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La malattia di Crohn..., ...una malattia poco conosciuta

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flipperina
view post Posted on 19/7/2006, 12:16 by: flipperina





...ecco mi ricordo Mauro che al tempo avevi postato queste informazioni...quindi anche la malattia di Crohn come le altre che citi deriva da questi funghi e/o micotossine!! Ovviamente i documenti che ho letto di medicina al riguardo non ne fanno parola...ed infatti è proprio quello il motivo del mio topic.
Prima volevo cercare di fare il punto sullo stato attuale della medicina sulla malattia per poi aprire un varco attraverso queste "soluzioni" che ormai da anni girano intorno alla malattia di Crohn che è un rompicapo (come del resto lo è l'altra malattia infiammatoria cronica del colon: la colite ulcerosa) senza esser ancora arrivati a trovare la CAUSA e, di conseguenza, il RIMEDIO.

Il fatto è che più passa il tempo e più aumentano i casi in Italia e nel mondo...un medico inglese ha addirittura parlato di "epidemia"...ovvimente non lo dico per allarmare ma solo per sottolineare come la medicina e la ricerca sul punto sia stagnante e solo ultimamente si riesce a vedere qualche luce in più grazie ad un ricercatore italiano che studia il MAP (il batterio che sembra implicato nella patologia) e di cui sto cercando notizie più precise. :)

La cosa che più di tutte mi rattrista di questa vicenda è che le terapie per la malattia sono davvero vecchie e quelle utilizzate e considerate di nuova concezione...non mi convincono per niente.
In seguito tornerò, se ce la faccio sul punto, ma la medicina tradizionale parte dal presupposto che la malattia di Crohn sia una malattia IMMUNITARIA...il sistema immunitario ad un certo punto impazzirebbe e la soluzione che spesso viene adottata...mi fa ribrezzo pure a dirlo...è la terapia immunosoppressiva :unsure: :blink: che ovviamente ha dei rischi...e che, non tutti i malati, sono in grado di sopportare.

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continuado ........

DIAGNOSTICA DELLA MALATTIA DI CROHN:




"Parlare della diagnostica della Malattia di Crohn è difficile; non tutti i medici, compresi gli specialisti, lo riconoscono. Piuttosto che elencare i metodi per aggirare queste difficoltà, ne daremo le principali ragioni.

La prima riguarda l'assenza d'elementi clinici, biologici, radiologici, endoscopici o anche istologici specifici della malattia. Ognuna delle anomalie cliniche o paracliniche possono, in effetti, essere osservate in altre malattie intestinali. In assenza di cause attualmente conosciute, non è possibile mettere a punto un test diagnostico specifico.

La seconda ragione riguarda l'aspetto molto vario che la malattia ha da un malato all'altro, a tal punto che ci si domanda se si tratta della stessa malattia. È, inoltre, possibile che l'etichetta "Malattia di Crohn" riguardi certi pazienti la cui posizione e i cui limiti non siano ancora definiti.

L'assenza d'elementi specifici e la variabilità d'espressione della Malattia di Crohn, hanno spinto i medici a stabilire una lista di criteri applicabili a tutte le situazioni patologiche. Se un numero alto d'elementi è presente, cioè se c'è una quantità d'elementi sufficienti, la diagnosi può essere considerata come certa. Nel caso contrario, sarà considerata come probabile. L'utilizzo di tale lista di criteri diagnostici da parte di differenti centri medici è il preambolo indispensabile alla realizzazione di studi tra più centri, con un grande apporto di dati utili soprattutto per gli studi sulle terapie. Sono stati così successivamente proposti:

