Ciao Yar
CITAZIONE
Se tu possedessi la Coscienza di Dio, intesa non come embrione o scintilla divina, ma proprio come punto percettivo o coscienza di sè, come spiegheresti questo a te stesso o persino lo dimostreresti agli altri, sapendo che questa coscienza è identica alle altre eppure non lo è?
Senza dar nulla per scontato, visto che noi ragioniamo con la nostra coscienza di ora, con quello che conosciamo (e che già di base sappiamo che è imperfetta perchè domani si sarà ampliata un po' di più), possiamo provare a tracciare almeno delle linee di massima.
Per parlare di coscienza di Dio dovremmo tenere presente un fatto: Dio non può riferirsi a se stesso come a qualcosa di esterno da sè... perchè lui è tutto.
Noi stessi viviamo, ci muoviamo, pensiamo, cresciamo IN lui.
Se noi avessimo il punto di percezione dell'intera coscienza di Dio, non avremmo bisogno di comunicare perchè noi saremmo connessi a tutto.
Però quel punto di percezione, non è estraneo a noi: ci possiamo arrivare, ma non con la mente da sola.
La mente è al di qua del velo e conosce solo la realtà materiale. Per quello che cerca di "comunicare" con l'esterno se vuole comunicare con un altro essere vivente (che è parte di Dio anche lui).
Man mano può superare, strato dopo strato, le limitazioni che ha e svilupparsi: facendo così comprenderà man mano di più.
Senza restare vincolata a nulla di ciò che conosce.
D'altra parte ciò che conosce si confermerà ogni giorno, immancabilmente.
E' dura perchè la mente razionale che usiamo, tende determinare rigidamente tutto e circoscrivere il conosciuto e considerare solo quello.
Ma bisogna lasciare sempre un po' di spazio per il non conosciuto.
Penso tu sia d'accordo nell'affermare che anche questa semplice realtà non è ancora completamente capita. E per noi non lo sarà mai del tutto.
Allo stesso modo dobbiamo vedere "in prospettiva" la nostra conoscenza di Dio o quel che ipotizziamo essere.