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codice segreto nella divina commedia, ne hanno parlato a voyager

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misterious_angel
view post Posted on 13/12/2006, 17:07




per i pigri per l'ho riportato

Islanda

in onda lunedì 11 dicembre alle 23.40
Ci sono luoghi "estremi" per chi, come noi, segue i confini della conoscenza. Luoghi che compaiono nelle leggende in tempi diversi e in popoli distanti. Luoghi come quello in cui ci troviamo oggi: l'Islanda. Per alcuni, la mitica "Ultima Thule".
Il primo a parlare di Thule, come abbiamo appena sentito, fu il poeta Virgilio, circa trenta anni prima della nascita di Cristo.
Una curiosa coincidenza, perché il viaggio che stiamo per affrontare insieme, segue le tracce di un altro e ben più famoso viaggio: quello descritto da Dante nella Divina Commedia. È solo un caso, ma come tutti sanno, la guida scelta dal sommo poeta fu proprio Virgilio.
Virgilo, Dante, l'Ultima Thule: 3 nomi che hanno molto in comune.

"Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore;
tu se' solo colui da cu' io tolsi
lo bello stilo che m'ha fatto onore".
INFERNO I

Il viaggio che stiamo per iniziare può sembrare molto complicato. Ma non è così. Vi chiediamo di seguirci con attenzione perché stiamo per seguire una pista mai battuta finora.
Tutto parte da un libro pubblicato quest'anno da una casa editrice e da una spedizione condotta sul campo da un'equipe internazionale. Dunque un'idea semplice e al tempo stesso sconvolgente: il viaggio di Dante nella Divina Commedia non sarebbe solo un viaggio di fantasia, pieno di metafore e allegorie, ma potrebbe forse essere il racconto cifrato di un viaggio reale, che avrebbe fatto fin qui, in Islanda, nella leggendaria terra di ghiaccio e di fuoco.
Secondo i ricercatori, che stiamo seguendo in Islanda e di cui avremo le immagini in esclusiva del loro lavoro sul campo, al centro di tutto potrebbe esserci un tesoro nascosto.
Qualcosa di cui Dante avrebbe lasciato traccia per chi fosse stato in grado di decifrare il codice segreto delle sue terzine.

"O voi ch'avete li 'nteletti sani,
mirate la dottrina che s'asconde
sotto 'l velame de li versi strani"
INFERNO IX

Il segreto di Dante non sarebbe celato solo nei versi della commedia, ma anche in alcuni quadri di artisti altrettanto famosi. Maestri del calibro di Botticelli e Leonardo Da Vinci. D'altronde questa Terra esercita il suo fascino magico per diversi motivi.
Il primo è che molti studiosi, come abbiamo detto all'inizio di questo viaggio, la identificano con l'Ultima Thule.
Anche Giulio Verne, grande scrittore molto legato ai circoli esoterici, individua in uno dei vulcani sepolti dal ghiaccio l'entrata per il suo "Viaggio al centro della Terra".
Conoscenze antiche quelle a cui avrebbe attinto Verne. Le stesse che forse permisero a Leif Erikson, il grande eroe vichingo di raggiungere l'America ben 500 anni prima di Cristoforo Colombo, intorno all'Anno Mille.
Forse perché il leggendario Leif non fu il primo a compiere tale avventura.

