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Alzheimer - come combatterla?

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view post Posted on 13/2/2009, 19:40
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Apro questo 3D per parlare di questa malattia e portare il mio caso personale, però sarebbe bello che attraverso lo scambio di notizie e l'esperienza di qualcun altro, potesse diventare anche un piccolo riferimento.

Faccio un po' di introduzione per chi non ne ha mai avuto l'occasione di conoscerla prima.
All'epoca (sarà stato più o meno il '98) si era appena iniziato ad istituire in Italia i primi centri di assistenza alle famiglie in cui uno dei membri manifestava i sintomi di questa malattia.
Almeno in provincia, poi nelle grandi città non so.
Mia madre era intorno ai 74-75 anni e i sintomi oramai erano diventati chiari: lei aveva iniziato a manifestare delle perdite di memoria, stranamente poi aveva finito con non muoversi più di casa da sola, neanche per la spesa e quelle cosedi routine. Suppongo fosse una specie di meccanismo di autodifesa poichè si era resa conto che c'era il problema.
A posteriori, naturalmente, ci si rende conto che le piccole perdite di memoria possono essere un sintomo, come no, ma queste erano iniziate in modo meno evidente alcuni anni prima ancora. Si però non gli si dà peso e in ogni caso forse non c'è modo di stabilire con certezza quando inizi.
Andammo al primo incontro insistendo parecchio e mentendo spudoratamente; le fecero dei test secondo un protocollo dai quali risultò essere proprio appena oltre la soglia in cui viene considerato alzheimer.
All'epoca non esistevano cure (in realtà non esistono vere e proprie cure neanche ora, o perlomeno fino ad un paio di anni fa) ma c'erano solo questi farmaci sperimentali che tutt'ora a quanto mi risulta vengono somministrati.
Ora non ricordo se iniziammo subito con il dosaggio più basso, oppure se iniziarono a prescriverli dopo un po', i dottori comunque ci avevano informati che erano dei palliativi e in realtà la malattia si sarebbe progressivamente aggravata sempre di più.
Davanti ad una realtà così, ci si immaginerà come le possibili speranze vengano subito frustrate.
E invece no.
Non potevo certo lasciare nulla di intentato, anche se i canali ufficiali purtroppo non davano alcuna speranza concreta.
Tutti quelli che hanno un congiunto affetto da tale malattia, sanno bene che ciò che si perde a livello di lucidità, è perso per sempre. Non c'è ritorno. E' una scala in discesa.
Quindi il mio obiettivo è sempre stato quello di almeno cercare di rallentare il più possibile questo decadimento. E se il mezzo non esisteva, bisognava inventarlo.

Poiché avevo iniziato ad usare farmaci omeopatici e una serie di integratori naturali per un serio problema di allergia e mi ero trovato molto bene, decisi di tentare anche questa strada.
Così facendo un po' la spola ed informandomi in parti diverse, decisi di tentare con una terapia (omeopatica) che agisse principalmente sulla microcircolazione, o indicati per casi di arteriosclerosi. Poi il mio omeopata l'ha modulata e mi ha aggiunto un paio di integratori.

Io ho seguito personalmente la cura per mia madre e naturalmente anche se non sono un medico, posso almeno riferire quello che ho potuto osservare io e secondo me le è senz'altro servito.
Ho fatto vari test, provando a sospendere questi integratori, e dopo un po' puntualmente notavo subito dei segni di aggravamento.

Mia madre ha vissuto a casa sua per altri sei-sette anni da sola. Ha sempre sbrigato tutte le sue faccende senza bisogno di nessuno e con un tipo di vita molto umano e dignitoso.
Per altri due anni le ho affiancato una badante poichè non mi potevo più fidare.
Poi le hanno anche sospeso i farmaci ufficiali perchè era andata oltre la soglia in cui si ritenga sia utile somministrarli.
Lei è sempre stata attiva, passeggiava, ha sempre dormito nel suo letto e svolto tutte le funzioni normalmente.
Infine una mattina, improvvisamente per un attacco cardiaco, è trapassata.

Soltanto nel mio piccolo paese, altri coetanei di mia madre si sono ammalati sempre di demenza di Alzheimer. Chi un po' prima, chi un po' dopo ... e via così. Beh tutti più o meno in un paio di anni avevano perso moltissimo della loro autonomia e anche della loro qualità di vita.
Poi una volta che si comincia con calmanti etc. è già la fine. E infatti tutti dopo poco per l'insorgere di qualche altra patologia se ne sono andati molto in fretta.

