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Il Testo di Paraibo, popoli mediterranei nelle Americhe prima di Colombo

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RAGNOUOMO
view post Posted on 26/12/2006, 22:42 by: RAGNOUOMO




Bororo:
CITAZIONE
Potrebbe ricondurre al "possibile" faccende scottanti come la carta di Piri Reis, o l'attesa da parte degli indios americani di un ritorno dei divini uomini da est, dall'Atlantico, che poi li condannò a Cortes o anche altri ritrovamenti americani in cui la scrittura ricorda il fenicio o l'egizio?

CITAZIONE
Il progresso dei Fenicj, e dei Cartaginesi, nella cognizione del globo, non si dee ripetere totalmente dal desiderio d'ampliare la loro mercattura da uno ad altro paese.
Il commercio era continuato per li suoi buoni effetti fra questi due popoli; ma risvegliò anche la curiosità, accrebbe le idee, e la brama degli uomini, e gli eccitò a coraggiosae imprese.
S'incominciarono dei viaggi, l'unico oggetto dei quali era il ritrovare nuove contrade; e l'esaminare incogniti mari; e tali nel secolo felice della Repubblica Cartaginese furono le famose navigazioni d'Annone e d'Imilco.
Tutte e due le loro flotte si allestivano per autorità del Senato, e a pubbliche spese.
Annone era destinato ad andare verso il mezzogiorno lungo la costa dell'Affrica, e pare, ch'egli si avanzasse più vicino di qualunque piloto anteriore alla linea equinoziale.
Imilco doveva procedere verso il settentrione, e riconoscere le coste occidentali del continente Europeo.
Fu della stessa natura la navigazione straordinaria dei Fenici intorno all'Affrica.
Una flotta Fenicia, così vien detto, allestita da Noco Re d'Egitto fece la sua partenza, secentoquattro anni in circa avanti l'Era Cristiana, da un porto del Mar Rosso, raddoppiò il promontorio meridionale dell'Affrica, e dopo un viaggio di anni tre ritornò per gli stretti di Cadice alla foce del Nilo.
Vien riferito che Eudosso Cizicense tenesse il medesimo corso, ed eseguisse la medesima ardua impresa [...]
Ma per fatalità tutti gli originali, e autenticati ragguaglj dei viaggi dei Fenici, e dei Cartaginesi, o intrapresi per comando pubblico, o continuati per privato interesse, sono periti.
Le notizie, che ne abbiamo dai Greci, e Romani scrittori, [...] sono [...] oscure [...]
Qualunque informazione, che i Fenicj, o i Cartaginesi avessero acquistata dalle terre rimote; era tenuta nascosta al resto del genere umano per gelosia di guadagno.
La minima cosa relativa al corso della loro navigazione, non solo era un mistero di traffico, ma un segreto di Stato.
Si rammentano dei fatti straordinarj, rispetto alla loro sollecitudine per non lasciar traspirare agli altri popoli quel ch'essi temevano, che non si palesasse.
E questo è il perchè moltissime delle loro scoperte appena si seppero fuori del recinto dei loro Stati [...]
Siccome nè il progresso delle scoperte dei Fenicj, e dei Cartaginesi, nè l'estensione della loro navigazione si parteciparono al resto del genere umano; ne segue che tutte le memorie dei loro straordinarj talenti negli affari navali, perirono la maggior parte, quando la forza marittima dei primi fu annichilita dalla conquista, che Alessandro fece di Tiro; e l'imperio degli ultimi fu rovesciato dalle armi Romane

