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AIUTO per tossicità composito-problemi seri-, mercurio no ma le altre sostanze?

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oro
view post Posted on 26/1/2006, 18:44




Troppo complesso, il Chelom mi sta bene, per il resto meglio Assenzio e Chiodi di garofano.



Lava i denti usando un poco di polvere di bicarbonato di sodio sullo spazzolino, usa filo interdentale e scovolino.
 
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questovabene
view post Posted on 26/1/2006, 21:54




ok, a questo punto vi prego di rispondere a queste domande, se potete :

- Un test allergologico con il campione di composito secondo voi è fattibile e affidabile?

- Il Diamond Crown è VERAMENTE antiallergico e diverso dagli altri compositi (e se sì in cosa è diverso?)

- Potete elencare pochi metodi SICURI anche semplici di disintossicazione generale (carbone vegetale, vit.C ecc.?)

Se potete aiutarmi per me è davvero importante, non so che fare nessuno sa darmi risposte e a questo punto non so se mettere il diamond o cemento provvisorio. Di certo non riesco più a tenere in bocca questa schifezza anche se tornare ad aprire a dieci gg dalla cura di in altro dente (con relativa enorme afte) non è gradevole. Per il test tel. domani ma presumo ci vorrà tempo a meno che non lo faccia a pagamento.

grazie dei consigli (se, come spero, ci saranno).

Luca.

Edited by questovabene - 26/1/2006, 21:59
 
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oro
view post Posted on 26/1/2006, 22:32




Senti, nel tuo caso, se ne hai la possiblità in termini temporali ed economici, io consiglierei una terapia chelante con EDTA, flebo, in tempi ragionevoli elimini i fattori di tossicità, che andrebbero comunque prima accertati, non disdegnando una ossigeno-ozono terapia mirata.
Ovvio che servano medici più che qualificati.
 
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oro
view post Posted on 27/1/2006, 00:46




Se riesco a ritrovare il protocollo Koch per le patologie croniche (anche cancro), lo inserisco. Ho scritto in Germania perchè me lo rispediscano ma stanno ritardando.
Si sono ottenuti ottimi risultati utilizzando i prodotti Rhodizonsaure, Parabenzochinon, Carbonylgruppen. Consiglio di approfondire.
 
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questovabene
view post Posted on 27/1/2006, 01:14




ci vuole tempo per fare le dovute ricerche, per questo pensavo di levare al più presto questa schifezza di composito ma sono indeciso se mettere il diamond, dato che ormai apro il dente e se dovesse funzionare saprei già cosa mettere in futuro negli altri denti, o se mettere cemento provvisorio col rischio però di non avere risposte...

- che mi dite del diamond in pex? non dovrebbe contenere bis-gma e dovrebbe essere atossico.

- riguardo ai test standard si riesce col campione a stabilire un'eventuale allergia?

queste sono le cose immediate che dovrei fare, non trovando un dentista che mi capisca devo decidere io cosa fargli mettere...
più che un discorso di ansia è un problema fisico creato da questa otturazione che mi fa stare davvero male ...

Edited by questovabene - 27/1/2006, 01:24
 
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oro
view post Posted on 27/1/2006, 01:30




Se hai pazienza domani telefono al mio dentista, il quale usa il protocollo di rimozione protetta e sembra molto bravo, gli chiedo consigli in merito.
Fai una cosa, ricordamelo in MP domani verso le 11.00, che poi sarebbe già oggi.
 
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questovabene
view post Posted on 27/1/2006, 14:34




grazie oro, ho letto solo poco fa spero tu riesca lo stesso a darmi uana risposta sul diamond crown...
ho fatto qualche telefonata in ambulatori di allergologia in uno di questi ho trovato una dottoressa (l'unica con un minimo di gentilezza) la quale mi ha informato sulla possibilità di fare prove allergiche sugli acrilati (patch test + cerotto) e che c'è una "serie odontoiatrica".
grazie.
Luca.
 
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oro
view post Posted on 27/1/2006, 15:32




Medesima risposta del mio dentista. Occorre eseguire il test.
 
