| Giovanni C2 |
| | Fonte: http://books.google.it/books?id=PXUNAAAAIA...dia+inferno&hl="Nel mezzo del cammin di nostra vita Mi ritrovai per una selva oscura, Che la diritta via era smarrita: E quanto a dir qual'era, è cosa dura Questa selva selvaggia, et aspra e forte, Che nel pensier rinnuova la paura. Tanto è amara, che poco è più morte; Ma per trattar del ben, ch'io vi trovai, Dirò dell'altre cose, ch'io v'ho scorte. I' non so ben ridir, com'io v'entrai; Tant'era pien di sonno in su quel punto, Che la verace via abbandonai. Ma poi ch'i fui appiè d'un colle giunto, Là ove terminava quella valle, Che m'avea di paura il cuor compunto; Guarda' in alto, e vidi le sue spalle Vestite già de' raggi del pianeta, Che mena dritto altrui per ogni calle. Allor fu la paura un poco queta, Che nel lago del cuor m'era durata La notte, ch'io passai con tanta pieta. E come quei, che con lena affannata Uscito fuor del pelago alla riva, Si volge all'acqua perigliosa, e guata; Così l'animo mio, ch'ancor fuggiva, Si volse 'ndietro a rimirar lo passo, Che non lasciò giammai persona viva".Fonte: www.acam.it/dante_amore.htmCITAZIONE Dante Alighieri e i 'Fedeli d'Amore'
di A. Romanazzi
Già nel secolo scorso e nei primi decenni di quello presente, la questione della possibile appartenenza di Dante ad un'oscura setta esoterica, i Fedeli d'Amore, ha fatto versare fiumi d'inchiostro, senza peraltro raggiungere che modesti risultati. Chi sono i Fedeli d'Amore? Dall'esame semantico-letterale degli scritti di Dante e dei maggiori rimatori del suo tempo, l'espressione parrebbe designare semplicemente coloro che, sulla scia della lirica provenzale trobadorica, riconobbero nell'amore una forza spirituale trasfigurante capace di far trascendere la condizione umana, fino a raggiungere la conoscenza e l'amore di Dio.
Tramite di questa purificazione progressiva è la donna, non più oggetto di passioni contingenti, di carnali concupiscenze, ma specchio di virtù e celestiale bellezza su cui si riflette, trasformandosi e pur sempre a se stessa rimandando, la bellezza e la bontà divina. Fedeli d'Amore sono dunque gli Stilnovisti tutti, ma non solo loro: chiunque abbracci questa accezione nuova della parola "amore" in cui si sottende un'esperienza intima dell'essere fondamentalmente religiosa. Di qui la poesia con stilemi ed immagini in comune: luoghi retorici, sottigliezze allegoriche, simbolismi allusivi e inquietanti, lessico oscuro. Siamo d'altronde ancora nel Medio Evo e non è luogo comune ricordare che nell'Età di mezzo tutto o quasi è allegoria, simbolismo, parabola, e al tempo stesso giuoco stilistico, squisita variazione sui medesimi temi, ricerca ossessiva di perfezione
La Divina Commedia è forse una delle opere italiane più lette e studiate al mondo, la cui realizzazione è dovuta a uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, Dante Alighieri.
Ma, come spesso accade nelle grandi opere, anche la Divina Commedia racchiude, tra i suoi canti, tra le sue figure e tra gli stessi luoghi di dannazione o paradisiaca potenza in essa descritti segreti che van ben oltre lo sguardo del lettore distratto, e che ripropongono pensieri e credenze nascoste di misteriose sette provenienti dall'Oriente e legate a quella forza cosmica chiamata "amore": i "Fedeli d'Amore"!
Anche se in nessuna storia ufficiale della letteratura se ne parla, ci sono alcuni studiosi come Luigi Valli (Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore) che sostengono che i poeti del Dolce Stil Novo, tra cui appunto Dante, non scrivessero semplici poesie d'amore, ma nei loro versi essi utilizzavano un codice segreto con il quale comunicare ai loro fratelli. Gran parte di questi poeti, infatti, sarebbero stati seguaci d'Amore, una confraternita che aveva tra i suoi scopi il ritorno alla purezza della dottrina cristiana; essi lottavano contro il potere temporale della Chiesa, favorendo così il potere imperiale che a lei si opponeva. Notiamo un legame stretto con il Catarismo che a sua volta traeva origine da un movimento, il Manicheismo, che era nato appunto in Persia.
