Stiamo uscendo dal tema della discussione - spero che l’amministratore non ce ne voglia - e probabilmente diciamo cose già scritte su questo forum da altre parti. Desidero comunque rispondere al messaggio de ilsanta Posted on 22/7/2005, 15:04.
Io credo in Dio (niente a che vedere con la religione) e son convinto che Questi abbia dotato ogni bambino della possibilità di capire quali funghi siano da mangiare e quali no. Il senso del gusto ce lo dice chiaro, l’istinto ci aiuta a riconoscere ciò che ci fa bene in quel preciso momento. Sono cose che noi persone “civilizzate” non abbiamo mai provato o non ricordiamo più... nessuna mamma africana o sudamericana ha paura che il proprio piccolo mangi funghi o bacche velenose, queste sono paure nostre. Non concordo quando elogi la capacita di giudizio degli adulti, ritengo che l’abbiamo persa; non ci basiamo più su esperienze dirette ma sul sentito dire, su quello che ci hanno insegnato e che abbiamo preso per oro colato. Lo dico perché negli ultimi anni sto scoprendo un mondo nuovo, finora invisibile, dove noi parliamo con noi stessi (e troviamo le soluzioni ai problemi), dove il nostro corpo ci dice chiaramente di cosa ha bisogno e in che quantità (poi il sapore cambia, quasi impercettibilmente) e cosa evitare di assumere... cosa che per i bambini viene naturale. L’UT, credimi, e stata una tappa fondamentale per questo mio cambiamento.
Relativamente alle medicine alternative, personalmente non ne sono un “fan” – soprattutto osteggio l’omeopatia tanto di moda; mi limito a pratiche naturali e gratuite, che si possano imparare facilmente da se’ e che possano dare segnali riconoscibili di “positivo” o “negativo”, in modo da formare l’esperienza diretta di cui parlavo all’inizio. L’UT rientra fra queste e ti assicuro che, principalmente a livello mentale ed emotivo, assicura dei cambiamenti che poi si ripercuotono sul piano fisico. Il difficile e iniziare a prenderla in considerazione, per i motivi che diceva psicopao: io la pratico da oltre quattro anni, ma ho iniziato effettivamente a berla solo da pochi mesi.
Le ricerche sull’UT ci sono, spesso pagate di tasca dagli stessi medici che ci credono fino in fondo, e qualcuno si e preso la briga di pubblicarle. Per i media vale lo stesso concetto che accennavo per i laboratori, cioè preferiscono evitare di “sputtanarsi” con cose del genere. Questo atteggiamento lo vediamo in moltissimi campi, non dirmi che non te ne sei mai accorto... Anche qualora un giornalista volesse riportare una notizia del genere sarebbe comunque “ripreso” dal caporedattore; se anche questo la facesse passare interverrebbe il direttore responsabile a dare una lavata di capo ai due che si sono permessi di uscire dal seminato... Infine c’è sempre la direzione generale e/o la proprietà ad agire dall’alto – e si sa che oltre il 90% mass media sono in mano a poche persone – per evitare la perdita di introiti dei loro inserzionisti. O pensi che i produttori di farmaci e cosmetici – acquirenti degli spazi pubblicitari dei media – non dicano niente nel caso venisse pubblicata una notizia del genere? Pensi che questi paghino fior di miliardi di pubblicità per poi leggere nella pagina seguente che la propria pipi’ e meglio?
Facile capire che notizie del genere le devi scovare su pubblicazioni non diffuse, stampate da case editrici molto piccole.
Tornando ai farmaci e ai luoghi comuni... tu parli di effetti collaterali quasi inevitabili, comunque di entità meno grave rispetto alla patologia per la quale si assume il farmaco. Certo, è quello che ci dicono le notizie ufficiali, a cui noi, in genere, crediamo senza porci troppe domande. Io mi riferisco alla morte di migliaia di persone, che non mi pare proprio possa considerarsi un blando effetto collaterale, ne’ meno grave di molte patologie... Su centinaia di esempi cito solo il Vioxx, uno stupidissimo antiinfiammatorio, ritirato da poco dal mercato per la morte di 28.000-139.000 persone negli USA (a seconda delle stime, 28.000 basterebbero) che avevano qualche dolorino. Per un’esposizione più esauriente dai un’occhiata a
http://www.farmalert.it/ e
http://www.disinformazione.it/farmaci.htm.
Poi, per lo stesso meccanismo che ho indicato prima, le notizie relative non vengono riportate dai media; quando le dicono lo fanno in modo da far sembrare la cosa un’evenienza inevitabile, gettando le colpe su terzi... magari su di noi consumatori stessi, gentaglia che si imbottisce di farmaci senza nemmeno leggere il foglietto illustrativo.
Per lavoro entro nelle aziende farmaceutiche, discuto con i direttori generali e tecnici, poi ci parlo assieme del più e del meno... per quel che ho capito loro sanno perfettamente che un farmaco può avere effetti devastanti, ma devono metterlo comunque in produzione e avere utili a costo della vita dei “clienti finali”; questo gli viene imposto dal mercato e dai proprietari, i quali poi penseranno a sistemare le cose se qualcosa dovesse andar storto. Quello che e il feedback degli effetti collaterali serve più che altro a confrontare i dati delle loro ricerche iniziali e poter raddrizzare il tiro nelle ricerche successive. Raddrizzare il tiro non significa eliminare gli effetti collaterali, tutt’altro: significa capire il punto in cui i casini aumentano ad insidiare il buon nome dell’azienda, significa fare in modo che gli effetti collaterali siano meno collegabili all’assunzione del farmaco, oppure che cronicizzino la malattia per avere clienti “a vita”, oppure – rizza le orecchie - che provochino patologie curabili da altri farmaci prodotti da loro stessi o da aziende del loro gruppo. Sei naturalmente libero di non credermi, prove non posso dartene...
Non posso pertanto concordare con te quando parli di farmaci che curano senza effetti negativi e, soprattutto, quando accenni ad una scienza medica “umile” e che non promette miracoli. Non vedo umiltà, vedo molta avidità, molte promesse, molto cinema.
Ciao a tutti
Andrea