Girando quà e là, cercando novità sull'argomento ho trovato
ne sito del:
© Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA)
Trieste-Italia 2001-2006
Quindi suppongo abbastanza referenziati.
All'indirizzo:
http://ulisse.sissa.it/Answer.jsp?questionCod=73728011Questo articolo/risposta che conferma le idee che mi sono fatto sull'argomento.
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Il Motionless Electromagnetic Generator, o MEG, è un dispositivo che appartiene alla famiglia dei cosiddetti "dispositivi a efficienza superunitaria" (overunity devices), apparecchi cioè a cui si fornisce energia di qualche tipo, ma che ne producono più di quella consumata. Per esempio, un MEG potrebbe funzionare con 10 Watt di corrente elettrica, e produrne 40.
Nessun overunity device ha mai funzionato in situazioni controllate. Inoltre apparentemente si potrebbe convertire uno di questi apparecchi in una sorgente inesauribile di energia semplicemente collegandone l'uscita all'ingresso: userei 10 dei 40 watt prodotti per alimentare l'apparecchio, e i restanti 30 per esempio per accendere una lampadina. Invece finora tutti questi dispositivi funzionano (o funzionerebbero, il condizionale è d'obbligo) solo se alimentati con energia esterna.
Tutti questi aggeggi funzionano secondo principi mai descritti quantitativamente, si fa appello a seconda dei casi a modifiche delle leggi dell'elettromagnetismo (ma non si forniscono in modo chiaro le leggi alternative), a "energia di punto zero", fluttuazioni quantistiche, potenza magnetica, conversione massa-energia, e cose simili che riempiono la bocca ma non dicono nulla.
Credo che ci si potrebbe fermare qui. Ma siccome il MEG viene citato spessissimo, in siti che gridano al complotto della scienza ufficiale, provo a entrare più in dettaglio, per i lettori interessati.
L'inventore del MEG è Tom Bearden. Molto materiale è disponibile nel suo sito. Secondo i suoi scritti, Bearden scoprì che i tecnici della Westinghouse, cercando l'origine di un guasto nel missile balistico Minuteman, avevano constatato che un alimentatore forniva in uscita il 105% dell'energia che assorbiva. Secondo il racconto, i tecnici, anziché concorrere per il Nobel, modificarono l'alimentatore in modo che si comportasse secondo le leggi della fisica, con un rendimento inferiore al 100%.
Ovviamente non esistono riscontri a questa storia. Bearden si mise quindi a ricercare sull'argomento, e arrivò a costruire una specie di trasformatore il cui nucleo è composto da due bracci uniti al centro da un potente magnete permanente. Su ciascun braccio sono posti due avvolgimenti: uno pilota, a bassa tensione (del'ordine dei 50 volt) e uno di uscita, ad alta tensione. Il nucleo è portato vicino alla saturazione dal magnete permanente. Quando la corrente circola nell'avvolgimento pilota, il nucleo va in saturazione, e secondo l'autore tutto il flusso magnetico viene deviato sull'altro braccio. Questo permetterebbe di ottenere variazioni consistenti di flusso con piccole correnti pilota, che a loro volta produrebbero corrente negli avvolgimenti secondari.
Nonostante il processo sia descritto dalle leggi dell'elettrodinamica classica, che prevede che comunque l'energia in uscita non possa superare quella in ingresso, Bearden sostiene che l'energia venga ricavata dal potenziale vettore del campo magnetico, che si "ricaricherebbe" da "onde longitudinali" presenti nel vuoto.
Queste onde non sono mai state osservate, né Bearden spiega come si potrebbe verificarne l'esistenza.
Il MEG è stato brevettato negli Stati Uniti nel 2002, ed è attualmente registrato sotto l'US Patent N. 6,362,718. Sottolineo che un brevetto non certifica che qualcosa funzioni, solo che l'idea descritta è originale e presentata dalla persona indicata. Però per brevettare una macchina a moto perpetuo, secondo i regolamenti USA, è necessario depositarne una, funzionante, presso l'ufficio, e verificare, dopo un anno, che non abbia mai smesso di produrre energia. Per un overunity device, apparentemente, questo non è richiesto. Bearden ha fornito molte spiegazioni relative al funzionamento del MEG, ma purtroppo nessuna ha un qualche senso. Ne esamino qui qualcuna, per dare un'idea, senza pretese di essere esaustivo.
