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Il rapporto con Dio, Che rapporto avete con Lui?

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view post Posted on 12/9/2009, 09:32
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Orso Mannaro

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Era da tempo che non aprivo un thread in questa sezione, e forse è pure il primo.
Ultimamente riflettevo sul rapporto che ho con Dio, e volevo condividere questa esperienza nella speranza che anche voi condividiate le vostre.
Premesso che credo in Dio anche se ai fini della discussione sarebbe utile definire il Dio in cui credo, tale approccio richiederebbe troppo tempo e non sarebbe esaustivo, o forse più semplicemente non sarei in grado di descrivere compiutamente quindi facciamo finta che l'abbia fatto e passo subito a descrivere la relazione che ho con Lui.
Ho pensato spesso a Dio come un Padre, un Maestro, un Insegnate, Colui che mi indicava la strada, e quindi il mio rapporto con lui era come un figlio nei confronti del padre pronto a seguire il solco tracciato, forte del passato avevo fede che il futuro fosse nel cammino segnato.
Questo accadeva quando ero molto giovane, sui 13-15 anni.
Mi ricordo un esempio che mi colpì molto, e mi diede una grossa batosta.
Ero un ragazzino illuso e desideroso di mostrare quanto fossi forte e bravo, pregavo Dio perchè mi desse l'occasione di mostrare la mia forza ed il mio coraggio.
Stavo tornando da scuola, rimuginando questi pensieri, quando a due passi da me passa una moto. E' stato un attimo, un 'altra moto ha accostato la prima, due giovani delinquenti colpiscono alla testa il primo ed uno dei due sale sulla moto scappando via.
In sostanza gli avevano fregato la moto, passano accanto a me a velocità, per un attimo ho la folle idea di dare un calcio alla moto del ladro per farlo ribaltare ma sono paralizzato. Continuo a camminare come se niente fosse, tornando a casa, rosso dalla vergogna per aver mostrato cosi miseramente a me stesso quanto fossi debole e vigliacco.
In fin dei conti allora non mi importava nulla di aiutare gli altri, pregavo Dio perchè mi rendesse qualcuno che non ero, e lui invece mi mostrava semplicemente la realtà dandomi un occasione per scegliere.
A poco a poco il Dio Padre e Maestro viene meno, non perchè non avessi nulla da apprendere anzi tutt'altro, ma perchè capì che se volevo ottenere qualcosa dovevo iniziare a darmi da fare e non sperare che la manna piovesse dal cielo. Cosi a poco a poco nel corso degli anni Dio divenne mio Fratello, dapprima un rivale poi crescendo un amico, cercavo di trovare Dio in ogni cosa, dalla più piccola alla più grande. Nella terra, nel mare, nel cielo, nelle piante o animali, avevo una sensazione di familiarita ma non più di sottomissione muta ed immatura come quando lo consideravo un Padre e Maestro.
Cercavo di capire la natura delle cose e volevo comunicare con essa, parlavo a Dio come ad un confidente segreto raccontando ogni notte prima di addormentarmi tutto ciò che facevo durante il giorno, pensando a cosa avrei potuto fare e cosa no. Riconoscevo Dio in qualunque essere vivente e lo subissavo di dialoghi , di racconti, di qualsiasi cosa facesse parte di me, alle volte me lo immaginavo pure stufo di tutto questo me che riponevo in lui, ma mi ripetevo che Lui era Dio, il Tutto quindi non si sarebbe dovuto stufare per una cosa cosi miserrima come me che lo tormentava quotidianamente.
Poi non so bene quando avvenne, lentamente e silenziosamente mi sono voltato da Dio, non è più un fratello ne un amico o un confidente, ancora ci parlo nella speranza che mi ascolti, ma so che qualcosa è cambiato in me. Sono cresciuto e maturato e mi sento per la prima volta solo, come se Dio mi avesse detto "basta rompermi i coglioni sei abbastanza grande per andare per la tua strada" un pacca sulle spalle e via affronta da solo la foresta, creati il tuo cammino nella selva oscura e vivi per te stesso non per me.
Ora Dio è una presenza per me, un rifugio mentale, certo della sua esistenza e grato del suo essere mi rendo conto che non lo devo considerare più un amico, ma un compagno che mi aspetta, quasi che fosse l'amante lasciato a casa che attende il ritorno.

