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Lo Yoga, La ricerca di Dio

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Allievo
view post Posted on 14/2/2019, 22:35




"L’Essere puro, l’Assoluto, qualunque sia il nome con cui lo si vuole indicare: il Sé (ȃtman), Brhaman, l’incondizionato, il trascendente, l’immortale, l’indistruttibile, il Nirvȃna, ecc." - (Mircea Eliade; Lo Yoga, immortalità e libertà).

Non vorrei parafrasare ogni idea dalla quale ho preso spunto per darle validità.
Apro questa discussione per portare una mia teoria, valida o meno che sia, che credo possa costituire una via diversa all'illuminazione. E ci tengo particolarmente, perché il mio percorso di ricerca interiore è cominciato pressappoco dieci anni fa su questo forum, ed ora ritorno per trarre le conclusioni.
Apro questa discussione qui perché la mia "teoria" ha a che fare con l'energia interiore in senso pratico.

È quindi questa cosa che sto per dirvi un pensiero, forse per molti banale.
All'epoca pur essendo un ragazzino (oggi ho 26 anni) mi sentivo molto più assorto in questo tipo di pensieri. La fede che ho sempre avuto verso Dio, mi portò a intuire che qualsiasi segnale ricevessi dalla vita, dalle cose che mi circondano, non sono segni casuali ma forse, in alcune occasioni, un messaggio di aiuto.
Senza dilungarmi troppo arrivai a pensare di dover concentrare la mia energia interiore sempre, in ogni istante della giornata. Arrivai ad un periodo nel quale mi svegliavo e quando mi svegliavo ero già concentrato, sentivo il calore della mia energia su tutto il corpo, e mi chiedevo se lo avessi fatto prima di prendere coscienza o se avevo mantenuto quello stato durante il sonno.
Ora io sto qui a scrivervi da un computer, non sono un illuminato, non sono un eremita, non mi sono liberato dalla Samsara, eppure vi posso dire di aver vissuto un'esperienza nella quale io mi sentivo totalmente distaccato da me stesso, in cui la mia coscienza era consapevole di essere più vasta dei confini del mio corpo.
Questo è un concetto che tutti possiamo concepire in una disquisizione filosofica, ma avere coscienza di queste cose avendone la sensazione, arrivare a guardarsi (metaforicamente) in terza persona, avendo quasi l'idea che il corpo fosse una specie di burattino in un gioco, avendo la coscienza di dover aspettare di finire questa vita per andare oltre, arrivando a pensare che avrebbero potuto anche spararmi o uccidermi, il mio corpo sarebbe caduto, ma io sarei rimasto in piedi.
Queste sono cose che tu che stai leggendo non pensi tutti i giorni, forse non le hai mai pensate. Ed io avevo 16 anni. Perché avrei dovuto pensare questo di me stesso??

Col tempo mi sono rammollito, mi sono abbandonato alle cazzate, non ho mai perso la mia fede e la mia ricerca del vero, ma ho perso questa capacità di concentrarmi così tanto per così tanto tempo. E dopo anni ed anni ho scoperto che qualsiasi cosa avessi pensato, ed anche di più, era tutto nella filosofia induista.
Io non capivo per niente cosa avevo vissuto, pur avendolo vissuto per molto tempo.

Ora penso di aver realizzato cosa avessi fatto. La dottrina yoga consta di una serie di tecniche da utilizzarsi in varie fasi del processo che porta uno yogin alla liberazione. Tra queste la prima tra tutte è la concentrazione su di un solo punto (e qui prendo spunto dallo stesso libro citato prima), pratica definita Ekagrata. In effetti concentrare la propria energia su se stessi equivale a concentrare il proprio pensiero su un unica cosa. Ma cosa succede se quell'unica cosa su cui ci si concentra, su cui si medita rappresenta l'essenza delle cose? Io non vi ho raccontato tutto della mia esperienza, ma solo da un certo momento in poi cominciai a percepire non solo la mia energia, ma quella intorno a me, e ad entrare in quello stato mentale.
Questo mi ricorda un racconto del Vishnu Purana, I, 16-20, dove si racconta di questo ragazzino Prahlada, figlio del demone Hiranyakashipu, che meditando su Vishnu (io sono induista Shivaita tra l'altro :lol: ), quindi sull'essenza di tutte le cose, arrivò a definirsi lui stesso Vishnu, e nessuna delle cose appartenenti alla realtà potevano scalfire quel ragazzo in quella storia, perché in esse vi era Vishnu. Ovviamente questa storia va presa per il suo significato allegorico, però riflette alla meglio cosa voglio dire!
Cosa succede se invece di concentrarci su un punto, su un vaso, sul fuoco, provandone a carpirne l'essenza, provando a trovarci il divino, cosa succede se in effetti ci concentriamo direttamente sul divino? Cosa succede se proviamo a definire l'atman, il se, l'essere supremo di cui parlava nella sua prefazione Mircea Eliade, e ci concentriamo solo su quello? Cosa accade se ci concentriamo sul soffio vitale che ci rende divni e lo facciamo senza sosta?