http://books.google.it/books?id=V6SxUqkp9RcC&dq=

CITAZIONE
Similmente dall'oriente della Spagna, o dall'Affrica s'è creduto, che nell'America da furioso vento trasportata fosse alcuna nave o di Fenici, o di Cartaginesi, popoli, come si sa, tra tutti i più sperti della navigazione.
Pausania (3) scrive essergli stato riferito da Eufemo, che da una tempesta era stato spinto all'estremità dell'oceano, dove si trovano isole abitate da' Selvaggi: il P. Lafiteau (4) stima, che la fattane descrizione convenga ai Caraibi padroni già delle Antille; l'Uezio (5), che dapertutto vuol ritrovare il suo Mosè, ravvisa ne' Caraibi, e ancor ne' Messicani, e ne' Peruviani, e ne' Guatimalesi, e in altri popoli dell'America la benchè guasta e all'idolatria convertita legge Mosaica; ond'egli vuole fatte colà più trasmigrazioni e di Fenici, e d'altri di varie nazioni.
Non è stato però egli il solo, che ad alcuni de' nominati popoli abbia data l'origine dagli Ebrei per la rassomiglianza di certi riti e costumi; altri autori son riportati da Fabricio (6); e si sa (7) che da altri si è fatta colà passare parte delle dieci tribù nella cattività di Salmanasar.
Altri (8) credono il primo passaggio dei Fenici per forza di tempesta alla più vicina isola di Madera, o alle Azore, e poi di là per arte alle Antille, e da queste al Continente dell'America [...]
Abbiamo alcuni simili trasportamenti di vento verso l'Indie occidentali nelle storie del Gomarra, del P. Acosta, e di Garcilaso de la Vega (2), laddove il viaggio descrivono del famoso Colombo.
Diodoro Siculo (3) d'una nave di Cartaginesi ha lasciato scritto, che sospinta fu in lontanissime terre, che approdò ad un'isola disabitata, ma fertilissima e bagnata da grandissimi fiumi navigabili, e posta in faccia all'Affrica, le quali coste sembrano all'America convenire: aggiunge poi, che il senato Cartaginese per politiche ragioni impedì che la notizia di quel nuovo mondo si divolgasse nel vecchio.

http://books.google.it/books?id=tUi0PC1SwBQC&dq=

Articolo interessante: www.mexicoart.it/Ita/azttest.htm

Sul tema, invece, dei possibili contatti fra Europa e America prima di Colombo e dei Conquistadores spagnoli, molti si pongono una bella domanda: i Vichinghi,dopo essere arrivati fino a Terranova e dintorni, cioè in Nord America, hanno mai avuto l'idea per caso di spingersi più a meridione? Sbarcarono anche in Sud America?.

http://it.wikipedia.org/wiki/Colonizzazion...ell'America

http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Anse_aux_Meadows

L'ipotesi non è poi così fantasiosa, considerando il carattere e la tempra di quel popolo, nonchè la loro abilità di navigatori.

Nel 1955 due archeologi dilettanti scoprirono una moneta APPARENTEMENTE vichinga in un sito indiano del Maine. Periziata nel 1982, la moneta rivelò effettivamente la sua origine scandinava: battuta in Norvegia sotto il regno di Olaf Kyrre (1066-1093). Purtroppo non fu individuato alcun sito archeologico di origine normanna, e una singola monetina non può dimostrare molto, infatti ci sono i soliti cialtroni e burloni che organizzano dei finti ritrovamenti, per non parlare dei reperti archeologici smarriti in modo accidentale.

Nel 1930 fu scoperta a Beardmore, nell'Ontario, un'autentica spada dei Vichinghi. Vera, verissima. Disgraziatamente, si scoprì poi che era giunta da quelle parti solo dieci anni prima.

Arriviamo così alla discussa "pietra runica di Kensington", nel Minnesota, ritenuta dagli esperti un falso clamoroso. Nonostante tutto, alcuni pensano che i navigatori scandinavi riuscirono a sbarcare in certe zone dell' America centromeridionale. La storia di questa divinita' "bianca e barbuta" (Quetzalcoatl) deriverebbe proprio da un'evento del genere, secondo loro.

www.latinoamerica-online.info/cult04/arti10.04.html

http://cronologia.leonardo.it/mondo19p.htm

CITAZIONE
Antiche saghe precolombiane - quella azteca di Quetzalcoatl - parlavano di uomini bianchi,biondi,con occhi azzurri,che da mari molto lontani,su barche come serpenti o draghi ( e le navi vichinghe sulla prua avevano teste di serpenti e draghi) approdarono alcuni secoli prima nella loro terra.

www.signainferre.it/modules.php?nam...e=print&sid=923

www.croponline.org/culticargo.htm

CITAZIONE
Ma di questo argomento,dell'ipotetica mescolanza di alieni alti,fulvi,barbuti e dalla pelle bianca che si mescolano con i precolombiani in alcune zone del Sud America,lasciatemi essere un po' scettico.Partiamo dal fatto che Colombo non sia stato il primo europeo a mettere piede nelle Americhe.

