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La malattia di Crohn..., ...una malattia poco conosciuta

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rubinia
view post Posted on 13/3/2007, 21:32




CITAZIONE (flipperina @ 16/2/2007, 22:13)
.

a proposito...qualcuno ha letto il libro: IL POTERE CURATIVO DEI CIBI di M.T. MURRAY, edizione RED?

si...splendido per semplicità...ne trovi anche postate delle parti in alcune vecchie discussioni...

ha ragione roby, gran lavoro... vale la pena di farne una monografia..^_^
 
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Lore29
view post Posted on 22/3/2007, 09:11




Io ho sentito dire peste e corna dell'acido butirrico che, tanto per tirare in ballo di nuovo la Kousmine, sembra danneggiare la vit F e permeablizzare la parete dell'intestino con tutte le conseguenze...
Eppure numerose ricerche hanno portato a galla l'effetto positivo dell'acido butirrico sul colon infiammato, purchè tale acido arrivi intatto al colon. Quindi adesso è sul mercato questo nuovo prodotto Zacol NMX che promette ottimi risultati in caso di rettocoliti e crohn non particolarmente aggressivi

L’ACIDO BUTIRRICO
è il bioregolatore naturale del colocita

Fornisce energia al colocita
Favorisce riepitelizzazione della mucosa del colon
Rafforza l’effetto barriera della mucosa
Modula le funzioni del colon
Regola il ciclo riproduttivo del colocita



altra novità è questa:

Ricercatori individuano la molecola difettosa che scatena le malattie infiammatorie intestinali
[Data: 2007-03-15]


Un'équipe di ricercatori ha scoperto che le malattie infiammatorie intestinali, quali il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, sono provocate da un ciclo vizioso di segnali infiammatori scatenati da una molecola di segnalazione difettosa.

Il lavoro, finanziato in parte a titolo del Sesto programma quadro dell'UE, è pubblicato on line dalla rivista «Nature».

Le malattie infiammatorie intestinali, quali il morbo di Crohn, colpiscono più di quattro milioni di persone in tutto il mondo. I sintomi del morbo di Crohn includono dolore, diarrea, spossatezza e perdita di peso. Attualmente non esistono cure per questa condizione debilitante, sebbene possa esse gestita attraverso steroidi e immunosoppressori. La comprensione dei fattori che innescano l'infiammazione dell'intestino è un aspetto fondamentale della ricerca su queste malattie.

In quest'ultimo studio, gli scienziati hanno esaminato il ruolo di una molecola di segnalazione chiamata NF-kB, coinvolta in una serie di patologie con componenti infiammatorie, quali la sclerosi multipla.

Il nostro intestino contiene un numero molto elevato di batteri che ci aiutano a digerire gli alimenti che assumiamo, ma che, se penetrano nelle pareti dell'intestino, possono provocare malattie. Per evitare questo processo, il nostro intestino è rivestito di uno strato di cellule chiamato epitelio, che agisce da barriera, mantenendo i batteri nel luogo in cui devono stare all'interno dell'intestino.

Per studiare il ruolo della molecola NF-kB in questo contesto, i ricercatori hanno creato topi le cui cellule epiteliali intestinali non producevano una proteina chiamata NEMO, che attiva la molecola NF-kB. I topi hanno quindi sviluppato una grave infiammazione intestinale, simile alla colite negli umani e un esame più approfondito ha rivelato che il rivestimento del loro intestino era stato danneggiato, consentendo ai batteri di penetrare nelle pareti dell'intestino e scatenando un circolo vizioso di segnali infiammatori che causano i sintomi della malattia.

«L'NF-kB funge da segnale di sopravvivenza per le cellule», ha spiegato Manolis Pasparakis dell'Università di Colonia. «Senza la molecola, le cellule hanno maggiori possibilità di morire ed è ciò che è accaduto nell'intestino dei nostri topi; le singole cellule epiteliali sono morte, distruggendo il rivestimento dell'intestino».

Quando i batteri si fanno strada sulla parete intestinale attraverso l'epitelio dell'intestino, scatenano una forte risposta del sistema immunitario intestinale. Alcuni dei segnali inviati dal sistema immunitario danno luogo ai sintomi dell'infiammazione.