Io credo che ci ricongiungiamo alla realtà, a Dio.

Io potrò sbagliarmi su questa cosa, e pongo un argomento di discussione apposta. Però più volte ho meditato, e dopo dei mesi ho pensato che forse stavo giudicando con superbia il gioco postoci da Dio, che forse questo gioco della vita da cui gli yogin hanno cercato di liberarsi, è fatto apposta per farci capire, o per far capire a chi cerca la verità. Ed io credo che non c'è bisogno di annullare se stessi per raggiungere il vero Sé, io credo che nella vita, nella realtà, ci sia già la chiave per l'illuminazione.

Io sono stato un ragazzo, sono tutt'ora musicista, appassionato della musica; sono diventato Infermiere. Non so quanto io possa fare per aiutare davvero chi è intorno a me. Io spero di avervi lasciato un bel messaggio.
 
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view post Posted on 15/2/2019, 10:20
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CITAZIONE (Allievo @ 14/2/2019, 22:35) 
Io potrò sbagliarmi su questa cosa, e pongo un argomento di discussione apposta. Però più volte ho meditato, e dopo dei mesi ho pensato che forse stavo giudicando con superbia il gioco postoci da Dio, che forse questo gioco della vita da cui gli yogin hanno cercato di liberarsi, è fatto apposta per farci capire, o per far capire a chi cerca la verità. Ed io credo che non c'è bisogno di annullare se stessi per raggiungere il vero Sé, io credo che nella vita, nella realtà, ci sia già la chiave per l'illuminazione.

Ciao Allievo.
Io sono d'accordo con la tua affermazione qua sopra.
Sono in molti a pensare che sia attraverso il veicolo fisico che maturiamo e acquisiamo coscienza.
D'altra parte se siamo qui un motivo ci sarà e perciò in linea teorica è solo quando avremo appreso appieno il significato della vita, attraverso le vicende personali con esperienze più o meno belle, che saremo in grado di vivere appieno nei mondi superiori.
Fino ad allora abbandoneremo il corpo solo temporaneamente, per restare nei mondi spirituali negli intervalli della vita nella materia: poter rivedere le vite appena passate e gettare le basi delle vite future, in modo da correggere gli errori, provare a migliorare noi stessi o magari pianificare qualche nuova "avventura".
Lo scopo deve essere di tornarci, o non saremmo qui.
Noi siamo "già" divini, qui adesso. Lo spirito esiste anche ora nel corpo.

Ci sono delle filosofie che ammettono la reincarnazione, anzi la ritengono la base delle crescita del mondo.
Ma non la reincarnazione che pensa si possa rinascere mucche, farfalle, lombrichi e così via, la reincarnazione che tendenzialmente ed irreversibilmente porta al miglioramento del veicolo e dell'anima contenuta nel corpo.
L'anima che di volta in volta porta il succo della nuova vita allo spirito.
Queste filosofie dicono che tutto è un ciclo, il susseguirsi degli anni, delle vite, delle ere, e poi più in grande ancora, delle epoche, periodi etc.

Queste dicono che effettivamente anche l'essere umano sta passando per la vita materiale: ha iniziato la fase di immersione della materia ed ora è in un punto di equilibrio in cui sta iniziando la risalita, finché la lascerà una giorno.

Forse gli yogi avevano in mente questo, ma non credo fosse vista da tutti loro come una specie fuga dal corpo.
Così come non è giusto disprezzare il corpo. E' il veicolo più denso, ma è il meglio per la nostra evoluzione.
POi ci saranno anche tanti modi di vedere, ma sembra evidente che se ha un senso essere nella materia, ha anche un senso che devi conoscerla come esperienza, a tutti i livelli, prima di lasciarla per sempre.
eppoi probabilmente se soffriamo e commettiamo degli errori adesso, continueremo a soffrire e commettere errori magari ben più grandi e pesanti negli effetti, in livelli dove tutto è più immediato e ha una portata più estesa.
 
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Allievo
view post Posted on 12/3/2019, 00:15




Probabilmente sono stato troppo prolisso.
Io speravo solo che qualcuno di voi condividesse il mio messaggio. E stavolta per evitare di sviare il discorso, sarò ancora più preciso nel dire che per me il principio di tutte le cose, l’atman, l’anima, Dio, o qualsiasi cosa essa sia, credo sia identica a quella che definiamo energia interiore. Concentrandoci su questa in modo costante ci avviciniamo sempre più a questa realtà, a questo principio assoluto. Concentrare la nostra energia costantemente per me rappresenta una forma di meditazione di pari livello a quella della dottrina yoga..