Questa tesi è supportata anche dal ritrovamento recente (dicembre 2002) di un cranio preistorico europeo datato 13.000 anni fa,tipicamente dolicocefalico (stretto e allungato) [*] e,per questo,appartenente prettamente all'etnia caucasica,in contrapposizione con il cranio corto e arrotondato dei nativi americani.Ho sempre pensato che i Vichinghi di Erik il Rosso vennero a stretto contatto non solo con le civiltà stanziate nell'America settentrionale (Vinland per l'appunto) ma anche con le civiltà indigene meridionali.

Per questo,tendo ad escludere un intervento alieno almeno in questo campo,dando solo agli esseri umani la "colpa" di questa mescolanza di geni.E poi,è ben noto,grazie alle esperienze di Thor Heyerdahl o di Phil Buck,tanto per citarne due,che imbarcazioni ben più antiche delle caravelle spagnole,appartenenti ad una civiltà o all'altra,hanno solcato l'abisso dell'Atlantico,sorprendendoci tutti alquanto.

Ma non solo i Vichinghi,persino i Fenici cananei,famosi civilizzatori "in patria" dell'area mediterranea,avrebbero potuto entrare a contatto con gli indios,impersonando Kon Teqse Wiraqucha Pacha-yachaciq (permettimi il nome completo) e il suo stuolo di sacerdoti bianchi e dai capelli rossi.

[*]Si tratta del cosidetto Kennewick man, http://it.wikipedia.org/wiki/Uomo_di_Kennewick.

CITAZIONE
molti visitatori,tra cui anche i Fenici

La presunta iscrizione di Dighton Rock, nel Massachusetts
CITAZIONE
Cambridge vanta la più antica Università degli Stati Uniti d'America,mentre fu istituita nel 1636 sotto il nome di Harvard-College,dal qual tempo in avanti più di 3000 persone vi hanno ricevuto la Laurea. La fabbrica costruita di mattoni è molto vasta,e vi abitano 150 Studenti,che si mantengono del proprio [...] La Biblioteca è fornita di circa dieci mille volumi,fra i quali vi sono gli autori classici antichi,e i più rinomati fra i moderni filosofi,oltre una sufficiente raccolta di libri curiosi,e di lusso. Nel gabinetto di Fisica sonovi varie buone macchine,ed una picciola ora nascente collezione d'animali,e d'altre naturali produzioni dell'America settentrionale,come puri varj ornamenti,ed utensiglj dei Selvaggi. Evvi ancora la copia di una supposta iscrizione Fenicia scoperta a Dighton sul fiume Tanton in questo Stato della quale si parlerà più sotto.

http://books.google.it/books?id=SzQTAAAAYAAJ&vq=, Viaggio negli Stati Uniti dell'America settentrionale, fatto negli anni 1785,1786 e 1787, da Luigi Castiglioni, 1790, Luigi Castiglioni.

CITAZIONE
Gli antiquari anglo-americani fecero conoscere un'iscrizione supposta fenicia,scolpita sulle rocce di Dighon nella baia di Narangaset,presso le rive del fiume Taunton,dodici leghe a sud di Boston.

http://books.google.it/books?id=j1I-AAAAYAAJ&q=, Storia universale, vol.7, 1883, Cesare Cantù.

CITAZIONE
L'iscrizione più degna di rimarco è quella che porta una roccia detta Dighton Rock sulla riva orientale del Tauton River.Il dottor Wilson ci dà una dilettevole storia di questo monumento e delle diverse conclusioni che se ne dedussero.Nel 1783 il reverendo Ezza Stiles,dottore in teologia e presidente del Yale College,predicando davanti al governatore del Connecticut,citava questa roccia sulla quale egli vedeva i caratteri fenici,come sicura prova che gli indigeni discendevano da Canaan e per conseguenza erano maledetti.Court de Gebelin vi vedeva invece una iscrizione cartaginese;poca differenza invero!Nell'ottavo volume dell'Archeologia,il colonnello Valeney tentava invece di provare che la iscrizione era propria della Siberia,mentre altri antiquari danesi la volevano scritta in caratteri runici [*] e pretendevano leggervi il nome di Thorfinn "con una lista men chiara ma tuttavia esatta dei nomi di coloro che,secondo le tradizioni di una Saga,accompagnavano Karlsefue nel 1007 nella sua spedizione nel Vinland".Infine,il signor Scooleraft ne sottopose una copia all'esame di Ching Wacuk,capo indiano molto indigente,che la spiegò come una commemorazione della vittoria di una tribù indigena contro una tribù rivale,senza per altro esprimere la sua opinione sulla sua antichità.

http://books.google.it/books?it=65ZLAAAAIAAJ&dq=, Storia critica della superstizione, 1869, G. Brigola.

