pdf
www.setiufo.org/antichecivilta/tiahuanaco.htm

La mostra dedicata a Tiwanaku tenutasi al Palazzo Ducale di Genova dal 5 maggio al 20 agosto 2000:

"Alla scoperta di una civiltà perduta.Giunge a Palazzo Ducale,per la prima volta in Europa,una grande mostra di reperti archeologici della civiltà preincaica Tiwanaku.Tiwanaku,una delle culture più ricche ed importanti dell'antica America Latina,si sviluppò nel cuore di un preciso contesto geografico;più esattamente sull'altipiano dell'attuale Repubblica Boliviana:una vasta meseta incastrata tra i due bracci della Cordigliera delle Ande e incorniciata da cime imponenti che svettano oltre i 6.000 metri.

A partire dal suo epicentro culturale,situato in prossimità dela lago Titicaca,Tiwanaku costituì il primo stato andino con un territorio centrale.La sua benefica influenza civilizzatrice e culturale si estese oltre l'altipiano e le valli delle immediate vicinanze,allargandosi fino a coprire la parte occidentale e quella centrale della attuale Repubblica Boliviana,il nord-est argentino ed il litorale del Pacifico da Kopayapu verso il nord.Sotto il suo influsso si creò uno stato parallelo nella Sierra peruviana,conosciuto come Wari-Tiwanaku.Il suo spazio centrale,unito alle aree di influenza,abbracciava un'estensione superiore ai 600mila chilometri quadrati.

Le primissime tracce di Tiwanaku risalgono a più di 3.000 anni fa quando,dall'altra parte del mondo,i Greci davano forma a piccole tribù sulle rive del Mediterraneo e gli Egizi conquistavano la Siria e l'Etiopia.Il suo vero e proprio inizio fu contemporaneo a quello dell'Epoca romana (500 a.C.-100 d.C.)Il suo momento di maggior splendore coincise con il periodo dell'Impero Bizantino,dell'Islam di Maometto e dell'Epoca Sui,Tang e Sung nella Cina.La sua fine fu parallela alla civilizzazione Maya in Centro America e all'epoca di Gengis Khan (1000-1470 d.C.).Fu la cultura più longeva del continente sudamericano.

Lo stato di Tiwanaku esercitò la sua influenza su vasti spazi del Sud America,attraverso una complessa articolazione di apparati ideologici e tecnico-amministrativi molto ben strutturati.La potenza economica sviluppatasi con l'uso di tecnologie agricole che copiavano i modelli della Natura,con profondo rispetto verso di essa e comprensione delle leggi che la governavano,produsse una importante specializzazione nel lavoro,fatto che,in ultima analisi,generò una palese differenziazione.Una parte della popolazione,infatti,fu capace di dedicarsi a tempo pieno alla pianificazione di un ordine sociale;un'altra all'esecuzione di opere di vera e propria importanza materiale ed anche al perfezionamento di un pensiero sintetizzabile in una molteplice ed artistica simbologia.Tutto ciò permise alla civiltà tiwanakota di avere un importante numero di corporazioni artigianali dedite ai lavori in metallo,legno,ceramica e tessuti con una qualità e una perfezione mirabili.

La mostra di Palazzo Ducale,i cui reperti archeologici provengono dal Museo Nazionale di Archeologia e dal Museo di Metalli Preziosi della Bolivia,è presentata in un efficace contesto scenografico realizzato con grafici,plastici e testi esplicativi.I 237 reperti in mostra,tra cui ori,argenti,terrecotte ed importanti stele litiche,permettono ai visitatori di comprendere l'alto valore di tale cultura e quale contributo essa abbia dato all'evoluzione di molte popolazioni dell'America Latina".

Tratto da www.palazzoducale.genova.it/naviga.asp?pagina=793

www.treccani.it/enciclopedia/tiahuanaco/

CITAZIONE
Le primissime tracce di Tiwanaku risalgono a più di 3.000 anni fa...Il suo vero e proprio inizio fu contemporaneo a quello dell'Epoca Romana (500 a.C.-100 d.C.).

