| L'altro giorno ho sviluppato molto questo discorso con una persona a me cara, e dato che non mi ritengo soddisfatto del mio intervento (anche se mi ritengo soddisfatto del fatto che sia piaciuto a skorpy) ho deciso di riportare qui alcune considerazioni. Diciamo che la mia idea è sempre stata questa, noi abbiamo un conscio di veglia ed un "subconscio" che io chiamo oltreconscio o altro conscio per non farlo sentire inferiore, dato che sempre a mio modesto parere non lo è per nulla. Questo altro conscio non deve essere confuso con l'ego, anche se spesso è sotto il controllo dell'ego più del conscio di veglia, ma non è l'ego. Me ne sono reso conto durante un periodo della mia vita in cui il mio conscio di veglia era dominato dall'ego (con tutti i vantaggi materiali di sorta, come star simpatico agli altri, ottenere ciò che si desidera facilmente, etc.) mentre il mio altro conscio non riusciva a difendersi o farsi valere nei sogni. Da qui ho deciso di scontrarmi con la tripartizione dell'io. Ho pensato (e ricordato) che ogni tripartizione va a completarsi con un quarto elemento che simboleggia la "famiglia", ed in effetti quando noi facciamo il segno della croce, ad esempio, utilizziamo quattro movimenti eppure citiamo una trinità. Anche qui, io non sono un grandissimo estimatore di Freud, quindi mi sono messo a pensare ad un qualcosa per demolire la sua teoria, nonostante io ritenga la tripartizione una delle poche cose valide che quest'uomo abbia mai proposto. Io credo che le fondamenta dell'esistenza umana si reggano su diverse personalità (se dovessi dar loro un numero definito direi sette), che vanno a formare poi i due consci sopracitati, e che ciascuno di essi viva una delle due realtà mentre l'altro rimane rispettivamente sopito. Assumendo che l'ego (una di queste personalità) e le altre influiscano su questi due consci impedendogli spesso di lavorare insieme, salta subito alla mente la questione: la via per raggiungere il livello superiore di ragione, non sarà forse quella di arrivare ad una perfetta sintonia e comprensione tra questi due consci? In sostanza, se possiamo risvegliare ed attivare il conscio di veglia durante il sonno tramite esercizio costante e fatica, non potremo mica risvegliare anche l'altro conscio durante la veglia? Un altro quesito che mi sono posto è: non disponendo l'altro conscio di un corpo fisico da muovere e nutrire, trascorre tutta la propria vita nelle persone comuni in uno stato di semi-ibernazione. La sua memoria è terribilmente danneggiata dalle droghe e dalle nostre abitudini sciroccate come quella di fare tardi, mangiare pesante o bere troppo con gli amici. Arrivo al dunque: nonostante questo, il nostro altro conscio, che noi spesso fraintendiamo (e magari prevarichiamo) quando decidiamo di spostarci nel sogno senza rispetto per le sue decisioni, non sarà necessariamente più "potente" in termini di energia, dato che riposa molto di più del conscio di veglia e non si muove in un piano fisico? E se smettessimo di confonderlo con l'ego, e ci concentrassimo sull'educare simultaneamente queste due parti di noi? Pensate sia possibile vivere un'esistenza nella quale non si dorme mai, o meglio non ci si dimentica mai di nessuna delle due parti di cui il nostro io è composto, che unendosi ci condurranno al reale punto di congiungimento con l'anima, e poi, successivamente, con lo spirito (la vera completezza, la "famiglia" di cui parlavo)?
Da qui e se questa mia teoria fosse corretta dovrei chiedere scusa a Samadhi, in quanto io ho sempre inteso per "ego" il nostro altro conscio, mentre adesso sto rettificando, ed in conclusione, l'ego di cui parlo qui, forse è meglio che venga, se non distrutto, completamente immobilizzato. Ne ho conosciuto una piccola parte di quello che risiede dentro di me, e finchè non si è pronti a fargli una bella ramanzina attraverso la privazione di tantissime cose, meglio non averci a che fare: è una bestia.
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