Circa 2500 anni fa,nel 533 a.c.,una città dell'antica Spagna (Iberia) fu conquistata dai Cartaginesi,e successivamente scomparve.
Tartesso (Tartessos) non e' stata ancora ritrovata.
Secondo gli autori classici Tartesso era situata probabilmente alla foce del Guadalquivir (nome latino,Bactis Flumen);la sua popolazione raggiunse un alto livello di civiltà,commerciava con molti paesi del bacino del Mediterraneo,e anche più distanti,forse addirittura le Americhe.
Pare che le origini di Tartesso fossero molto antiche.
Già all'epoca dell'Impero Romano di Tartesso non era rimasta alcuna traccia,ma il golfo che oggi prende il nome della città di Cadice (Cadiz in spagnolo) era chiamato Tartessius Sinus (golfo di Tartesso).
Il nome latino del fiume Guadalquivir era Bactis;Hispalis era l'odierna Siviglia e Gadira (o Gades) Cadice.
L'antico nome di Cadice si ritrova in un brano del "Crizia",uno dei dialoghi di Platone su Atlantide;parlando a proposito di Atlante,il primo re di Atlantide,dice:"Il gemello nato dopo di lui (Atlante),cui era assegnata la parte estrema dell'isola verso le Colonne di Eracle,di fronte a quel tratto della regione che,in rapporto a quel luogo,è oggi chiamata Gadirica,ebbe il nome in greco di Eumelo,che nella lingua del posto è Gadiro".
Gadiro,dunque,secondo il Crizia,sarebbe stato il primo principe di quella regione di Atlantide posta di fronte alla penisola iberica.
Onoba Aeustuaria sorgeva nei pressi dell'attuale Huelva,città sul Rio Tinto, al cui nome sono legate delle antiche miniere dove si estraeva il rame.
Lo stretto di Gibilterra era noto come Fretum Gaditanum,dal nome della città di Gades (Cadice),o anche Herculeum (Colonne d'Ercole).
L'esistenza dell'impero tartessiano,a lungo discussa,è ora un'evidenza storica grazie a storici come Gomez-Moreno,Schulten,Crossbowmen,Garcia Bellido e Blazquez.
Il più antico regno iberico ci ha fornito esempi della sua civiltà e cultura già dall'Età del Rame;dell'Eta' del Bronzo (2500-1000 a.C.) possediamo molti reperti,come i 400 oggetti di bronzo scoperti ad Odiel (Huelva) nel 1923;dell'Eta' del Ferro,infine,tesori quali il "Carambolo" (sec.VII-VI a.c.) e molti testi.
I Tartessiani (gli abitanti di Tartesso) vivevano nella valle del Guadalquivir dall'Età del Bronzo,e costituirono un regno che si estendeva a tutta l'Andalusia e alla Murcia;essi assoggettarono i popoli vicini,come i Bastetani,gli Oretani e i Bastuli,divenendo l'unico grande regno dell'antica Iberia.
I loro dei erano le stelle,essi nutrivano grande rispetto verso gli anziani,ed erano animati da un forte senso di ospitalità e liberalità.
L'ultimo re di Tartesso,Argantonio,regnò per 80 anni.
Secondo Strabone,una complessa rete di canali si irradiava dal fiume Guadalquivir;gli abitanti di Tartesso (
Tartessiani o Tudertani),erano inoltre il popolo più civilizzato dell'Iberia:essi possedevano sin dai tempi piu' antichi scritti in prosa,poemi e raccolte di leggi in versi i quali,secondo gli stessi Tartessiani o Tudertani,erano vecchi di 6000 anni.
All'epoca di Poseidonio (100 a.C.) vi era ancora traccia della letteratura tartessiana.
La scrittura in uso a Tartesso era differente da quella iberica,ed i suoi caratteri sono impressi sulle monete di diverse città.
Un esempio di scrittura di Tartesso sembra essere un'iscrizione incisa su un anello,trovato da Schulten in un villaggio di pescatori spagnolo.
Secondo gli autori antichi,i Tartessiani erano esperti nella lavorazione dei metalli;Diodoro afferma che nel regno abbondava l'oro,l'argento e specialmente il rame.
Nella Bibbia vi sono numerosi riferimenti a
Tarsis.
Tartesso era nota nell'antichita' per le sue ricchezze,in particolare le sue miniere d'argento.
Poseidonio parla di un'agricoltura prospera,canali d'irrigazione,olivi e vite.
Rilevante anche l'allevamento del bestiame (bovini,ovini e suini).