«Ecco dove il circolo vizioso si chiude», ha commentato Markus Neurath dell'Università di Magonza. «I segnali infiammatori raggiungono anche le cellule epiteliali che, a causa dell'assenza dell'NF-kB, sono molto sensibili e muoiono. Il decesso di più cellule epiteliali crea buchi più profondi nel rivestimento dell'intestino, lasciando così penetrare un numero maggiore di batteri. Il risultato è una costante risposta immunitaria che porta ad un'infiammazione cronica simile alle malattie infiammatorie intestinali che conosciamo negli esseri umani».

Dato che il sistema immunitario dei topi è simile a quello umano, i ricercatori auspicano che il loro lavoro favorirà lo sviluppo di nuovi trattamenti per queste dolorose malattie.


 
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Roby 64
view post Posted on 1/5/2007, 21:56




Skorpy mi ha segnalato questa notizia:
In difesa dell’intestino arriva Nemo: la proteina scudo
E’ frutto di un’ambiziosa ricerca italo-tedesca la scoperta della proteina Nemo. Questa molecola che prende il nome del pesciolino rosso così amato dai bambini è in grado di proteggere l’intestino e di mettere sulla difensiva le cellule dell’epitelio di fronte alla presenza dei batteri. Arianna Nenci, della Mouse Biology Unit dell'European molecular biology laboratory di Monterotondo e Manolis Pasparakis, dell'istituto di genetica dell'Università di Cologne - in collaborazione con Silvio Danese, dell'Unità operativa di Gastroenterologia dell'istituto clinico Humanitas di Rozzano - hanno scoperto l’esistenza di Nemo. Fino ad oggi, infatti, la sua esistenza era soltanto ipotizzata e mai dimostrata.
Nemo ha grandi potenzialità: è in grado di individuare e distinguere i batteri presenti nella flora intestinale e di proteggerla dall’aggressione di agenti esterni e dannosi. Con la sua azione difensiva rappresenta un utilissimo alleato contro le malattie intestinali più comuni, come la rettocolite ulcerosa o il Morbo di Crhon.
Come spiegato sulla prestigiosa rivista Nature che ha pubblicato i risultati dello studio italo-tedesco, in assenza della proteina Nemo la flora batterica è più esposta ad agenti esterni e i batteri riescono a penetrare molto più facilmente. Gli scienziati hanno dichiarato che la scoperta dello scudo-Nemo potrebbe contribuire a far luce sulle cause della colite ulcerosa, ad oggi ancora oscure. Si è sempre creduto, infatti, che questo disturbo sia provocato da una reazione immunologia spropositata dal parte dell’intestino alla presenza di alcuni batteri endogeni, ma adesso l’ipotesi ventilata dagli scienziati è che la causa sia da ricercare in un malfunzionamento di Nemo o addirittura nella sua assenza.

http://www.paginemediche.it/it/news/news/d...udo.aspx?c2=399
 
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flipperina
view post Posted on 4/5/2007, 12:58




Grazieimage

avevo letto la notizia di "Nemo" velocemente e ne approfitto per postare anche questo.

Ps. non so se avrò tempo per continuare questa discussione ma se troverò altri stimoli utili aprirò altro Topic per riuscire a sintetizzare un pò meglio ed evitare dispersioni inutili. Grazie!! image



