black-out.. tutto cancellato. tutto da riscrivere.
vabbè, riassumo.
Più che altro consideravo il fatto che l'uso di sostanze allucinogene in determinate culture, è sempre collegato comunque ad una finalità ben precisa e in ogni caso avviene sotto la direzione dello sciamano che gestisce la cosa.
Parere personale: quando l'occidentale le estrapola dal loro contesto per un uso fuori dagli schemi, probabilmente perdono parte del loro senso iniziale e si fa confusione.
Inoltre, non so te, ma mi suona un po' stonato, paragonare la pericolosità di una certa cosa con la misura della sua efficacia.
Tantomeno come valutazione del risultato di un impiego per una crescita personale.
E' vero che la crescita implica l'assunzione di responsabilità e una maggior coscienza e conoscenza per gestire nuove potenzialità, nuovi orizzonti e mettiamoci un po' tutto quello che vogliamo, ma se una crescita diventa pericolosa, significa che non si è in grado appunto di gestire il nuovo.
A me suona come un: non si è cresciuti affatto, o lo sapremmo gestire.
Poi non ti sembra che suoni un po' come scorciatoia se affidiamo ad una sostanza a noi esterna, la nostra realizzazione... ?
scricchiola.
Voglio mettere poche righe di un testo, per sapere che ne pensate.
Parla appunto di certe facoltà che, secondo alcuni insegnamenti, sono state presenti in epoche passate e, probabilmente, i frammenti che ricaviamo da culture tribali sono ciò che resta.
CITAZIONE
"A poco a poco questo contatto è andato perduto, ma siamo destinati a
ritrovarlo, quantunque su un piano più elevato e sotto
il controllo della nostra volontà. [..cut..]
E’ relativamente facile svilupparli negativamente,
perché si tratterebbe di ritornare a condizioni passate,
quando questi centri giravano in senso contrario, ma la
facoltà medianica così ritrovata non sarebbe
sottomessa alla volontà. E’ la stessa cosa degli stati
provocati dalla droga, alcol, o altri prodotti che
tendono a indurre allucinazioni.
Al contrario, ci si deve sviluppare in senso
evolutivo, cioè positivamente. Anche se il processo può
essere più lungo, al punto in cui i risultati potrebbero
essere visibili in una vita futura, le facoltà così
acquisite saranno nostre a titolo definitivo, a
condizione di farne un uso disinteressato."