E voi che rapporti avete con Dio?
 
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view post Posted on 12/9/2009, 13:45
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Non importa quanto è buio il cammino, guarda solo la Luce di fronte a te.

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Wow, è davvero interessante quello che hai raccontato, forse una delle visioni più interessanti ma, chissà, forse comune a molti, anche se questi molti forse non fanno molto caso al rapporto che hanno con Dio e non lo analizzano con tale lucida completezza come hai fatto tu.
Personalmente se fossi stato al tuo posto in quella brutta vicenda iniziale molto probabilmente avrei fatto la stessa cosa, tutti quando sono molto giovani si sentono spinti a dimostrare qualcosa di sè, nella fatispecie il proprio valore in ogni campo, ma raramente poi trovano la volontà e la presenza di spirito per farlo davvero. Ovvio che nessuno in realtà è mai tenuto a dimostrare nulla di sè, probabilmente è solo un retaggio di quando l\'Uomo era più vicino al mondo animale che a quello divino e doveva, per motivi di sopravvivenza, essere più forte degli altri, uno dei tanti retaggi che ancora esiste nel nostro DNA e che purtroppo forse difficilmente riusciremo a eliminare. Un adolescente queste cose non le sa e si affida ciecamente a quello che la Natura gli ha messo dentro senza farsi troppe domande in realtà.
Io a quell\'età penso proprio di essere stato come te, desideroso di diventare più forte degli altri (anche se mi era difficile capire chi fossero veramente questo \"altri\", la natura non dà mai spiegazioni su ciò che fa), convinto di essere migliore, più capace, più \"sveglio\" in senso lato.
Per quanto riguarda me e il mio rapporto con Dio posso dire che sentivo sempre un netto contrasto tra come lo raccontava la Chiesa e come lo sentivo io nel mio intimo, Dio non era per me quel \"capo\", quell\'essere superiore che tutto disponeva a prescindere dalla sciocca volontà di noi piccoli umani, per poi dilettarsi a dimostrarsi buono verso chi contravvenisse ai suoi ordini, che poi era la versione del Cattolicesimo. Dio per me era molto semplicemente la fonte di tutto quello che consideravo stupefacente, meraviglioso, bello, coinvolgente, gioioso, che rendeva bello vivere e che dava un senso evidente a tutto quello che esisteva, la fonte stessa di tutto quello che vedevo, che vivevo, che mi attraeva e che mi rendeva contento di vivere e, in senso generale, di esistere.
Nel migliore dei casi consideravo strana quella cosa che i sacerdoti predicavano essere Dio, non era esattamente la mia visione, purtuttavia era come se in qualche modo il Dio che sentivo in me mi stesse dicendo: \"Non ti preoccupare troppo per quello che i raccontano di me, continua la tua vita meglio che puoi.\", ed era una \"voce\" serena e decisamente più intima di quella che pretendevano (sicuramente in buona fede) di propinarmi.
Io credo che ogni persona dall\'età della ragione abbia naturalmente dentro di se il bisogno di farsi delle domande riguardo a chi l\'ha creata in origine e, in senso più completo, quale sia l\'origine di tutte le cose, ma credo anche che, come direbbe Einstein, la teoria non modifica la realtà oggettiva, e che in fondo ogni essere dentro di sè senta qual\'è la verità.
 