"Alla ricerca di NEMO,
messaggero speciale dell’intestino
Scoperta la proteina coinvolta nella patogenesi della malattia di Crohn e colite
ulcerosa. Ruolo chiave nell’infiammazione intestinale.
Milano, martedì 3 aprile 2007 – Riconosce e combatte i batteri presenti nella flora intestinale
prevenendo malattie infiammatorie croniche diffuse come malattia di Crohn e rettocolite
ulcerosa. Si chiama NEMO ed è una proteina presente nell’epitelio dell’intestino in grado di
mettere in allerta la cellula contro i batteri e che funziona come efficace scudo naturale.
La scoperta pubblicata su Nature in un articolo dal titolo “Epithelial NEMO links innate
immunity to chronic intestinal inflammation” è frutto del lavoro di un gruppo di ricercatori
guidati da dalla dott.ssa Arianna Nenci, ricercatrice presso il Mouse Biology Unit dell’EMBL
di Monterotondo, e dal dott. Manolis Pasparakis dell’Istituto di Genetica dell’Università di
Cologne (Germania) in collaborazione con il dott. Silvio Danese, medico-ricercatore dell’Unità
Operativa di Gastroenterologia dell’Istituto Clinico Humanitas, il Laboratorio di Immunologia
Clinica dell’Università di Mainz (Germania) e il Center for Organogenesis dell’Università del
Michigan (USA).
Le malattie infiammatorie croniche intestinali come la malattia di Crohn e la colite
ulcerosa si manifestano in modo diverso da paziente a paziente per sintomi, decorso clinico ed
impatto sulla qualità di vita di chi ne è affetto. Sono malattie a causa sconosciuta: l’ipotesi
patogenetica prevalente è quella di una reazione immunologica abnorme da parte dell’intestino
nei confronti di antigeni, per esempio batteri normalmente presenti nell'intestino. Questo
squilibrio immunologico può instaurarsi per un’alterata interazione tra fattori genetici propri
dell’individuo e fattori ambientali. Lo studio ha dimostrato che in assenza dello scudo NEMO, la
barriera intestinale risulta alterata e i batteri possono entrare.
L’azione di NEMO è direttamente implicata anche nella azione patogenica della molecola
TNF (Tumor Necrosys Factor), presente nella mucosa intestinale e citochina chiave nei
processi infiammatori.
“La scoperta – spiega il dott. Silvio Danese, medico-ricercatore dell’Istituto Clinico Humanitas
– ha dato un’ulteriore conferma del ruolo cruciale della TNF nelle malattie intestinali come
malattia di Crohn e colite ulcerosa. La molecola TNF è infatti una citochina infiammatoria,
che costituisce la ‘parola’ con cui il sistema immunitario comunica e che altera l’integrità della
omeostasi intestinale”. Presente in concentrazioni molto basse nel nostro organismo, il TNF
aumenta in corso di infiammazione, divenendone il motore. Bloccando il segnale di questa
citochina si blocca anche l’infiammazione: “La scoperta del legame di NEMO con il TNF
mostrano – aggiunge Danese – come ricerca e pratica clinica stiano andando nella giusta
direzione per la cura delle malattie infiammatorie croniche intestinali. In particolare, l’utilizzo
dei farmaci biologici di ultima generazione come anticorpi anti-TNF, che bloccano la citochina
e di conseguenza l’infiammazione, sono una realta’ oggi nella pratica clinica della cura delle
malattie infiammatorie croniche intestinali. Con la scoperta dello ‘scudo’ NEMO, potrebbero
aprirsi nuovi importanti scenari clinici, come la creazione di un farmaco che re-integri
l’attività di questa proteina fondamentale”."
 
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flipperina
view post Posted on 4/5/2007, 21:19







A proposito di rimedi alternativi...in una delle mie tante incursioni in rete alla ricerca di materiale sulla malattia ho trovato questa curiosa terapia...non ne avevo mai sentito parlare:

http://www.satterapia.com/appdig.htm

http://www.satterapia.com/sat1.htm


:huh: ^_^
 
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flipperina
view post Posted on 6/5/2007, 12:28




Il dolore è un elemento più o meno costante della malattia, in alcune forme permane sempre in sottofondo, poi si possono avere dei periodi in cui il dolore si allontana per presentarsi solo in attacchi più sporadici.

Le fitte e i crampi sono alle volte così forti da togliere ogni forza al soggetto, molto debilitanti, lasciano scosso tutto l'organismo della persona.

La maggior parte delle volte è necessario ricorrere ai farmaci per attutire il dolore ma.... come rimedi naturali esiste qualcosa?


"si può assumere Valeriana officinalis, 20 gocce 3 volte al giorno.
Per l'effetto calmante è molto utile anche il decotto di olmo rosso americano: si prepara versando 2-3 cucchiaini da tè di erba polverizzata in acqua (circa una tazza), da far bollire per 15 minuti. La
dose massima è di 3 tazze al giorno», suggerisce il dottor Dalla Vedova.

Alla fitoterapia si può ricorrere anche per calmare gli spasmi intestinali. In particolare, è utile melissa in tisana (2 cucchiai per tazza, più volte al giorno), oppure in tintura madre (30 gocce, 3 volte al giorno), o,
ancora, sotto forma di olio essenziale
(3-5 gocce su una zolletta o in una tisana 2-3 volte al giorno). In alternativa, è indicata la menta in tintura madre (30-50 gocce, 2-3 volte al giorno) o olio essenziale (2-3 gocce su una zolletta di zucchero, 2-3 volte al giorno).

