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Misteri etruschi

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Barbanera3
view post Posted on 12/7/2007, 18:22




Altre teorie sul rapporto fra Umbri e Villanoviani:

La cultura appenninica:

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La cultura protovillanoviana:

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"Classificati come una delle più antiche popolazioni italiche, gli Umbri si affermarono come popolo alla fine del II millennio a.C., scaturendo molto probabilmente dalla fusione fra un'etnia nordica indoeuropea e una preesistente popolazione indigena, la cosiddetta Civiltà Appenninica, influenzata dalla cultura piceno-adriatica (anch'essa d'origine indoeuropea). Questa almeno è una delle ipotesi più accreditate, sostenuta anche dal linguista Giovanni Devoto".

Tratto da Italianelcerchio.blogspot.it

"In realtà il popolo che gli antichi storici definivano come "umbri" oggi vengono definiti invece "protoumbri"; furono quindi i "protoumbri" quel popolo che gli antichi tramandano che abitasse gran parte dell'Italia (gli "ombricoi" di Erodoto), che poi sono stati da alcuni identificati con la cultura "villanoviana"; i protoumbri erano una popolazione che apparteneva alla prima ondata di popolazioni indoeuropee che scesero in Italia. Gli umbri "storici" invece [...] appartengono alla sovrapposizione degli indoeuropei del ramo italico (che giunse in un periodo successivo in Italia) alle popolazioni paleoumbre (tra cui i Naharti che abitarono parte del territorio che poi fu umbro, parte di quello che poi divenne sabino ed il territorio che poi divenne dei Falisci storici) ed abitarono una zona più ristretta, corrispondente all'attuale Umbria cistiberina, le Marche settentrionali, la costa adriatica fino a Ravenna. Gli Italici, ovvero gli umbro-sabini, hanno infatti tutti comune origine etnica, e si differenziarono nei gruppi che appaiono in epoca storica dopo che il ramo italico si fuse con le diverse popolazioni che le avevano precedute nei diversi territori ... quindi si distinsero in Umbri (italici+protoumbri+protoumbri naharti), Sabini (italici+parte dei protoumbri naharti+piceni+altre popolazioni tra cui i misteriosi "Aborigeni" di cui parla Plinio), Osci (Italici+Opici), i Sanniti e i Sabelli poi furono derivazioni dei Sabini, mentre i Lucani derivarono dai Sanniti ed i Bruzi dai Lucani [...] erano accomunati da una lingua comune che oggi viene definita "Osco-Umbro".

Tratto da freeforumzone.leonardo.it

E' tuttora in discussione l'identità del popolo dei Naharki (o Naharci), citato dalle Tavole Eugubine, che probabilmente abitava nella zona di Terni: si trattava di Sabini, di Umbri o di genti ben distinte dagli altri?

http://it.wikipedia.org/wiki/Tavole_eugubine
www.publications.efrome.it/opencms/...DUCTION.PDF.pdf

Secondo tale documento, i Naharti erano considerati nemici della città umbra di Gubbio al pari degli Etruschi e degli Japusci (?). Nahar, antico nome del fiume Nera, richiama i seguenti appellativi: Naharci (Naharkum), Narni, S. Anatolia di Narco, Interamna Nahars (Terni).

"Un assetto urbano doveva invece avere, almeno dal VII secolo a.C., Terni/Interamna Nahars, la città dei Naharci, popolo umbro-sabino ricordato nelle Tabulae Iguvinae, la cui fondazione è posta nel 672 a.C. da un'iscrizione, ma soprattutto confermata da scavi in vari punti del centro storico [...]".

http://books.google.it/books?id=zmO1Ri5n4v0C&dq=

"Questi Sabini sarebbero Safini umbrizzati o Paleoumbri safinizzati (come si esprimono i glottologi) ... Gli archeologi sono concordi nel dire che i Naharci possedevano una propria individualità, non solo culturale ma forse anche [...]".