Secondo i testi cinesi, Shan Hai Ching T'Sang-Chu e Shan Hai Jing avrebbero raggiunto le coste americane passando lo stretto di Bering già nel 2640 avanti Cristo, durante una missione voluta dall'imperatore Huang Ti.
Le leggende Indù raccontano invece di viaggi verso il Messico tra l'800 e il 400 avanti Cristo. Lo scopritore, che avrebbe poi vissuto tra gli Atzechi si chiamava vixepecocha.
Il primo europeo, sempre secondo leggende non accertate, sarebbe stato il monaco irlandese San Brendano vissuto a cavallo tra il 400 e il 500 dopo Cristo. Ben 5 secoli prima dell'impresa dell'islandese Leif Erikson, narrata nella saga di Erik il Rosso nel dodicesimo secolo.
C'è chi sostiene che prima di Colombo, a raggiungere l'America, sarebbero stati anche uomini affiliati all'ordine dei Templari: alcuni cavalieri sarebbero stati spediti in messico all'inizio del XII secolo a recuperare oro con cui finanziare la costruzione delle imponenti cattedrali gotiche, mentre nel 1398 Harry Saint Clair, guidato dal navigatore veneziano Antonio Zeno avrebbe affrontato l’atlantico per nascondere un tesoro templare nella lontana Oak Island. Storia, questa, che troverebbe conferma nelle decorazioni della misteriosa cappella di Roslyn in Scozia.
E non è tutto. Lo stesso Cristoforo Colombo avrebbe ottenuto informazioni vitali per la sua scoperta proprio durante un viaggio in Islanda del 1477, solo 15 anni prima della grande impresa...

Ci troviamo sulla Faglia MedioAtlantica. Questo è uno dei luoghi più magici del pianeta ed era sacro anche agli antichi Islandesi, che qui si riunivano per decidere il loro futuro. Ma in questo che forse è il primo parlamento d'Europa, successe qualcosa di molto strano. Qualcosa che, inaspettatamente – ancora una volta – ha a che fare con i Cavalieri Templari.
Ma ora è tempo di partire. Ripercorreremo quello che viene ritenuto il vero viaggio di Dante. Un'avventura che ci porterà ai confini della conoscenza. Intanto c'è ancora qualcosa che vogliamo raccontarvi su questa terra così magica. È la storia di un monte sacro, di un popolo invisibile e di un cancello che porterebbe al centro della terra.

Hvannadalshnukur è la montagna più alta d'Islanda. Per gli islandesi è una montagna magica.
L'aspetto suggerisce antiche forze magiche in grado di plasmare 8.500 chilometri quadrati di ghiaccio che avvolgono il massiccio, e seppelliscono i vulcani che dormono – vivi – sotto di esso.
La chiamano "La Porta dell'Inferno". Ma quale è il segreto che lo pone nel novero dei luoghi leggendari della Terra? Le tradizioni locali assicurano che la montagna è la sede dell'"Huldulfolk", non un essere bensì un popolo, anzi una progenie: quella degli Elfi.

Il viaggio continua. Siamo sulla Kjelo Route, la più antica strada d'Islanda, una strada che forse venne percorsa da Dante molti secoli fa. Questi boschi e queste montagne sembrano irradiare storie e magia da ogni angolo. Ma noi siamo qui per un motivo più preciso. Ricordiamoci, infatti, che stiamo seguendo le tracce di Dante Alighieri, in quello che sarebbe un incredibile viaggio compiuto in gran segreto su questi stessi sentieri circa 700 anni fa.

"Perché 'l turbar che sotto da sé fanno
l'essalazion de l'acqua e de la terra,
che quanto posson dietro al calor vanno"
PURGATORIO XXVIII

Qui si esce dal Purgatorio, di là Dante va verso il Paradiso. Eccoci al centro di tutta questa storia. Se l'ipotesi del ricercatore italiano fosse corretta, quello sarebbe il trono di Beatrice e questa la Candida Rosa dei Beati.
Ma c'è di più: un immenso tesoro sarebbe nascosto al centro delle coordinate "inviateci" da grandi artisti nel corso dei secoli. Qui infatti Dante incontra Dio. Cosa c'è nascosto sotto l'anfiteatro?

Gli studiosi stanno lavorando: se ci sono novità vi aggiorneremo.

 
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misterious_angel
view post Posted on 15/12/2006, 11:16




vedo che non interessa a ness image uno
 
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view post Posted on 15/12/2006, 11:37
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Orso Mannaro

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Non è che non interessa è che su Dante se ne dicono di cotte e di crude, figurati che ci sono persone che hanno fatto tesi di laurea solo su di una terzina.
Tra l'altro non capisco chi ce lo portava dante aligheri in islanda.
Dante ha scritto cose "divine" senza dubbio, non per nulla si studia tre anni di filato a scuola e se ne intacca solo la superficie, ma sono sempre metafore.
 