L'estrazione del sale doveva rivestire un ruolo fondamentale nell'economia di Tartesso,giacchè i Tartessiani esportavano cibi salati ad Atene nel V secolo a.C.
Di importanza non secondaria il commercio del pesce,e specialmente di molluschi.
Le navi tartessiane giungevano fino alle isole britanniche,esportandovi manufatti di bronzo in cambio di stagno e piombo.
La città non e' stata ancora trovata,sebbene tracce di antiche costruzioni siano state individuate,durante scavi eseguiti in suoli fangosi,troppo vicini al mare per permettere ulteriori indagini.
Le rovine di Tartesso potrebbero trovarsi sott'acqua,o sotto il livello del suolo,seppellite sotto centinaia di tonnellate di fango.
A partire dal 1905 alcuni archeologi tedeschi,tra i quali il prof. Schulten,Jessen,Herman,Hennig,iniziarono la ricerca di Tartesso.
Furono trovati molti reperti,attribuiti alla civiltà tartessiana:gioielli,scoperti presso Siviglia (antica Hispalis),vasi e anfore,e la famosa "Senora de Elche"(Dama di Elche),uno splendido busto alto 53 cm,raffigurante una donna con preziosi ornamenti e gioielli,scoperta nei pressi di Elche (antica Ilici).
Henning,Schulten ed altri studiosi tedeschi consideravano Tartesso una colonia germanica,piuttosto che una colonia atlantide,a causa dei ritrovamenti di ambra del Baltico vicino Tartesso.
Inoltre essi basavano sulle teorie di un altro studioso tedesco,Redslob,il quale affermava che le tribù germaniche preistoriche si erano spinte molto lontano con le loro imbarcazioni.
E.M. Wlshaw,direttrice della "Anglo-Spanish-American School of Archeology",e autrice di "Atlantis in Andalusia",portò avanti una ricerca nella presunta area di Tartesso per 25 anni!
Dopo aver scoperto un "tempio solare" nel sottosuolo di Siviglia,era sicura che Tartesso fosse seppellita sotto l'odierna città.
Nelle miniere di rame di Rio Tinto si trovano rovine datate 8000-10.000 anni fa,e associate all'antica civilta' di Tartesso.
Inoltre a Ronda,un porto interno di Niebla,ci sono tracce di antichissime canalizzazioni,che ricordano le decrizioni delle opere di irrigazione atlantidi,riportate nei dialoghi platonici.
La Wlshaw,al contrario dei suoi colleghi tedeschi,non pensa che Tartesso abbia ispirato i racconti su un continente perduto,bensì ritiene Tartesso una colonia atlantide.
Scrive in proposito:"La mia teoria suggerisce che il racconto di Platone sia in accordo con quanto stiamo trovando qui [...] La stupenda e civilizzata popolazione preistorica che ho descritto discende dalle popolazioni libiche preistoriche,che giungevano in Andalusia da Atlantide per comprare l'oro,l'argento e il rame estratti dalle miniere di Rio Tinto;essi,una generazione dopo l'altra,unificarono la cultura iberica e africana così profondamente che Tartesso e l'Africa hanno probabilmente radici comuni nella razza Libica-Tartessiana".
La Wlshaw compilò una lista contenente molte iscrizioni iberiche pre-romane,che nessuno è riuscito poi a tradurre,e notò che almeno 150 caratteri alfabetici erano stati trovati nelle caverne della Libia.
Tartesso è ancora oggi uno dei misteri irrisolti del passato;la città non è stata ancora riportata alla luce,ma tracce di costruzioni e altri reperti sono stati trovati vicino Huelva alla foce dei fiumi Odiel e Rio Tinto (il Rio Tinto delle antiche miniere),alla foce del Guadalquivir e in altre località,ad esempio Siviglia.
Ciò ovviamente non è una prova dell'esistenza di Tartesso,ma dimostra comunque l'esistenza di un'antica cultura iberica che potrebbe fornirci le risposte ai molteplici quesiti sul nostro lontano passato.
La Dama di Elche:
http://images.google.it/images?q=ELCHE+DAM...it&start=0&sa=Nwww.edicolaweb.net/am07f55g.htmwww.edicolaweb.net/oc07f02g.htmhttp://comunidad-escolar.pntic.mec.es/658/cultura1.htmlIl ritrovamento di un busto di donna presso Elche creò nel 1897 una grande eccitazione tra ricercatori e profani.
La scultura,diventata famosa con il nome di "Dama di Elche",presenta uno stile antico sconosciuto.
Nei pressi del luogo del ritrovamento non è stato trovato tuttavia nulla da cui poter dedurre la data di origine:non le vestigia di una tomba,di un tempio,di un'abitazione.