[*] Vichinghi.

CITAZIONE
Il monumento geroglifico,appellato Writing-Rock o Dighton-Rock,è un masso di gneiss ossia granito secondario,situato a levante della foce della riviera Taunton,nello stato del Massachusetts.La sua larghezza,alla superficie del suolo,è di 10 a 12 piedi circa,nell'ora della bassa marea;ma quando questa è alta,la sua cima trovasi coperta da 2 o 3 piedi d'acqua.La superficie ne è pulita;i caratteri non sono che tratti o segni,e pajono per la più parte scolpiti con uno stromento della forma d'un segmento di cilindro.Il disegno di questo monumento era stato mandato al signor Sewal,professore delle lingue orientali a Cambridge nel Massachusettes a Gebelin;quest'ultimo credette di ravvisarvi i caratteri fenici.I sig. Yates e Moulton,che l'esaminarono nel 1826,pensano che l'iscrizione sia d'origine fenicia;e' dimostrano pure la mirabile somiglianza che offrono certi tratti con le lettere e le ciffre P,W,X,A,M,O,7,9.Al basso dell'iscrizione è un uccello,antico simbolo della navigazione,che ha la testa rivolta in alto.Secondo il signor Mathieu,queste sculture debbono essere state fatte dagli Atlantidi;verso l'anno del mondo 1902!Il signor Kendall cita parecchie altre rocce egualmente coperte di caratteri,fra gli altri luoghi a Newport,nel Rhode-Island,a Scaticook sull'Husatonic,nel Connecticut,sull'Alatamaha,nella Georgia ecc.

http://books.google.it/books?id=NLlRAAAAcAAJ&dq=, Compendio di geografia, Antonio Balbi, 1834.

CITAZIONE
Egli scrive che l'iscrizione runica,che gli antiquari danesi affermano di riconoscere nel Dighton Rock,per l'etnologo americano non è che la primitiva scrittura formativa (picture-writing) de' selvaggi [*].

http://books.google.it/books?id=uPxaI0Ofts8C&dq=, La questione dei cosidetti "precursori" di Colombo in America, 1891, Vincenzo Grossi.

[*] Petroglifi americani, http://it.wikipedia.org/wiki/Incisioni_rupestri .

http://en.wikipedia.org/wiki/File:Dighton_..._photograph.jpg
http://en.wikipedia.org/wiki/Dighton_Rock
www.google.it/search?hl=it&site=img...ighton+rock&oq=
www.dightonrock.com/dightonrockitsmusuemanditspark.htm
www.atlasobscura.com/places/dighton-rock
www.google.it/search?q=dighton+rock...bks&tbo=1&hl=it
www.google.it/search?um=1&hl=it&tbo...+petroglyph&sa=
www.masshist.org/objects/2011march.php
www.dightonrock.com/articles_dighton_rock.htm
http://wikimapia.org/4184407/Dighton-Rock
www.jstor.org/stable/659575
http://mapcarta.com/22215334
www.panoramio.com/photo/38002085
www.dightonrock.com/dighton_rock_and_teh_greeks.htm

Per quanto riguarda il testo di Paraibo, c'è da osservare che non possediamo alcun reperto, ma soltanto una copia della congetturata iscrizione.

www.badarchaeology.com/?attachment_id=1370

www.askwhy.co.uk/analogiesandconjectures/paraibo2.jpg

http://menadoc.bibliothek.uni-halle.de/dmg.../pageview/24502

"Tuttavia", scrive il sito Badarcheology.com, "senza alcuna traccia della pietra, del suo scopritore o del luogo della scoperta, è difficile accettare questo come qualcosa di diverso da una bufala".

www.badarchaeology.com/?page_id=421

www.storiologia.it/umanita/orien/cap09a.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Paraiba

www.askwhy.co.uk/analogiesandconjectures/Americaphoen01.php

CITAZIONE
Del testo di Paraiba ne parla ufficialmente per la prima volta un certo professor Jules Piccus dell'Università del Massachusetts quando nel 1966 acquista vecchi quaderni a un mercatino di cose usate.Tra questi c'era la corrispondenza (del 1872) tra l'allora direttore ad interim del Museo Nazionale del Brasile,Ladislau Netto,e Wilberforce Eames,bibliotecario della New York public library.