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view post Posted on 15/12/2006, 11:42
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non ricordo chi diceva che la Divina è in realtà un percorso iniziatico, rivelatore. Lo ritengo possibile. Meno l'ipotesi dell'Islanda che mi pare una forzatura e l'ennesimo tentativo di ricondurre elementi Spirituali in contesti Materiali.
 
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misterious_angel
view post Posted on 15/12/2006, 13:48




già studiando Dante lui si ritineva un illuminato si sentiva, con la sua commedia, di avere il diritto di insegnare agli altri, come un dovere morale..potrebbe anche essere..cmq il fatto che se ne sono dette già tante non lo sapevo
 
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Giovanni C2
view post Posted on 22/12/2006, 10:44




Fonte: http://books.google.it/books?id=PXUNAAAAIA...dia+inferno&hl=

"Nel mezzo del cammin di nostra vita
Mi ritrovai per una selva oscura,
Che la diritta via era smarrita:
E quanto a dir qual'era, è cosa dura
Questa selva selvaggia, et aspra e forte,
Che nel pensier rinnuova la paura.
Tanto è amara, che poco è più morte;
Ma per trattar del ben, ch'io vi trovai,
Dirò dell'altre cose, ch'io v'ho scorte.
I' non so ben ridir, com'io v'entrai;
Tant'era pien di sonno in su quel punto,
Che la verace via abbandonai.
Ma poi ch'i fui appiè d'un colle giunto,
Là ove terminava quella valle,
Che m'avea di paura il cuor compunto;
Guarda' in alto, e vidi le sue spalle
Vestite già de' raggi del pianeta,
Che mena dritto altrui per ogni calle.
Allor fu la paura un poco queta,
Che nel lago del cuor m'era durata
La notte, ch'io passai con tanta pieta.
E come quei, che con lena affannata
Uscito fuor del pelago alla riva,
Si volge all'acqua perigliosa, e guata;
Così l'animo mio, ch'ancor fuggiva,
Si volse 'ndietro a rimirar lo passo,
Che non lasciò giammai persona viva".


Fonte: www.acam.it/dante_amore.htm
CITAZIONE
Dante Alighieri e i 'Fedeli d'Amore'

di A. Romanazzi

Già nel secolo scorso e nei primi decenni di quello presente, la questione della possibile appartenenza di Dante ad un'oscura setta esoterica, i Fedeli d'Amore, ha fatto versare fiumi d'inchiostro, senza peraltro raggiungere che modesti risultati. Chi sono i Fedeli d'Amore? Dall'esame semantico-letterale degli scritti di Dante e dei maggiori rimatori del suo tempo, l'espressione parrebbe designare semplicemente coloro che, sulla scia della lirica provenzale trobadorica, riconobbero nell'amore una forza spirituale trasfigurante capace di far trascendere la condizione umana, fino a raggiungere la conoscenza e l'amore di Dio.

Tramite di questa purificazione progressiva è la donna, non più oggetto di passioni contingenti, di carnali concupiscenze, ma specchio di virtù e celestiale bellezza su cui si riflette, trasformandosi e pur sempre a se stessa rimandando, la bellezza e la bontà divina. Fedeli d'Amore sono dunque gli Stilnovisti tutti, ma non solo loro: chiunque abbracci questa accezione nuova della parola "amore" in cui si sottende un'esperienza intima dell'essere fondamentalmente religiosa. Di qui la poesia con stilemi ed immagini in comune: luoghi retorici, sottigliezze allegoriche, simbolismi allusivi e inquietanti, lessico oscuro. Siamo d'altronde ancora nel Medio Evo e non è luogo comune ricordare che nell'Età di mezzo tutto o quasi è allegoria, simbolismo, parabola, e al tempo stesso giuoco stilistico, squisita variazione sui medesimi temi, ricerca ossessiva di perfezione

La Divina Commedia è forse una delle opere italiane più lette e studiate al mondo, la cui realizzazione è dovuta a uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, Dante Alighieri.


