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cancro

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rubinia
view post Posted on 19/8/2009, 08:24 by: rubinia




io in realtà ci speravo in una risposta di questo tipo...
mi hai fatto tornare in mente questo (di cui ayni secondo me sa dirti di più):
CITAZIONE
Il cancro e le forme cancerogene sono proliferazioni cellulari anarchiche che fanno la loro comparsa e si sviluppano in una determinata zona dell'organismo. Se vengono avvistate in tempo, la malattia può essere circoscritta sin dal principio; in caso contrario vi è l'espansione. L'organismo viene aggredito, colonizzato dalle cellule cancerogene che viaggiano attraverso il sistema sanguigno.
Data la gravità di questa malattia, ricordiamo le caratteristiche principali del suo processo:
disordine sotterraneo, inconscio e indolore all'inizio
sviluppo anarchico per perdita dei punti di riferimento cellulari
invasione dell'organismo mediante colonizzazione
colonizzazione mediante "effrazione" delle zone interessate
contaminazione dell'organismo attraverso il circuito sanguigno o linfatico
conclusione mortale per autodistruzione, se non si interviene.
Qui sopra c'è tutta la descrizione di tutto il processo psicologico che precede e prepara il terreno alla malattia. Un giorno l'individuo vive un trauma (o un accumulo) emozionale o affettivo importante e lo serba nell'intimo. Per forza, volontà, educazione convinzione o fuga, egli non si permette di esprimere realmente o riconoscere la propria sofferenza e, in modo particolare, la perdita dei punti di riferimento, la distruzione profonda della convinzione o l'illusione che essa rappresenta. Il trauma viene percepito come un'intrusione nelle proprie strutture interiori e la sua ondata di choc comincia poco a poco a colonizzare tutta la costruzione psicologica della persona. La crescita interiore dell'individuo perde mano a mano tutti i suoi punti di riferimento e diviene caotica e "suicida" per la struttura dell'essere. Questo processo ha la meglio e comincia a contaminare la gioia di vivere e le emozioni che poco a poco vengono impregnate dal ricordo del trauma e fanno progressivamente posto a sentimenti ed emozioni che a loro volta contribuiscono a "minare il terreno". Tutto ciò è inconscio e sotterraneo e indolore fino al giorno in cui tutto "esplode" e si dichiara alla luce del sole.
Il cancro rappresenta quindi la distruzione della nostra programmazione interiore di equilibrio e si esprime in particolar modo attraverso la prima zona interessata. Manifesta spesso rimorsi, ferite che non si possono o non si vogliono rimarginare e che sono spesso associate ad un senso di colpa. Si tratta di una sorta di autopunizione che vuole essere definitiva, una constatazione inconscia di fallimento rispetto alla propria vita o alle proprie scelte di vita. In cosa ho fallito, per cosa mi punisco, cosa mi rimprovero così profondamente?

in effetti, pensandoci un attimo da un punto di vista diverso, un po' più distaccato, il tumore è effettivamente una malattia del nostro tempo, sia a livello individuale che collettivo.
seppure di parla coscientemente di tumore dagli anni 30, mai come in questo momento riesco a vedere "il momento giusto" per questa malattia.
questo senso di disorientamento, di chiusura verso il tutto e di mutazione interne... potrebbe essere un discorso filosofico, psicologico o medico, e probabilmente queste sfere si intersecano al meglio tra di loro.
se la malattia è un'interruzione, una parentesi di uno stato di benessere, cosa dobbiamo fare per non ammalarci?

sai questa cosa che dici:
CITAZIONE
repressione dele proprie emozioni che creano dei blocchi nei chakra principali e secondari fino al punto che tali blocchi diventino autorganizzanti.

alcuni tumori sono favoriti dalle "repressioni fisiche", un buon esempio sono i tumori alla prostata favoriti da indumeti troppo attillati e quello al seno, favorito (sembra) dai reggiseni troppo stretti. questo perchè i condotti del corpo vengono schiacciati e alla fine si chiudono...e il corpo reagisce (perchè non è un infame :lol: )..e pensa uno dei migliori metodi per prevenire è avere figli!!! perchè sti condotti vengono addirittura utilizzati...
alla fine si direbbe che qualsiasi tipo di repressione, limitazione, provochi uno stress dannoso a qualche livello. forse il problema che si crea nel limitare è che si interrompono dei flussi, insomma chiudere una porta a livello fisico o mentale implica impedire un passaggio in entrata e in uscita. dividere. escludere.

certe volte ho il sospetto (guarda come sono politically correct) che se vivessimo in modo naturale, saremmo molto più sani
 
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48 replies since 18/8/2009, 09:23   1662 views
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