CITAZIONE
...Ciò che mi ha sorpreso (e che dimostra miseramente quanta stolta prevenzione ci sia) e che tali attacchi "ad hominem" si siano verificati ancor prima che io iniziassi a fare un esposizione organica di ciò che mi ero ripromesso di esporre. Ma forse si tratta solo di "sacro" furore: lo stesso che animava i soldati "crociati"!
Quando ho parlato di "fare un'esposizione organica", forse ho un po' esagerato, nel senso che se ciò dovesse essere inteso come un racconto "ab ovo", ciò significherebbe esporre qui tutto il contenuto del libro che sto componendo, il che è praticamente assurdo. E' giocoforza, allora, che io mi concentri su alcuni aspetti fondamentali della vicenda gesuana, rimandando i pazienti lettori alla lettura del libro, quando verrà pubblicato, per conoscere ulteriori particolari. Quando ciò sarà avvenuto, quasi sicuramente aprirò (anzi, riaprirò) un sito tutto mio, attraverso il quale potrò fornire maggiori particolari di quanti non potrò fornirne adesso, per ovvie ragioni.
Uno degli aspetti fondamentali legati alla vicenda gesuana (*), fu senza dubbio quello della "resurrezione", conseguente alla sua presunta morte sulla croce.
L'aggettivo "presunta" è del tutto legittimo, dal momento che Gesù di Nazareth, alias Gesù "Cristo",
NON VENNE MAI CROCIFISSO!!...Egli, infatti, venne giustiziato dai giudei, dopo che il Sinedrio ne ebbe sentenziato la condanna a morte, mediante lapidazione presso la cittadina di Lydda (oggi Lod o Lud). Ciò avvenne intorno all'anno 72, quando Gesù aveva raggiunto l'età di 66 anni (non è un caso che Ireneo ci informa che Gesù aveva raggiunto la "vecchiaia"), essendo nato nel 6 d.c. (v. la natività di Luca e G. Flavio)
Del fatto che Gesù non venne mai crocifisso, troviamo testimonianza, "in primis", nelle sorgenti gnostiche più accreditate, le quali nulla ci dicono di tale presunto evento (v., come esempio, il vangelo di Tomaso). Non solo, ma, attraverso la testimonianza patristica, veniamo informati del fatto che il mondo gnostico del tempo (II secolo) si oppose "ferocemente" alla crocifissione "letteraria" di Gesù di Nazareth.
I disinvolti patristi (vere facce di "bronzo"!) giustificarono il tutto affermando che gli gnostici negavano la crocifissione perchè, udite! udite!, si vergognavano del fatto che Gesù fosse stato giustiziato attraverso un mezzo (la croce) ritenuto infamante! (ancora oggi non si è capito il perchè gli gnostici si sarebbero dovuti vergognare di ciò, mentre i cristiani ne sarebbero andati fieri, sic!).
Ovviamente, rigettando la crocifissione, quale prodotto di un allucinante processo sincretico, che portò i padri falsari, o "fondatori", a dar vita al loro nuovo culto, chiamato successivamente 'cattolico-cristiano'(**), gli gnostici rigettavano in toto anche l'evento della "resurrezione" catto-cristiana (in realtà una "resurrezione" ci fu, ma si trattò di un aspetto meramente simbolico, tipico del mondo gnostico), la quale contemplava assurdamente una resurrezione "fisica"!
Secondo gli gnostici, Gesù lasciò questo mondo salendo direttamente al cielo, dove nessuno avrebbe potuto controllare la veridicità di una tale affermazione. (abbiamo dovuto attendere Gagarin che ci confermasse che si trattò di un'amena barzelletta!). E' quindi ovvio, da tutto ciò, che neppure gli gnostici furono "completamente" veritieri, circa la sorte di Gesù di Nazareth, e questo perchè, probabilmente, essi si vergognavano davvero di ammettere che Gesù venne giustiziato mediante LAPIDAZIONE dai giudei!...
Ireneo, citando Basilide, un MAESTRO GNOSTICO del II secolo, ci conferma che Gesù, almeno secondo le conoscenze degli gnostici del tempo (ma anche dei giudei!), non venne crocifisso, indicando in Simone di Cyrene il vero personaggio fatto crocifiggere da Pilato (da tener presente che secondo gli Atti di Pietro, gli Atti di Pietro e Paolo e la tradizione patristica, Simon Pietro venne a sua volta crocifisso, sebbene a "testa in giù": cosa molto probabile, stante il reato di cui si era macchiato!)