Italo Pizzi, nel libro Storia della Poesia persiana, da una serie di interpretazioni ad alcune comuni parole usate nelle poesie degli Stilnovisti:
Madonna: Fedeli d'Amore Donna: adepto Folle: fuori della setta Piangere: simulare fedeltà alla Chiesa Noioso: contro la setta Fiore: simbolo della potenza divina Vento e gelo: forze opposte all'amore Pietra: la Chiesa romana
Come molti altri componimenti degli Stilnovisti, anche nella Divina Commedia è nascosto il "vero" ed è lo stesso Dante a farci cenno di questo quando, nel Purgatorio,VIII,19-21, egli dice:
"Aguzza qui, lettor, ben li occhi. Al vero, che 'l velo è ora ben tanto sottile, certo che 'l trapassar dentro è leggiero ..."
Nel Medioevo, il simbolo e il numero erano i così detti "Principia Individuationis", la loro funzione, in tutte le opere sia letterarie sia architettoniche è importantissima, e lo stesso Dante non si sottrae al Simbolismo numerico ed è grazie a questo che il Poeta nasconde il "Sacro Credo", infatti esaminando la Divina Commedia notiamo (una piu' approfondita analisi è presente sul libro del Prof. Vlora Dalla Valle delle Piramidi a Federico II di Svevia) che il poeta non usa mai meno di 115 e non più di 160 versi per ogni Canto.
La frequenza maggiore è sui valori 139 e 142, inoltre notare che egli non chiude MAI un canto con 118-121-127 versi. La cosa strana è che pur scrivendo in terzine il poeta non impiega mai un numero che sia divisibile per 3, anzi, il numero dei versi finali di ogni Canto è pari ad un multiplo di 3 piu' 1! Se facciamo un rapido conto:
118 = 39 terzine + 1 121 = 40 terzine + 1 127= 42 terzine + 1
Quindi, per la logica detta prima, tali numeri potevano essere utilizzati, ma come evidenziato il poeta cerca di scansare i numeri 39, 40, 42 LA CUI SOMMA RESTITUISCE IL 121, QUADRATO DELL'11!
Secondo la Simbologia cristiana, l'11 rappresenta il PECCATO; 11 sono per esempio le spire del labirinto della cattedrale di Chatres che il penitente doveva percorrere a scopo purificatorio e 11 sono i cubiti di altezza della camera del sarcofago della Grande Piramide, dunque 11 è il numero del peccato! Questa tradizione risale non alla stessa religione Cristiana, ma a una cultura ancora più antica, quella egiziana, e in particolare alle sue tradizioni sul numero 111, il Numero Divino. Il 111 rappresenta la perfezione e la divinità, il primo 1 è il Bene, il secondo 1 è l'UNIONE, il terzo 1 è il MALE [...]
Dalla perfezione, il 111, togliendo uno dei tre 1 otteniamo l'11, il PECCATO!
Certo, il significato medievale nasceva da ben altro, ormai le antiche tradizioni egizie erano andate perse, ma il numero rimaneva! Continuiamo con i calcoli. Infatti, esaminiamo il I Canto dell'Inferno: si compone di 136 versi, cioè 1+3+6=10 ... 1+0=1.
Se facciamo questo per tutti Canti dell'Inferno otteniamo tre numeri: 1, 4, 7. Esaminiamo il loro simbolismo.