Finocchio, aneto, anice e cumino,
invece, oltre a sedare i dolori, svolgono anche un eccellente effetto carminativo, ossia aiutano ad espellere i gas in eccesso. Si assumono in tintura madre (20 gocce, 2-3 volte al giorno), oppure capsule, compresse o succo (posologia sulle confezioni).
Anche per attenuare l'ansia, che, come visto, molto spesso è causa, o concausa, della colite, è sempre utile associare ai fitoterapici che agiscono a livello del colon piante dall'azione sedativa e ansiolitica.

Tra queste, sono utili: l'avena (antidepressiva, ansiolitica e calmante) in gemmoterapico (50 gocce, 2 volte al giorno), l'escolzia, 30-50 gocce di tintura madre, 2 volte al giorno, passiflora (antispasmodica, oltre che calmante) in infuso (un cucchiaino per tazza di acqua bollente 2 volte al giorno) o in tintura madre (30 gocce 2 volte al giorno)."
 
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flipperina
view post Posted on 7/5/2007, 20:08




E se fossero i denti? :ph34r:



Tratto da Lorenza Acerra:

"...una paziente con morbo di Crohn che ha avuto una storia di reazioni negative all’esposizione all’amalgama:

-M., piano piano fa la rimozione protetta dell’amalgama, ottiene dei miglioramenti lievi, ma la sua autonomia non migliora più di tanto
nonostante si aiuti con alimentazione e varie tecniche naturali (yoga, supplementi, fitoterapia, etc.).
L’EAV e il test della procaina rivelano il coinvolgimento di due denti devitalizzati, essi agiscono da blocco di cemento sul sistema di
regolazione. Un dente devitalizzato lo estrae da un dentista, poi tentenna e si rivolge ad altri due dentisti olistici che le propongono di
salvare l'altra radice (il primo le aveva proposto un ultra-sicuro impianto di titanio .., l’altro le aveva proposto di rifare la cura
canalare coinvolta e farci sopra una bella capsula!) Poi la paziente si decide per conto suo e fa estrarre la radice restante con
raschiamento dell'osso coinvolto e guarisce dal morbo di Crohn.

Ci sono dei casi in cui è più olistico smettere di voler salvare a tutti i costi una radice mal messa e dubbia: questa paziente guarirà solo nel
momento in cui verrà bonificato anche il secondo dente devitalizzato.

Per non perdere la salute di questi pazienti bisogna aprire un nuovo capitolo dell'odontoiatria biologica e cioè quello in cui sia il
paziente che il dentista avviino una valutazione che consiste nel capire se la presenza del cadavere dentale nell'organismo è ancora
accettabile oppure non lo è più.

Chi è ben informato può permettersi di valutare la clinica, la radiografia digitale o la Tac, etc., e decidere quando estrarre e bonificare
l'osteite sottostante o quando attingere a un compromesso rispetto all'estrazione.

-"
 
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flipperina
view post Posted on 12/5/2007, 10:23




Una riflessione: quando ci si incotra e scontra con una malattia seria come questa, se si è persone curiose, una volta iniziate le terapie tradizionali viene credo spontaneo pensare all'alternativa :huh: però dopo un pò di tempo che vedo come stanno amici che stanno combattendo mi viene da concludere una cosa.

E' un nostro diritto e dovere studiare, approfondire, cercare cause e rimedi ma...quando la malattia fa capolino per una serie di motivi...è difficile rivolgersi a cure alternative perchè l'invadenza della malattia è talmente forte che ha più forza di noi.

Bisogna allora essere realisti. Fra gli amici che ne soffrono devo anche constatare che chi ha fatto e fa uso delle tarapie alternative di solito ha una forma di Crohn meno pesante...e qui verrebbe voglia di chiedersi se è nato prima l'uovo o...

In ogni caso essere realisti significa anche considerare che se il Crohn ci porta a sanguinamenti massivi non si può che andare in H. e stare a quello che ci consigliano i medici.

