Apro questo 3D per parlare di questa malattia e portare il mio caso personale, però sarebbe bello che attraverso lo scambio di notizie e l'esperienza di qualcun altro, potesse diventare anche un piccolo riferimento.
Faccio un po' di introduzione per chi non ne ha mai avuto l'occasione di conoscerla prima.
All'epoca (sarà stato più o meno il '98) si era appena iniziato ad istituire in Italia i primi centri di assistenza alle famiglie in cui uno dei membri manifestava i sintomi di questa malattia.
Almeno in provincia, poi nelle grandi città non so.
Mia madre era intorno ai 74-75 anni e i sintomi oramai erano diventati chiari: lei aveva iniziato a manifestare delle perdite di memoria, stranamente poi aveva finito con non muoversi più di casa da sola, neanche per la spesa e quelle cosedi routine. Suppongo fosse una specie di meccanismo di autodifesa poichè si era resa conto che c'era il problema.
A posteriori, naturalmente, ci si rende conto che le piccole perdite di memoria possono essere un sintomo, come no, ma queste erano iniziate in modo meno evidente alcuni anni prima ancora. Si però non gli si dà peso e in ogni caso forse non c'è modo di stabilire con certezza quando inizi.
Andammo al primo incontro insistendo parecchio e mentendo spudoratamente; le fecero dei test secondo un protocollo dai quali risultò essere proprio appena oltre la soglia in cui viene considerato alzheimer.
All'epoca non esistevano cure (in realtà non esistono vere e proprie cure neanche ora, o perlomeno fino ad un paio di anni fa) ma c'erano solo questi farmaci sperimentali che tutt'ora a quanto mi risulta vengono somministrati.
Ora non ricordo se iniziammo subito con il dosaggio più basso, oppure se iniziarono a prescriverli dopo un po', i dottori comunque ci avevano informati che erano dei palliativi e in realtà la malattia si sarebbe progressivamente aggravata sempre di più.
Davanti ad una realtà così, ci si immaginerà come le possibili speranze vengano subito frustrate.
E invece no.
Non potevo certo lasciare nulla di intentato, anche se i canali ufficiali purtroppo non davano alcuna speranza concreta.
Tutti quelli che hanno un congiunto affetto da tale malattia, sanno bene che ciò che si perde a livello di lucidità, è perso per sempre. Non c'è ritorno. E' una scala in discesa.
Quindi il mio obiettivo è sempre stato quello di almeno cercare di rallentare il più possibile questo decadimento. E se il mezzo non esisteva, bisognava inventarlo.
Poiché avevo iniziato ad usare farmaci omeopatici e una serie di integratori naturali per un serio problema di allergia e mi ero trovato molto bene, decisi di tentare anche questa strada.
Così facendo un po' la spola ed informandomi in parti diverse, decisi di tentare con una terapia (omeopatica) che agisse principalmente sulla microcircolazione, o indicati per casi di arteriosclerosi. Poi il mio omeopata l'ha modulata e mi ha aggiunto un paio di integratori.
Io ho seguito personalmente la cura per mia madre e naturalmente anche se non sono un medico, posso almeno riferire quello che ho potuto osservare io e secondo me le è senz'altro servito.
Ho fatto vari test, provando a sospendere questi integratori, e dopo un po' puntualmente notavo subito dei segni di aggravamento.
Mia madre ha vissuto a casa sua per altri sei-sette anni
da sola. Ha sempre sbrigato tutte le sue faccende senza bisogno di nessuno e con un tipo di vita molto umano e dignitoso.
Per altri due anni le ho affiancato una badante poichè non mi potevo più fidare.
Poi le hanno anche sospeso i farmaci ufficiali perchè era andata oltre la soglia in cui si ritenga sia utile somministrarli.
Lei è sempre stata attiva, passeggiava, ha sempre dormito nel suo letto e svolto tutte le funzioni normalmente.
Infine una mattina, improvvisamente per un attacco cardiaco, è trapassata.
Soltanto nel mio piccolo paese, altri coetanei di mia madre si sono ammalati sempre di demenza di Alzheimer. Chi un po' prima, chi un po' dopo ... e via così. Beh tutti più o meno in un paio di anni avevano perso moltissimo della loro autonomia e anche della loro qualità di vita.
Poi una volta che si comincia con calmanti etc. è già la fine. E infatti tutti dopo poco per l'insorgere di qualche altra patologia se ne sono andati molto in fretta.
Il messaggio che vorrei far passare dunque è questo: mai arrendersi. Qualcosa si può sempre fare.
Purtroppo la vecchiaia è una fase della vita in cui la persona perde anche gli stimoli e la voglia di rimanere qui... e questa è secondo me una delle tante concause che favoriscono questa malattia, almeno quando non insorge in persone molto più giovani.
Per info sull'Alzheimer
www.alzheimer.itPS: tra le casistiche ufficiali era segnalato che l'assunzione prolungata di cortisonici durante la vita era uno dei fattori di rischio.
Effettivamente mia madre ha sofferto per molti anni di una sinusite cronica e ha fatto uso di quelle schifezze.