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cr1cr0
view post Posted on 12/9/2009, 16:58




@Beorn: Bel thread davvero... mi piace il tuo rapporto con Dio, nel senso che il fatto di riconoscerlo così direttamente deve essere sintomo di una gran libertà di pensiero che hai sempre avuto...
@yareol: anche la tua visione di dio è piacevole, molto intima. In un certo senso mi ritrovo, o almeno nel voler vederlo "diversamente"! :-)

Mi ha un pò spiazzato a dir il vero questo thread. Perchè proprio oggi ho bestemmiato un sacco: non avevo il coraggio di prendere con la pala un gatto morto pieno di mosche e seppellirlo... non è una bella cosa, lo so, e infatti mi fa pensare sempre. Un brutto vizio senz'altro.
Non credo di aver mai avuto un gran rapporto con Dio. Da quando ho sentito parlarne dai miei genitori ho sempre pensato che questo Dio dovesse essere una gran rottura per tutti, ma comunque qualcosa che non mi riguardava fin quando io non gli dessi confidenza. Eppure mi sono trovato costretto a dargli confidenza, a pregarlo, partecipando a funerali in chiesa e addirittura facendo il chirichetto e avvicinandomi haimè alla comunione troppo piccolo (a 8 anni). Non ho mai avuto un rapporto simpatico con lui diciamo. L'ho sempre visto sotto una luce che non mi appartiene, come un gran padre al quale tutti si affidavano ma al quale io non volevo dare niente, per il semplice fatto che mi sembrava un'assurdità rivolgermi a qualcuno che non mi si mostrasse fisicamente. Poi quando ho capito il guaio in cui mi stavo cacciando (il mio venerare questa entità pur non avendolo mai voluto coscientemente, solo per induzione familiare) allora ho cominciato a "ribellarmi". Pur continuando a rivolgermi a lui pregandolo nei momenti di paura (così mi era stato insegnato, maggiormente da mia madre) ho cominciato a prendere una posizione quando chi mi chiedeva se fossi credente rispondevo decisamente che si, credevo in un Dio, ma non era quel Dio che tutti venerano (volendo quasi illudermi di vederlo più degli altri) perchè per me Dio non era altro che la realtà nella sua manifestazione. Tutto era Dio! Non che Dio fosse tutto, ma ogni cosa era Dio. Non era un "potere divino" a scendere in ogni cosa, ma ogni cosa a salire a quel potere per intenderci. Semplicemente perchè niente meritava di sottostare a un Dio. Perchè? Mi chiedevo. E intanto continuava a non interessarmi di lui. Nel senso che era lì, a un passo da me, sotto i miei piedi, ma non c'era niente di cui temere, niente verso il quale davvero riporre qualcosa, perchè ero io stesso a modificarne l'aspetto. Poi in seguito, con gli anni, ho imparato (e quindi perso quello splendido rapporto iniziale di indifferenza) che Dio è anche quella manifestazione fisica delle cose che io ho cominciato (ancora non so quando precisamente) a interpretare... il senso delle cose. "Questo succede perchè questo". O forse è ciò che voglio credere perchè non riesco ad entrare in sintonia con una mia parte divina in grado di prevedere il futuro e quindi non riesco a lasciare che tutto succeda semplicemente senza giudcare, mio grande difetto fin da giovane, quando proclamavo tranquillamente di essere Gesù Cristo, suo pari almeno, visto che mi reputavo "superiore" alle persone che si perdevano in un bicchiere d'acqua e non vedevano una realtà oggettiva. Oggi come oggi sto imparando ad accettare ogni cosa che viene, senza voler sapere il perchè, semplicemente perchè potrebbe rendermi superbo interpretare una realtà che non costruisco direttamente, dicendomi che Dio ha sicuramente un progetto per me, ma mi sento triste, perchè non riesco a vedere più quell'"unicità" delle cose. Ora un albero è un albero e una pietra una pietra. Scorgo Dio come un gran macchinatore dietro un processi di eventi, verso i quali cerco di portare rispetto e timore, e non so quanto ciò sia buono visto che sento essere un "difetto" ereditato dai miei genitori, ancora una volta da mia madre.
E forse proprio questa paura mi porta a dargli contro quando sento la puzza di un cadavere e trattengo il dolore di un corpo che non riconosce Dio anche in quello. Quando urto il mignolo contro un angolino o quando una zanzara alle 3 di notte mi sveglia per dirmi che ha sete del mio sangue...
Sento il mio essere divino crescere nel mio corpo, ma rimpiango ancora l'abbandono degli occhi di Dio in ogni cosa. Come una sorta di solitudine estrema verso la quale sto precipitando, dove nemmeno Dio può raggiungermi. Dove la realtà ha perso la sua monotona grandiosità, ma dove ogni piccola cosa racchiude un universo in se, non interpretabile, non investigabile. Pregno di Dio, ma un Dio che posso solo guardare e ammirare. Un Dio che mi circonda, quasi soffocandomi, ma nel quale non vedo nulla di famigliare...
 