www.books.google.it/books?id=OedOAAAAMAAJ&q=

"... Nulla però autorizza ad immaginarla popolata da un ethnos distinto da quello umbro, a cui invece la riferiscono tutte le fonti letterarie in nostro possesso. La qualifica di nomen data dalle Tavole ai Naharci impedisce dunque di identificarli con gli Umbri del Nera: una loro eventuale inclusione nella formula si sarebbe infatti tradotta piuttosto in un elenco di totar, sul modello di quanto avviene per l'umbra Tadinum".

http://books.google.it/books?id=p9VNAQAAIAAJ&q=

www.academia.edu/1306196/Tuta_Ikuvi...urbana_a_Gubbio

"Seguono tre "nomi" cioè popoli di altra stirpe: gli Etruschi, i Naharci - evidentemente il nome dato dagli Umbri ai Sabini, considerati secondo un'ottica settentrionale come gli abitatori della Valnerina - e gli Iapusci".

http://books.google.it/books?id=dmwMAQAAMAAJ&q=

"Gli Umbri dell'Età del Bronzo vengono chiamati Paleoumbri da alcuni studiosi per distinguerli dagli Umbri storici dell'età del ferro. Augusto Ancillotti, glottologo dell'Università di Perugia, esperto dell'antica lingua umbra ed esimio studioso delle Tavole di Gubbio, afferma:"E' legittimo sospettare che il "tipo paleoumbro" appartenga ad una corrente indoeuropea che nella seconda metà del II millennio a.C. ha portato in Italia fatti culturali di area danubiana" (A. Ancillotti - R. Cern Le Tavole di Gubbio e la civiltà degli Umbri, Jama, Perugia, 1996). La teoria di Ancillotti si baserebbe sul fatto che la lingua umbra, che ci perviene attraverso le Tavole di Gubbio, avrebbe forti somiglianze con le lingue dell'area nord e centroeuropea, in quanto è possibile operare una comparazione tra alcuni termini similari aventi lo stesso significato nelle lingue odierne del centro e nord Europa. La lingua umbra sarebbe apparentata, dunque, con lingue di cui ancora oggi si trovano tracce nell'inglese, francese, tedesco ecc. L'affinità linguistica con l'area centro settentrionale dell'Europa indurrebbe a pensare all'antico umbro, pervenutoci con le Tavole di Gubbio, come a una lingua parlata da tribù provenienti d'oltralpe". "Alcuni studiosi [...] collegano il nome [...] dei fiumi Ambro e Ombrone con la presenza di Paleoumbri nel territorio che sarà poi etrusco. Ma sono gli scritti di Erodoto, lo storico greco del VI sec. a.C., che ci portano a considerare gli Umbri come un popolo proveniente dall'area danubiana, un popolo che Erodoto chiama Ombricoi e colloca tra la parte mediana del Danubio e le Alpi".

www.edizionithyrus.it

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Situazione linguistica dell'Italia antica intorno al 13° secolo a.C. (Età del Bronzo recente) secondo il prof. Augusto Ancillotti.

www.google.it/search?q=augusto+asnc...usto+ancillotti

www.umbriatouring.it/cartine-dellitalia-antica/

http://it.wikipedia.org/wiki/Popoli_dell&#...à_del_ferro.png

http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Arezzo

"Origini dei Naharki. Non abbiamo notizie certe e documentabili circa l'origine di questa popolazione di cui ritroviamo riscontro solo in alcuni accenni, infatti vengono citati nelle tavole eugubine e nel nome stesso della città di Terni, che era Interamna dei Naharti. Naturalmente il nome della popolazione deriva dal ruolo totemico del fiume, il Nera, lungo il cui corso si era insediata questa antica popolazione. La provenienza stessa degli antichi Umbri non è facilmente rintracciabile, infatti Plinio ci dice che sono tra le popolazioni più antiche d'Italia e che sicuramente erano già presenti quando sono arrivati gli Etruschi che hanno occupato parte del territorio umbro. Ma da dove venissero è solo un ipotesi ... il termine greco Ombricoi significherebbe salvati dalle acque, quindi si riferirebbe ad una popolazione scampata ad una qualche devastante alluvionie che interessavano periodicamente i grandi fiumi centroeuropei. Con molta probabilità i progenitori umbri abitavano lungo il bacino danubiano, in una zona dove erano già insediati i Paleo-Celti con cui erano sicuramente in contatto se non direttamente imparentati. Poi scendendo lungo la costa dalmata hanno attraversato l'Adriatico per poi attraversare le valli marchigiane, arrivare all'interno della penisola per insediarsi lungo l'area del Nera".