Il messaggio che vorrei far passare dunque è questo: mai arrendersi. Qualcosa si può sempre fare.
Purtroppo la vecchiaia è una fase della vita in cui la persona perde anche gli stimoli e la voglia di rimanere qui... e questa è secondo me una delle tante concause che favoriscono questa malattia, almeno quando non insorge in persone molto più giovani.

Per info sull'Alzheimer www.alzheimer.it

PS: tra le casistiche ufficiali era segnalato che l'assunzione prolungata di cortisonici durante la vita era uno dei fattori di rischio.
Effettivamente mia madre ha sofferto per molti anni di una sinusite cronica e ha fatto uso di quelle schifezze.
 
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tnt74
view post Posted on 13/2/2009, 21:04




Per chi fosse interessato ecco un test per valutare la propria memoria:

http://www.altroconsumo.it/mente-e-cervell...ria-s116452.htm

image
 
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view post Posted on 14/2/2009, 00:14

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Si può valutare una Terapia Chelante con EDTA poichè la presenza di metalli pesanti (Alluminio in particolare, ma anche Mercurio, cadmio, Arsenico)ed eccessi di metalli fisiologici (ad esempio il Ferro) sembrano essere frequentemente coinvolti.
Il processo infiammatorio cronico può far ritenere che si verifichi una sorta di autoimmunità, non dovendo quindi escludere una attività virale o batterica, per cui assocerei una terapia di supporto mirata al loro abbattimento.
Le condizioni intestinali sono sempre da tenere nella massima considerazione, già un dieta privativa di glutine ( e ancor meglio dei cerali e prodotti cerealicoli in genere) e di latte e derivati vaccini può condurre a buoni miglioramenti.

Anche in questi casi farei sempre un controllo di: glicemia e insulinemia frazionate.



A sintesi:

Mercurio

Il Mercurio è causa di una sintomatologia esattamente sovrapponibile a quella della Sclerosi Multipla. Anche il Morbo di Alzheimer è strettamente connesso a questo tipo do tossicità, poichè il metallo distrugge i neuroni e inibisce la sitesi proteica, interferendo con gli enzimi di membrana che regolano il passaggio di Sodio e Potassio con conseguente deterioramento della biochimica neuronale.

Alluminio.

Gli studi in merito evidenziano come almeno 4 patologie neurodegenerative siano correlate a questo metallo:
Demenza senile o presenile, tipo Alzheimer; Sindrome di Down-Alzheimer; Complesso demenza-Parkinson di Guam; Sclerosi Laterale Amiotrofica di Guam.


Cadmio.

Il Cadmio è anche neurotossico poichè riduce l'acetilcolina corticale e la serotonina, provocando disturbi comportamentali e perdita di memoria.

Piombo.

Il Piombo è la neurotossina per eccellenza in quanto capace di creare danni nelle cellule del corno anteriore, cervelletto e nervi periferici. Il Piombo altera la biodisponibilità di tutti i principali neurotrasmettitori come dopamina, serotonina, adrenalina, noradrenalina e acido gamma-amminobutirrico (GABA). Studi recenti conducono a ritenere i livelli elevati di questo metallo come causa della SIDS poichè bloccano la catena respiratoria cellulare.
Livelli elevati deprimono la risposta immunitaria cellulo-mediata e incrementano la produzione di radicali liberi, questo favorisce patologie come cancro e varie malattie cronico-degenerative .
 
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view post Posted on 16/2/2009, 10:45
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interessante, oro.

Cercando di andare più a fondo, mia madre ha condotto una vita normale come milioni di altre persone e purtroppo non ho quegli esami specifici sotto mano perchè ovviamente mai ci avrei pensato.
Comunque non aveva amalgame e per quanto riguarda gli altri metalli tossici, posso ipotizzare un'esposizione all'alluminio più che agli altri. Ma ipoteticamente eh, perchè ricordo alcuni tegami e pentole di alluminio che usava forse più in passato.
Era del 23.
Magari la conservazione del cibo lì dentro... potrebbe influire?