Si dice che il centro megalitico risalga + o - al 300 dopo Cristo e che il sito dell'antica città sia stato abitato in precedenza,+ o - fin dal 1500 avanti Cristo,da comunità contadine di piccole dimensioni.Questa ricostruzione dell'origine di Tiahuanaco,come già detto sopra,è contestata da alcuni studiosi.

CITAZIONE
Secondo l'archeologia ufficiale la fondazione della città di pietra che oggi chiamiamo Tiahuanaco (o Tiwanaku),situata a circa 4.000 metri d'altezza sul livello del mare nell'altipiano andino,e distante circa 22 chilometri dal lago Titicaca,risale al III secolo dopo Cristo.

L'archeologia tradizionale ha individuato le culture Pukara (500 a.C.),Uros,Qaluyo e Chiripa come il substrato culturale che diede origine successivamente alla civiltà Tiwanaku classica.

Secondo questa tesi,popoli di origine amazzonica (di lingua arawak),polinesiana e meso-americana (Colla,di lingua aymara),diedero origine alla alta cultura andina circa 1.500 anni prima di Cristo.

Il metodo di datazione più importante con il quale si è giunti a tali datazioni è quello del carbonio 14.

Questo sistema ha però un limite in quanto funziona solo in presenza di materiale organico,quindi non può essere utile per svelare la data di costruzione di edifici megalitici come quelli di Tiwanaku o come quelli di Sacsayhuaman,per esempio.

Una delle teorie alternative che spiegherebbero l'origine di Tiwanaku fu proposta dal poliedrico studioso austriaco Arthur Posnansky (Vienna,1873-La Paz,1946) (Yuri Leveratto).

CITAZIONE
Durante i primi 40 anni del XX secolo,Posnansky studiò a fondo l'enigmatico sito di Tiwanaku e,basandosi su calcoli di archeo-astronomia (che furono poi confermati da altri ricercatori,come Hancock),affermò,insieme allo studioso Ralf Muller,che la città di Tiwanaku fu fondata nel 15000 a.C.,in piena era glaciale anti-diluviana...

Nel suo famoso libro "Tiwanaku,la culla dell'uomo americano",Posnansky riporta due prove secondo lui basilari per considerare Tiwanaku come la città più antica del mondo.

Innanzitutto la prova archeo-astronomica:studiando il sito archeologico Posnansky sostenne che quando si fondò il tempio Kalasasaya l'asse terrestre (polo nord-sud) era inclinato sulla perpendicolare dell'eclittica di 23 gradi,8 primi e 48 secondi (attualmente lo è di 23 gradi e 27 secondi).

Secondo i calcoli della Conferenza internazionale delle Effemeridi quell'inclinazione dell'asse terrestre corrispondeva appunto al 15000 a.C.
La seconda prova è archeologica:Posnansky trovò ossa di toxodonte (mammifero della megafauna estinto nel 12000 a.C.),associate ad ossa umane nello stesso strato stratigrafico (Yuri Leveratto).

Citazioni tratte da www.yurileveratto.com/articolo.php?Id=100

www.tanogabo.it/letture/Kalasasaya.htm
www.yurileveratto.com/it/articolo.php?Id=25
www.yurileveratto.com/it/articolo.php?Id=54
www.yurileveratto.com/articolo.php?Id=291
www.yurileveratto.com/it/articolo.php?Id=327
www.yurileveratto.com/it/articolo.php?Id=346
www.google.it/books?id=CIh_AAAAMAAJ...oup%22Tihuanacu
www.bibliotecapleyades.net/arqueologia/esp_tiahuanaco5.htm
http://books.google.it/books?id=pTc9NAAACAAJ&dq=
http://books.google.it/books?id=MfQuMwEACAAJ&dq=
http://books.google.it/books?id=RbQuAAAAIAAJ&q=
http://en.wikipedia.org/wiki/Arthur_Posnansky
http://es.wikipedia.org/wiki/Arthur_Posnansky
www.atlantisquest.com/prehistcity.html
http://archive.org/search.php?query=creato...%201874-1946%22

CITAZIONE
Per quel che riguarda la presenza umana all'interno del complesso,si può dire che la parte più antica risale al 200 a.C. - 200 d.C. con chiara influenza dcella civiltà Pucara,una cultura peruviana dell'epoca.