http://blog.libero.it/TERNISTORIA/1649208.html

Riprendono gli scavi a Orvieto:

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Sono curioso di vedere come andrà a finire questa vicenda.

CITAZIONE
Un maggiordomo etrusco in Egitto?

Interessante davvero, puoi fornirmi ulteriori informazioni?

Per ciò che riguarda la preistoria etrusca, oltre ai villanoviani esiste la misteriosa cultura del Rinaldone:

"Uomini alti più di due metri quando l'altezza media era di poco superiore al metro e cinquanta. Lo studioso Giovanni Feo ci parla di un mistero ancora tutto da risolvere. Nel territorio etrusco, presso varie località, sono stati frequentemente rinvenuti resti di giganti. Non solo nei sepolcri etruschi, ma sorprendentemente anche nelle tombe rinaldoniane.

Nella sua Storia di Viterbo, l'erudito Frate Annio riporta la notizia del ritrovamento di una "testa di gigante" presso la chiesa di S. Rosa. Scrive poi di "un corpo gigantesco" rinvenuto nell'etrusca Cortenebra.

Certo, si può pensare che la fantasia di Frate Annio viaggiasse a briglia sciolta, eppure storie e racconti di ritrovamenti di ossa di gigantesche proporzioni sono ancora udibili sia nella Tuscia viterbese che nella Maremma grossetana. Un grande viaggiatore e scopritore di siti etruschi, George Dennis (1814-1898) scriveva: "Se si deve dar credito ai contadini, le ossa rinvenute a Saturnia erano di proporzioni gigantesche". Lo scrittore e diplomatico inglese nel 1843 aveva visitato la necropoli di Pian di Palma, a Saturnia, dove vide i tumuli dolmenici costruiti con grandi lastre di travertino infisse verticalmente nel terreno, altre poste a copertura. La tradizione classica tramanda che Saturnia è stata fondata dai Pelasgi, autori delle mura poligonali che si possono ammirare nell'antica porta d'ingresso alla cittadina.

Non lontano da Saturnia, a Orbetello, davanti al monte Argentario, molti si ricordano di quando, durante un'alluvione, vennero alla luce tombe con ossa gigantesche. Anche Orbetello ha mura poligonali e, come Saturnia, la tradizione tramanda di origini pelasgiche. E' inverosimile che tutte queste testimonianze, comprese alcune molto autorevoli, siano il frutto di menzogne o di una suggestione collettiva.

In una pubblicazione curata dall'archeologo Francesco Nicosia, già a capo della Soprintendenza Nazionale per i beni monumentali, si legge che le tombe "a uovo" scavate nella località viterbese di Rinaldone, contenevano numerosi scheletri che superavano i due metri di altezza.

Dove sono finite queste ossa? Scomparse. Comunque non è noto se siano state eseguite analisi di laboratorio per trarne informazioni utili alla ricerca storica".

"Sia i giganti ritrovati nelle tombe rinaldoniane, che quelli rinvenuti nei sepolcri etruschi, sono stati sempre una percentuale esigua rispetto agli scheletri di statura normale. Quello dei giganti era quindi un ceppo elitario, non il prevalente. Resta la nuda evidenza: giganti rinaldoniani e giganti etruschi, ambedue rinvenuti nei medesimi siti dell'Italia centrale, tra Toscana, Umbria e Lazio".

