| Dunque, spendiamo un poco di tempo per descrivere gli effetti eventuali dell'impacco di ghiaccio utilizzato come forma terapeutica. Il discorso sarebbe molto lungo, occorre un libro intero e robusto, ma vediamo di semplificare, sicuramente l'analisi è superficiale ma può rendere l'idea. Innanzitutto chiariamo che l'idea dell'impacco di ghiaccio proviene dal Dr. Hamer, consigliato per aiutare a risolvere l'infiammazione del focolaio che si determina nella struttura cerebrale quando si attua un trauma psichico notevole che può condurre a patologia oncologica. Per approfondire questo percorso occorre leggere qualcosa di Hamer. Comunque. La risposta di adattamento ad un qualsiasi tipo di stress (chimico, fisico, psichico ecc...), determina nell'organismo i medesimi meccanismi reattivi che conducono all'instaurarsi di un processo infiammatorio. Questo processo, quando contenuto e sorretto da un organismo realmente sano ed equilibrato, serve a richiamare ed attivare una serie di mediatori in grado di eliminare tossine, parassiti, riparare tessuti e ricostruirne di nuovi. Quando l'organismo, nel suo complesso, non sia in grado di affrontare adeguatamente il processo, in caso esso sia troppo acuto, troppo forte o quando divenga cronico, insorge il problema. Il sistema nervoso centrale, in questi casi, deve attivare una serie di meccanismi ulteriori per cercare di risolvere la situazione. Lo stimolo a livello centrale attiva la risposta del sistema nervoso ortosimpatico che, oltre a produrre catecolamine come segnale d'allarme attiva la produzione ipotalamica del CRH il quale presenta complemetarità genetica con molecole pro-infiammatorie (Es.: IL-1, IL-6 e TNF-a) e provvede a modulare la produzione di ACTH che a sua volta stimola le ghiandole surrenali. Entrano in gioco poi sostanze endorfiniche e mediatori delle mastzellen che vengono degranulate e rilasciano, ad esempio, glucosaminglicani, istamina, proteasi e una varietà di fattori chemiotattici. La degranulazione delle mastezellen provoca anche la cosiddetta cascata dell'acido arachidonico tramite attivazione della fosfolipasi A2, favorendo al formazione di eicosanoidi ad azione pro-infiammatoria. Qui si rientra in un'altra classe dei mediatori dell'infiammazione chiamati nella loro generalità citochine, definite come messaggere (neurotrasmettitori, in pratica) del sistema immunitario. La condizione infiammatoria non superata permane e conduce a danni notevoli e anche gravissimi, squilibrando a sua volta l'attività centrale e danneggiando i tessuti. In questo senso l'impacco di ghiaccio sul capo, usato come terapia vera e propria, può essere un utilissimo supporto alle terapie tradizionali o alternative che siano. Ciò perchè diviene una terapia fisica che riesce ad intervenire in tutto il quadro chimico generale, andando a "raffreddare" la zona, il focolaio appunto, venutosi a stabilire a livello di struttura cerebrale. Ora, la zona e il punto non sono difficili da stabilire, è sufficiente una semplice TAC cerebrale senza liquido di contrasto e il focolaio può essere visto. Quando non si conoscano il punto o i punti esatti l'impacco viene effettuato su tutta la testa, spostandolo ogni tanto, diciamo 5 minuti, da una zona all'altra. L'impacco deve essere ripetuto almeno 3 volte al giorno. Al di là del cancro, per cui il ghiaccio è un supporto ma non è certo nulla di risolutivo, questa pratica è molto utile nelle patologie in cui la componente infiammatoria è cronica, quindi disturbo d'ansia, disturbi del sonno, stress, nervosismo, tensione, artrite, artrosi e via dicendo. Ovviamnete vanno associate le giuste sostanze biologiche di riequilibro. L'impacco può essere fatto con cubetti avvolti in un panno oppure con il sacchetto che mi sembra si chiami Dual-Pack, acquistabile in farmacia, o simili. Tra l'altro, hanno già realizzato il "casco" per gli impacchi, se non vado errato, con cui non vi è necessità di manovrare e spostare. La durata dell'impacco è variabile, ma direi almeno 15 minuti, meglio se 30. Non lo ritengo utile, ad esempio, nei casi in cui la componente di depressione sia prevalente ripetto a quella ansiosa, o quando la depressione sia severa, probabilmente in questo caso andrebbe anche meglio un impacco caldo, ma non vi sono sperimentazioni in merito perciò non mi sento di consigliarlo.
|