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questovabene
view post Posted on 27/1/2006, 20:37




grazie per l'interessamento wink.gif
oggi ho telefonato al dentista che mi ha messo (bene a quanto pare) il composito e lunedì tornerò da lui per vedere che fare. Gli ho parlato del diamomd crown che lui non conosce e dovrebbe ordinare...

a questo punto ho due possibilità:

- levare questa schifezza e mettere il diamond sperando che non mi dia noia
- mettere la cura provvisoria in attesa dei risultati dell'analisi allergologica sperando di riuscire a capirci qualcosa.

nel pomeriggio sono andato da un altro dentista ritenuto bravo per capire se lavora con metodi diversi dallo standard ...
gli ho parlato del diamond e lui, anche se non lo conosce, mi ha detto che può cambiare un poco la formula ma sono comunque tenuti insieme da resine. secondo lui non cambia molto, quindi mi ha consigliato l'amalgama (lui stesso si è appena fatto fare due otturazioni da un collega).

anche a lui ho fatto vedere il dente toltomi dal bastardo che l'ha fatto. il dente era curabilissimo.

e via così!
 
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oro
view post Posted on 27/1/2006, 22:46




Lascia perdere nuove amalgame per ora, prima metti un cemento provvisorio ed esegui il test. Attendo notizie relative al diamond.
 
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questovabene
view post Posted on 28/1/2006, 02:40




so che è lunghissimo ma mi sembra molto molto interessante:

Metodiche Diagnostiche

Questa sezione é dedicata alle metodiche analitiche e diagnostiche di cui ci occupiamo da un punto di vista clinico, scientifico e di ricerca. Ogni metodologia qui descritta e proposta é supportata da ampia documentazione scientifica e viene presa in considerazione in virtù della sua validità diagnostica. Per maggiori informazione circa la letteratura medica relativa ad ogni esame contattateci direttamente.




PATCH TEST serie odontoiatrica

Il patch test é il classico test di reattività allergica che si effettua applicando la sostanza sospetta sulla cute per alcune ore o giorni. Se l’antigene é in grado di evocare una risposta allergica sulla pelle si osserva la formazione di un ponfo o reazione bollosa da cui viene stimata la gravità dell’allergia. Molte sostanza possono essere verificate con questa semplice procedura, che rappresenta un semplice ed economico sistema di screening. Esiste una “serie odontoiatrica” che contiene molti degli antigeni derivanti dai materiali odontoiatrici. Rimane da notare che non tutte le reazioni immunologiche implicano una reazione epicutanea, da cui il significato parziale degli esiti negativi a questo test

TEST MELISA per la determinazione immunologica delle allergie ai metalli

Il test MELISA (Memory Lymphocyte Immuno Stimulation Assey) è attualmente la metodica analitica più sofisticata per la determinazione della reattività immunologica ai metalli. Rileva direttamente la presenza di cellule del sistema immunitario capaci di attivarsi in presenza di tracce del metallo e creare reazioni di ipersensibilità sia locali che sistemiche. Può essere utilizzato per studiare pressochè qualsiasi metallo ed é normalmente impiegato per determinare l’immunocompatibilità individuale ai metalli protesici odontoiatrici ed ai componenti dell’amalgama

DOSAGGIO del MERCURIO

Il dosaggio del mercurio nei fluidi biologici è, contrariamente a quanto comunemente si possa pensare, molto poco significativo dello stato di intossicazione da questo metallo. In questo capitolo potrete leggere perchè queste analisi danno poche indicazioni utili e quale può essere il significato del dosaggio del mercurio nel sangue, nelle urine, nelle feci, nella saliva e nel capello

INDICE DI ACCUMULO ED IMPREGNAZIONE DA MERCURIO

Questa innovativa metodologia é frutto del nostro lavoro di ricerca sulla tossicologia del mercurio e delle otturazioni in amalgama. Permette di valutare il livello di accumulo del mercurio nei tessuti in vivo con metodi non invasivi e di monitorare l’abbassamento di questi ultimi dopo la rimozione delle otturazioni in amalgama. Allo stato attuale abbiamo convalidato la ripetibilità della metodica e la specificità per il mercurio metallico (la forma chimica assorbita dalle otturazioni in amalgama). Ipotizziamo di divulgare il protocollo di misura nel corso dell’anno corrente.