Mi piacerebbe avere un vostro parere.
 
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view post Posted on 13/3/2019, 16:17

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Ciao Allievo! Bel post, voglio risponderti in modo esaustivo, pero'...
...vorrei prima farti una domanda, perche io sono uno che crede nelle "definizioni", almeno quando si tratta di discutere tra uomini. E per un motivo molto preciso.

Cosa intendi dire con "energia interiore"? Cioe' tu mi scrivi Dio/Atman/Anima/Whatever = Energia Interiore. Questa equivalenza non cambia molto il significato di quello che stai centrando... Si tratta di concetti abbastanza poco chiari (tutti!) che possono anche essere soggettivi. Quello che mi pare emergere in questo contesto e' che nella tua visione passi dal "fuori" al "dentro". Cioe' da una visione di Dio come di qualcosa da cercare fuori da se stessi a qualcosa che invece piu che cercato va, per cosi dire scoperto, ma si trova gia dentro di noi. Sbaglio?
 
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Allievo
view post Posted on 15/3/2019, 20:47




CITAZIONE (Jones78 @ 13/3/2019, 16:17) 
Ciao Allievo! Bel post, voglio risponderti in modo esaustivo, pero'...
...vorrei prima farti una domanda, perche io sono uno che crede nelle "definizioni", almeno quando si tratta di discutere tra uomini. E per un motivo molto preciso.

Cosa intendi dire con "energia interiore"? Cioe' tu mi scrivi Dio/Atman/Anima/Whatever = Energia Interiore. Questa equivalenza non cambia molto il significato di quello che stai centrando... Si tratta di concetti abbastanza poco chiari (tutti!) che possono anche essere soggettivi. Quello che mi pare emergere in questo contesto e' che nella tua visione passi dal "fuori" al "dentro". Cioe' da una visione di Dio come di qualcosa da cercare fuori da se stessi a qualcosa che invece piu che cercato va, per cosi dire scoperto, ma si trova gia dentro di noi. Sbaglio?

Ciao Jones78. Mi scuso se non sono riuscito ad essere molto chiaro, forse ho dato alcuni concetti per scontati. Sono però felice che tu abbia mostrato interesse.
Non sbagli affatto nella tua deduzione, e anzi per essere più chiaro vorrei citarti un paragrafo del libro "Miti e dei dell'India" di Alain Danielou (e questa volta non sarò breve :lol: ), che cita:

"Ganapati (Ganesh) è raffigurato come un uomo dalla testa di elefante che simboleggia l'unità del piccolo essere, il microcosmo, vale a dire l'uomo, e del grande essere, il macrocosmo, rappresentato qui dall'elefante. Il termine 'uomo' ( nara ) contiene anche, intrinsecamente, il significato di ?divinità con attributi'. Il microcosmo è la progenie dell'Essere cosmico. <<perciò gli esseri nati dall'Uomo universale sono conosciuti dai saggi con il nome di 'uomini'>> (Mahabharata V,70,10). "

Non ti ho citato questo autore, e ne prendo spunto dalla filosofia induista perché la considero una verità assoluta. Non voglio praticare del fanatismo religioso, ma mi sono voluto riferire a questa "religione" perché questa è tra le poche (se non l'unica) che rappresenta uno studio filosofico dell'universo da parte dell'uomo, non a caso il vero nome dell'induismo, "Sanatana Dharma", è tradotto in "La legge eterna".
E credo che nessuno spunto in questo caso potesse essere più opportuno; Ganesh come divinità è il signore delle categorie, il principio dei principii, rappresenta l'universo, e con esso il principio che muove tutte le cose, che nella filosofia induista è rappresentato dall'Aum, rappresentato figurativamente con lo Sri Yantra.

Se il tuo vero dubbio era quindi come potesse qualcosa di esterno a noi, o nel nostro caso qualcosa di divino esterno a noi, trovarsi dentro di noi, io voglio invitarti a riflettere su quante leggi dell'universo (intese adesso nell'ambito scientifico) noi possiamo applicare all'universo sia da un punto di vista Macroscopico, che Microscopico. Tant'è che la fisica già a fine '800 centrava i suoi studi sulle leggi della fisica che interessano il molto piccolo (l'atomo) per ricercare poi le stesse applicazioni da un punto di vista macroscopico.