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view post Posted on 12/9/2009, 18:01
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Fino all'età di 12-13 anni non avevo un 'rapporto con Dio", avevo il terrore di Dio. Anni sotto il condizionamento della chiesa, e involontariamente
anche dei mie genitori anch'essi condizionati da generazioni di genitori e preti cattolici, che inculcavano nella gente la paura di un Dio che castiga se sbagli e viceversa.
Di un Dio che dava il premio finale dopo la vita ma solo se ce se lo meritavamo, oppure la dannazione eterna, creando una vera e propria fobia di Dio.
Credo che chiunque che abbia avuto a che fare con il cattolicesimo nella propria vita, si sia sentito dire queste cose.
Il Dio buono, il Dio che perdona, il Dio solo amore, il Dio che ci sorregge, e il Dio che castiga etc. etc. sono frasi che ho odiato man mano che il tempo faceva il suo
corso e che mi ha portato a dire addio alla chiesa, e a tutte le religioni.
Sono rimasto un bel periodo senza credere o meglio facendo finta di non credere in Dio, in quell'essere superiore da cui tutto aveva avuto inizio, a detta di alcuni.
E in quel periodo pensavo ogni tanto a frasi lasciatemi in eredità dalla chiesa, che portavano solo a conclusione senza senso, anche se ogni tanto
dentro di me qualcosa si faceva sentire, non una voce, direi una specie di sensazione.
Una sensazione che mi spingeva e mi spinge tuttora a guardare oltre la visione di un Dio inteso come un essere spirituale unico, o addirittura una divinità.
Ma ad un Dio interiore senza SE e senza MA, un Dio individuale in ogni essere umano, e per ogni essere umano, e allo stesso tempo un Dio che si puo riconoscere in tutti gli uomini, per questo Dio unico dell'umanità.
Quel Dio che non ascolto(iamo) mai che ci dice di non voltare le spalle a difficoltà e di continuare a riprovare se ci capita
di sbagliare nella vita, per convenienza, o perche 'non sono affari miei', o ' lascia perdere o passerai un guaio', che ci sprona dal nostro IO profondo
a riconoscere se stessi negli altri.

Non sono un gran parlatore, e non sò neppure se avete capito cio che ho scritto, ma ora è questo il mio rapporto con Dio quello interiore.

Un Dio di cui si parla sempre di più, ma che si ascolta sempre meno.
 
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chesterpunkdrummer
view post Posted on 14/9/2009, 14:33




Beorn giorno per giorno mi accorgo sempre più di non essere solo....

il mio rapporto è molto simile come al tuo, forse simile a miliardi di altre persone...

anchio lo bestemmiato e ho pianto di gioia nel sentirlo, ho chiesto aiuto, e ho dato qualcosa a lui...

come molti non credo molto alla Chiesa, ma credo a Lui. Per fortuna o per disgrazia forse il nostro cammino è di quelle persone che non colgono semplicemente i dogmi che gli vengono sbattuti in faccio (la catechesi)...

ma che cercano Dio insistentemente ovunque fuori e dentro se. E' credo di poter affermare che è solo così che riusciremo a trovarlo....