Il numero 1 è alla base della numerazione, esso indica il Monoteismo, l'espressione del Dio creatore. Il numero 4 rappresenta la completezza, l'UOMO. Presso i babilonesi esso indica le 4 regioni del mondo, per gli ebrei ricordava il Paradiso terrestre con i suoi 4 fiumi, e anche per S.Agostino esso gode di grande importanza perchè "in quaternario numero est insigne temporalium"; per gli alchimisti medievali i 4 elementi. Il numero 7 indica invece la perfezione, esso è somma del 3+4, cioè Dio (la Trinità) e la materialità (i 4 elementi). Dunque:
1 - Dio 4 - L'uomo 7 - Il congiungimento Uomo con Dio dopo l'espiazione dei peccati
Tutto quindi sembra in tema con lo spirito della Divina Commedia. L'Uomo che raggiunge Dio dopo l'espiazione dei peccati [...]
"Vero è che tra le parole ove si manifesta la cagione di questo sonetto si scrivono dubbiose parole ... E questo dubbio è impossibile a solvere a chi non fosse in simile grado fedele d'amore" (Dante, Vita Nuova).
Dice L. Valli: "Quando la crociata degli Albigesi desolò con le sue ripetute stragi la Provenza, essa disperse per il mondo insieme la poesia d'Amore e l'Eresia". Del resto, i Fedeli d'Amore erano una confraternita che aveva tra i suoi scopi quello del ritorno alla purezza della dottrina cristiana e che quindi piuttosto vicini all'eresia Catara [...] La Divina Commedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Divina_Commediahttp://it.wikipedia.org/wiki/Dante_Alighierihttp://images.google.it/images?q=divina%20...oe=UTF-8&tab=wiwww.mediasoft.it/dante/http://divinacommedia.weebly.com/www.treccani.it/enciclopedia/divina-commedia/http://it.wikisource.org/wiki/Divina_Commediawww.cantidivinacommedia.it/www.filosofico.net/ladivinacommedia.htmwww.liberliber.it/mediateca/libri/a...df/la_div_p.pdfwww.google.it/search?q=divina+comme...tbm=bks&start=0La Divina Commedia illustrata da Gustavo Dorè: http://annamaria75.altervista.org/divina-c...re-inferno.htmlhttp://it.wikipedia.org/wiki/Gustave_Dor%C3%A9www.worldofdante.org/gallery_dore.htmlhttp://commons.wikimedia.org/wiki/Gustave_Dor%C3%A9www.danshort.com/doregallery/www.gutenberg.org/files/8800/8800-h/8800-h.htmhttp://xoomer.virgilio.it/ikthys/Gust.Dore/index.htmwww.gutenberg.org/files/8710/8710-h/8710-h.htmGli Stilnovisti: http://it.wikipedia.org/wiki/Dolce_stil_novowww.treccani.it/enciclopedia/stil-novo/I Catari: http://it.wikipedia.org/wiki/Catarihttp://it.wikipedia.org/wiki/Crociata_albigesewww.eresie.it/it/Catari.htmwww.templaricavalieri.it/catari.htmwww.treccani.it/enciclopedia/catari/http://it.cathopedia.org/wiki/Catarihttp://cronologia.leonardo.it/storia/tabello/tabe1546.htmhttp://en.wikipedia.org/wiki/Catharismwww.treccani.it/enciclopedia/albigesi/Fedeli d'Amore: www.eresie.it/it/Fedeli_d'Amore.htmwww.nuovaricerca.org/fedeli1.htmwww.riflessioni.it/testi/dante.htmwww.moncelon.com/fedelidamore.htmwww.accademiasalute.eu/wp-content/u...le-dAmore-2.pdfLuigi Valli e i Fedeli d'Amore: www.classicitaliani.it/index071.htmwww.treccani.it/enciclopedia/fedeli...edia-Dantesca)/www.labirintoermetico.com/03Fiabe/V...eli_d_Amore.pdfCITAZIONE Si può egli parlar più chiaramente di quel che Dante ha qui fatto, per dire che vi erano di coloro che capivano il suo gergo? e che questi erano i fedeli d'Amore ch'erano in simil grado? Fonte: http://books.google.it/books?id=H5cAAAAAYAAJ&dq=, Gabriele Rossetti, 1840. La struttura occulta della Divina Commedia di Edy Minguzzi: http://books.google.it/books?id=F2NPzETey6UC&dq=Edited by Giovanni C2 - 20/8/2015, 00:55
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