NOn sopporto la supponenza di certi baroni universitari ma di fronte ad uno stato avanzato della malattia e dei disturbi solo chi c'è passato sa il senso di impotenza e di debolezza che si prova.

A quel punto non c'è alternativa che tenga, ci si deve affidare a loro.

Il problema è che anche fra i medici alternativi c'è un atteggiamento di chiusura gli uni verso gli altri...addirittura un fitoterapeuta che non vuole sentir parlare di omeopatia e fiori di Bach ad esempio...insomma sono a comparti stagni fra loro...figuriamoci se ci si azzarda a chiedere ad un gastro che cura da anni il Crohn a suon di cortisone se non sarebbe il caso di pensare ad usare la boswellia o altre cure... :alienff:

Viene rabbia a pensare ad un sistema che in definitiva di "obbliga" a non scegliere, all'imposizione di certe cure ma per ora non vedo altra soluzione. :ph34r:
 
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Roby 64
view post Posted on 12/5/2007, 17:52




Proprio vera questa riflessione flip! Ho notato con grande rammarico, che anche chi si definisce olistico, in fondo non lo è per niente.
Non per offendere nessuno, ma anche in questo forum si sono alternate diverse persone con in mano la ricetta per eliminare tutti i mali, ma il più delle volte, si fa fatica a parlare di altre possibili concause e cure, con loro. Come dici te, a compartimenti stagno. :(
 
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flipperina
view post Posted on 13/5/2007, 19:17




image image

...ehh dal momento che il panorama è come lo dici tu Rob, la cosa migliore è cercare di imparare il più possibile nei momenti di calma della malattia per poi semmai trarne vantaggio in caso di bisogno!


...proseguendo con le "ricerche" è bene fissare il significato di malattia autoimmune dal momento che anche la malattia di Crohn viene annoverata fra queste:

http://www.broussais.it/sezione-5-sottosez...-autoimmuni.htm


ma il morbo di Crohn è davvero una malattia autoimmune come ci hanno sempre voluto far credere? :huh:
 
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flipperina
view post Posted on 8/6/2007, 17:00





Aminoacidi e loro utilizzo nei casi di malattia di Crohn.

Strettamente collegato al quesito se la malattia di Crohn sia o meno una malattia del sistema immunitario mi è sorto questo dubbio.

La riflessione è nata dalla prescizione di aminoacidi che dovrò assumere nei prossimi giorni per supplire ad una mancanza di appetito persistente.

leggendo le indicazioni relative al farmaco-integratore che mi è stato consigliato ho letto, sia pure assai velocemente, che sarebbe indicato a rafforzare il sistema immunitario.

Mi sono chiesta allora se assumerlo nel caso di malattia di Crohn sia potenzialmente pericoloso.

Il ragionamento è il seguente:

- il morbus Crohn comunemente viene trattato come una malattia autoimmune

-comunemente le malattie autoimmuni sono considerate scatenate da un sistema immunitario eccessivamente funzionante

....se queste premesse fossero esatte allora assumere qualcosa che rafforza il sistema immunitario...potrebbe risultare dannoso.

La cosa merita di essere approfondita...
 
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flipperina
view post Posted on 9/6/2007, 21:20




