XmX

Il Testo di Paraibo, popoli mediterranei nelle Americhe prima di Colombo

« Older   Newer »
  Share  
RAGNOUOMO
view post Posted on 5/3/2007, 04:56 by: RAGNOUOMO




Le discusse teorie di Jacques de Mahieu, PARTE 1.

- http://books.google.it/books?id=WLSkPgAACAAJ&dq=

- http://books.google.it/books?id=hR14MgAACAAJ&dq=

- http://books.google.it/books?id=EO9IAAAACAAJ&dq=

- http://books.google.it/books?id=aQIJAQAAIAAJ&q=

- http://books.google.it/books?id=a2ITAQAAIAAJ&q=

- http://books.google.it/books?id=MakNAQAAIAAJ&q=

- http://books.google.it/books?id=awXjQwAACAAJ&dq=

- http://books.google.it/books?id=pzNiQgAACAAJ&dq=

- http://docs.google.com/file/d/0B9PlBnzoe3L...c2Zw/edit?pli=1

- http://docs.google.com/file/d/0B9PlBnzoe3L...WmEyYk00UQ/edit

Premetto che Jacques de Mahieu (1915-1990), un economista e antropologo di nazionalità franco-argentina, fu un personaggio molto discutibile. Scrisse diversi libri sulla teoria dei contatti precolombiani:"Drakkars sull'Amazzonia", "Il grande viaggio del dio Sole", "Templari in America", "L'agonia del dio Sole,i Vichinghi in America del Sud", "L'impostura di Cristoforo Colombo,la geografia segreta dell'America", "La favolosa epopea dei Troiani in America del Sud", "L'impero vichingo di Tiahuanaco: America prima di Colombo".

www.google.it/search?q=jaques+de+ma...bks&tbo=1&hl=it

CITAZIONE
Oggi la presenza dei Vichinghi nell'America del Nord sembrerebbe quasi certa, ed accettata anche dagli accademici, grazie anche alle numerose scoperte archeologiche che hanno permesso di fare più luce su questo argomento (vedi a questo proposito I viaggi dei Vichinghi).

C'è chi però ritiene che i viaggi dei Normanni, marinai esperti e capaci di tutto, si siano spinti ancor più in là fino a raggiungere addirittura le coste dell'America meridionale. A sostenerlo è Jacques de Mahieu, il quale ha cercato di dimostrare che nel 967 d.C. un vichingo, di nome Ullman, incappato in una violenta tempesta, sia stato spinto decisamente fuori rotta dal vento e dalle onde oceaniche, fino a raggiungere un bel giorno le coste del Messico.

Sicuramente gli Indiani [...] vedendosi di fronte un individuo alto e biondo, del tutto diverso da loro, e delle imbarcazioni imponenti e mai viste,come i drakkar vichinghi, sarebbero rimasti totalmente scioccati. E' questa senza dubbio la ragione per cui Ulman entra nella storia messicana sotto il nome di Quetzalcoatl, il "serpente piumato". Ma i Vichinghi non sarebbero rimasti in quella regione. Respinti dal clima torrido, essi abbandonarono le terre basse della costa per andarsi a stabilire sull'altopiano dell'Anahuac. Lì impongono la loro autorità ad una tribù di indiani, di cui Ulman diviene re.

Il vichingo converte gli indiani alla sua religione e insegna loro l'agricoltura e la metallurgia. Venti anni dopo, dice Mahieu, a dire il vero senza riuscire a spiegare i motivi, Ulman si ritrova nello Yucatan, presso una tribù Maya, gli Itza, che traducono l'epiteto di "Serpente Piumato", affibiato a Ulman, nella loro lingua: Kukulkan. Egli rimane lì per due anni. Fonda la città di Chichen-Itza. Una rivolta indigena, però, lo costringe a riprendere la via dell'Anahuac. Lì lo attende una sorpresa: alcuni Vichinghi, che aveva lasciato sul posto, si erano sposati durante la loro assenza con delle indiane ed erano già nati molti bambini meticci. Per questo motivo non intendevano più ripartire. Impotente, Ulman riprende il mare con i compagni che gli sono rimasti fedeli. Le tracce dei Vichinghi le ritroviamo, a questo punto, in Colombia ed in Venezuela. Essi raggiungono la costa del Pacifico e vanno a fondare più a sud il regno di Quito, e intorno all'IX secolo l'impero di Tiahuanaco.

In tal modo i Vichinghi regnano per un periodo di circa 250 anni sulle regioni che costituiscono oggi la Bolivia ed il Perù. Verso il 1290 vengono attaccati da indigeni venuti dal Cile. Vinti, perdono la loro capitale Tiahuanaco [1] e si rifugiano nell'isola del Sole, in mezzo al lago Titicaca. I superstiti della battaglia fuggono. Alcuni risalgono le coste fino all'Ecuador. Poi, costruite delle zattere, partono verso le isole oceaniche. Altri riescono a rifugiarsi sulla montagna, in seguito scendono fino a Cusco e fondano l'impero degli Inca.