Nelle lettere scritte c'era allegata anche una riproduzione di quanto inciso in caratteri fenici sulla tavoletta trovata.Questa la traduzione:

"Noi siamo figli di Canaan,veniamo da Sidone,la città regina dei commerci [la città del re]. Il commercio ci ha gettati su questo lido remoto,in una terra di montagne. Abbiamo sacrificato un giovane agli dei e alle dee,nel diciannovesimo anno di Hiram,nostro potente sovrano. Partiti da Ezion-geber nel Mar Rosso,abbiamo viaggiato con dieci navi. Siamo rimasti assieme per due anni attorno alla terra di Cam (Africa),ma la tempesta ci ha separato dai nostri compagni. Così siamo arrivati qui,dodici uomini e tre donne,su una spiaggia che io,capitano,governo. Che gli dei e le dee possano benevolmente soccorrerci".

Sempre nella corrispondenza Ladislau Netto ammette che di questa tavoletta non vi era traccia pur avendola fatta cercare per tutto lo stato di Paraiba.Non solo.Non fu capace nemmeno di ritrovare la piantagione,o i suoi proprietari,dove anni prima uno schiavo l'aveva rinvenuta.

www.dubidoo.it/tempo-libero/75-mistero/

CITAZIONE
Dicevamo che la storia dell'iscrizione fenicia è essa stessa avventurosa:comincia nel 1872 ed il primo protagonista è uno schiavo di una piantagione del Nord Est del Brasile;è lui a trovare questa pietra che porta strani segni sulla sua superficie levigata con cura.

Incuriosito la porta al figlio del padrone,che con sensibilità certo rara,provvede a trascrivere con grande scrupolo quei segni misteriosi e poi spedisce la copia della trascrizione al Museo Nazionale di Rio de Janeiro.

A questo punto inizia la seconda fase della storia di quello che intanto ha già un nome preciso,che gli viene dal luogo in cui è stato ritrovato:"testo di Paraibo".

Il direttore del Museo,benchè non sia uno specialista,intuisce l'importanza del documento e rende pubblica la scoperta invitando gli studiosi a pronunciarsi.

Intanto cerca di recuperare la pietra incisa,ma è scomparsa!

Gli studiosi sono profondamente divisi nel giudizio sul "testo di Paraibo":autentica o falsa,le posizioni sono opposte e inconciliabili.

E la questione finisce nell'oblio.

Improvvisamente un colpo di fortuna:un professore americano acquista un fascio di vecchie carte presso un rigattiere;tra tante altre cianfrusaglie c'è un quaderno che contiene una lettera spedita dal direttore del Museo di Rio ad uno studioso americano:la lettera contiene il "testo di Paraibo"!

Tratto da Storiologia.it

"Nel 1872 un'insolita lettera fu inviata a Candido Josè de Araùjo Viana (1793-1875)", scrive Badarchaeology.com, "visconte (poi Marqués) de Sapuchay, Presidente dell'Instituto Historico e Geografico Brasiliero a Rio de Janeiro (Brasile) nel 1872. C'era scritto [...] :

"Onorevole Visconte

Mentre stavo trasportando delle pietre nella mia proprietà di Pouso Alto, vicino alla Parahyba, i miei schiavi me ne hanno portata una che avevano già rotta in quattro pezzi. Questa pietra presentava numerosi caratteri che nessuno capiva. Li ho fatti copiare da mio figlio, che sa un po' di tecnica di disegno, e mi sono deciso a inviare questa copia a Vostra Eccellenza, in qualità di Presidente dell'Istituto Storico e Geografico del Brasile, per vedere se Vostra Eccellenza o un'altra persona è in grado di determinare ciò che significano queste lettere [...]

Vostra Eccellenza,

Attento, servo devoto e obbligato

Joaquim Alves da Costa

Rio, 11 settembre, 1872"
.