Tra il 500 e il 900 d.C. inizia il periodo di maggior splendore della città,che si protrae per circa 300 anni con l'espansione fuori dell'altopiano fino ad Ayacucho sulla sierra e Pacheco sulla costa meridionale del Perù.

Secondo la tradizione anche Machu Picchu,Vilcabamba e Pisac sarebbero stati luoghi fortificati dalla gente Colla (cioè Aymarà).
Questa civiltà,all'incirca contemporanea di quella di Nazca e di Moche,scomparve poi misteriosamente.

Quando giunsero gli Incas trovarono il luogo distrutto e completamente deserto e per tale ragione è impossibile risalire alla sua età.

C'è da dire,in ogni caso,che le attuali rovine poggiano su resti di costruzioni ancora più antiche,come d'altronde capita per altre enigmatiche località (si pensi,ad esempio,a Teohtiuacan).

Gli scavi archeologici condotti da Carlos Ponce Sangines,coadiuvato da altri colleghi,hanno permesso di determinare l'esistenza di almeno cinque città,che sono sepolte assieme ai resti di animali estinti.

Le stratificazioni dimostrano che,ogni volta,si verificò un cataclisma e,a distanza di tempo,si tornò a edificare di nuovo.

La datazione degli insediamenti umani,col metodo del radiocarbonio,ci fornisce una data approssimativa tra il 1600 e il 2100 a.C.,mentre gli allineamenti astronomici proposti da Posnansky,confermati a più riprese da altri studiosi e recentemente anche dal collega Neil Steede,fanno risalire la costruzione all'incirca al 12.000 a.C.

CITAZIONE
Steede,esaminando il Kalasasaya dal punto di vista astronomico,è arrivato alla conclusione che le pareti interne furono costruite nel I secolo a.C. mentre quelle esterne nell'XI millennio a.C.

CITAZIONE
Finora gli archeologi hanno studiato solamente l'1% del sito di Tiahuanaco.
Rivera è del parere che la vera città,quella sacra,può trovarsi tra i 12 e i 21 metri di profondità.
La comprensione dell'enigma,stando così le cose,non è davvero dietro l'angolo.

CITAZIONE
Le leggende locali narrano che Tiahuanaco fu edificata in una sola notte,dopo il Diluvio,dagli dei o dai giganti.
Effettivamente,stando a quello che abbiamo di fronte agli occhi,è possibile immaginarlo,pensando,per dirne due,al trasporto dei materiali per la costruzione fino ad una simile altezza e alla precisione millimetrica con cui risultano incastonatre le pietre.

Citazioni tratte da http://books.google.it/books?id=rL5jlc5gMW...=gbs_navlinks_s

CITAZIONE
Lo studioso Simone Waisbard,nel suo libro Tiahuanaco,sostiene di avere incontrato,nel corso della sua lunga permanenza nell'altopiano del Kollao,alcuni indios alti quasi il doppio degli altri.

Alcuni di questi erano talmente vecchi che,per gli avvenimenti da loro vissuti quali testimoni oculari,non potevano che essere ultracentenari.
Ma torniamo alla teoria di Hoerbiger.

Egli afferma che il rinvenimento di ossa di toxodonte ungulati,animali che si sono estinti alla fine del Terziario,contenute negli strati in cui sono posti i resti delle città morte,confermerebbe che quella civiltà era effettivamente attiva alla fine del Terziario.