Invece parlando di accorgimenti per salvare il salvabile quando la degenerazione è in atto.
Ti viene in mente qualcosa?
 
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view post Posted on 16/2/2009, 12:23

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Un test BCC o un TMA per avere una minima idea di come approcciarsi sarebbe bene prima di ogni atto terapeutico di questo genere.

Il problema della cottura e del materiale utilizzato è stato e resta senz'altro grave.


Si, la terapia chelante comunque, effettuata da un medico in essa perfezionato, diciamo, e alcune sostanze che possono essere definite come neuroprotettive, in particolare Vitamina E, acidi grassi essenzali in corretto rapporto Omega3/6, Vitamina D, Vitamina C. L'uso di alcuni principi attivi derivati da spezie ha rivelato un ottimo effetto di neuroprotezione, ad esempio la Curcumina (dalla Curcuma), poi il Peperoncino, l'Aglio (per lo Zolfo), attivi a livello di microcircolo, antibatterici e antivirali.

Resto convinto vi sia una condizione di tossinfezione di fondo, da "eradicare", la tossinfezione è anche a livello psichico.
 
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view post Posted on 19/2/2009, 16:35
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CITAZIONE
Il problema della cottura e del materiale utilizzato è stato e resta senz'altro grave.

Si. Questo è un dubbio che mi è sempre venuto, perchè ad esempio nei ristoranti di una certa portata o grandi comunità, l'alluminio è anche privilegiato per il tipo di cottura che fornisce, mentre...appunto... come metallo è tossico.

Però per dovere di chiarezza, nel mio caso particolare anche se l'ho citato non è che ci siano state esposizioni particolarmente prolungate o gravi tali da metterle in relazione diretta con la malattia.
Cioè l'ho messo più che altro come indicazione da tenere ben presente.
Ma credo che sia stata esposa più o meno come lo siamo tutti noi.
Cioè sicuramente tra persone che hanno vissuto nelle medesime condizioni, possiamo trovare conseguenze molto diverse. Tipo gente che è arrivata ai 90 lucidissima e gente che se n'è andata molto prima di altri malanni.

Invece per quanto riguarda i suggerimenti sulle tereapie sono molto interessanti.
 
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view post Posted on 20/2/2009, 01:23

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Chiaramente si tratta poi anche di predisposizioni personali, genetica, vissuto psichico, emotivo.
 
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Salvio78
view post Posted on 23/2/2009, 23:36




Alzheimer è semplicemente il diabete del cervello...

http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=6454
 
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view post Posted on 24/2/2009, 00:01

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Diabete di tipo III, o Diabete cerebrale, viene definito.

Ma anch'esso origina, come il tipo I e II, da danni epatici.
 
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view post Posted on 24/2/2009, 00:55

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Journal of Alzheimer's Desease

Qui si parla dell'insulina - anno 2005

http://www.j-alz.com/issues/7/vol7-1.html

Qui si parla di un potenziale ruolo dell'Herpes Simplex Virus tipo I - anno 2009

http://www.j-alz.com/issues/16/vol16-2.html


 
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Exsalvio78
view post Posted on 24/2/2009, 12:19




Il diabete di tipo 3 non esiste, qua si parla di diabete da perdita dell'efficacia di insulina ovvero quello di tipo 2.

Il diabete non origina da danni epatici, semmai ne è la causa, ma da un abuso cronico di carboidrati.

se farà sport e diminuirà i carboidrati a favore dei grassi e delle proteine animali le cose andranno meglio.,..

Tra l'altro sono venuto in possesso di un documento pdf che spiega come una quota alta di testosterone possa potenziare gli effetti tossici del mercurio, appena sono al portatile vi cito i riferimenti, così chi è interessato, può dare un'occhiata...
 
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view post Posted on 24/2/2009, 12:21
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...la domanda ora è: quante persone affette da demenza di Alzheimer hanno anche problemi di diabete?
 
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view post Posted on 24/2/2009, 14:18

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Il fenomeno di insulino-resistenza a livello cerebrale, che poi si vedrà successivo a quello di leptino-resistenza e che ha origine in una alterazione epatica indotta non dai carboidrati ma da ben altre sostanze tossiche e agenti infettivi, è stato definito in via per ora ancora ufficiosa, all'interno dell'ambiente scientifico, come Diabete di tipo III, o Diabete cerebrale. In questa forma di Diabete è inoltre facile riscontrare non una resistenza recettoriale vera e propria all'insulina bensì una carente produzione neuronale di insulina.