Quello che fino ad oggi è stato dato per certo dalla scienza è che l'universo tende al disordine, all'entropia, ed è sicuramente vero. Ma la vita, le forme di vita, rappresentano per la scienza un sistema ordinato fino ad oggi ritenuto casuale. E la vita io di certo non credo che sia stata creata da un uomo barbuto e onnipotente che ha deciso con un battito di mani, però dall'osservazione della natura e delle varie forme di vita, ma anche delle cose inanimate, io credo ci sia un ordine, una somiglianza in certi versi, un principio che guida il tutto, un legge.

La visione induista dell'universo vuole che si guardi a quest'ultimo come un insieme di onde, di vibrazioni, che si manifestano nella realtà illusoria che viviamo, e questo principio di cui ti parlo, quest'ordine, come una risultante tra più forze, non è altro che l'insieme di tutte queste infinite vibrazioni, e quindi il famoso Aum (oppure Om) non sarebbe altro che un'onda risultante tra le forze dell'universo in eterna attrazione, che lo portano all'entropia.

Io però in questo post volevo dire che questo principio, che rappresenterebbe Dio o la sua essenza (e non mi dilungo sul perché di quest'altra cosa) noi possiamo sentirlo, e lo sentiamo quando ci concentriamo sull'energia interiore. La sentiamo quando leggi su questo forum di chi ha concentrato il calore, o il formicolio sulle sue mani e poi ha provato ad espandere questa sensazione. Io credo che in noi, come in tutte le cose, risiede il principio ultimo dell'universo e noi possiamo congiungerci al nostro vero io meditando su quest'ultimo, partendo da una semplice abitudine quella di concentrare la nostra energia interiore.

Lo yoga classico vuole che ci si concentri su un punto fisso, qualsiasi esso sia per abbattere il pensiero, lo yoga classico punta ad un approccio che mira all'abbattimento di tutti gli stimoli che vengono dalla realtà illusoria, per giungere alla verità dietro l'illusione, e quindi a Dio.
Io non sono totalmente daccordo con questo tipo di approccio, e credo si possa fare diversamente, come suggerivo prima. Tu cosa ne pensi?
 
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view post Posted on 16/3/2019, 01:27

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Discussione interessante, se mi permettete mi intrometto, per quanto mi riguarda penso che la strada non sia affatto quella dell'isolamento percettivo, ma al contrario la più totale immersione nella percezione. Anch'io sto seguendo un percorso spirituale, ma il mio approccio è un po' diverso, intanto pratico il chi kung (che non è altro che la variante cinese dello yoga), e che fondamentalmente si basa sul principio che l'energia è diretta dell'attenzione, e quindi concentrando l'attenzione su determinate parti del corpo vi si fa affluire più energia.
Inoltre cerco, nella vita di tutti i giorni, di pormi nella condizione più percettiva possibile, infatti mi sono reso conto che non è poi così difficile percepire l'energia, tutto sta nel far si che la percezione sia il più possibile diretta e priva di interpretazioni, infatti se si escludono i due sensi con i quali interpretiamo principalmente la realtà, ovvero la vista e l'udito, e ci si concentra maggiormente, per esempio, sul tatto ("percependo l'aria"), non é difficile avvertire i campi energetici degli oggetti.
Il mio problema riguarda più che altro il (passatemi il termine) "contatto con i segnali dell'universo". In passato, infatti, ho avuto esperienze che non mi lasciano alcun dubbio sul fatto che esista una sorta di "intelligenza universale" che comunica con noi, ciononostante mi ritrovo periodicamente abbandonato da questo "universo intelligente", come se a tratti non rispondesse più...
Probabilmente sbaglio qualcosa io, voi che approccio avete al riguardo? Capita anche a voi di avere lo stesso problema?
 
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Allievo
view post Posted on 16/3/2019, 10:08




CITAZIONE (Ale_91 @ 16/3/2019, 01:27) 
Discussione interessante, se mi permettete mi intrometto, per quanto mi riguarda penso che la strada non sia affatto quella dell'isolamento percettivo, ma al contrario la più totale immersione nella percezione. Anch'io sto seguendo un percorso spirituale, ma il mio approccio è un po' diverso, intanto pratico il chi kung (che non è altro che la variante cinese dello yoga)

