CITAZIONE (lxdevil @ 14/2/2013, 07:35)
a) non devi fermare la mente, la mente ti serve, devi solo zittirla, e la puoi zittire tenendola occupata .... p. es. visualizzando
b) l'importante é far tacere la mente, con ogni metodo possibile
Se permettete penso che abbiate ragione entrambi.
Il problema nasce perché nel ns. linguaggio mancano certe espressioni descrittive che in una sola parola identificano un intero processo. Parole codificate dalla filosofia e in ispecie dalla filosofia indiana.
La mente non si ferma nel senso comunemente inteso, altrimenti sarebbe la morte.
Nella meditazione si parte da una visione generale di quello che ci circonda e affinandosi mediante la concertazione (altra parola inesatta) si "ferma" su un piccolissimo particolare "penetrandolo" nella sua essenza fino ad identificarsi con esso.
Quindi c'è azione e nello stesso tempo immobilità.
Arjuna tendendo l'arco vede solo un punto estraniandosi dal resto del mondo al contrario degli altri che vedono una miriade di particolari che circonda l'oggetto.
Quando si raggiunge questo stadio la mente "tace" ecc.ecc.
Altro esempio preso dalla vita comune è questo:
Sino a poco tempo fa gli eschimesi cacciavano la foca con un semplice arpione sedendosi davanti un buco fatto nella banchisa aspettando che l'animale uscisse a respirare per arpionarlo.
Facile a dirsi perchè l'attesa a volte si protraeva per delle ore.
Ebbene, capitava molto spesso che il cacciatore, fissando un punto fisso per ore ed ore entrava in una specie di trance e non sentiva chi a volte gli parlava e lo toccava, pur rimanendo sempre vigile e fisso. Se il muso usciva agiva.
Non sapeva nulla di yoga ma realizzava quello che noi facciamo in una comoda stanza riscaldata. Questo fenomeno è stato a suo tempo studiato da qualcuno che si è preso anche la briga di chiamarlo "sendrome" di non so che cosa..non ricordo...
Ma non solo:
chiunque, se ha osservato un bambino nei suoi primi anni che guarda un cartoon, avrà notato che per stornarlo dall'attenzione bisogna richiamarlo diverse volte. Non è sordo è solo"concentrato" e la fa in piena semplicità.
Nella sua innocenza è ancora vicino alla natura e i suoi sensi non sono stati ancora "inquinati" come noi.
Cerchiamo se non imitare un eschimese almeno un bambino...
Personalmente avevo capito quello che intendeva Edra..meglio non sottilizzare, dai..
Skorpinia