Ma, come spesso accade nelle grandi opere, anche la Divina Commedia racchiude, tra i suoi canti, tra le sue figure e tra gli stessi luoghi di dannazione o paradisiaca potenza in essa descritti segreti che van ben oltre lo sguardo del lettore distratto, e che ripropongono pensieri e credenze nascoste di misteriose sette provenienti dall'Oriente e legate a quella forza cosmica chiamata "amore": i "Fedeli d'Amore"!

Anche se in nessuna storia ufficiale della letteratura se ne parla, ci sono alcuni studiosi come Luigi Valli (Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore) che sostengono che i poeti del Dolce Stil Novo, tra cui appunto Dante, non scrivessero semplici poesie d'amore, ma nei loro versi essi utilizzavano un codice segreto con il quale comunicare ai loro fratelli. Gran parte di questi poeti, infatti, sarebbero stati seguaci d'Amore, una confraternita che aveva tra i suoi scopi il ritorno alla purezza della dottrina cristiana; essi lottavano contro il potere temporale della Chiesa, favorendo così il potere imperiale che a lei si opponeva. Notiamo un legame stretto con il Catarismo che a sua volta traeva origine da un movimento, il Manicheismo, che era nato appunto in Persia.

Italo Pizzi, nel libro Storia della Poesia persiana, da una serie di interpretazioni ad alcune comuni parole usate nelle poesie degli Stilnovisti:

Madonna: Fedeli d'Amore
Donna: adepto
Folle: fuori della setta
Piangere: simulare fedeltà alla Chiesa
Noioso: contro la setta
Fiore: simbolo della potenza divina
Vento e gelo: forze opposte all'amore
Pietra: la Chiesa romana


Come molti altri componimenti degli Stilnovisti, anche nella Divina Commedia è nascosto il "vero" ed è lo stesso Dante a farci cenno di questo quando, nel Purgatorio,VIII,19-21, egli dice:

"Aguzza qui, lettor, ben li occhi. Al vero,
che 'l velo è ora ben tanto sottile,
certo che 'l trapassar dentro è leggiero ..."


Nel Medioevo, il simbolo e il numero erano i così detti "Principia Individuationis", la loro funzione, in tutte le opere sia letterarie sia architettoniche è importantissima, e lo stesso Dante non si sottrae al Simbolismo numerico ed è grazie a questo che il Poeta nasconde il "Sacro Credo", infatti esaminando la Divina Commedia notiamo (una piu' approfondita analisi è presente sul libro del Prof. Vlora Dalla Valle delle Piramidi a Federico II di Svevia) che il poeta non usa mai meno di 115 e non più di 160 versi per ogni Canto.

La frequenza maggiore è sui valori 139 e 142, inoltre notare che egli non chiude MAI un canto con 118-121-127 versi. La cosa strana è che pur scrivendo in terzine il poeta non impiega mai un numero che sia divisibile per 3, anzi, il numero dei versi finali di ogni Canto è pari ad un multiplo di 3 piu' 1! Se facciamo un rapido conto:

118 = 39 terzine + 1
121 = 40 terzine + 1
127= 42 terzine + 1

Quindi, per la logica detta prima, tali numeri potevano essere utilizzati, ma come evidenziato il poeta cerca di scansare i numeri 39, 40, 42 LA CUI SOMMA RESTITUISCE IL 121, QUADRATO DELL'11!

Secondo la Simbologia cristiana, l'11 rappresenta il PECCATO; 11 sono per esempio le spire del labirinto della cattedrale di Chatres che il penitente doveva percorrere a scopo purificatorio e 11 sono i cubiti di altezza della camera del sarcofago della Grande Piramide, dunque 11 è il numero del peccato! Questa tradizione risale non alla stessa religione Cristiana, ma a una cultura ancora più antica, quella egiziana, e in particolare alle sue tradizioni sul numero 111, il Numero Divino. Il 111 rappresenta la perfezione e la divinità, il primo 1 è il Bene, il secondo 1 è l'UNIONE, il terzo 1 è il MALE [...]

Dalla perfezione, il 111, togliendo uno dei tre 1 otteniamo l'11, il PECCATO!