E questo è quanto di scientifico assodato.


Da ciò ad affermare che sia comunque questa la reale causa dell'Alzheimer ne corre ancora di acqua sotto i ponti, infatti se non intervengono le condizioni affinchè si verifichi una tossinfezione, da virus o da batteri o da parassiti, comprensiva di tossicità subclinica da metalli pesanti ed eccesso di minerali fisiologici in carenza di nutrienti strategici neuroprotettivi l'Alzheimer non si verifica.


Dunque, la somministrazione di insulina diviene terapia puramente sintomatica e da considerarsi sostitutiva. Tant'è che la somministrazione di certi carboidrati da fonti vegetali migliora notevolmente le condizioni dei pazienti da tale forma patologica affetti.



(Per soddisfare l'esimio narcisismo di interlocutori luminari di onniscienze, si noti bene che ho parlato solo per dare aria alla bocca :D ).

In altri campi e ivi citato anche l'Alzheimer, è da lungo tempo sospettato (da decenni, in realtà) se non effettivamente dimostrato un effetto combinato testosterone/mercurio, a semplice esempio:

"Nel considerare la tossicità del mercurio, è stato precedentemente dimostrato che il testosterone potenzia in modo significativo la tossicità del mercurio, lì dove l'estrogeno ha un effetto protettivo. L'esame di bambini autistici ha mostrato che la severità dei disordini autistici è correlata alla quantità di testosterone presente nel fluido amniotico, e l'esame di una serie di casi di bambini autistici ha mostrato che alcuni presentano livelli di testosterone plasmatico significativamente alti se paragonati a gruppi di controllo di bambini tipici.

L'analisi di alcune delle terapie biomediche correntemente utilizzate con soggetti autistici, quali il glutatione, la cisteina, la chelazione, la secretina e l'ormone della crescita, suggerisce che esse potrebbero in effetti far diminuire i livelli di testosterone. L'ipotesi medica da noi presentata è che i disordini autistici , in effetti, rappresentino una forma di tossicità congiunta di mercurio e testosterone, e che basandosi su questa osservazione, possano essere studiati nuovi trattamenti per soggetti autistici che vadano ad influire sugli alti livelli di testosterone riscontrati nei soggetti autistici.
Noi suggeriamo una serie di esperimenti che è necessario condurre al fine di valutare l'esatto meccanismo dell' azione tossica di mercurio-testosterone., e vari tipi di manipolazione clinica che possono essere utilizzati per controllare i livelli di testosterone. Si auspica che la messa a punto di terapie rivolte ai meccanismi d'azione dell'ormone steroideo, in aggiunta ai trattamenti correnti che riescono a diminuire il carico corporeo di mercurio, abbiano una azione sinergica nel miglioramento del quadro clinico.

Alla luce del fatto che esistono molte altre malattie che poterebbero avere una componente di intossicazione da mercurio, quali Alzheimer, cardiopatie, obesità, ALS (Sclerosi Laterale Amiotrofica, o malattia di Lou Gehrig), asma e altre varie forme di disordini autoimmuni, è imperativo che la ricerca sia ulteriormente diretta alla comprensione della tossicità congiunta di mercurio e testosterone.




Il diabete vero e proprio è relativo Ayni, si parla di resistenza insulinica, di carente produzione neuronale di insulina, in via funzionale subclinica, o subacuta, come base di partenza, non in via patologica.
 
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view post Posted on 24/2/2009, 15:16
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grazie del chiarimento, oro.
 
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view post Posted on 24/2/2009, 15:33

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Prego, ma con ciò resta chiaro che magari tra qualche anno la "scienza" avrà trovato altre spiegazioni, nuove vie, nuove ipotesi, nuovi coinvolgimenti, spesso anche del tutto opposti a quelli oggi ritenuti solidi e assodati.

Comunque, al di là del fatto che si può fare qualche esame, compresi testosterone, estrogeni e via dicendo, un profilo ormonale quindi, e a parte che sarebbe bene farlo anche a livello salivare, non scorderei mai di associare un esame del Dhea-s e del Cortisolo, salivari se possibile.
 
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