Tratto da http://books.google.it/books?id=P5XzPrvJ8P...o&hl=it&source=

www.andrewcollins.com/page/conferen...ker_steede.html
http://books.google.it/books?id=1j8wcgAACA...+tiahuanaco&hl=

CITAZIONE
Dopo tre anni di attesa, ed altrettanti rinvii, non vedevo l'ora di atterrare all'aeroporto El Alto di La Paz, la capitale della Bolivia, situato a 4.000 metri di altitudine. Si arrivò in piena notte, per poi alloggiare subito in un albergo situato nella zona residenziale, a circa 700 metri più in basso, a sud di La Paz: così almeno si poteva respirare un po' meglio. Già perchè, almeno sull'altopiano boliviano (e sul lago Titicaca, ovviamente) il problema di fondo è proprio questo, almeno per i primi giorni, per chiunque non sia indigeno: ci si trova praticamente sempre sui 4.000 metri di altitudine, quando si viaggia lungo il mitico altopiano della Bolivia, dove qualunque albergo non può definirsi serio se non possiede una bella bombola di ossigeno da offrire al turista se ha problemi di respirazione dovuti all'aria rarefatta (per non parlare poi dell'inquinamento che esiste nella sua capitale, La Paz, appunto).

Ero venuto per visitare i luoghi archeologici classici del Nord Bolivia con diversi scopi e progetti in testa, ma su uno in particolare volevo focalizzare la mia attenzione: ero in realtà sulle orme dell'esploratore, scrittore ed avventuriero tedesco delle SS Edmund Kiss (1886-1960), una sorta, come lo avevo già definito, di "Otto Rahn delle Ande". L'ultimo, forse, di una serie di personaggi avventurosi e ricercatori allo stesso tempo romantici ed inquietanti, membro insieme ad Otto Rahn dell'associazione di ricerca archeologica ed esoterica del Terzo Reich "Deutsche Ahnenerbe", l'ente di ricerca preistorico ed archeologico che Heinrich Himmler aveva voluto creare a tutti i costi nel 1935, per fare in modo che le sue SS potessero entrare in competizione anche in campo culturale con altre istituzioni scientifiche universitarie esistenti durante il procedere del nazionalsocialismo in Germania. Kiss, come Otto Rahn, non era iscritto al partito nazista ma nonostante questo aveva aderito alle SS di Himmler per intercessione dello stesso Reichsfuhrer delle SS, soprattutto, come gli fu detto, per i suoi meriti in campo scientifico e letterario.

Solo così avrebbe potuto trovare i finanziamenti che cercava per continuare le sue ricerche e pubblicazioni. Edmund Kiss, a partire dal 1928, diverse volte si era recato in Bolivia e poi in altri continenti, Asia ed Africa con una idea fissa nella testa: dimostrare nel modo più preciso possibile la fondatezza delle teorie cosmologiche di un grande eretico della scienza, allora di moda, il turbinoso e genialoide Hans Horbiger, il fondatore della Teoria del Ghiaccio universale, tanto apprezzata dalla Germania nazista durante i 12 anni della sua breve esistenza. Io ero così sulle tracce di Edmund Kiss e del lavoro che lui stesso aveva svolto in Bolivia per vedere se, dopo 70 anni, le ricerche a Tiahuanaco (o Tiwanaku) di questo eclettico personaggio non erano state dimenticate.

Ma perchè Kiss si era stabilito in Bolivia? La risposta tutto sommato è abbastanza semplice: da diverso tempo Kiss era entrato in contatto con il primo indiscusso sovrintendente degli scavi archeologici di Tiwanaku, ancora oggi ricordato con ammirazione dai boliviani, il viennese Arthur Posnansky, che si era stabilito definitivamente in Bolivia in gioventù. Posnansky, già dall'inizio del Novecento, aveva sconvolto l'archeologia ufficiale dimostrando, dal punto di vista matematico-astronomico (la cosiddetta archeo/astronomia, allora nelle sue prime fasi), l'appartenenza della cultura-civiltà religiosa di Tiwanaku ad un periodo remotissimo [...]

Tutto questo dimostrava in modo assolutamente coincidente la bontà delle teorie di Horbiger, il quale aveva sempre sostenuto che sin da tempi antichissimi le civiltà umane si erano sviluppate sin dall'Epoca Terziaria con un'alternanza di ascese e cadute dell'umanità dovute alla ciclicità di catastrofi mondiali, causate dalla saltuaria caduta sulla Terra delle sue lune, catturate di volta in volta nel corso della storia del mondo dalla sua gravità.