E' altamente probabile (se non certo), che l'inserzione dell''intermezzo" Simone di Cyrene, nel racconto evangelico, venne fatta successivamente alle critiche avanzate vigorosamente dal mondo gnostico, al fine di "spiegare" alla platea fideistica cristiana, costituita prevalentemente da "poveri di spirito", predestinati per il paradiso, lo "strano" legame esistente tra la 'croce' e la figura di Simone di Cyrene, così come si mormorava in giro!
Lo stesso modo espressivo usato da Ireneo, lascia chiaramente intendere che egli ignorava la vicenda di Simone trasportante la croce. Non dimentichiamo che Celso, nel suo "Discorso Veritiero", ci informa che i padri "missionari" (vale a dire i padri post-apostolici) furono costretti a riscrivere 4 o 5 volte i loro "libri" (leggi i vangeli) a motivo delle esilaranti critiche che il mondo giudaico e pagano del tempo moveva loro, a causa delle enormità presenti nelle prime versioni degli stessi!(***)
Per potere inserire l'episodio di Simone di Cyrene, nel racconto evangelico, i padri fondatori furono costretti ad inventarsi (ma non del tutto) anche la vicenda relativa al "commovente" viatico di Gesù verso il colle Golgotah (altra invenzione pazzesca!).
Tuttavia, come già anticipato, quella del viatico (oggi ricordato con la "Via Crucis") non fu un'invenzione di sana pianta. Per la verità, non esiste una testimonianza storica affidabile secondo cui i romani erano soliti imporre il trasporto della croce ai disgraziati condannati alla crocifissione, anche perchè spesso non erano assolutamente in condizione di poterlo fare. Nel caso di Pilato, poi, ciò sarebbe stato altamente controproducente, in quanto (dato che nel caso reale si trattava quasi sempre di ribelli condannati a morte) ciò avrebbe potuto costituire la scintilla di un'aperta ribellione, data l'esasperazione del volgo gerosolimitano costretto a guardare un simile scempio. Tutto ciò fa sì che quasi sicuramente i falsari, per trovare lo spunto adatto, si rifecero ad un episodio presente nella tradizione rabbinica del tempo.
Quando nel II secolo a.c. ci fu una feroce opposizione da parte dei sacerdoti del tempio di Gerusalemme (o almeno di una parte di loro: quella meno corrotta!), verso le pretese asmonee di voler concentrare nella figura del regnante anche i poteri del sommo sacerdote, una parte dei sacerdoti stessi si separò da quella più corrotta, compiacente verso gli asmonei.
Tuttavia, costoro non rinunciarono a muovere le loro accuse, anche platealmente, verso il corrotto mondo dei sacerdoti del tempio. Fu così che uno di loro, il quale aveva "pestato" i piedi a qualcuno con maggiore violenza degli altri, venne arrestato, malmenato e condannato alla crocifissione. Per rendere più visibile è più pregnante la punizione agli occhi dei gerosolimitani e degli altri sacerdoti "secessionisti", i giustizieri vollero aggiungere un ulteriore elemento di crudeltà, affinchè il monito fosse recepito con più efficacia. Essi, infatti, costrinsero il malcapitato a trascinare il palo, a cui poi sarebbe stato appeso mediante crocifissione, lungo le vie di Gerusalemme.
Oltre a Basilide, abbiamo il Corano degli islamici che ci conferma che Gesù non venne MAI crocifisso. E' sin troppo ovvio che gli autori del Corano dovettero attingere ad una letteratura che parlava diffusamente di Gesù e di sua madre, anche se non possiamo stabilire con certezza in quale "chiave" ne parlasse (benevola o malevola), e che quindi il fatto che egli non venne mai crocifisso fosse conosciuto da molti. Quest'ultimo aspetto rende palese l'assoluta falsità del celebre paragrafo 44 del XV libro degli Annales di Tacito, dove questo storico "avrebbe" scritto che Pilato fece crocifiggere Gesù!..
Infine, la stessa testimonianza rabbinica (v. Talmud), la quale ci informa che Gesù venne giustiziato dai giudei mediante lapidazione nella città di Lydda, è un'ulteriore, inequivocabile evidenza del fatto che la crocifissione "fisica" di Gesù di Nazareth fu un'allucinante invenzione dei santi padri falsari! (o padri "fondatori")
Un'altra invenzione, sempre connessa a quella della presunta crocifissione di Gesù, fu che la stessa sarebbe stata ordinata e fatta eseguire dal procuratore romano Ponzio Pilato, il quale governò la Giudea-Samaria nel periodo che va dal 26 al 36 d.c.. Pilato, come è arcinoto, nel corso del processo e della presunta condanna a morte di Gesù, fece liberare BARABBA, un "misterioso" personaggio di cui diversi antichi manoscritti (v. Origene), in particolar modo quelli riferiti al vangelo di Matteo, ne riportano anche il nome: IESOUS!!