Certo, il significato medievale nasceva da ben altro, ormai le antiche tradizioni egizie erano andate perse, ma il numero rimaneva! Continuiamo con i calcoli. Infatti, esaminiamo il I Canto dell'Inferno: si compone di 136 versi, cioè 1+3+6=10 ... 1+0=1.

Se facciamo questo per tutti Canti dell'Inferno otteniamo tre numeri: 1, 4, 7.
Esaminiamo il loro simbolismo.

Il numero 1 è alla base della numerazione, esso indica il Monoteismo, l'espressione del Dio creatore.
Il numero 4 rappresenta la completezza, l'UOMO. Presso i babilonesi esso indica le 4 regioni del mondo, per gli ebrei ricordava il Paradiso terrestre con i suoi 4 fiumi, e anche per S.Agostino esso gode di grande importanza perchè "in quaternario numero est insigne temporalium"; per gli alchimisti medievali i 4 elementi.
Il numero 7 indica invece la perfezione, esso è somma del 3+4, cioè Dio (la Trinità) e la materialità (i 4 elementi). Dunque:

1 - Dio
4 - L'uomo
7 - Il congiungimento Uomo con Dio dopo l'espiazione dei peccati

Tutto quindi sembra in tema con lo spirito della Divina Commedia. L'Uomo che raggiunge Dio dopo l'espiazione dei peccati [...]

"Vero è che tra le parole ove si manifesta la cagione di questo sonetto si scrivono dubbiose parole ... E questo dubbio è impossibile a solvere a chi non fosse in simile grado fedele d'amore" (Dante, Vita Nuova).

Dice L. Valli: "Quando la crociata degli Albigesi desolò con le sue ripetute stragi la Provenza, essa disperse per il mondo insieme la poesia d'Amore e l'Eresia". Del resto, i Fedeli d'Amore erano una confraternita che aveva tra i suoi scopi quello del ritorno alla purezza della dottrina cristiana e che quindi piuttosto vicini all'eresia Catara [...]

La Divina Commedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Divina_Commedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Dante_Alighieri
http://images.google.it/images?q=divina%20...oe=UTF-8&tab=wi
www.mediasoft.it/dante/
http://divinacommedia.weebly.com/
www.treccani.it/enciclopedia/divina-commedia/
http://it.wikisource.org/wiki/Divina_Commedia
www.cantidivinacommedia.it/
www.filosofico.net/ladivinacommedia.htm
www.liberliber.it/mediateca/libri/a...df/la_div_p.pdf
www.google.it/search?q=divina+comme...tbm=bks&start=0

La Divina Commedia illustrata da Gustavo Dorè: http://annamaria75.altervista.org/divina-c...re-inferno.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Gustave_Dor%C3%A9
www.worldofdante.org/gallery_dore.html
http://commons.wikimedia.org/wiki/Gustave_Dor%C3%A9
www.danshort.com/doregallery/
www.gutenberg.org/files/8800/8800-h/8800-h.htm
http://xoomer.virgilio.it/ikthys/Gust.Dore/index.htm
www.gutenberg.org/files/8710/8710-h/8710-h.htm

Gli Stilnovisti: http://it.wikipedia.org/wiki/Dolce_stil_novo
www.treccani.it/enciclopedia/stil-novo/

I Catari: http://it.wikipedia.org/wiki/Catari
http://it.wikipedia.org/wiki/Crociata_albigese
www.eresie.it/it/Catari.htm
www.templaricavalieri.it/catari.htm
www.treccani.it/enciclopedia/catari/
http://it.cathopedia.org/wiki/Catari
http://cronologia.leonardo.it/storia/tabello/tabe1546.htm
http://en.wikipedia.org/wiki/Catharism
www.treccani.it/enciclopedia/albigesi/

Fedeli d'Amore: www.eresie.it/it/Fedeli_d'Amore.htm
www.nuovaricerca.org/fedeli1.htm
www.riflessioni.it/testi/dante.htm
www.moncelon.com/fedelidamore.htm
www.accademiasalute.eu/wp-content/u...le-dAmore-2.pdf

Luigi Valli e i Fedeli d'Amore: www.classicitaliani.it/index071.htm
www.treccani.it/enciclopedia/fedeli...edia-Dantesca)/
www.labirintoermetico.com/03Fiabe/V...eli_d_Amore.pdf

CITAZIONE
Si può egli parlar più chiaramente di quel che Dante ha qui fatto, per dire che vi erano di coloro che capivano il suo gergo? e che questi erano i fedeli d'Amore ch'erano in simil grado?