Sono in gran parte daccordo con quello che dici, ma ti sbagli sul concetto di Yoga e Qi Gong. Le pratiche ascetiche Yoga mirano alla purificazione del corpo, all’annulamento quasi delle sensazioni di pesantezza e affaticamento date dal corpo. Ci sono asceti che si ripuliscono l’intestino con movimenti di compressione addominali, altri che con gli stessi movimenti ingeriscono una garzina fino a farla arrivare allo stomaco, lasciando un estremità di quest’ultima fuori per ripulire lo stomaco, e poi tirare il tutto via. La pratica delle Asana è mirata all’alleggerimento del fisico, la pratica dell’ekagrata è mirata all’abolizione dei livelli di pensiero. Però ci sono concetti del Qi Gong, come dicevi, che prendono spunto (e aggiungerei ovviamente) dalla filosofia induista. E principalmente il Qi Gong si basa sui movimenti circolari, sulla filosofia dell’equilibrio degli opposti (Yin e Yang) che nell’induismo sono Shiva e Shakti, e sulle tecniche di respirazione che troviamo anche nella pratica Yoga, tecniche tra l’altro di estrema importanza. Però il fine ultimo cambia completamente, il Qi Gong mira al benessere, e mira ad uno stato di armonia, di equilibrio perfetto. Lo Yoga è una pratica che mira alla scoperta sempre più profonda di se stessi, rimuovendo ogni fittizzia illusione del falso ego, della realtà illusoria, questo per trovare il vero io, per trovare l’anima che si incarna e si incarna nel doloroso ciclo della samsara. In pratica l’asceta nient’altro è che l’anima che ha compreso abbastanza, forse troppo, e cerca di liberarsi dal gioco dell’illusione, semplicemente astenendosi.

Comunque Ale_91 assolutamente non ti sei intromesso nella discussione, anzi hai dato uno spunto interessante, e per me nella tua pratica sei sulla buona strada.
Negli anni ho appreso che molti di noi danno per scontato l’esistenza dell’energia interiore, ma io penso che il vero passo avanti lo faremmo se capissimo che nell’uso dell’energia interiore noi, come tu dicevi, entriamo in sintonia con l’universo a tal punto da non sentire piu alcuna separazione tra noi e la realtà. In pratica non sentiremmo alcuna separazione illusoria tra noi e dio, tra noi e un qualsiasi altro oggetto, tra noi e un altro uomo. E mi voglio ripetere in questa cosa, perché forse viene data per scontata o sottovalutata, ma la vera rivoluzione per me sarebbe prendere coscienza di questo, che la pratica dell’uso dell’energia interiore è forse la forma migliore di meditazione!

Ale_91 tu prima hai esposto un tuo problema al quale non so darti risposta. L’unico consiglio che posso darti, è che siccome non c’è separazione tra l’universo intorno a te e te stesso, allora se hai un problema da risolvere cerca la risposta dentro di te. 😉
 
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view post Posted on 16/3/2019, 22:23

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CITAZIONE (Allievo @ 15/3/2019, 20:47) 
Tu cosa ne pensi?

Onestamente la mia visione delle cose e' che non ci sia nessuna differenza tra il "dentro" e il "fuori". Vale a dire, come voi anche io ho maturato una prospettiva frutto della mia ricerca, e penso, per parlare in maniera franca,che ci si possa immaginare questa cosa che tu definisci "energia" come sita dentro, fuori, sopra o sotto: la stiamo ponendo nel medesimo punto. Macrocosmo e Microcosmo, all'atto definitivo, coincidono. Tuttavia questo lo possiamo dire nel momento in cui stiamo cercando le fondamenta della realta'; se torniamo su un piano di realta' effettuale (quella in cui viviamo, e non puramente speculativa) le cose cambiano un po'. Perche', sempre secondo il mio parere, l'illusione E' UNA REALTA': non possiamo negare l'evidenza del mondo in cui viviamo, l'evidenza del dualismo e della separazione, l'obiettiva esistenza del nostro io. E a questo punto subentrano le "tecniche", che, per come la vedo io, altro non sono che un allenamento in grado di modulare la percezione e l'influenza che abbiamo nei confronti della realtà stessa. E cosi come possiamo allenare le nostre braccia con flessioni, oppure con pesi, alzate laterali o panca piana, per rimanere in tema di allenamento, possiamo allenare la nostra mente con lo Yoga, con il Qi Gong, la MIT, i sogni luci, la Qabala, la preghiera... persino con lo studio o con l'allenamento fisico. Dipende sempre da dove vogliamo andare. La Volonta', l'Intento, come vogliamo chiamarlo insomma (argomento sul quale si potrebbe parlare per ore: ad esempio puo' sembrare paradossale ma io NON credo nel libero arbitrio), dirige gli sforzi, e le tecniche (qualunque esse siano) danno la spinta per arrivare dove ci siamo prefigurati di andare. Ma si tratta di sola forma, facente appunto parte del Maya: l'essenza rimane la stessa. E sono d'accordissimo che questo "qualcosa" ad un certo punto, si possa sentire.