"I Giganti d'Italia non sono soltanto quelli dell'antica Etruria. In Calabria, a Marina di Caulonia, vennero alla luce tombe protostoriche di persone alte sui due metri. Di ossa gigantesche è piena la Sardegna, almeno secondo ciò che asseriscono fonti numerose e attendibili".

"Alla fine del Neolitico, un progredito popolo del mare, in seguito a una carestia o in cerca di nuove terre, iniziò una migrazione via mare dall'Egeo anatolico, arrivando a toccare svariati territori mediterranei. Una parte di loro sbarcò nei pressi del monte Argentario (Orbetello, Porto Ercole), tradizionalmente ritenuto uno dei maggiori porti 'pelasgici' della Toscana meridionale. In seguito quel popolo percorse la valle del fiume Flora e, da lì, raggiunse la regione vulcanica e rupestre intorno al lago di Bolsena: il territorio dei tufi, l'Etruria rupestre, che divenne la nuova patria".

Fonte: link


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Edited by Barbanera3 - 12/2/2020, 16:55
 
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Barbanera3
view post Posted on 6/1/2014, 16:16




Nuovi tesori affiorano dagli scavi di Orvieto

"La 14esima campagna di scavi al Campo della Fiera ha consegnato, tra le altre cose, il quarto tempio e il volto forse di una divinità [...] 5/09/2013 [...] Continua a restituire preziosi reperti che lo accreditano ancora di più come il Fanum Voltumnae, il celebre santuario federale degli Etruschi che gli studiosi hanno cercato invano sin dal XV secolo. E' il sito archeologico di Campo della Fiera di Orvieto, dove da poche settimane si è conclusa la 14esima campagna di scavo condotta su concessione ministeriale dall'Università di Perugia e diretta dalla Professoressa Simonetta Stopponi, che questa mattina, a Palazzo Coelli sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto che da cinque anni finanzia l'impresa scientifica, ha presentato i risultati della ricerca. La Stopponi ha brevemente ripercorso le tappe più significative dell'imponente ricerca archeologica che interessa un'area vasta a sud-est della rupe di Orvieto, ricca di rinvenimenti che abbracciano un periodo di circa duemila anni, dal VI secolo a.C. alla Peste Nera del 1348 [...] Il santuario etrusco risalente al 4° sec. a.C. e l'imponente Via Sacra (larga 9 m) del 6° sec. a.C. che collegava vari edifici sacri e i tanti reperti rinvenuti nell'area archeologica di Campo della Fiera dimostrano scientificamente che in quella zona il culto è continuato in epoca romana con interventi strutturali nell'area più importante del santuario".

L'articolo prosegue qui:

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Per la sezione "Teorie alternative sulla civiltà etrusca", vi segnalo che Ignazio Burgio nel suo libro "Le civiltà stellari" parla di Etruschi andini.

"Arare" ad esempio è simile come suono e significato al vocabolo quechua-aymara "haray" (lavorare la terra, appunto), "amicus" con l'andino "amicusitha" (fare amicizia), "honus" cioè onore è identico a "hono", ricchezza e valore, per citare soltanto tre esempi. La professoressa Rosa De Tariffi era convinta che gli Etruschi originariamente facessero parte di un'antichissima civiltà megalitica sudamericana creatrice dei misteriosi monumenti andini di Machu Picchu, Sacsahuaman, Tiahuanaco e via. Emigrando in molte parti del mondo - quindi anche in Italia - diffusero, secondo questa teoria, anche la loro lingua [...] Dunque l'antico popolo della Tuscia, da cui gli stessi Romani ereditarono tanti elementi culturali, non soltanto religiosi, ebbe le sue origini sulle Ande per poi colonizzare con un viaggio transoceanico il centro-Italia? O non piuttosto il contrario come sostennero nel decennio successivo gli studiosi Costantino Cattoi e Daniel Ruzo? Il Colonnello Cattoi, ex pilota della I Guerra Mondiale, era convinto negli anni '50 che gli Etruschi fossero gli eredi di una fiorente civiltà italica nata molti millenni prima di quanto riportato dalla storia ufficiale, su di un vasto territorio risultante dalla fusione di Sardegna, Corsica, Italia centrale ed Isole Baleari (in realtà la geologia conferma che soltanto Sardegna e Corsica rimasero unite fino al VI millennio a.C.). Da questa "civiltà-madre" gli antenati degli Etruschi avrebbero raggiunto poi diverse parti del mondo, anche il continente sud-americano. Come prova delle sue tesi, il colonnello sottolineava la somiglianza tra le sculture rupestri di Ansedonia e quelle presenti a Marcauasi, una località a 3800 m. di altezza sulle Ande peruviane fatta conoscere al mondo dallo studioso Danil Ruzo" (I. Burgio).