I gioielli della donna non somigliano nè a quelli in voga al tempo dei Romani nè a quelli usati dalle donne nel regno spagnolo dei Visigoti (fine Impero Romano).
La scultura viene messa in relazione con i Cartaginesi e con il leggendario continente di Atlantide.
A giudicare dallo stile potrebbe risalire al IV o al V secolo a.C, vale a dire a un'epoca in cui i Cartaginesi fondarono alcuni insediamenti in Spagna.
La "Dama di Elche" sembra leggermente deforme o sono i pesanti gioielli a giustificarne l'inusuale posizione?
Nella parte posteriore il busto presenta una strana apertura.
Oggi la "sacerdotessa di Atlantide" si trova nel Museo del Prado di Madrid.
Nell'antichità Tartesso era la prima città a vocazione commerciale e il più vecchio centro culturale dell'Occidente.
Scrittori dell'antichità,tra cui Erodoto,Plinio e Strabone hanno nominato e descritto Tartesso nelle loro opere storiche.
Si trova qui l'origine della leggenda di Atlantide?
Il leggendario regno si trovava su Tartesso?
Con molta probabilità la città è affondata nella prima metà del millennio precristiano.
Il luogo dove probabilmente si trovava è in mezzo alla foce del Guadalquivir (o
Betis),una zona paludosa.
Nel vasto territorio,a settentrione di Sanlucar de Barramela,vengono a mala pena compiute ricerche ed eseguiti scavi archeologici,poichè là dove un tempo si trovava il centro della cultura occidentale si estendono oggi boschi paludosi e dune.
Se si scava in profondità si incontrano falde acquifere gia' dopo 2 metri.
Eppure le rovine di Tartesso,la capitale del presunto regno di Atlantide,secondo Schulten e come hanno dimostrato campioni di scavi,si estendono dai 5 ai 10 metri di profondità.
Si conoscono un'infinita' di reperti significativi provenienti dalla sfera di cultura tartessica nei quali,fino a Schuten,nessuno ha mai visto l'eredità degli Atlantidei.
Grandi quantità di gioielli in oro,vasellame di terracotta,vasi in bronzo,oggetti in avorio intagliato,frammenti di marmo e un busto di una bellezza veramente raffinata sono venuti alla luce nel corso degli scavi.
Schulten ha proseguito le sue ricerche.
Egli ha controllato le indicazioni contenute nei Dialoghi del Crizia ed è pervenuto a risultati sorprendenti:una serie di concordanze evidenti tra il racconto di Atlantide e Tartesso,distrutta intorno al 500 a.c. dai Cartaginesi,
portò Schulten alla conclusione che le due mitiche località coincidevano,"un background completo,sia dal punto di vista topografico che culturale":Tartesso si trovava oltre lo stretto di Gibilterra nelle immediate vicinanze di Gades, probabilmente su un'isola posta tra le due foci del fiume Betis.
La costa meridionale dell'Andalusia è ripida e presenta alti rilievi.
Anche nella zona settentrionale dell'Andalusia si trova una catena montuosa,la Sierra Morena, e,per mezzo di questa catena montuosa,la pianura del fiume Betis viene protetta dai venti del nord,mentre a est viene protetta da altre montagne.
Anche i 3000 stadi di lunghezza del territorio coincidono con la distanza da est a ovest,come del resto i 2000 stadi di larghezza.
Il geografo romano Strabone attesta la presenza di un sistema di canali nella valle del Betis.
Tartesso era la più ricca città dei suoi tempi.
Gli storici narrano storie fantastiche,in particolar modo delle sue ricchezze in argento.
Rame e argento sono presenti nella Sierra Morena.
Strabone elogia la ricchezza della valle del Betis in termini di boschi,frutti,animali e così via.
Nell'antica Iberia il toro era un animale sacro,che godeva di grande venerazione;lo confermano innumerevoli figure di toro in pietra,bronzo,terracotta.
Tartesso era il primo impero marittimo d'Occidente;la sua fascia mercantile si allargava non soltanto ad oriente fino in Tirrenia e in Asia, ma anche a nord,fino in Inghilterra.
Nella zona settentrionale della foce del braccio meridionale del fiume Betis sono stati localizzati i resti di un grande tempio,attribuito da qualcuno a Poseidone.
Strabone annota che i Tudertani incidevano le loro leggi più antiche su colonne di metallo.
Sia Atlantide sia Tartesso sono scomparse.
Le similitudini con il continente perduto di Platone,a dire di Schulten,sono davvero ragguardevoli.
http://racines.traditions.free.fr/tartesso/tartesso.pdf