Come è stato possibile ricostruire una storia dei Vichinghi nell'America del Sud che è in netto contrasto con le teorie piu' accreditate?

Jacques de Mahieu si è particolarmente interessato alla tribù dei Guayaqui, una delle popolazioni primitive del Paraguay, poichè i suoi membri hanno la pelle bianca. Inoltre, le loro credenze e la loro mitologia recano tracce di contatti che avrebbero avuto con i Vichinghi. Il Primo Padre, il Tuono-Lampo, uscì dalle tenebre originarie. Per effeto della sola parola, generò il Dio creatore che fece scaturire la luce dal suo petto. A questo mito principale si aggiunge quello dei due folletti: uno è nero ed è il genio del male, il signore della notte e tiene la luce prigioniera in una grande pentola di terra; l'altro è un nano dalla pelle bianca e dai capelli biondi, fischia di continuo, è il signore delle api.

Non è cattivo, ma gli piace fare scherzi. Nel nano dalla pelle scura si può scorgere un'immagine dei nemici dei Guayaqui: gli Amerindi bruni; il nano dalla pelle bianca invece rappresenta i Guayaqui. Inoltre è biondo. Questo significa forse che gli antenati dei Guayaqui erano biondi?

I Gesuiti, che nei secoli XVI e XVII tentarono di evangelizzare alcune tribù indiane, furono indubbiamente sorpresi nel constatare che gli indigeni non erano del tutto incolti in materia. Le loro credenze mostravano indubbie tracce di una cristianizzazione precedente.

Gli Indiani ad esempio hanno già l'idea di un Dio che si fa uomo per la salvezza del genere umano:"Una delle loro tradizioni è che una donna [...] senza mai essere stata con un uomo, concepì un bellissimo bambino che, giunto all'età virile, operò molti prodigi, resuscitò i morti, fece camminare gli zoppi, rese la vista ai ciechi e, avendo un giorno riunito una gran folla, s'innalzò nell'aria, trasformato in quel Sole che ci llumina". Questa è la testimonianza di Padre de Charlevoix, un missionario dell'epoca..

Tra l'altro, si distinguono tre dei: il Padre, il Figlio e lo Spirito. Il Padre parla con voce alta e distinta, il Figlio parla col naso e lo Spirito con voce di tuono. In quasi tutta la mitologia amerindia, accanto a queste credenze "cristianizzanti" si trovano anche elementi pagani che ricordano stranamente la mitologia germanica. Ad esempio, la mitologia amerindia riprende esattamente il mito scandinavo del frassino Yggdrasil: un'acquila, appollaiata sulla cima del frassino (l'albero della vita), rappresenta da un lato la dimora degli eroi e, dall'altro, il Sole che i guerrieri caduti in combattimento sono destinati a raggiungere.

I miti indiani ricordano anche delle capre che chiamano gdoa: la parola somiglia stranamente a goat, che significa "capra" in antico scandinavo. Ed è il caso di notare che Thor, una delle massime divinità del pantheon nordico, si sposta abitualmente su un carro trainato da due capre.

La tradizione indiana ricorda, poi, un uomo bianco, Pay Zumè. E' un prete taumaturgo che, con un gruppo di discepoli, insegna agli Indiani i precetti di una morale che si è irresistibilmente tentati di qualificare cristiana, aggiungendovi consigli pratici sull'arte dell'agricoltura. Pay Zumè esce miracolosamente dalle acque a Cabo Frio, poi si reca in Brasile, dove non resta a lungo.

Seguendo la costa raggiunge la regione situata ad est del Paraguay, Guayara. Lì, presso i Guaranì, Pay Zumè non incontra il favore della gente. Si vede affibiare il nomignolo di Pay Abarè [...] grave ingiuria presso i Guaranì. Angariato, Pay Zumè deve lasciare il Paraguay e rispunta in Perù sotto il nome di Thunupa. Gli vengono attribuiti anche molti altri nomi, ma Thunupa Tunupa sono i più frequenti.

Jacques de Mahieu studia l'origine di quelle parole, nelle quali individua tracce dell'eredita' scandinava. Thul ha un significato preciso, ma non in quechua, il dialetto indigeno dell'Altipiano; in danese, invece, significa prete, superiore di un ordine. Gnupa [...] è uno dei nomi più comuni della Scandinavia. Thul Gnupa e Thunupa sono molto simili dal punto di vista fonetico. L'apostolo è chiamato anche Thunupa Vihinquira; quira significa figlio e vihink è molto vicino a Viking.