Nel frattempo nuovi esami del DNA hanno smentito i risultati precedenti:

"La fioritura della civiltà etrusca non fu dovuta a un'immigrazione di popolazioni provenienti dall'Anatolia attorno all'VIII secolo a.C. [*], e attualmente i discendenti diretti degli Etruschi sono relativamente pochi e dispersi in piccole comuinità della Toscana, come quella del Casentino e di Volterra. E' la conclusione di un ampio studio diretto da Guido Barbujani dell'Università di Firenze, che potrebbe aver dato una risposta conclusiva sull'origine di questa antica popolazione, una diatriba che si trascina da oltre 2.000 anni e che vedeva contrapposta l'ipotesi di Erodoto, secondo cui gli Etruschi sarebbero giunti dall'Anatolia, e quella di Dionigi di Alicarnasso che li voleva invece autoctoni. Come ricordato nell'articolo in cui è illustrata la ricerca, pubblicata sulla rivista "Plos One", precedenti studi avevano indotto a supporre che la regione stesse dalla parte di Erodoto, dato che le analisi del DNA mitocondriale condotte sulle popolazioni attuali avevano trovato una somiglianza genetica tra abitanti della Toscana e dell'Anatolia occidentale, pur rilevando nella regione italiana possibili notevoli differenze tra gruppi che vivono a poche decine di chilometri di distanza. Per venire a capo della questione, i ricercatori hanno cercato di analizzare in maggior dettaglio geografico le relazioni biologiche tra le popolazioni contemporanee e antiche, prelevando - in accordo con la Soprintendenza archeologica per la Toscana - campioni biologici da ossa scoperte nelle necropoli etrusche di Casenovole e di Tarquinia, per analizzare il DNA mitocondriale (mtDNA) e confrontarlo con quello di diversi campioni di epoca medievale e con quello di un più ampio gruppo di toscani che oggi vivono in differenti aree della regione, più o meno ricche di reperti storici etruschi [...] Il risultato delle analisi ha indicato, scrivono gli autori, "che il patrimonio genetico degli Etruschi è ancora presente, ma solo in alcuni gruppi isolati, mentre i toscani attuali in genere non discendono, lungo le linee femminili, da antenati etruschi". L'analisi geografica mostra inoltre che "non vi è alcune necessaria correlazione tra la presenza di resti archeologici e le radici biologiche degli abitanti delle zone in cui si trovano questi resti".

link

[*] L'immigrazione dei Tirreni in Italia, descritta da Erodoto, sarebbe avvenuta ai tempi della guerra di Troia (circa 1200 a.C.), link (Sardi era la capitale della Lidia). Le prime manifestazioni archeologiche della cultura etrusca compaiono nell'VIII secolo a.C. In genere, si è visto che gli insediamenti di questo popolo sorgono nell'area di precedenti insediamenti villanoviani, link.

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Barbujani sostiene che gli unici contatti fra gli Etruschi e l'Anatolia risalgono all'epoca preistorica.

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La Stonehenge dell'Umbria:

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Qualcuno ne sa di più? E' una scoperta che mi incuriosisce.

Edited by Barbanera3 - 12/2/2020, 17:00
 
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