| Era da tempo che non aprivo un thread in questa sezione, e forse è pure il primo. Ultimamente riflettevo sul rapporto che ho con Dio, e volevo condividere questa esperienza nella speranza che anche voi condividiate le vostre. Premesso che credo in Dio anche se ai fini della discussione sarebbe utile definire il Dio in cui credo, tale approccio richiederebbe troppo tempo e non sarebbe esaustivo, o forse più semplicemente non sarei in grado di descrivere compiutamente quindi facciamo finta che l'abbia fatto e passo subito a descrivere la relazione che ho con Lui. Ho pensato spesso a Dio come un Padre, un Maestro, un Insegnate, Colui che mi indicava la strada, e quindi il mio rapporto con lui era come un figlio nei confronti del padre pronto a seguire il solco tracciato, forte del passato avevo fede che il futuro fosse nel cammino segnato. Questo accadeva quando ero molto giovane, sui 13-15 anni. Mi ricordo un esempio che mi colpì molto, e mi diede una grossa batosta. Ero un ragazzino illuso e desideroso di mostrare quanto fossi forte e bravo, pregavo Dio perchè mi desse l'occasione di mostrare la mia forza ed il mio coraggio. Stavo tornando da scuola, rimuginando questi pensieri, quando a due passi da me passa una moto. E' stato un attimo, un 'altra moto ha accostato la prima, due giovani delinquenti colpiscono alla testa il primo ed uno dei due sale sulla moto scappando via. In sostanza gli avevano fregato la moto, passano accanto a me a velocità, per un attimo ho la folle idea di dare un calcio alla moto del ladro per farlo ribaltare ma sono paralizzato. Continuo a camminare come se niente fosse, tornando a casa, rosso dalla vergogna per aver mostrato cosi miseramente a me stesso quanto fossi debole e vigliacco. In fin dei conti allora non mi importava nulla di aiutare gli altri, pregavo Dio perchè mi rendesse qualcuno che non ero, e lui invece mi mostrava semplicemente la realtà dandomi un occasione per scegliere. A poco a poco il Dio Padre e Maestro viene meno, non perchè non avessi nulla da apprendere anzi tutt'altro, ma perchè capì che se volevo ottenere qualcosa dovevo iniziare a darmi da fare e non sperare che la manna piovesse dal cielo. Cosi a poco a poco nel corso degli anni Dio divenne mio Fratello, dapprima un rivale poi crescendo un amico, cercavo di trovare Dio in ogni cosa, dalla più piccola alla più grande. Nella terra, nel mare, nel cielo, nelle piante o animali, avevo una sensazione di familiarita ma non più di sottomissione muta ed immatura come quando lo consideravo un Padre e Maestro. Cercavo di capire la natura delle cose e volevo comunicare con essa, parlavo a Dio come ad un confidente segreto raccontando ogni notte prima di addormentarmi tutto ciò che facevo durante il giorno, pensando a cosa avrei potuto fare e cosa no. Riconoscevo Dio in qualunque essere vivente e lo subissavo di dialoghi , di racconti, di qualsiasi cosa facesse parte di me, alle volte me lo immaginavo pure stufo di tutto questo me che riponevo in lui, ma mi ripetevo che Lui era Dio, il Tutto quindi non si sarebbe dovuto stufare per una cosa cosi miserrima come me che lo tormentava quotidianamente. Poi non so bene quando avvenne, lentamente e silenziosamente mi sono voltato da Dio, non è più un fratello ne un amico o un confidente, ancora ci parlo nella speranza che mi ascolti, ma so che qualcosa è cambiato in me. Sono cresciuto e maturato e mi sento per la prima volta solo, come se Dio mi avesse detto "basta rompermi i coglioni sei abbastanza grande per andare per la tua strada" un pacca sulle spalle e via affronta da solo la foresta, creati il tuo cammino nella selva oscura e vivi per te stesso non per me. Ora Dio è una presenza per me, un rifugio mentale, certo della sua esistenza e grato del suo essere mi rendo conto che non lo devo considerare più un amico, ma un compagno che mi aspetta, quasi che fosse l'amante lasciato a casa che attende il ritorno.
E voi che rapporti avete con Dio?
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