Thunupa Vihinquira significherebbe dunque, per de Mahieu, il prete Gnupa, figlio di Viking.

Thunupa percorre il paese predicando l'amore per il prossimo e la carità, guarisce i malati, rende la vista ai ciechi. Gli Indiani lo descrivono come un uomo di razza bianca, alto e sottile: ha occhi azzurri, capelli ondulati e una barba rossa che gli incornicia il volto. Le descrizioni relative all'abbigliamento variano a seconda delle regioni, ma in genere ha un aspetto nobile e autoritario. Gli Indiani lo rappresentano sotto forma di un dio bianco, ora guerriero ora prete. Per taluni, i personaggi sono nettamente distinti. Altrove quello stesso dio bianco è chiamato Viracocha, appellativo che Jacques de Mahieu spiega con un'etimologia danese:hvitr,"bianco", e god,"dio". Al tema di Viracocha si riallaccia lo sbarco di "giganti" in Ecuador.

"Gli indigeni", scrive Mahieu, "raccontano,rifacendosi alla tradizione dei loro padri a cui era stata tramandata da lontane generazioni, che certi uomini altissimi [...] vennero dal mare su zattere di giunchi a foggia di grandi barche". Gli Indiani del Cile tramandano lo stesso episodio e precisano che non si trattava di giganti, ma di uomini bianchi venuti "dallo stretto che chiamiamo Magellano".

Chi potevano essere quei navigatori che, prima del XVI secolo, sbarcavano in Ecuador dallo stretto di Magellano? Gli unici Europei che in quell'epoca conoscessero quella rotta erano i Danesi, che, secondo de Mahieu, avevano appena subito una sconfitta a Tiahuanaco, nel 1290. Questo lascerebbe dunque supporre che si trattasse di più gruppi. Quanto a Thunupa, proseguendo il suo cammino, subisce spesso angherie da parte degli Indiani, ma riesce ogni volta a cavarsela; fino al giorno in cui si avventura sull'isola del Sole, sul lago Titicaca. Allora è la fine. Gli Indiani (o altri Vichinghi?) lo impalano e ne mettono il corpo su una zattera che mandano alla deriva sul lago. Nessuno avrebbe più rivisto l'apostolo bianco. Per provare ai missionari che non mentivano, gli Indiani mostrano loro le tracce del passaggio dell'Apostolo: le impronte dei suoi piedi.

Questo fenomeno è stato rilevato particolarmente in Brasile: all'estremità della spiaggia di Santos, dove Thunupa era sbarcato, si potevano vedere, stampate su una roccia elevata, le impronte dei piedi. Nei dintorni di Asuncion sono state trovate orme di piedi impresse nelle rocce. Alcuni geografi scettici che si sono recati in quel luogo affermano che le cosidette impronte "non assomigliano nemmeno ad orme umane". Un prete che andava a Calancha potè esaminare a sua volta una di quelle impronte. E nel resoconto che compilò in seguito alla sua scoperta, riportò una copia esatta di ciò che aveva visto. L'impronta del piede è incorporata in un complesso di disegni perfettamente coerenti.

Uno scudo, simile agli scudi medievali, fa da cornice. Nel centro è possibile vedere l'impronta di un piede circondato da lettere e segni. La composizione non ha alcun senso per noi, ma si riallaccia certamente ai Danesi di Tiahuanaco, da un lato, data la mescolanza di lettere latine e runiche, e a Thunupa dall'altro, perchè la forma medievale, e più particolarmente francese, dello scudo sembra indicarlo. Che significato ha la rappresentazione di quel piede? Jacques de Mahieu dà la sua risposta alla domanda: gli Scandinavi usavano segni del genere per indicare ai loro compatrioti la direzione da seguire.

Forse Thunupa aveva seminato sul suo passaggio altre vestigia: la tradizione infatti riferisce che l'apostolo aveva fabbricato una croce e l'aveva interrata sulle rive del lago Titicaca in occasione di guerre tribali. L'oggetto fu effettivamente ritrovato. Si accennava anche all'esistenza di una tunica senza cuciture di colore cangiante che le ceneri del vulcano di Arequina avevano trasportato fino al porto di Quilca. Che cosa poteva essere quella tunica inconsueta e incombustibile? Non poteva trattarsi di una cotta di maglia, che costituiva la fondamentale tenuta da combattimentoi dei Vichinghi?