Tuttavia penso anche che alcune forme di allenamento siano migliori di altre per raggiungere determinati risultati: ad esempio io credo che la capacita' di dirigere l'attenzione mediante la propria volonta' sia la base assoluta per ogni lavoro di questo tipo, e questo si ottiene tramite un faticoso lavoro personale. Credo anche che abbiamo predisposizioni diverse, quindi cio' che risulta difficile a me potrebbe risultare facile a te e viceversa...

Per chiudere, dunque, a mio avviso le strade possono cambiare su tantissime variabili (comprese talune molto rilevanti come l'etica e la morale o il benessere fisico) ma quello che fa davvero la differenza e' dove vogliamo che ci portino. Il resto e' puramente forma; simbolismo per esprimere qualcosa che non si puo' esprimere in modo diverso.

Ad esempio, per rimanere in tema yoga, voi pensate che i chackra esistano veramente? Cioe' voi pensate che trai vostri occhi o qualche centimetro sopra la vostra testa passi un misterioso flusso di una energia non misurabile? Non ho la pretesa di sapere la risposta esatta eh, ve lo chiedo come opinione!

A presto!
 
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Allievo
view post Posted on 17/3/2019, 13:36




CITAZIONE (Jones78 @ 16/3/2019, 22:23) 
CITAZIONE (Allievo @ 15/3/2019, 20:47) 
Tu cosa ne pensi?

Tuttavia questo lo possiamo dire nel momento in cui stiamo cercando le fondamenta della realta'; se torniamo su un piano di realta' effettuale (quella in cui viviamo, e non puramente speculativa) le cose cambiano un po'. Perche', sempre secondo il mio parere, l'illusione E' UNA REALTA': non possiamo negare l'evidenza del mondo in cui viviamo, l'evidenza del dualismo e della separazione, l'obiettiva esistenza del nostro io.

Hai ragione Jones78 bisogna stare con i piedi per terra. Però capirai che queste disquisizioni filosofiche, proprio come in un teorema matematico, danno per assurdo un concetto che, almeno fin quando non viene confutato, da per valida una teroia costruita su quest'ultimo. Ma ovviamente capirai che il parlare teoricamente spesso porta a delle conclusioni che nell'esperienza di vita quotidiana viviamo quasi mai. Quello che mi colpisce è che tramite ragionamento gli uomini siano arrivati a ipotizzare aspetti dell'esperienza su cui si costruisce il mito, ed in effetti se questi presupposti fino ad oggi non sono stati confutati, allora è anche giustificabile chi cerca di intraprendere una determinata via in nome del suo credo.

Però io cercavo di essere molto più pratico Jones, e qui ci dovremmo ritrovare io e te.
Indubbiamente l'esperienza di vita che ci è concessa ha migliaia di sfumature ed altre vie da seguire.
Però capita a molti di ritrovarsi in momenti bui della propria vita, nella quale ci si sente impotenti dinanzi ad un destino che sembra già scritto, e si chiede allora aiuto ad una coscienza superiore nella quale impari ad avere fede, spesso e purtroppo, con dolore.

Non c'è solo la matematica e la filosofia in tutto questo, c'è molto di umano, perché umane sono le debolezze. Allora io ritorno alla mia proposta, che per me potrebbe essere una buona soluzione, senza discriminare quello che tu dicevi. Poiché in effetti ognuno di noi può trovare la verità attraverso qualsiasi tipo di esperienza, dipende dal modo in cui ci si pone.

Io però nel pratico (e mi ripeto) intendo solo dire che noi siamo il Dio che crea la nostra realtà, e ce ne rendiamo conto solo quando siamo davvero uniti con quell'essenza che permea il tutto. Ce ne rendiamo conto quando si spezza l'illusione della separazione. Quindi concentrarsi e meditare sull'energia interiore può rappresentare un passo sicuro verso la via della liberazione. Se vuoi ti ridico come ho avuto questa intuizione per non farti rileggere il primo post della discussione; semplicemente concentravo la mia energia su tutto il corpo, e mantenevo questo stato fisico e mentale anche per tutto il giorno, anche per giorni e giorni.

CITAZIONE
Ad esempio, per rimanere in tema yoga, voi pensate che i chackra esistano veramente? Cioe' voi pensate che trai vostri occhi o qualche centimetro sopra la vostra testa passi un misterioso flusso di una energia non misurabile? Non ho la pretesa di sapere la risposta esatta eh, ve lo chiedo come opinione!

Non vorrei uscire fuori discussione, ma si io credo nell'esistenza dei chakra, anche perché hanno una effettiva corrispondenza anatomica. Per il resto questo si dovrebbe discutere in un altro post.
 