L'unica cosa che posso dirti e mi scuso se lo dico e che lui non ci abbandona, ma siamo noi a distaccarci da lui per affrontare quello che abbiamo dentro. Penso che ci aspetta...Quando hai raccontato la storia della moto, forse il tuo coraggio e il tuo valore non dovevi dimostrarlo fermando il "cattivo"...

ma aiutando la vittima (quella che aveva preso la botta), perchè Dio è la.


Una cosa solo non riesco ancora a vincere: la paura dell' inferno...so che è irrazionale, impuro purtroppo ci hanno cresciuto cosi, e sara dura vincerla.






 
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view post Posted on 14/9/2009, 14:47
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Orso Mannaro

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CITAZIONE (chesterpunkdrummer @ 14/9/2009, 15:33)
Una cosa solo non riesco ancora a vincere: la paura dell' inferno...so che è irrazionale, impuro purtroppo ci hanno cresciuto cosi, e sara dura vincerla.

Io ho il problema opposto, ho paura che mi piaccia :lol:
 
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view post Posted on 14/9/2009, 14:51
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Non importa quanto è buio il cammino, guarda solo la Luce di fronte a te.

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Secondo me l'inferno lo si vive quando si è costretti a fare una vita in cui non ci si riconosce e si vive una natura che non è la propria.
 
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fitzchevalier
view post Posted on 14/9/2009, 15:04




io ho cominciato credendo, non mi ponevo troppe domande ma mi dava tranquillità, finchè in un periodo della mia vita sono successe diverse cose che non accettavo ed ho cominciato a non credere più in lui, a dirgli che era cattivo ed in seguito a pensare che non esistesse.
Poi negli anni ho sentito un vuoto esistenziale, da questo e da qualche lettura ho cercato di guardare profondamente in me stesso, vedendo che c'era più della materia, dapprima la ricerca era sincera, poi ho cominciato a trincerarmi dietro ad esperienze che mi sembrava mi rendessero in qualche modo speciale, e man mano ho cominciato a disprezzare Dio e chi ci credeva e forse anche a pensare di poter essere io stesso Dio.
Poi Dio mi ha dato un altro paio di pizze e grazie anche ad una persona ho capito che Dio c'era e non ero io, così ho cercato di farmi umile ed imparare qualcosa.
In seguito ho risentito forte il bisogno di pratiche meditative da conciliare col tutto, solo che non capivo come, e tutt'oggi stando con un piede dentro alla chiesa so come queste cose non vengano viste tanto bene e mi chiedo se dovrei entrare od uscire.
Ora come ora mentre da un lato sento Dio che mi coccola e si fa molto presente nella mia vita, sento in qualche modo di dover cominciare a darmi da fare io, essere più indipendente e fare le mie scelte.

QUOTE
A poco a poco il Dio Padre e Maestro viene meno, non perchè non avessi nulla da apprendere anzi tutt'altro, ma perchè capì che se volevo ottenere qualcosa dovevo iniziare a darmi da fare e non sperare che la manna piovesse dal cielo.

per me al momento è qualcosa di simile

QUOTE
pregavo Dio perchè mi desse l'occasione di mostrare la mia forza ed il mio coraggio.

me l'ha fatto anche a me sto scherzo :D

QUOTE
Io ho il problema opposto, ho paura che mi piaccia :lol:

:huh: occhio a cosa chiedi Beorn
 
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view post Posted on 14/9/2009, 16:20
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Orso Mannaro

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CITAZIONE (fitzchevalier @ 14/9/2009, 16:04)
:huh: occhio a cosa chiedi Beorn

Mica lo chiedo :lol:
 