Il Presidente passò la lettera e il disegno a Ladislau de Souza Mello Netto (1838-1894), un botanico che era allora il direttore ad interim del Museo Nacional. Lo scienziato, avendo qualche conoscenza di archeologia punica e lingua ebraica, riconobbe lo scritto come fenicio. Inviò quindi una copia parziale al suo ex tutore Joseph Ernest Renan (1823-1892), una delle autorità più importanti del suo tempo nel campo delle lingue semitiche (anche se oggi probabilmente è ricordato soprattutto per il suo pioneristico Vie de Jesus)" (tratto da Badarchaeology.com).

Renan e altri due studiosi, Konstantin Schlottmann (1819-1887) e Julius Euting (1839-1913), dopo aver esaminato i documenti , affermariono che a loro modo di vedere si trattava probabilmente di un falso.

"Nel frattempo, Netto aveva cercato di individuare l'iscrizione originale e il suo presunto scopritore. L'autore della lettera era un tale Joaquim Alves de Costa, che sembrava essere proprietario di piantagioni in una località chiamata Pouso Alto, nei pressi di Paraiba. Esistono diversi luoghi chiamati Pouso Alto, mentre sono noti due luoghi chiamati Paraiba (uno nella provincia che ha lo stesso nome, l'altro vicino a Rio de Janeiro). Risultò impossibile rintracciare Alves da Costa e le sue proprietà [per quel che ne sappiamo, l'autore della lettera non si fece mai più vivo], e Netto concluse che l'intera faccenda non era altro che una bufala [...] Netto fece ricadere la colpa della bufala sugli stranieri che cercavano di screditare gli scienziati brasiliani. Tuttavia, sembra esserci stato un vero e proprio Joachim Alves da Costa Freitas, che visse vicino a Pouso Alto, in provincia di Minas Geiras, durante il 1870. Pare che su di lui si conosca poco [...] " (tratto da Badarchaeology.com).

www.obrasraras.museunacional.ufrj.br/o/0040/0040.pdf

CITAZIONE
E la questione finisce nell'oblio.Improvvisamente un colpo di fortuna:un professore americano acquista un fascio di vecchie carte presso un rigattiere;tra tante altre cianfrusaglie c'è un quaderno che contiene una lettera spedita dal direttore del Museo di Rio ad uno studioso americano:la lettera contiene il "testo di Paraibo"!

E così il testo arriva al noto esperto di cose fenicie Cyrus H. Gordon,che lo studia con estrema attenzione,concludendo con l'affermazione della sua veridicità e autenticità.Il Gordon basa la sua tesi non soltanto sull'esame linguistico del testo,ma anche sulla piena concordanza che c'è tra i fatti narrati nell'iscrizione e quelli tramandati a noi dagli storici antichi.

Erodoto,infatti,racconta che durante il regno del faraone Necho (intorno al 500 avanti Cristo),fu allestita una flotta di navi fenicie,che salpò dal porto di Ezion-geber,sul Mar Rosso,e compì il periplo dell'Africa;le navi fecero ritorno solo tre anni dopo attraverso il Mediterraneo:i marinai,suscitando incredulità,affermarono d'aver navigato per lungo tempo con il sole a destra [...]

Tornando al "Testo di Paraibo",è possibile supporre che nel corso della navigazione,le navi fenicie trasportate verso occidente o da una tempesta o dalla corrente e dai venti,finirono per toccare la punta del Nord-Est del Brasile,che è pure la zona dell'America del Sud più vicina all'Africa!Ma la tesi di Gordon è respinta da un altro autorevole studioso di cose fenicie,Sabatino Moscati,che in un'intervista ha dichiarato di non credere che l'iscrizione sia autentica:"E' troppo bella e interessante per esserlo".

Ma il parere negativo di Moscati si basa su di un'attenta discussione del testo linguistico dell'iscrizione,troppo bene elaborata per essere stata composta da un marinaio (ma siamo poi sicuri che era un semplice marinaio?).Ma il dubbio resta:è tutto vero o è soltanto l'invenzione d'un bizzarro e geniale cultore di testi orientali?

Tratto da Storiologia.it

http://en.wikipedia.org/wiki/Cyrus_H._Gordon

http://it.wikipedia.org/wiki/Cyrus_Gordon

http://guide.supereva.it/latino/interventi.../04/39392.shtml

www.jstor.org/discover/10.2307/3210...=21101750739147

www.google.it/search?q=cyrus+gordon...bks&tbo=1&hl=it

Edited by RAGNOUOMO - 1/2/2017, 15:26
 
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