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view post Posted on 17/3/2019, 14:21

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Sono certo che la tua concentrazione quotidiana ti aiuti moltissimo e ti permetta di fare grande passi avanti nel tuo percorso. Quello che intendevo dire io e' che sono altrettanto certo che non sia il solo metodo. Io, ad esempio, mi alleno attraverso esercizi di concentrazione che focalizzano la mia attenzione alternativamente fuori e dentro di me, ma sento di necessitare di uno sforzo molto piu' importante quando proietto l'attenzione fuori, e penso che redarguisca molto di piu' in termini di resa di capacità. Pero' sono punti di vista; peraltro a mio avviso altrettanto validi.

CITAZIONE
Però capita a molti di ritrovarsi in momenti bui della propria vita, nella quale ci si sente impotenti dinanzi ad un destino che sembra già scritto, e si chiede allora aiuto ad una coscienza superiore nella quale impari ad avere fede, spesso e purtroppo, con dolore.

Anche su questo si potrebbe parlare un bel po. Come ti scrivevo io non credo nel libero arbitrio. Passami il termine poco preciso, (ma di resa): sarebbe come dire che la nostra vita viene costantemente "ricordata" piu' che realmente vissuta, e come non si puo' cambiare un ricordo (se non ingannando se stessi, ma a quel punto siamo nell'insieme dell'immaginazione, non piu della memoria), la sensazione di essere su un binario nell'impossibilità di deviare non e' altro che la presa di consapevolezza di questo fatto. Ma vabeh, cosi divago davvero! :)

CITAZIONE
Io però nel pratico (e mi ripeto) intendo solo dire che noi siamo il Dio che crea la nostra realtà, e ce ne rendiamo conto solo quando siamo davvero uniti con quell'essenza che permea il tutto.

In un certo senso questo lo penso anche io, e si riallaccia al discorso di prima: quando realizziamo una unione con Dio e ne percepiamo l'immanenza, l'irrealta di un dualismo, di un prima e di un dopo, avvertiamo contemporaneamente sia l'impossibilita' di cambiarlo (mancanza di un reale libero arbitrio, quindi) che la pace nel sentirsi tutt'uno con esso. E' una sensazione strana, che su un livello dona una grande pace, e su un altro un tenue senso di rassegnazione. Potrei proseguire a parlare anche qui, ma si andrebbe ulteriormente fuori tema e mi pare di capire che tu preferisca rimanere in topic!

Quindi rientrando in tema, posso chiederti che DIFFERENZA percepivi quando concentravi la tua energia nel tuo corpo? Dove era il cambiamento, il risultato?

CITAZIONE
Non vorrei uscire fuori discussione, ma si io credo nell'esistenza dei chakra, anche perché hanno una effettiva corrispondenza anatomica. Per il resto questo si dovrebbe discutere in un altro post.

Io invece penso che si tratti solo di simboli. Le corrispondenze anatomiche ci sono, certo, ma allora cio' che e' reale sono gli organi, non i chackra :P ...ma tanto alla fine cosa cambia?
 
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view post Posted on 21/3/2019, 22:12
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Accidenti! ;-) Bel messaggio.Ciao Allievo, lo yoga lo pratico in modo costante da 14 anni, fisico e meditativo,fisico l'Hata yoga mentre meditativo mischio. Uso pranayama del Kundalini + mantra indiani, oppure piccoli riti con preghiere cristiane per ricevere aiuto in astrale e progredire,questo mettendomi anche a servizio. La meditazione la pratico anche per il controllo, di solito 1 ora o 2 al giorno. Da qui ho potuto vedere chi ero prima,percepire la
e vedere la nostra anatomia energetica,entrare in contatto con presenze astrali,sentire un breve risveglio della kundalini ecc. Attualmente uso anche cristalli,incensi e una campana tibetana fatta da 7 metalli. Ciao
 
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view post Posted on 22/3/2019, 12:54
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Ciao
Osservazioni interessanti.
Tutte.
La discussione mi infonde uno strano stato di buonumore.
Molto bello il messaggio di Allievo e anche i successivi. Tutti.
Non so se c'entra tanto con il proposito della discussione, ma in realtà possiamo dire che sono tutti punti di vista e in fondo sono anche tutti veri.
Dio è dentro di noi, ma è anche fuori.
"Qell'energia" anzi quella "presenza", che usa anche l'energia, dentro di noi si può cercare e averne qualche riflesso parziale.
cercarla, mi ha fatto capire varie cose, progressivamente messo a posto altre cose, ampliato sempre di più una conoscenza o coscienza che forse è nemmeno all'inizio.
Eppure questo "qualcosa" c'è e si manifesta, nelle cose che di volta in volta scopri.
Ma è anche fuori.
E' anche in quella distesa di atomi diversi e sparpagliati un po' dovunque e che formano ora una forma, ora un'altra e che sta osservando chi cerca Dio al di fuori di se.
Anche lì in effetti c'è Dio.
Chissà chi dà quella forma alle cose. Quegli stessi elementi ora sono attorno a una cosa, ora ad un'altra, a volte sono inerti a volte partecipano alla vita.
 