- Nelle equazioni di Maxwell era originariamente presente un termine che è stato tolto da Lorentz per semplificare i calcoli, e che giustificherebbe il funzionamento del MEG (o la presenza di onde longitudinali).
Questo termine non esiste, in realtà. Lorentz suggerì una condizione (gauge di Lorentz) per scegliere il potenziale, una funzione matematica che descrive l'energia del sistema a meno di un termine arbitrario, e da cui poi si derivano i campi elettromagnetici. I campi che si ricavano, con la gauge di Lorentz o un altra, sono sempre gli stessi.
- La libertà di scegliere la gauge nelle equazioni di Maxwell ci consente di cambiare a piacere l'energia potenziale di un sistema elettromagnetico. Il termine arbitrario di energia, che secondo Bearden rappresenta l'energia di vuoto da cui si può attingere, è simile a un riferimento arbitrario di altezza: dire che siamo a 10 metri da terra, o a 100 sul livello del mare, non ci permette di guadagnare 90 metri di quota, fisicamente siamo alla stessa altezza. Allo stesso modo, scegliere una gauge differente, se cambia il valore nominale dell'energia di un sistema, non permette di sfruttare quest'energia: una volta scelta una gauge, non posso cambiarlo.
Bearden fa continuamente confusione tra energia potenziale ed energia utilizzabile. Sembra ignorare completamente che quel che conta, se si vuole estrarre energia da un sistema, sono le differenze di energia. Se l'energia nel sistema, calcolata in un certo modo, è altissima ma non varia, non ho produzione di energia utilizzabile all'esterno.
- Il campo elettrico prodotto dal MEG è dovuto all'attività di un non meglio specificato "vuoto attivo". Bearden giustifica quest'affermazione riportando equazioni di elettrodinamica in cui il "vuoto attivo" non ha mai avuto parte.
- L'elettrodinamica che utilizziamo, espressa con calcolo vettoriale, è insufficiente. Per ottenere la "vera" elettrodinamica occorre usare i quaternioni (enti matematici complicati).
È vero che l'elettrodinamica può essere espressa utilizzando quaternioni, ma i risultati, anche quelli citati da Bearden nei suoi scritti, sono ottenibili anche con il normale calcolo vettoriale. Per alcuni problemi, i quaternioni permettono di riscrivere con formule semplici, che però usano enti complicati, gli stessi fenomeni descritti da formule complicate, ed enti più semplici. La sostanza non cambia.
Bearden ha ottenuto un PhD (l'equivalente del nostro dottorato di ricerca) presso una delle molte università americane "non accreditate" (dove il titolo viene sostanzialmente comperato), con una tesi sul MEG. Questo gli permette di citare nei suoi scritti concetti di fisica abbastanza avanzati. Tuttavia la sua interpretazione di alcuni fenomeni fisici noti (per esempio la circolazione apparente di energia attorno a un magnete immerso in un campo elettrico) mostrano come fraintenda concetti anche elementari della fisica che critica. Manca inoltre completamente una trattazione matematica delle sue teorie, e anzi nella sua pagina lui rivendica questa come una scelta deliberata.
Purtroppo per lui, però, la matematica non è un accessorio della fisica, ma il linguaggio che consente di esprimere alcuni concetti in modo non ambiguo, e di fare previsioni quantitative sui risultati che la teoria prevede, in modo da poterla verificare.
Ma il problema di fondo resta: il MEG funziona?
In teoria la cosa è semplice da appurare, si misura l'energia elettrica fornita, e quella prodotta. In pratica, entrambe le misure non sono banali. Per misurare la potenza in ingresso occorre considerare che il MEG è alimentato utilizzando impulsi di forma poco regolare, e la corrente e tensione fornite non sono in fase. Occorre quindi una misura accurata delle forme d'onda degli impulsi, sia in corrente che in tensione, e un calcolo dell'energia corrispondente.