Scoperti i geni di sette diffuse malattie

di Carola Frediani
07/06/2007
Un massiccio studio condotto in Gran Bretagna identifica le variazioni genetiche legate a importanti patologie comuni: dall'ipertensione al diabete, dal morbo di Crohn all'artrite reumatoide, dai problemi cardiaci al disturbo bipolare.
Qualcuno già la chiama una rivoluzione genetica. Di sicuro il corposo studio appena concluso in Gran Bretagna – e finanziato dal Wellcome Trust - aumenta la nostra conoscenza sull'origine e sul funzionamento biologico di alcune comuni malattie: ipertensione, patologia coronaria arteriosa, artrite reumatoide, malattia di Crohn, disturbo bipolare e tipi 1 e 2 di diabete.
Lo studio – che ha coinvolto 50 gruppi di ricerca per un totale di 200 scienziati – ha analizzato il Dna di 17 mila persone (alcune sane, altre colpite dalle suddette patologie) individuandone le differenze genetiche. Per fare ciò e su tale scala sono stati utilizzati dei chip genetici capaci di fotografare centinaia di migliaia di marcatori del Dna (le variazioni più comuni nelle sequenze di Dna). L'operazione permette di verificare l'azione di migliaia di geni con un solo esperimento.
Gli scienziati hanno così trovato 17 varianti genetiche – geni singoli o regioni genetiche – presenti in queste sette patologie, rinvenendole in parti del genoma (il patrimonio genetico di un organismo) che in precedenza non erano state associate alle malattie. Le principali scoperte riguardano un gene comune sia al diabete di tipo 1 che al morbo di Crohn, un altro che aumenta il rischio di contrarre malattie cardiache e varie regioni genetiche legate al diabete di tipo 2. Lo studio conferma inoltre il ruolo decisivo che i gruppi di geni, più che le loro espressioni singole, giocano nello sviluppo di patologie.
Secondo Peter Donnelly, il presidente del consorzio che ha condotto lo studio, siamo di fronte a un nuovo giorno: "in 12 mesi abbiamo appreso di più che negli ultimi 15 anni", ha commentato, aggiungendo che l'identificazione dei geni responsabili di queste malattie (sempre in concorso, va ricordato, con cause ambientali) permetterà agli scienziati di comprenderle meglio, di individuare chi è più a rischio, e, col tempo, di produrre cure più efficaci e personalizzate.
Mark Walport, il direttore del Wellcome Trust, ha infine specificato che i dati saranno resi disponibili al pubblico affinché gli studiosi di tutto il mondo possano avere immediato accesso ai risultati.
I risultati della ricerca:
Malattia di Crohn: sono stati trovati 8 nuovi legami genetici che aumentano la predisposizione di un individuo alla malattia, che è una patologia cronica infiammatoria dell'apparato digerente.
Artrite reumatoide: la ricerca ha evidenziato tre zone del genoma che possono avere un ruolo nel predisporre un individuo alla malattia
Diabete: lo studio ha rilevato 4 regioni del genoma che aumentano il rischio del tipo 1, ed ha confermato che anche il diabete di tipo 2 ha una componente genetica.
Disordine bipolare: lo studio ha identificato geni che giocherebbero un ruolo nello scambio tra le cellule nervose. Il disordine bipolare è anche noto come malattia maniaco-depressiva.
Patologia coronaria arteriosa: gli scienziati hanno identificato diverse regioni genetiche che aumentano il rischio di malattia cardiaca.
Ipertensione: lo studio suggerisce che l’ipertensione sia prodotta da una serie concomitante di cause, tra cui tre geni identificati dallo studio."



Fonte: http://www.visionpost.it/index.asp?C=5&I=1806


...non so se c'è bisogno di commentare...mi viene solo da dire che tutti questi studi e queste risorse impiegate non portano mai a niente di concreto...del resto: a chi ha in proprio potere la salute degli altri conviene trovare la cura per malattie croniche che necessitano di cure continue? :angry:
 
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flipperina
view post Posted on 10/6/2007, 10:31




In mezzo a tanta sofferenza...si riesce a trovare anche delle buone notizie:


Nuoterò con te ma contro di te. Cronaca di un anno di convivenza con il morbo di Crohn
Cioni Teresa

Prezzo: € 6.50

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Descrizione
Una giovane ragazza, sportiva e piena di vita, scopre di essere affetta dal "morbo di Crohn" (patologia cronica infiammatoria dell'apparato digerente), una "malattia" non mortale grazie alle moderne cure, ma da cui non è possibile guarire e che condiziona profondamente la vita di chi ne è affetto. Sorretta dai genitori, dal fidanzato e da un medico molto capace che l'aiuteranno a conoscere e comprendere il suo problema, riuscirà ad accettare la propria malattia, trasformandola addirittura in un'esperienza positiva. Troverà infatti grazie a essa una nuova consapevolezza di vita, vivendo ogni attimo senza più dare niente per scontato, ma anzi lottando per raggiungere i propri obiettivi.


e qui il link dove si possono leggere in anteprima delle pagine di questo libro davvero molto belle:

https://digilander.libero.it/gazzprinc/arti...3/nuotero1.html

(per scorrre le varie parti basta cliccare in basso a destra sui link che indicano le varie parti del racconto).


Complimenti Teresa per quello che hai tratto da questa esperienza terribile!!
 