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Filod'Arianna
view post Posted on 28/11/2009, 08:43




bella espressione cricro "Pregno di Dio, ma un Dio che posso solo guardare e ammirare. Un Dio che mi circonda, quasi soffocandomi, ma nel quale non vedo nulla di famigliare"

son d'accordo con te,sono d'accordo che non c'è nulla di "famigliare" in quel che si vede..perchè,per analogia,quando un bambino vede i suoi genitori,la sua casa,le sue cose,ciò in cui è nato e con cui ha interagito da sempre,li riconosce.Non ha necessità di sublimare,o sognare,li vede,chiaramente e con certezza,sa che sono lì

per quel che mi riguarda con "Dio" non ho mai avuto nessun rapporto consapevole,sono cresciuta nell'assoluta indifferenza verso qualunque stimolo interiore o esteriore,manco c'ho mai pensato,tutto è iniziato da una domanda fattami da un caro amico che,dispiaciuto per me e il dolore che vedeva stavo passando in modo sterile,mi disse "ma non sei stanca di soffrire?" e cosi feci sta faccia " :huh: " e sinceramente,dissi"e come si fa?" e iniziò tutto..:-) è stato tutto molto semplice,per quel che mi riguarda,non avendo strutture consapevoli cosi rigide ne pregiudizi cosi saldi a cui far riferimento(e comunque non me li ricordavo pur ci fossero stati inconsciamente) son stata accompagnata nel labirinto :lol:
Non Lo vedo ancora,per ora..il Principio(amo NominarLo cosi,poichè la parola Dio è troppo soggetta a pregiudizio) ma lo scopo è quello.Come accadrà,boh.

Naturalmente accetto assolutamente la Sua Realtà,ma non come è vista.Vista cosi,permettetemi,fa piuttosto schifo.SIccome non credo Esso faccia schifo,voglio vedere Altro.
 
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view post Posted on 29/11/2009, 01:38

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Diciamo che è un rapporto di "rispetto", in effetti ci diamo ancora del "Lei" :D
 
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Filod'Arianna
view post Posted on 29/11/2009, 08:08




si si pure io mi tengo a debita "distanza" :lol: Lui vorrebbe un rapporto un pò più intimo..ma sai com'è...non Lo conosco..è Uno sconosciuto..e se poi mi da le caramelle?
 
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view post Posted on 29/11/2009, 11:19

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Eh, non si sà mai, và a finire che è un poco di buono, un malintenzionato, meglio andarci cauti :D
 
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uchiha itachi the leader
view post Posted on 31/12/2009, 02:44




interessante il tuo percosso interiore... io potrei definire il mio rapporto con DIO in 2 parole.. di "odio e amore" perchè la misere umana mi porta ad amarlo per ogni evento bello che mi possa capitare, ed inevitabilmente odiarlo per ogni "ostacolo" da me non compreso come prova da superare e dunque "evolvere" il proprio "IO".

forse è questa la differenza sostanziale tra l'uomo e DIO, egli ci fece a sua immagine e somiglianza, affinchè l'uomo divenga "DIO"

p.s non fraintendete le mie parole.. intendo dire che DIO (secondo il mio modesto parere) altro non vuole la nostra "crescita" spirituale, tanto da poter non dico superare, ma almeno avvicinarsi a lui
 
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animor
view post Posted on 23/3/2010, 15:58




Caro Uchiha... invece hai detto proprio giusto... non c'è da fraintendere niente in ciò che hai detto... il nostro obbiettivo da umani è proprio questo... diventare Dio! mi spiego.. Dio ce l'abbiamo dentro, siamo noi... noi buoni e noi cattivi... tutti siamo Dio! Lo scopo della vita è proprio quello di raggiungere la purezza dell'anima, quindi di riscoprirsi Dio! Riviviamo ogni volta affinchè ogni esperienza di vita ci serva per capire gli errori commessi e non ripeterli mai più... di imparare il perdono e di insegnarlo... ecco il perchè della reincarnazione... il nostro traguardo è proprio questo: DIO!
 
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318 replies since 12/9/2009, 09:32   6461 views
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