Ma le tracce di Thunupa e dei suoi discepoli compaiono in maniera più evidente nell'impero di Tiahuanaco. Secondo de Mahieu, Tiahuanaco costituiva il centro politico e religioso dei Danesi. Questi ultimi, appunto come Thunupa, si diffusero in tutta la regione e raggiunsero Cusco probabilmente già prima del periodo incaico. Il territorio degli Inca è tagliato da una via reale che va da 4 a 14 metri di larghezza, lastricata nei tratti pianeggianti e tagliata nella roccia in montagna. Ci sono anche delle gallerie. La strada è costruita così solidamente che la spedizione Von Hage (1952-54) ha potuto seguirla in camion o a cavallo per quasi tutto il suo tracciato, sebbene dalla Conquista in poi fosse stata abbandonata. L'arteria è fornita, circa ogni 3 Km, di stazioni di posta, dove i corrieri erano sempre pronti a portare un messaggio fino alla stazione successiva. Gli Inca si sono limitati a riadattare una rete stradale anteriore realizzata dai Danesi di Tiahuanaco.

Una cosa è certa: la spedizione Von Hagen ha ritrovato nella penisola di Paracas, a nord-ovest di Ica, tracce di una strada che conduceva a certe caverne dove sono state scoperte le mummie bionde degli uomini del Titicaca. Ma la rete stradale incaica non è l'unica esistente nell'America meridionale. Passando dal Perù nei territori guaranì, si trovano altre strade costruite dalla mano dell'uomo. Ma quella rete di strade è davvero opera dei Guaranì? E' lecito dubitarne e per vari motivi. I Guaranì all'epoca della Conquista non erano ancora usciti dal periodo Neolitico. La loro lingua possedeva i vocaboli per indicare l'oro, l'argento, il rame e il ferro, ma i loro utensili erano di pietra. Pertanto essi conoscevano quei metalli, ma non li utilizzavano. Si può pensare dunque che fossero in contatto con un popolo che invece quei metalli li lavorava. Del resto sembra strano che i Guaranì, sempre preoccupati di isolarsi da vicini pericolosi, avessero costruito grandi vie di comunicazione.

Sappiamo tra l'altro, grazie a padre Cataldino, che gli indigeni non percorrevano mai quelle strade. Perchè dunque le avrebbero tracciate?

Infine, l'esistenza delle stazioni di posta prova che dovevano esserci dei corrieri, il che presuppone una forma di scrittura, mentre i Guaranì non ne possedevano affatto. Nel Paraguay è stata trovata anche una parete coperta di disegni: si tratta di un tracciato geometrico cosituito da un cerchio centrale da cui si dipartono sei linee diritte che terminano con cerchi di dimensioni varie. Dopo aver escluso diverse ipotesi, Jacques de Mahieu è arrivato alla conclusione che si tratti di un portolano [2], cioè di una sorta di carta geografica. Il cerchio centrale rappresenterebbe Yvytyruzu: un importante nodo stradale già prima della Conquista. La presenza vichinga in Paraguay sarebbe inoltre confermata da un altro documento, una carta geografica. Il cartografo vi ha scritto in latino le indicazioni geografiche generali, mentre i nomi dei luoghi, dei corsi d'acqua e delle tribù sono in guaranì. Ma certi termini non appartengono alle due lingue.

Ad esempio, la parola weibigo ha un senso chiarissimo in danese: è un composto di vej, "strada", e vink, "segnale", o vinkel, "angolo".

Un altro termine che figura nella carta, tocanguzir, è tipicamente danese e significa "casa di spedizioni". Inoltre stroting viene direttamente dal nordico (antico scandinavo) stor, "grande", e thing, "assemblea".

Si noti tra l'altro che il parlamento norvegese si chiama ancora oggi Storting. La sierra di Yvytyruzu è situata nella regione centrale del Paraguay. Yvytyruzu era un incrocio stradale e un'importante stazione di posta. Lì si erge una grande roccia alta una trentina di metri, chiamata Cerro Polilla o Cerro Pelado. I due lati della roccia sono collegati da una piccola galleria. Le pareti della roccia e del passaggio sono coperte di disegni e di iscrizioni sovrapposte. L'esame dei segni ha riservato a de Mahieu una sorpresa: quattro drakkar [3] sono disegnati sulla roccia. In mezzo a caratteri runici spicca il disegno di una stele. Si distingue anche una croce, e un albero stillizzato sormontato da un nido e da due serpenti. Secondo de Mahieu l'albero e i serpenti ricordavano il mito scandinavo dell'albero della vita con il nido d'acquila e il Serpente del Mondo.

Tratto da Marcopolo.it

www.angelfire.com/co2/muzaraque/cos...ng/viquingo.htm

http://en.wikipedia.org/wiki/Jacques_de_Mahieu

www.the-savoisien.com/blog/index.ph...-du-dieu-soleil

http://alchetron.com/Jacques-de-Mahieu-1386126-W

[1] http://it.wikipedia.org/wiki/Tiahuanaco, [2] http://it.wikipedia.org/wiki/Portolano, [3] http://it.wikipedia.org/wiki/Drakkar .

Edited by RAGNOUOMO - 29/1/2017, 15:29
 
Top
15 replies since 25/12/2006, 10:26   5692 views
  Share