Fonte: http://books.google.it/books?id=H5cAAAAAYAAJ&dq=, Gabriele Rossetti, 1840.

La struttura occulta della Divina Commedia di Edy Minguzzi: http://books.google.it/books?id=F2NPzETey6UC&dq=

Edited by Giovanni C2 - 20/8/2015, 00:55
 
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RAGNOUOMO
view post Posted on 16/1/2007, 02:10




Finalmente sono riusciti a ricostruire il volto di Dante Alighieri?

www.laportadeltempo.com/Italia/ita_120107.htm

www.lavocedifiore.org/SPIP/article....id_article=1617

www.kataweb.it/news/item/267109/dan...volto-del-poeta

www.repubblica.it/2007/01/sezioni/s...ante-volto.html

Non presenta quei tratti spigolosi, uniti all'espressione torva e accigliata, che usualmente vediamo nei ritratti, hanno fatto notare i ricercatori.

http://images.google.it/images?q=dante+ali...r=&start=0&sa=N

www.politicaonline.net/forum/showth...referreid=10150
cronaca95272861101085014_big

Rimane, in fondo in fondo, qualche piccolo dubbio:"...Ma il lavoro non è ancora terminato. Gli ingegneri acquisiscono in 3D la ricostruzione di Mallegni e ne elaborano a computer le possibili varianti che ora vediamo. Più reali del reale. Sempre che sia reale il cranio da cui si e' partiti. Quando nel 1509 si aprì per la prima volta il sepolcro di Dante, le ossa erano sparite. Sono ricomparse solo nel 1865, durante i lavori di restauro del sepolcro" (fonte:La Repubblica).
:shifty:
http://www.google.it/search?q=tomba+dante+...iw=1280&bih=589

Edited by RAGNOUOMO - 3/10/2011, 21:34
 
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HXH
view post Posted on 6/3/2007, 02:43




A "Voyager" hanno descritto una complessa e improbabile teoria che si fonda sulla data del 14 marzo 1319,nascosta forse in una terzina di Dante oltrechè in un celebre dipinto,"La Primavera" del Botticelli. Decifrando correttamente la Divina Commedia,dicono gli autori di queste congetture,dovremmo riuscire a trovare qualcosa che i Templari riuscirono a nascondere (il Santo Graal? Un tesoro?) in terra d'Islanda (Ultima Thule?). Pura fantasia.

Edited by HXH - 19/8/2015, 16:59
 
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Blacksheep
view post Posted on 6/3/2007, 11:00




Ci sono studi fondati secondo cui la guerra di Troia non si sarebbe svolta nel Mar Egeo bensì sulle coste inglesi. Tali studi si basano sull'analisi dei contesti geografici e socio-culturali, da cui emerge la fondata possibilità che i Troiani fossero in realtà celti. In più di un caso ci sono fondati dubbi che gli scrittori dell'antichità o del medioevo abbiano trasposto miti e racconti basati altrove nell'ambito delle terre da loro conosciute.
 
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Gianf
view post Posted on 29/4/2007, 13:08




Sono tutte forzature .Al di la del presunto significato occulti di qualche verso, come consideriamo tutti gli altri che contengono personaggi, fatti e luoghi realmente esisistiti ed esistenti ?
 