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flipperina
view post Posted on 10/6/2007, 15:14






Ho ritrovato questo documento che avevo salvato, molto ben spiegato. Buona lettura :)

"Intestino e sistema immunitario

07/07/2006 - Catia Trevisani


Con i suoi 300 mq di estensione l’intestino rappresenta il fronte immunitario più importante, contenendo circa l’80% delle cellule immunitarie dell’organismo. Ecco gli alimenti per potenziare la sua azione e migliorare la salute generale.

I nostri vecchi sapevano bene che un intestino in ordine è alla base di un’ottimale resistenza alle malattie e non disdegnavano di ricorrere ai clisteri al minimo segnale di malessere, soprattutto da raffreddamento. Da parte loro, l’Igienismo ed il Metodo Kousmine hanno fatto delle pulizie intestinali una colonna fondamentale del loro sistema di cura, mentre la stessa Iridologia (l’analisi dell’iride per il riscontro dello stato di salute) evidenzia la posizione centrale dell’intestino.

A confermare l’importante ruolo dell’intestino nella salute generale dell’organismo è anche la ricerca scientifica più recente che ha scoperto l’esistenza di quello che oggi viene chiamato il “sistema immunitario intestinale”. Di che si tratta? Come è noto, la principale funzione del sistema immunitario è quella di riconoscere e discriminare tra ciò che appartiene al nostro organismo (self) e ciò che gli è estraneo (non self), lo scopo è intercettare ed eventualmente distruggere l’elemento estraneo. Ora, l’intestino è un viscere cavo rivestito da una mucosa (tappeto che riveste la parete interna) in costante rapporto con l’ambiente esterno. In altre parole, fa da interfaccia tra l’organismo e l’ambiente esterno, essendo il principale luogo di contatto tra self e non self (sostanze presenti nei cibi). Le sostanze ingerite infatti possono superare la barriera intestinale e penetrare nel sangue e nella linfa entrando così a far parte del nostro organismo perdendo la loro valenza antigenica.


300 mq di fronte immunitario

L’intestino, con la sua superficie di 300 mq è l’area più estesa dell’organismo sottoposta a costante stimolo antigenico, quello degli alimenti ingeriti, è il fronte immunitario più importante del corpo, contenendo circa l’80% delle cellule immunitarie dell’organismo. A livello intestinale il sistema immunitario è rappresentato da un tappeto linfatico che si estende al di sotto dell’epitelio di rivestimento della mucosa intestinale, in cui si trovano i follicoli linfatici che producono cellule immunitarie, le cosiddette placche del Peyer; dagli aggregati linfoidi specifici della mucosa e della sottomucosa che si trovano in numero crescente dal piloro (tratto iniziale dell’intestino tenue) alla valvola ileocecale (tratto finale), costituite da linfociti B (che producono anticorpi) e linfociti T; dalle IgA, anticorpi specifici che ricoprono la mucosa come una pellicola protettiva.


L’appendice
A rafforzare il tutto c’è poi l’appendice, un vero e proprio organo “sentinella”, che grazie alla particolare ricchezza di tessuto linfatico, fa da richiamo ogniqualvolta ci sia una situazione infiammatoria e di “pericolo” a livello intestinale, producendo una sostanza lubrificante e lisozima che mantiene equilibrata la flora intestinale.
Tutte le cellule immunitarie hanno un periodo vitale di tre giorni, pertanto vengono continuamente rinnovate così come accade alle cellule della mucosa intestinale.
Il sistema immunitario intestinale ha la funzione di permettere l’assorbimento delle sostanze nutritive senza che queste scatenino reazioni immunitarie pericolose come accade nel caso delle intolleranze alimentari, inoltre consente l’eliminazione di microrganismi patogeni ed eventuali sostanze tossiche introdotte con gli alimenti. Pertanto esso funziona non tanto come una barriera, ma più che altro come un filtro che seleziona le sostanze compatibili da quelle incompatibili.

L’efficacia di questa funzione è garantita dalla presenza di una flora intestinale equilibrata che funge da attivatore aspecifico del sistema immunitario intestinale, mentre un suo squilibrio determina un carico tossinico ed un’alterazione della risposta immunitaria.

Quando ciò accade, il sovraccarico tossinico può causare l’iperattivazione della reazione immunitaria di tipo umorale con i relativi sintomi allergici, o l’ipoattivazione della funzione di filtro con conseguente passaggio di un’eccessiva quantità di sostanze estranee.