L'argomento Barabba sarà appunto l'oggetto di cui ci occuperemo nel prossimo post.
Saluti
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Note:
(*) - come ho già detto, parlare di "cristianesimo", riferendoci a Gesù, è praticamente assurdo, dal momento che NE' lui NE' i vari personaggi che fecero da contorno alla sua vicenda umana, ebbero nulla a che vedere con il cristianesimo o, per essere più precisi, con il 'catto-cristianesimo' (vedremo nel prosieguo perchè tale specificazione si rende necessaria). Gesù fu un MAESTRO GNOSTICO ed al mondo dello gnosticismo egli rimane indissolubilmente legato. Egli fu un discepolo di Giovanni il Battista (prima di mettersi in "conto proprio"!), un maestro gnostico del I secolo ben conosciuto, il quale fu maestro anche di Dositeo e di Simon Mago: a loro volta diventati maestri gnostici, come le cronache patristiche ci informano. Sia Gesù, sia Dositeo che Simon Mago, furono anche degli "operatori di miracoli" (leggi illusionisti ed operatori di trucchi da baraccone). Non dovrebbe sorprendere, quindi, che Giovanni fu a sua volta anche lui un mago! Di ciò siamo informati dalla letteratura mandea (o mandaica), la quale ci informa che Giovanni il Battista eseguiva "miracoli" più potenti di quelli di Gesù! Si trattò di sicuro di un'esagerazione, in quanto Gesù può essere considerato tranquillamente il "Mago dei Maghi", in quanto, dopo aver appreso i primi rudimenti della magia (al quale egli si dedicava sin da fanciullo) emigrò in Egitto (v. Talmud e Celso) per affinare le sue arti magiche, andando direttamente alla fonte di tali insegnamenti. La circostanza che anche Giovanni sia stato un mago, ci viene confermata anche da altre fonti: tuttavia, è necessario far emergere prima il vero profilo storico di Giovanni, per potersi giovare di tale testimonianza.
(**) - il significato che il clero di tutte le epoche (almeno quelle successive al II-III secolo) ha voluto attribuire all'attributo latino "catholicum" (dal greco "Katholikos", cioè 'universale') è sostanzialmente diverso da ciò che intendevano in origine i padri "fondatori". Infatti, stante le "spiegazioni" dottrinarie clericali, il concetto universalistico legato al termine "catholicum" (da cui 'cattolico') dovrebbe essere inteso come "religione di tutto il mondo", laddove 'mondo' stava per la realtà costituita dall'allora impero romano. Al fine di rendere "appetibile" il nuovo culto cattolico-cristiano ad una vasta platea di credenti in altri culti, soprattutto a quelli che all'epoca andavano per la maggiore, i padri fondatori pensarono di "infarcire" la dottrina di questo nuovo culto con numerosi elementi presi dai vari culti pagani del tempo, a cui associarono, attraverso un'allucinante sincretismo che MAI ebbe uguali nella storia dell'uomo, anche elementi della fede ebraica e gnostica. In questo modo, gli eventuali nuovi adepti al culto cristiano, vi potevano trovare aspetti cultuali a loro famigliari, in quanto già incontrati nei culti che essi avevano sino ad allora praticato (e che, con tutta probabilità, essi continuarono ancora a praticare per qualche secolo, stante le "lamentele" patristiche: persino nelle lettere di Paolo si trovano echi di ciò!). Grazie al sincretismo di cui sopra, il culto acquistò chiaramente aspetti "universalistici", vale a dire di una religione che rifletteva, nei loro aspetti essenziali, molti altri culti!
(***) - In modo assolutamente stupefacente, troviamo testimonianza di ciò anche negli scritti di uno scrittore arabo (un "sufista") vissuto a "cavallo" del X-XI secolo. La sua sorgente furono antichi scritti manichei e, probabilmente, anche mandei, visto che egli nacque e visse inizialmente in Baibilonia, dove non molto lontano era insediata una particolare comunità che oggi è chiamata dei "Mandei": all'atto pratico, un estremo epigono della setta che circa 2000 anni fa, venne guidata da Giovanni il Battista e che venne indicata, tra i vari attributi, anche con il nome di "Nasurei", probabilmente per distinguerli dai Nazareni, i quali gnostici non erano o, perlomeno, non lo erano alla maniera dei Nasurei (gnostici ebraico-pitagorici)
Veritas
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Edited by Veritas_2 - 19/5/2009, 10:10