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Martin Mistero
view post Posted on 30/5/2007, 07:59




CITAZIONE
Il primo a parlare di Thule, come abbiamo appena sentito, fu il poeta Virgilio

No, il primo a parlarne fu il navigatore greco Pitea (380 circa - 310 a.C. circa): "Thule (o anche, in italiano, Tule) è un'isola divenuta leggendaria citata per la prima volta nei diari di viaggio dell'esploratore greco Pitea (Pytheas), salpato da Marsiglia verso il 330 a.C. per un'esplorazione dell'Atlantico del Nord. Nei suoi resoconti (screditati da Strabone ma oggi considerati attendibili) si parla di Thule come di una terra di fuoco e di ghiaccio nella quale il sole non tramonta mai, a circa sei giorni di navigazione dall'attuale Regno Unito. Il fascino del racconto di Pitea aveva suggerito già nel II secolo a.C. di inserire l'isola nel quadro delle narrazioni fantasiose [...] Nella Geografia di Tolomeo Thule è tuttavia un'isola della quale si forniscono le coordinate (latitudine e longitudine) delle estremità settentrionale, meridionale, occidentale e orientale, seppur in modo troppo approssimativo perchè si possa darne un'identificazione certa. L'identificazione della Thule di Pitea e Tolomeo (non necessariamente coincidenti) è sempre stata problematica e ha dato luogo a diverse ipotesi, anche per la generale inaccuratezza delle coordinate assegnate da Tolomeo a luoghi lontani dall'Impero Romano. Vari autori hanno identificato Thule con l'Islanda, la Groenlandia, le isole Shetland, le isole Faer Oer o l'isola di Saaremaa. Attualmente la teoria più accreditata è quella che Pitea avesse dato il nome di Thule a un tratto della costa norvegese" (Wikipedia), Link.

CITAZIONE
Hvannadalshnukur è la montagna più alta d'Islanda. Per gli Islandesi è una montagna magica [...] La chiamano "La Porta dell'Inferno". Ma qual è il segreto che lo pone nel novero dei luoghi leggendari della Terra? Le tradizioni locali assicurano che la montagna è la sede dell' "Huldulfolk", non un essere bensì un popolo, anzi una progenie: quella degli Elfi [...] stiamo seguendo le tracce di Dante Alighieri, in quello che sarebbe un incredibile viaggio compiuto in gran segreto su questi stessi sentieri circa 700 anni fa

Che io sappia, non ci sono tracce di Dante in territorio islandese, Link.

CITAZIONE
qualcosa che i Templari riuscirono a nascondere

Mah! I Cavalieri Templari, di questi tempi, spuntano un po' dappertutto.

CITAZIONE
Al di là del presunto significato occulto di qualche verso, come consideriamo tutti gli altri che contengono personaggi, fatti e luoghi realmente esistiti ed esistenti

Scusa, non ho ben capito dove vuoi arrivare.

Edited by Martin Mistero - 19/8/2015, 17:22
 
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CO2
view post Posted on 30/5/2007, 20:37




DANTE ALIGHIERI
CAVALIERI TEMPLARI
ISLANDA
ULTIMA THULE
LA MAPPA SEGRETA CUSTODITA NELLA DIVINA COMMEDIA

L'AUTORE IN QUESTIONE:

www.nicotrasalvatore.it/Misteri/Dan...23/Default.aspx - www.sogestgeo.it/Islanda.htm - www.peturs.net/gop/GiancarloGianazza/MonaLisaSecrets.htm - http://giancarlogianazza.blogspot.it, http://www.peturs.net/gop/GiancarloGianazz...eland%20(3).pdf, www.google.it/maps/place/Islanda/@

"Qui parrà la tua nobilitate":

Guarda la "Primavera" del Botticelli: http://it.wikipedia.org/wiki/Primavera_(Botticelli), www.astroarte.it/astroarte/artivisi....signed.995.pdf