La misura dell'energia in uscita al trasformatore è molto più delicata. Innanzitutto si tratta di impulsi ad alta tensione e bassa corrente: è molto facile, in queste circostanze, avere accoppiamenti capacitivi parassiti, che fanno risultare sull'oscilloscopio con cui si eseguono le misure valori più alti di quelli veri. A complicare la misura c'è il fatto che l'effetto overunity non è presente se il MEG alimenta un carico resistivo, cioè un oggetto che assorbe una corrente proporzionale alla tensione. Occorre utilizzare particolari resistenze "condizionate" (sottoposte a scariche elettriche violente), che si comportano in modo non lineare. Ma queste resistenze danneggiate si comportano in modo poco intuitivo, e spesso non ripetibile.
I tentativi di replicare l'esperimento originale, basandosi anche sui dati contenuti nel brevetto, non hanno avuto in genere risultati positivi. Un tecnico francese, Naudin, afferma di esserci riuscito, ma le sue misure hanno gli stessi problemi di quelle originali di Bearden, o addirittura ha semplicemente utilizzato la scala sbagliata nell'oscilloscopio. La potenza in uscita dichiarata, inoltre, renderebbe incandescente la resistenza di carico che invece, come afferma lo stesso Naudin, si scalda molto meno di quanto le sue misure comporterebbero. Naudin descrive le sue misure in:
http://jnaudin.free.fr/html/tbfrenrg.htmIn Italia un gruppo di persone tenta da anni, a proprie spese, di costruire un MEG funzionante, ma finora è riuscito a ottenere solo rendimenti minori del 100% (il che depone sulla loro onestà e correttezza). Tra l'altro, nonostante il loro sia una replica precisa dell'esperimento di Naudin, trovano valori di corrente quasi esattamente 10 volte inferiori, il che rafforza l'ipotesi che quest'ultimo abbia fatto un errore di scala. Le misure sono descritte in:
http://www.progettomeg.it/specifiche0.htmPer una seria pagina critica sul MEG, consiglio di esaminare:
http://www.phact.org/e/z/bearden/Bearden ha espanso la sua attività al di là della creazione di energia dal "vuoto attivo". Una rapida scorsa sul suo sito permette di scoprire anche che:
- i sovietici hanno sviluppato armi a "onde longitudinali", che sono state utilizzate contro obiettivi statunitensi, come il volo TWA800. Nella descrizione di queste armi si parla di "caricamento di nuclei atomici con gravitoni", nel miglior linguaggio di Star Trek.
- In particolare i due Shuttle sono stati abbattuti con armi di questo tipo, non si è trattato di incidenti.
Come? Nel 2003 i sovietici non c'erano piu? Bravi furbi ci siete cascati, è tutto un cover-up, il KGB è più vispo (e più segreto) di sempre.
- Armi a onde longitudinali permettono di cambiare il clima. Difatti il clima negli Stati Uniti non è più quello di una volta, evidente prova dell'attività sovietica.
- Interazioni con onde longitudinali permette a cellule di dedifferenziarsi. Con stimoli elettromagnetici opportuni applicati a una frattura, i globuli rossi si dedifferenziano, sviluppano un nucleo, e quindi si ridifferenziano a formare il tessuto del callo osseo.
Una critica generale a questi dispositivi miracolosi, al di là delle critiche puntuali alla teoria lacunosa e inconsistente, o alle singole misure, è molto semplice. Se un dispositivo del genere, realizzabile in uno scantinato con 200 euro, fosse possibile, i fisici farebbero a gara per tentare di riprodurlo, e studiarlo. Nessun insabbiamento sarebbe tecnicamente possibile. E sicuramente qualche ditta si precipiterebbe a costruire apparecchi che sfruttano il fenomeno. Come Bearden e gli altri inventori di aggeggi simili non mancano di sottolineare, il problema della produzione di energia è uno dei più gravi della nostra civiltà. Una soluzione semplice, economica, non inquinante è semplicemente troppo attraente per poter essere bloccata, o ignorata.
A cura di Gianni Comoretto
Osservatoro Astrofisico di Arcetri
Firenze