Le cinque culle delle civiltà prediluviane più importanti giacevano sepolte tra le terre del Messico, Bolivia, Nuova Guinea, Tibet e Abissinia [...] Tiahuanaco sembra sia stata una città portualee in effetti si trova nelle vicinanze dell'enorme lago Titicaca, il quale pare dimostrato che abbia avuto nel corso delle varie ere storiche molti mutamenti nel suo livello e nella sua estensione superficiale: da un livello di circa 50 metri sopra quello attuale, quando anticamente era un vero e proprio mare interno di acqua salata di gigantesche estensioni (chiamato Lago di Ballivan) ad addirittura 150 metri più in basso di oggi. Tutti questi cambiamenti però nel giro di centinaia di migliaia di anni ancora oggi per niente definiti nella loro effettiva sequenza dagli stessi studiosi boliviani, con i quali ho avuto a che fare nel corso della mia indagine [...] Grazie al gruppo di ricerca italiano di archeologia subacquea "Akakor" di Lorenzo Epis, da diversi anni impegnato a sondare le acque del lago Titicaca per scoprirne i suoi tesori pre-incaici, sono entrato come primo contatto diretto con l'archeologo Eduardo Pareja, che collega con il gruppo Akakor essendo l'unico archeologo subacqueo di tutta la Bolivia.

Pareja è uno scienziato di vedute molto ampie e lungimiranti, dotato pure di un carisma e di una dialettica non comuni: lui stesso è convinto che sia esistita una civiltà pre-incaica almeno intorno al 3000 avanti Cristo e che abitava zone sommerse dallo stesso lago Titicaca, quando in una di queste fasi di innalzamenti ed abbassamenti si trovava su di un livello almeno di 100 metri più basso dell'attuale. Lavora presso il museo Posnansky di La Paz e sta lavorando a Tiahuanaco negli scavi della piramide Akapana, una grande piramide a sette gradoni ancora oggi praticamente del tutto sommersa dal fango e dal tempo. Era la persona giusta con cui parlare. Senza perdere tempo e accennandogli al mio libro "Archeologi di Himmler", venni presto al sodo discutendo con Pareja delle ricerche che Edmund Kiss in Bolivia, del suo studio del "calendario della Porta del Sole di Tiahuanaco" e del suo rapporto di collaborazione e di amicizia con Arthur Posnansky.

Sì, Pareja sapeva molto bene chi era stato Edmund Kiss, mi disse, grazie ai suoi studi l'allora governo nazista della Germania si era interessato moltissimo all'archeologia della Bolivia e del mistero dell'antichità di Tiahuanaco e ancora nel 1942 il Terzo Reich, proprio tramite l'organizzazione Ahnenerbe cui apparteneva Kiss, aveva siglato un accordo internazionale con il governo boliviano per effettuare una delle più grandi operazioni di scavo archeologico di tutti i tempi nell'area di Tiahuanaco e raggiungere i siti, secondo Kiss, della vera Tiahuanaco [...] a 20 metri di profondità rispetto ad oggi, dove, ancora oggi, si trova ancora, secondo me, visto che poi di questo accordo non se ne fece più niente perchè la Germania aveva perso la guerra [...]

In Bolivia il lavoro eccezionale di ricerca di Edmund Kiss e di Arthur Posnansky non è stato affatto dimenticato:la "Sociedad Arqueologica de Bolivia",ente privato di ricerca archeologica fondato per interesse dello stesso Edmund Kiss e di Arthur Posnansky il 23 settembre del 1930 [...] è ancora ben attiva,con pubblicazioni importanti. La sopravvivenza della società si deve tutta all'attività incessante dell'ultimo discepolo di Posnansky,Alberto Laguna Meave,deceduto solo pochi anni fa. Nel suo saggio "Tiwanaku - Enigma de Enigmas",del 2002,lo stesso Meave ricorda che Posnansky sia presso il fiume Desaguadero al confine col Perù che all'interno del Kalasasaya,tempio astronomico di Tiwanaku,ritrovò resti di toxodonte,un erbivoro gigante vissuto nel Terziario,insieme a resti di esseri umani di tipo moderno,resti che poi regalò al Museo Nazionale della Bolivia [...] Il problema è che il toxodonte si è estinto come tanti altri erbivori giganteschi con la fine dell'ultima glaciazione,almeno 10.000 anni fa!
(Marco Zagni).

