| La datazione con il potassio-argon
L'isotopo radioattivo del potassio, K40, si trasforma in Argon A40 con emissione di radiazioni gamma. Siccome il potassio è presente quasi ovunque, i geocronologi hanno fatto largo uso di questo metodo malgrado abbia molti punti deboli :
1. Si verifica simultaneamente un'altra disintegrazione radioattiva: K40 si può trasformare anche in Calcio 40 con emissione di radiazione beta. Circa l’89% del Potassio radioattivo è così deviato verso questa reazione concorrente. Si correggono per questo le concentrazioni di potassio sulla base di una fuga verso il calcio del 92%, il che ha per effetto di avvicinare un po’ i risultati alle datazioni ottenute col metodo Uranio-Thorio-Piombo, generalmente più corte .
2. Vi è sulla terra molto più Argon 40 di quanto potrebbe essersene formato per disintegrazione del potassio: A40 rappresenta il 99,6% dell'Argon presente nell'atmosfera. É dunque difficile affermare che l’elemento figlio non era presente alla partenza. Le rocce vulcaniche, è noto, incorporano l’Argon 40 e l’Elio al momento della loro solidificazione; ad esempio le lave del Kilauea (Hawai), formatesi appena 200 anni fa, sono datate 22 milioni di anni col metodo del Potassio-Argon . Quanto alle altre rocce, sembra che l’Argon possa impregnarle in notevole quantità anche alla pressione atmosferica. Le rocce superficiali (ed è il caso dei fossili che si esumano) appaiono così molto più “vecchie” di quanto in realtà non siano .
3. Anche il potassio sembra molto mobile: si è potuto estrarre l'80% del potassio contenuto in una meteorite mantenendola per 4 ore e mezzo in una corrente d'acqua distillata . Le acque sotterranee e le piogge possono dunque falsare considerevolmente l’età apparente di un campione, aumentandola.
Il Potassio-Argon è quindi inutilizzabile per la datazione: sia l’elemento parente che l’elemento-figlio migrano e non c’è alcun mezzo per correggere i risultati e dedurne l’età reale. “Le lave del lago Kivu, datate 13 milioni di anni col Potassio-Argon, ricoprono delle conchiglie datate col C14 5.000 anni” . Davanti all'incoerenza di tali risultati si deve concludere che questo metodo fisico-chimico è inutilizzabile in un gran numero di casi.
La datazione con il C14
Questo celebre metodo ha valso al suo inventore, William Libby, il premio Nobel, e alcuni archeologi lo utilizzano ancora . Il Carbonio 14 si produce nell’alta atmosfera per la collisione dell’azoto (N14) con i protoni rapidi dell’irradiazione cosmica. Tutti gli esseri viventi lo assorbono. I vegetali con la fotosintesi, gli animali mangiando i vegetali. Alla loro morte il C14, instabile, si decompone poco a poco in azoto: in capo a 5.760 anni circa non ne resterebbe più che la metà. Con questo metodo per lo meno l’istante iniziale corrisponde bene all'avvenimento che si vuol datare. Le date si esprimono in anni B.P. (Before Present) ossia il numero di anni trascorsi dalla morte del materiale fino al 1950 (dopo il 1950, in effetti, gli esperimenti nucleari hanno raddoppiato la quantità di C14 nell’atmosfera). Parimenti, i corpi non viventi che scambiano con l’atmosfera incorporano C14. In teoria le datazioni con il C14 dovrebbero essere molto precise, poiché il periodo di emi-vita è relativamente breve. Si parla di una precisione di ±150 anni. In pratica i risultati sono così diversi che molti non sono mai stati pubblicati: “Se una data C14 conferma le nostre teorie, noi la facciamo figurare nel testo principale. Se non le contraddice interamente, la releghiamo in nota. E se si allontana del tutto dal valore sperato, la lasciamo da parte”, riconosce uno specialista , il Dr. Brew. Questa mancanza di affidabilità si spiega facilmente: la percentuale di C14 nell'atmosfera è minima: un milionesimo di milionesimo del carbonio totale. La sua misurazione costituisce dunque una prodezza tecnologica, il che ha certamente contribuito al prestigio del metodo, ma si comprende ancor meglio come essa possa variare nel tempo come nello spazio. Il Dr. Winter nell’articolo già citato “La mancanza di affidabilità delle datazioni con il Carbonio 14” sostiene che : 1. Il tenore in C14 dell'atmosfera è raddoppiato dopo il 1965.
2. La distribuzione del C14 non è identica nell'emisfero N e S.
3. É eccezionale che le falde acquifere abbiano il contenuto in radio-carbonio “attuale”: Alcune sono più ricche, distribuendo dunque le date “nell'avvenire”, ma la grande maggioranza ne è molto povera. Ad esempio se si trasforma in età B.P. il contenuto in radiocarbonio dell’acqua di Plombières, in Francia, si arriva a 30-40.000 anni B.P.
4. Tali acque spiegano la presunta veneranda età di stalattiti che si formano sotto i nostri occhi. L’immagine mostra delle stalattiti formatesi in breve tempo in un edificio. ?
5. Sovente le formazioni carbonate attuali non hanno l’età richiesta. Come le conchiglie di Piombino in Italia che, malgrado il loro aspetto giovanile, sono state datate 4.000 anni B.P. Infine, bisogna escludere come “non affidabili” tutti i materiali suscettibili di infiltrazioni (ossa, conchiglie, ecc...) tanto che le sole misure serie sarebbero quelle effettuate su legno e carbone di legno. Un legno dell’epoca romana è tuttavia stato datato 4.000 anni a.C. .
I princìpi di questo metodo di misura spiegano queste imprecisioni:
- Il tenore in C14 era molto diverso nel passato se il bombardamento dell’irradiazione cosmica era differente. Nel capitolo sul diluvio verrà esposta la teoria relativa alla presenza di un denso strato di vapore acqueo nell’atmosfera terrestre primitiva, che, intercettando le radiazioni cosmiche, doveva ridurre la formazione del C14: i campioni antidiluviani sarebbero così molto più recenti di quanto non sembrino.
- Il campo magnetico terrestre decresce rapidamente. Estrapolando verso il passato i valori osservati da Gauss nel 1835, si ottiene un raddoppio ogni 1.400 anni. Un intenso campo magnetico avrebbe per effetto di proteggere la terra deviando i protoni cosmici verso i poli; in questo caso, l’invecchiamento anormale dovuto al metodo andrebbe crescendo risalendo allindietro nel tempo .
- Migrazioni di C14 sono possibili. Le ossa assorbono dalla materia organica circostante. É difficile sapere se un campione è indenne da queste migrazioni .
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