Se è localizzato la chirurgia dovrebbe risolvere.
Qualcosa c'è:
http://www.corriere.it/sportello-cancro/ar...re/20/hifu.html17 aprile 2008
Nuova apparecchiatura presentata all’Istituto Europeo di Oncologia
Gli ultrasuoni che «bruciano» il tumore
La termoablazione con le onde sonore (tecnica HIFU) verrà utilizzata per curare le neoplasie di seno, fegato e altri organi.
Il macchinario HIFU in miniatura
MILANO – Distruggere il tumore con le onde sonore: questo è il principio di una tecnologia d’avanguardia importata dalla Cina e presentata oggi dall’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano, che svilupperà la nuova metodica in occidente per trattare tumori della mammella senza interventi chirurgici né sedute di radioterapia. «E’ un sistema perfettamente in linea con la nostra strategia di continuare a studiare i trattamenti che vanno nella direzione del “minimo efficace”, vale a dire la massima efficacia e la minima tossicità per la persona malata» ha commentato Umberto Veronesi, direttore scientifico del centro milanese.
La nuova terapia si chiama HIFU (High Intensity Focused Ultrasound, ultrasuoni focalizzati ad alta intensità) e si basa appunto su onde sonore ad altissima frequenza, ben oltre quelle udibili dall’orecchio umano, e focalizzate verso un punto preciso del corpo in fasci ad alta intensità, che colpiscono il bersaglio sprigionando calore a temperature così elevate da provocare la necrosi dei tessuti tumorali, con la morte delle cellule e dei vasi sanguigni che le nutrono. Questo effetto distruttivo, chiamato termoablazione, è circoscritto alla zona malata e l’energia termica viene rilasciata soltanto quando i fasci di ultrasuoni raggiungono il loro obiettivo, precedentemente «centrato» con una normale ecografia, senza danni per la pelle e per i tessuti attraversati, come accade quando una lente concentra i raggi del sole e brucia un pezzo di carta.
Simili tecniche di termoablazione non sono nuove in oncologia e
vengono già usate per trattare tumori localizzati in aree superficiali del corpo, raggiungibili da una sonda ecografica, come il cavo orale e la gola, l’utero e, più di recente, la prostata. In altri casi, come per il fegato, la termoablazione avviene tramite l’inserimento di un ago all’interno dell’organo. «La novità della nostra macchina – ha spiegato Franco Orsi, direttore dell’unità di Radiologia Interventistica dell’IEO – è che è potenzialmente in grado di trattare lesioni interne all’organismo, al fegato, al pancreas, ai reni e alla mammella, insomma in tutti quegli organi che oggi possiamo visualizzare con l’ecografia, senza bisogno di aghi o di tagli».
L’imponente apparecchiatura, che ha un costo che si avvicina al milione e mezzo di euro, è stata donata alla Fondazione Umberto Veronesi dall’azienda distributrice, il gruppo Hiteco, e poi offerta in comodato all’IEO. Apparentemente somiglia molto a quella per effettuare la TAC, ma sotto il lettino sul quale si sdraia il paziente è collocata una piccola vasca piena d’acqua purificata, attraverso cui si diffondono i fasci di ultrasuoni emessi da un dispositivo, chiamato trasduttore, collocato sotto la vaschetta stessa. La seduta può durare alcune ore, a seconda della collocazione e del tipo di tumore, e, in genere si effettua in anestesia generale o almeno con adeguata sedazione, questo per controllare meglio la procedura e non perché sia dolorosa. «Ho solo sentito per un attimo come un ago caldissimo al centro della mammella» è stato il commento di una ragazza di soli vent’anni che, dopo una storia di fibroadenomi numerosi e a rapidissima crescita (il primo le fu rimosso quand’era poco più che bambina), e di altrettanti interventi chirurgici, è stata sottoposta alla tecnica HIFU. E, sulla cute, neppure un segno. «Prima e dopo il cosiddetto “punto focale”, quello in cui le onde sonore si focalizzano, i tessuti non sono attraversati da null’altro che suono» ha spiegato durante la conferenza stampa allo Ieo il senologo Paolo Arnone. E, per dimostrarlo, ha immerso la mano nella vaschetta d’acqua attraversata dai fasci di ultrasuoni che, a pochi centimetri, sulla superficie dell’acqua, stavano provocando una evidente bruciatura puntiforme in un pezzetto di plexiglas.
Con apparecchiature «sorelle» di quella in uso all’IEO sono state trattate quasi 20.000 persone in una quarantina di centri in estremo oriente. All’istituto milanese i pazienti trattati finora sono quattro, con lesioni di vario tipo (al fegato e alle ossa), e, pochi giorni fa, la prima paziente con tumori (benigni) al seno. Sono i primi casi in occidente e i risultati sembrano confortanti per chi, come Paolo Arnone, era andato fino in Cina a sperimentare la tecnica: «Siamo ottimisti – dice - e crediamo che le potenzialità della metodica, associate all’esperienza dell’Istituto nella ricerca e nella cura dei tumori del seno, ci permetteranno di identificare le indicazioni terapeutiche più corrette, per anticipare il momento in cui la metodica entrerà nella routine clinica e il trattamento chirurgico del tumore della mammella sarà ancora più conservativo di quanto non lo sia oggi».
Entro un paio di mesi all’Istituto contano di concludere la fase di studio per la messa a punto del macchinario, stabilendo a quali pazienti può essere utile e su quali tumori. La speranza è quella di avere una risorsa terapeutica completamente nuova che possa aggiungersi quelle già esistenti, con un impatto clinico quasi nullo (per ora all’Istituto evitano di usarla soltanto su pazienti con gravi danni cutanei causati da precedente radioterapia, per evitare anche quel minimo surriscaldamento). «Le basi scientifiche e tecnologiche ci sono e sono consolidate – ha concluso Umberto Veronesi - i risultati sono incoraggianti e dunque, se opportunamente perfezionato, HIFU ha tutte le caratteristiche per sostituire, gradualmente e ove possibile, il bisturi del chirurgo».
Donatella Barus
Siamo in OT perenne, si dovrebbero forse spostare i messaggi relativi al tumore nella sede appropriata.
Edited by oro - 14/12/2009, 04:21