Tratto da http://edmumdkiss-zama.blogspot.it/

www.ufopedia.it/Tiahuanacu.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Ahnenerbe
http://de.wikipedia.org/wiki/Tiahuanaco
http://en.wikipedia.org/wiki/Edmund_Kiss
http://es.metapedia.org/wiki/Edmund_Kiss
http://archive.org/details/Kiss-Edmund-Fruehling-in-Atlantis
http://alexgiaco.blogspot.it/2009/04/chi-h...aco-le-sue.html
http://theappendix.net/issues/2013/4/andea...cult-in-bolivia
http://archive.org/details/Kiss-Edmund-Das...r-von-Tihuanako
www.atlantisbolivia.org/tiwanakucubits.htm
www.detiahuanaco.com/ruins-of-tiwanaku.html
http://ahnen.greyfalcon.us/ahnen2.html
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/comm...st_Calendar.pdf
www.efodon.de/html/archiv/vorgeschi...m_pumapunku.pdf
http://books.google.it/books?id=OcZZBrUv67sC&dq=

Intervista di Javier Serra all'archeologo Oswaldo Rivera: www.romaoggi.com/hera1.htm. "E' passato poco più di mezzo secolo dalla morte di Arthur Posnansky, il padre dell'archeologia boliviana. Di origine tedesca e aspetto austero, negli anni '20 fu il primo scienziato che si interessò ad uno strano insieme di rovine nei pressi del lago Titicaca, situate a 3.825 metri di altezza e che fino a quel momento erano polo di attrazione solo per i costrutttori di ferrovie, che cercavano materia prima per le loro opere, e commercianti di antichità. Posnansky fu il primo a rimanere incantato e la fortuna volle che possedesse una visione dell'archeologia molto più avanzata dei suoi tempi, impegnandosi senza titubanza a risolvere gli enigmi fondamentali: chi costruì quei templi? Quali tecniche impiegarono per muovere oltre mille cubi di pietra? Soprattutto: perchè? Non essendo ancora stati inventati metodi di datazione come il test al carbonio 14, e ancor meno la termoluminescenza, Posnansky provò ad arrivare ad una datazione studiando l'allineamento dei monumenti di Tiahuanaco in relazione alle posizioni del Sole [...] La Terra orbita intorno al Sole leggermente inclinata sul suo asse e questo fa sì che l'equatore celeste si trovi inclinato rispetto al piano orbitale. L'angolo formato da questo movimento si sviluppa progressivamente in un ciclo di 41.000 anni, oscillando tra i 22,1° e i 24,55°. Poichè un monumento è orientato con il sorgere del Sole si può calcolare la differenza spaziale esistente tra il luogo dell'orientamento originario e quello attuale, determinando la datazione con scarso margine di errore. Posnansky applicò questo principio con accuratezza e determinò l'angolo che si formava tra l'orizzonte di Tiahuanaco nel momento della sua costruzione e quello attuale (23° 8' 48'') scoprendo che corrispondeva ad un momento indeterminato del 15000 a.C.. Ben centocinquanta secoli prima della nostra era! Quella sproporzionata datazione che non spaventò affatto Posnansky, lo forzò a sviluppare una teoria secondo cui un'antica civiltà popolò l'America molto prima di quanto supposto dalla maggioranza degli esperti, che invece datavano Tiahuanaco a un periodo compreso fra il 2000 a.C. e il 900 d.C. In più quella civiltà dalle avanzate conoscenze astronomiche possedeva un calendario preciso che l'archeologo tedesco credette veder riflesso nella Porta del Sole - un blocco di andesite da 45 tonnellate - e la capacità di posizionare blocchi di oltre 400 tonnellate [...] Le conclusioni di Posnansky furono criticate [...] e furono severamente condannate dalla "seconda generazione" di archeologi boliviani con Carlo Ponce Sangines a capo. Dopo di loro, una "terza generazione" è emersa, capeggiata da Osvaldo Rivera, che ha deciso di riaprire la porta ai calcoli di Posnansky e di controllarli nuovamente alla luce delle moderne conoscenze astronomiche. Per questa porta ho cercato di entrare. Ho trovato Rivera nel suo ufficio di La Paz, dall'altro lato della strada dove è situato il Museo Nazionale di Archeologia e l'ho intervistato poche ore dopo il mio arrivo in Bolivia. Ho saputo così che agli inizi degli anni '90 Rivera venne nominato direttore dell'INAR (Istituto Nazionale di Archeologia) e che, da questa posizione, mise in moto una delle maggiori campagne di scavo e ricerca mai intraprese a Tiahuanaco. Curiosamente, con tutti questi dati, Rivera arrivò alla conclusione che tra i 12 e i 21 metri di profondità esiste un'altra Tiahuanaco. Una città sepolta che dovrebbe ospitare la cultura originale del luogo [...] "Questo luogo è così enorme e grande - spiega Rivera - che abbiamo appena scavato un 1,2% della superficie. E' chiaro che con queste premesse non è scartabile nessuna ipotesi di lavoro".
J.S.: "Un 1,2%?".
O.R.:"Sì, è così - insiste - Tiahuanaco aveva un'estensione urbana di 600 ettari, cosicchè ogni qualvolta troviamo qualcosa di nuovo restiamo a bocca aperta. Non abbiamo nessuna idea precisa di cosa sia stato questo luogo".
J.S.: "Si conosce quando vi sorse la prima cultura?"
O.R.: "Fino ad ora abbiamo rilevato cinque periodi per Tiahuanaco ed esiste un'evidente relazione tra loro. Tuttavia non sappiamo se, come è successo per la Grecia, troveremo presto una cultura pre-Tiahuanaco. Alcuni dei calcoli più moderati per datare questa città arrivano a 27 secoli fa. Gli Inca, sommati al periodo coloniale spagnolo e alla Repubblica, non sono nemmeno l' ombra di questa "moderata" storia di Tiahuanaco".
.

