| onussen |
| | Musa, quell'uom di moltiforme ingegno Dimmi, che molto errò, poich'ebbe a terra Gittate d'Ilion le sacre torri; Che città vide molte, e delle genti L'indol conobbe; che sovr'esso il mare Molti dentro del cor sofferse affanni Mentre a guardar la cara vita intende, E i suoi compagni a ricondur: ma indarno Ricondur desiava i suoi compagni, Che delle colpe lor tutti periro. Stolti ! che osaro violare i sacri Al Sole Iperion candidi buoi Con empio dente, ed irritaro il Nume, Che del ritorno il dì lor non addusse. Deh parte almen di sì ammirande cose Narra anco a noi, di Giove figlia e Diva. Già tutti i Greci, che la nera Parca Rapiti non avea, ne' loro alberghi Fuor dell'arme sedeano, e fuor dell'onde, Sol dal suo regno e dalla casta donna Rimanea lungi Ulisse: il ritenea Nel cavo sen di solitarie grotte La bella venerabile Calipso, Che unirsi a lui di maritali nodi Bramava pur, Ninfa quantunque e Diva. E poichè giunse al fin, volvendo gli anni, La destinata dagli Dei stagione Del suo ritorno in Itaca, novelle Tra i fidi amici ancor pene durava. Tutta pietà ne risentian gli Eterni, Salvo Nettuno, in cui l'antico sdegno Prima non si stancò, che alla sua terra Venuto fosse il pellegrino illustre. Ma del Mondo ai confini, e alla remota Gente degli Etiopi in duo divisa, Ver cui quinci il sorgente ed il cadente Sole gli obbliqui rai quindi saetta, Nettun condotto a un'ecatombe s'era Di pingui tori e di montoni; ed ivi Rallegrava i pensieri a mensa assiso, In questo mezzo gli altri Dei raccolti Nella gran reggia dell'Olimpio Giove Stavansi; e primo a favellar tra loro Fu degli uomini il padre e de' Celesti Che il bello Egisto rimembrava, a cui Tolto avea di sua man la vita Oreste, L'inclito figlio del più vecchio Atride.(Odissea, Libro Primo, traduz. di Ippolito Pindemonte, 1829) http://books.google.it/books?id=lIATAAAAQAAJ&dq=Nella foto: la Porta dei Leoni a Micene.www.imicomp.com/call_leo.htmwww.edicolaweb.net/nw03_08a.htmCITAZIONE L'Odissea si svolge principalmente nel Peloponneso e nelle isole ioniche, ma identificare esattamente i luoghi visitati da Ulisse appare quasi impossibile, anche perchè il testo offre in genere assai pochi spunti per identificare geograficamente i luoghi. Gli studiosi non sono nemmeno unanimemente concordi nell'identificare l'Itaca di Odisseo con la moderna Itaca, poichè le descrizioni geografiche e il numero di isole dell'arcipelago non corrispondono. Tradizionalmente si identifica nella Sicilia la terra di Ciclopi e dei Lestrigoni, in una delle Eolie l'isola in cui Ulisse incontrò il dio Eolo, e in Corfù la terra dei Feaci, Scheria. Successivamente sono stati proposti molti altri luoghi, la maggior parte di questi situati nell'area mediterranea, ma alcuni studiosi sono anche arrivati ad ipotizzare che Ulisse abbia raggiunto l'Oceano Atlantico o addirittura che tutta la sua vicenda si sia svolta nel Mar Baltico con un supposto Omero nel Baltico. Fonte: http://it.wikiversity.org/wiki/OdisseaCITAZIONE Nell'Odissea di Omero, la narrazione sui Feaci si lega al sistema dei valori della xenia, quella che era la forma di ospitalità del mondo greco. Omero racconta di come accolsero benevolmente Ulisse, fornendogli la nave che lo avrebbe riportato in patria, pur sapendo che con questo gesto sarebbero incorsi nell'ira di Poseidone. Il loro re è Alcinoo, la cui moglie era Arete, una donna che avrà un ruolo importante nel determinare l'aiuto dato a Ulisse. Loro figlia era Nausicaa, la prima a imbattersi nell'eroe greco reduce dal naufragio e a offrirgli l'ospitalità. Le narrazioni tradizionali tratteggiano i Feaci come un popolo che vive in un locus amoenus, in condizioni di felicità e prosperità, caratteri che rimarcano per contrapposizione le dure condizioni di vita a cui sono sottoposti i Greci. Incerta è l'ubicazione che la tradizione letteraria greca assegna a questo popolo: accanto all'immaginaria Iperia, vi è la collocazione che li vorrebbe gli antichi abitanti di Corcira (l'odierna Corfù), accolta da Tucidide. Strabone, nella sua Geografia, la colloca invece nel mezzo dell'Oceano Atlantico, al pari di Ogigia, l'isola della ninfa Calipso. Nonostante questi tentativi di individuazione, Scheria è da considerarsi una creazione fantastica. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Feaciwww.dfll.univr.it/documenti/Occorre...atdid638842.pdfwww.feaci.it/letteratura/FEACI.htmhttp://mitologia.dossier.net/odisseo.htmlwww.treccani.it/enciclopedia/scheri...edia-Italiana)/http://en.wikipedia.org/wiki/Scheriahttp://www.larassegnadischia.it/Letteratur...a-champault.pdfwww.sacred-texts.com/cla/aoto/aoto35.htmhttp://tecalibri.altervista.org/C/CITATI-P_mente.htmhttp://www.academia.edu/1893563/Eroi_in_vi...ecia_in_Etruriahttp://web.tiscali.it/ximenes/nausicaa/ulisse_in_sicilia.htmwww.sullacrestadellonda.it/mitologia/ulisse.htmwww.canino.info/inserti/monografie/...lisse/index.htmwww.pittau.it/Sardo/odissea.htmlwww.ischiainsula.eu/difesa-belli/le...df/scheriaN.pdfwww.treccani.it/enciclopedia/feaci_(Enciclopedia-Italiana)/www.roccioso.it/mitologia/o/odisseac.htmUno studioso tedesco, Armin Wolf, pensa che la terra dei Feaci sia la Calabria, mentre altri ipotizzano che il mondo e il palazzo reale dei Feaci siano usciti dal ricordo della splendida civiltà cretese, dei fasti e del dominio sul mare (talassocrazia) che la caratterizzarono. Edited by onussen - 9/4/2014, 09:32
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