Tutto questo comporta l’instaurarsi di uno stato di infiammazione prima localizzato a livello intestinale con sintomi di gonfiore, dolore, tensione, infine lo stato infiammatorio diffonde nell’intero organismo ponendo le basi di malattie croniche a carico di diversi organi e apparati anche distanti dall’intestino. In primo luogo saranno localizzate a livello cutaneo, in seguito a livello respiratorio fino ad un’intossicazione generale del sangue e in particolare del sistema nervoso con sintomatologie di tipo psichico, depressione, nervosismo, ansia, agitazione, sensazione di panico, ecc.


Le alterazioni più comuni
Fattori responsabili delle più comuni alterazioni della flora batterica sono:
- l’intossicazione da metalli pesanti, inquinanti, additivi, farmaci (antibiotici o anche lassativi);

- la carenza di fibre vegetali dovuta allo scarso consumo di verdure, frutta e all’uso di cereali raffinati (pane, pizza, pasta).

In particolare, la riduzione della massa fecale rallenta il transito e favorisce il ristagno delle sostanze tossiche. I batteri che predominano nella flora intestinale sono i bacteroidi che convertono gli acidi biliari colico e desossicolico in acido alcolico e 3-metilclorantrene che sono sostanze cancerogene.

In una dieta ricca di fibre prevalgono invece i lattobacilli che non catabolizzano gli acidi biliari, mentre l’eccesso di proteine animali fanno prevalere gli escherichia e i clostridi. Inoltre, l’abuso di grassi insaturi idrogenati (oli di semi industriali, margarine) e di grassi saturi (animali), soprattutto quelli contenuti nel latte e derivati, rendono la sottile mucosa che riveste il tenue estremamente porosa, facilitando il passaggio di microbi e tossine e l’innesco della reazione immunitaria (infiammatoria); mentre lo zucchero raffinato favorisce i colibacilli. Anche gli stress emotivi prolungati e ripetuti, determinando uno squilibrio del sistema nervoso vegetativo possono alterare la funzionalità intestinale.


Alimenti pro-intestino
Evidenziati quelli che sono i più comuni errori di carattere alimentare vediamo ora come è possibile integrare la dieta con cibi in grado di favorire il riequilibrio della flora intestinale.
Lo yogurt vaccino è spesso tra gli alimenti consigliati, ma possono permetterselo solo gli individui non linfatici (colore dell’iride scuro, nero o marrone), coloro che non soffrono di allergie, di colite, di alterazioni del sistema neurovegetativo e che non denunciano un livello di infiammazione intestinale elevato. Il suo consumo deve comunque essere sempre moderato, altrimenti è consigliabile ricorrere a yogurt preparato con latte di soia, o di riso e l’utilizzo di fermenti lattici (Lactobacillus acidophilus, L. bifidus) ottenuti da colture su base vegetale.

Ottimi sono gli alimenti fermentati: crauti, insalatini (tipici della cucina macrobiotica). Molto interessante è anche il consumo di miso.

Il metodo Kousmine consiglia, come protettori della mucosa intestinale, almeno due cucchiaini al giorno di oli di semi biologici spremuti a freddo (girasole, o lino, o germe di grano); mentre l’Igienismo raccomanda le corrette combinazioni alimentari, carboidrati e proteine in pasti diversi, e soprattutto il consumo di crudità all’inizio del pasto.

Per i tipi caldi, estroversi, di costituzione massiccia, più yang, sarà bene consumare più crudità; per i freddolosi, gli introversi, i “sensibiloni”, magari con occhi azzurri e incarnato chiaro sarà ottima la zuppa di miso quotidiana.

Tutti questi consigli, provenienti dalle grandi scuole di nutrizione vanno bene, ai fini di una alimentazione sana, in grado di favorire l’attività dell’intestino, si tratta solo di adattarli alle nostre esigenze personali e soprattutto di imparare ad ascoltare i segnali del corpo."


 
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Roby 64
view post Posted on 10/6/2007, 17:43




Molto interessante; grazie. Tra l'altro abbiamo imparato che l'appendice, a qualcosa, serve! ^_^
 
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82 replies since 16/7/2006, 21:01   25545 views
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