www.mundosophia.com/oswaldo-rivera-shunt-tiahuanaco/
http://books.google.it/books?id=9aYNPBodILIC&dq=

Purtroppo, non c'è traccia di scrittura. Almeno per ora.

Edited by RAGNOUOMO - 13/11/2015, 11:48
 
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Barbanera3
view post Posted on 1/4/2015, 14:52




Vi informo che il georadar ha permesso di individuare una possibile piramide sepolta a Tiwanaku:

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"In seguito al rilevamento di una piramide sepolta sul sito dell'antica fortezza di Tiahuanaco, il governo boliviano ha annunciato l'avvio di nuovi scavi esplorativi. Ludwin Cayo, direttore del Centro di Ricerca Archeologica di Tiahuanaco [ LINK ], ha spiegato che la formazione è stata localizzata nella zona di Kantatallita [ LINK, LINK, LINK, LINK, LINK, LINK ], ad est della piramide Akapana. Cayo ha delineato un quinquennale di ulteriori ricerche a Tiwanaku. Il sito archeologico di Tiwanaku è situato a 71 km a ovest di La Paz ed è stato la culla di una antica civiltà anteriore agli Inca. Gli scavi dovrebbero iniziare a maggio o giugno, ma tutto dipenderà da quanto tempo sarà necessario per gli accordi di cooperazione tra le varie università straniere e gli istituti per reclutare il più gran numero di esperti in archeologia. Oltre alla piramide, il georadar ha rilevato "un certo numero di anomalie sotterranee" che potrebbero essere monoliti; ma questi risultati richiedono un'analisi più dettagliata".

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Edited by Barbanera3 - 29/10/2015, 09:48
 
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