"Giancarlo Gianazza, laureato in ingegneria, appassionato di arte, filosofia e astronomia medievale si è dedicato negli ultimi otto anni alla decifrazione dei dipinti di Leonardo, Botticelli e Raffaello e della Divina Commedia di Dante, affiancando a questo lavoro di decifrazione ricerche approfondite sul campo in Islanda. Il tutto per dimostrare che il viaggio ultraterreno dantesco descritto nella Commedia non è altro che la descrizione di un reale viaggio fatto dal poeta nelle terre islandesi". "Per capire le teorie di Gianazza bisogna innanzitutto spiegare i rapporti tra Dante e l'ordine dei Templari, un ordine cavalleresco nato sulla scia delle prime crociate, fondato da sette nobili cavalieri francesi con lo scopo di proteggere i pellegrini in Terra Santa dagli attacchi dei mussulmani. Questi cavalieri avevano però anche un altro scopo, uno "scopo segreto": trovare antiche reliquie dai poteri immensi (Arca dell'Alleanza, Sacro Graal) che si pensa abbiano ritrovato fra le rovine del tempio di Gerusalemme. All'inizio furono chiamati i "Poveri Cavalieri di Cristo" ed erano un ordine monastico e guerriero. Nel giro di pochi anni dalla sua fondazione quest'ordine giunse velocemente alla detenzione di notevoli ricchezze e forte potere, che non gli risparmiarono i sospetti e le gelosie dei potenti dell'epoca. Attirarono soprattutto l'odio dell'allora re di Francia Filippo il Bello, il quale con l'aiuto di Roma riuscì nel 1307 a sradicare l'ordine dei Templari. Si credette allora di aver eliminato tutti gli affiliati all'ordine, ma un numero imprecisato di essi riuscì a sopravvivere rifugiandosi in altri ordini o scappando verso terre più pacifiche. Cosa molto importante è che si salvò soprattutto quella elite dell'ordine, la cerchia più stretta depositaria della "conoscenza" dei Templari e che è stata protetta per secoli. Ma da chi era composta questa cerchia e quali potevano essere queste conoscenze, tanto da renderla così temibile e potente? E' appunto qui che interviene Giancarlo Gianazza, che ha pubblicato le sue ricerche insieme a Gian Franco Freguglia nel libro "I Custodi del Messaggio" (Sperling & Kupfer Edizioni). Secondo lo studioso, i maggiori uomini di scienza del periodo medievale e rinascimentale ( Dante, Botticelli, Leonardo, Raffaello) sarebbero i depositari dell'antica conoscenza templare, la quale sarebbe stata tramandata ai posteri codificata nelle loro opere maggiori". "Tutto il lavoro di Gianazza è iniziato nel maggio 2002, quando analizzando la Primavera del Botticelli si accorse che l'artista fiorentino aveva celato all'interno del dipinto un messaggio servendosi di un codice "digitale", un vero e proprio linguaggio delle dita utilizzato per esprimere numeri. Questo codice fa riferimento al codice dei gesti usati dai monaci nei monasteri medievali per non disturbare la meditazione dei confratelli. Il Botticelli però utilizzò anche un codice "astronomico" per comunicare il suo segreto basato sulla corrispondenza di un pianeta con ogni personaggio del dipinto. Questo segreto si rivelò essere una data, il 14 marzo 1319, con la quale, come afferma Gianazza, Botticelli voleva di sicuro comunicare qualcosa che però non poteva essere legato ad un avvenimento della vita del pittore, vissuto nella seconda metà del XV secolo. Con altre accurate analisi Gianazza giunse alla connessione fra il dipinto del Botticelli e la Divina Commedia di Dante Alighieri. Una prima analisi della Commedia portò a una sconcertante rivelazione: la data del 14 marzo 1319 era indicata anche nei primi versi del Paradiso tramite una perifrasi astronomica. Gianazza tramite accurate analisi e calcoli matematici ha affermato che la Primavera non è altro che la raffigurazione del Giardino dell'Eden e di Dante che dopo essere stato immerso nell'Eunoe per purificarsi è pronto a salire nel Regno dei Cieli. E' qui che Gianazza comprese l'approccio che doveva avere con la Commedia per svelare gli altri misteri e i vari messaggi abilmente celati dal poeta".

L'articolo prosegue qui: www.nonapritequelportale.com/dante-alighieri-islanda


Edited by CO2 - 20/8/2015, 02:12
 
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Signore_delle_Maree
view post Posted on 30/5/2007, 20:53




CITAZIONE
"Aguzza qui,lettor,ben li occhi.Al vero, che 'l velo e' ora ben tanto sottile,
certo che 'l trapassar dentro e' leggiero...."

questa, secondo me, è una dele frasi più significative e che cela realmente qualcosa di strano...
 
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19 replies since 13/12/2006, 11:49   6469 views
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