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view post Posted on 22/3/2019, 21:07
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Grazie mod. :-) . Lo yoga e' unione,lo yoga e' benessere fisico e mentale, lo yoga dovrebbe far parte della vita di tutti e tutti poterlo usare a seconda del proprio cammino.
Staccandoci per qualche ora al giorno dal nostro smartphone usando questo tempo per migliorare noi stessi con un serio cammino spirituale,si migliorerebbe anche quello
del prossimo. Dalle testimoniante dei maestri e anche da esperienze personali,il servizio e' la chiave per progredire e creare un mondo migliore.Angeli,Guide spirituali,Maestri
trascesi, da quel po' che ho avuto l'onore di stare assieme tutti puntano a quello.
 
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Allievo
view post Posted on 2/4/2019, 12:06




CITAZIONE (Ayni @ 22/3/2019, 13:54) 
Ciao
Osservazioni interessanti.
Tutte.
La discussione mi infonde uno strano stato di buonumore.
Molto bello il messaggio di Allievo e anche i successivi. Tutti.
Non so se c'entra tanto con il proposito della discussione, ma in realtà possiamo dire che sono tutti punti di vista e in fondo sono anche tutti veri.
Dio è dentro di noi, ma è anche fuori.
"Qell'energia" anzi quella "presenza", che usa anche l'energia, dentro di noi si può cercare e averne qualche riflesso parziale.
cercarla, mi ha fatto capire varie cose, progressivamente messo a posto altre cose, ampliato sempre di più una conoscenza o coscienza che forse è nemmeno all'inizio.
Eppure questo "qualcosa" c'è e si manifesta, nelle cose che di volta in volta scopri.
Ma è anche fuori.
E' anche in quella distesa di atomi diversi e sparpagliati un po' dovunque e che formano ora una forma, ora un'altra e che sta osservando chi cerca Dio al di fuori di se.
Anche lì in effetti c'è Dio.
Chissà chi dà quella forma alle cose. Quegli stessi elementi ora sono attorno a una cosa, ora ad un'altra, a volte sono inerti a volte partecipano alla vita.

Ringrazio tutti per la partecipazione a questa discussione, ma purtroppo il lavoro mi toglie tantissimo tempo che potrei dedicare in risposte un pò più precise.

Ayni in particolare sembra aver trovato una certa empatia nel mio discorso, e ne sono felice.
Io cmq ribadisco sempre ciò che penso per non creare confusioni.
Non penso che ci sia un unico modo per raggiungere la verità, Dio, Nirvana, chiamatelo come volete. Io, in fede con il pensiero induista, credo che la strada percorsa da ognuno di noi, scelta o predestinata che sia, sia la giusta via per una crescita interiore, per la comprensione di qualcosa di importante.

Però durante la vita si ha l'illusione della separazione dalle cose, ed in senso pratico Jones78 mi faceva notare come non si può negare quanto sia evidente tutto questo.
Eppure io vi dico che se usate questo "trucchetto" con costanza, mi verrete a dire che avevo ragione, e che ad un certo punto vi sembrerà davvero di aver distrutto l'illusione della separazione. E non perché l'avrete compreso dalla lettura di un libro, o per fede verso un altro credo, ma perché sentirete un legame con qualcosa di così grande fuori e dentro di voi, che comincerete a pensare che il mondo da voi vissuto non è altro che una vostra creazione. Comincerete a ridere del vostro nome, e della vostra forma attuale, perché queste sono legate al tempo che è talmente grande da far sembrare l'arco della vostra vita infinitamente piccolo. E riderete di ciò che credevate di essere, perché l'immagine che avete ora di voi è solo una costruzione del vostro ego: io sono saggio; io sono brutto; io sono ricco; io sono povero; io sono gay; io sono yogin; io sono rock; io sono la mia sigaretta. Riderete di tutto questo perché il vostro vero io non ha nome.

Questo è il concetto ridondante di uno è tutti e tutti sono uno, questo è il concetto riutilizzato da Heman Hesse nel suo libro, quando Govinda guarda dopo anni in volto a Siddharta e vede mille facce. Questo pensiero è seguito da tanti grandi pensatori, come voi, ed è sicuramente un concetto in cui avete fede perché ci avete ragionato, lo avete trovato infine "inconfutabile".

Però sentire di credere in qualcosa e sentire è diverso. Fidatevi di me, mettete in pratica il vostro credo.
 
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13 replies since 14/2/2019, 22:35   344 views
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