i punti di LENNARD-JONES, medico inglese (1970),
i punti di un gruppo di lavoro francese sulla Malattia di Crohn, il G.R.E.C. (Groupe de recherche sur les entérocolites inflammatoires cryptogénétiques, Gruppo di ricerca sulle enterocoliti infiammatorie criptogenetiche, 1978),
i punti dell'O.M.G.E. (Organizzazione mondiale di gastroenterologia, 1982), che si applica in particolare alle forme coliche della malattia.
Questa lista di criteri non è, tuttavia, sempre sufficiente per affermare o eliminare la diagnosi di Malattia di Crohn, in particolare all'inizio della malattia. L'inizio è, in effetti, spesso insidioso con sintomi banali e transitori, sebbene sia difficile datare con precisione l'inizio della malattia. Si stima, del resto, in circa 2 anni il ritardo medio tra l'apparizione dei primi sintomi e la diagnosi. Oltre alle forme iniziali della malattia, esistono, probabilmente, delle forme minori che restano sconosciute perché i sintomi minimi e intermittenti che scatenano non spingono il paziente a consultare il medico (o quest'ultimo sottovaluta il caso).

La principale causa di difficoltà nella diagnosi riguarda, tuttavia, il fatto che altre malattie possono assomigliare alla Malattia di Crohn . Così, certe infezioni intestinali possono essere confuse con questa. Da punto di vista istologico, la prima confusione è data dalla tubercolosi intestinale. Ricordiamoci che prima della descrizione di B. Crohn nel 1932, tutte le malattie infiammatorie dell'ileo erano considerate d'origine tubercolare. Il giorno d'oggi la collocazione intestinale della tubercolosi è, tuttavia, diventata eccezionale, per lo meno nei Paesi occidentali. Recentemente, è stato dimostrato che certi germi, solitamente responsabili d'infezioni intestinali di breve durata (qualche giorno), possono a volte scatenare dei disturbi più severi e prolungati (qualche settimana). Quando si sospetta una prima spinta della Malattia di Crohn, di solito, bisogna cercare eventuali germi ( Yersina, Campylobacter, Shigella, Salmonella... ). Queste forme d'infezione intestinale, simili alla Malattia di Crohn, sono rare ma meritano di essere ricercate perché possono essere curate con un trattamento specifico e definitivo. Tuttavia, una volta che i segni di colite sono spariti, il carattere definitivo della guarigione è, a volte, difficile da verificare. La diagnosi tra prime spinte di Malattia di Crohn e colite infettiva resta, in effetti, a volte in sospeso, un'eventuale ripresa evolutiva ulteriore permetterà, allora, di decidere. L'altro grande ostacolo della diagnosi è una malattia vicina alla Malattia di Crohn, la rettocolite emorragica. Si tratta di un'affezione cronica, che si evolve con spinte e remissioni successive la cui origine resta misteriosa. Al contrario, questa colite infiammatoria non si estende mai all'intestino tenue. Si manifesta prima di tutto con delle emorragie rettali, diarree, e dei dolori addominali. L'aspetto radiografico o endoscopico mostra delle lesioni superficiali e continue che cominciano dal retto e si estendono più o meno a monte. La presentazione clinica e paraclinica possono, tuttavia, portare a volte a fare confusione, poiché certi aspetti richiamano una rettocolite emorragica, altri la Malattia di Crohn. Nel corso di questi casi di colite, solo l'evoluzione porterà ad affermare se si tratta di Malattia di Crohn o no.


Sebbene una complicazione sia rivelatrice di Malattia di Crohn, la diagnosi è evidentemente ben più difficile. Un'occlusione (Cfr. cap." Sintomatologia") può fare discutere le diverse cause di stenosi, in particolare d'origine tumorale. Un'infezione dell'appendice può anche rivelare la Malattia di Crohn la cui diagnosi non è, il più delle volte, sospettata che durante l'intervento chirurgico, dal fatto, per esempio, di un seguito meno semplice del previsto (fistole).

Riassumendo, fare una diagnosi per la Malattia di Crohn necessita di una serie d'argomentazioni. Una di queste è l'eliminazione delle altre cause di colite, in particolare infettiva"
 
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82 replies since 16/7/2006, 21:01   25545 views
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