PROFILO DELLE PORFIRINE

La misurazione del profilo escretivo delle porfirine fornisce un indice estremamente accurato dell’esposizione puntuale al mercurio. Si basa sulla misurazione della variazione di permeabilità del rene ad una serie di proteine plasmatiche dovute direttamente alla tossicità del mercurio su questo organo. In presenza infatti di mercurio il rene perde progressivamente queste molecole nell’urina. Stiamo cercando laboratori attrezzati per rendere conosciuta questo sistema diagnostico in Italia
Patch Test - Gli Antigeni

Gli antigeni utilizzati nella serie odontoiatrica raggruppano un ambio campione delle sostanze potenzialmente rilasciate dei diversi materiali utilizzati nelle riabilitazioni orali. I gruppi di reagenti sono concettualmente 3:

I sali metallicipiù comuni nelle leghe dentali ed il mercurio, specifico dell’amalgama

I monomeri, i fotoattivatori e gli inibitori dei materiali polimerici (compsiti e resine)

Alcuni antigeni tipici dei cementi e delle medicazioni (tipo Eugenolo)

Gli antigeni sono utilizzati in una forma predosata per quantità e concentrazione per permettere la standardizzazione dell’esame. Vengono applicati sulla pelle detersa e priva di infiammazioni con un cerotto - contenitore adatto a mantenerli a contatto della cute per generalmente per 48 ore. La lettura del risultato diagnostico si effettua generalmente dopo questo intervallo di tempo, al fine di rilevare sia la reazione allergica di tipo I che l’ipersensibilità ritardata di tipo IV. Per alcuni antigeni la risposta può presentarsi anche 72 ore dopo ed anche dopo la rimozione dell’antigene

La Serie Odontoiatrica Completa

Metilmetacrilato 2% Metil-MA
Trietilenglicoldimetacrilato 2% TEG-MA
Uretandimetacrilato 2% UDMA
Etilenglicoldimetacrilato 2% MEG-MA
BIS-GMA 2% BIS-GMA
N,N-dimetil-4-toluidina 5%
2-Idrossi-4-metossi-benzofenone 2%
1,4-butanedioldimetacrilato 2%
BIS-MA 2%
2 (2-OH-5-metilfenil)-benzotriazolo 2%
N.N-Dimetilaminoetilmetacrilato 2%
Camforochinone 1%
N-etil-4-toluensulfonamide 0,1%
4-tolildietanolamina 1%
Metilidrochinone 1%
Tetraidrofurfuril-2-metacrilato 2%
2-Idrossietilmetacrilato 2%
1,6-esanedioldiacrilato 0,1%
Oro-sodio tiosolfato 0,5%
Cobalto cloruro 1%
Mercurio 0,5%
Potassio bicromato 0,5%
Nickel solfato 5%
Amalgama 20% (Lega, no Hg)
Palladio cloruro 2%
Alluminio cloruro esaidrato 2%
Rame solfato 2%
Formaldeide 1%
Colofonia 20%
Eugenolo 2%


Statisticamente le sostanze con positivi più ricorrenti sono:

metilmetacrilato monomerico
epossiacrilati (Bis-GMA)
idrochinone monobenziletere
dimetilparatoluidina,toluensolfonato
eugenolo e oli essenziali

Reazioni al Patch Test

Allo scadere del tempo di esposizione previsto viene rimosso il cerotto applicatore dell’antigene in esame e viene valutata la risposta allergologica. Il risultato qualitativo é dato dalla presenza o assenza di reazione e poi viene valutao un livello di gravità della stessa in base al livello di reattività cutanea secondo i seguente criterio.

Reazione +++ (Fortissima)
Presenza di infiammazione estesa con ulcerazione o reazione bollosa. Antigene molto rilevante.
Reazione ++ (Forte)
Marcato arrossamento eritematoso della cute. Antigene nettamente significativo
Reazione + (Media)
Arrossamento identificabile della cute. Antigene positivo e reattivo
Reazione (Lieve)
Arrossamento poco percettibile o incerto. Antigene dubbio e non confermato
Ulcerazione chimica
Artefatto legato ad una azione tossica e caustica del materiale test. Non reazione immune.
Negativo
Assenza totale di reazione. Cute intatta e priva di modificazioni cromatiche

Gli antigeni in dettagio

Metilmetacrilato Monomero metacrilico volatile a basso peso molecolare. Usato nei provvisori in resina, protesi totali, leganti ossei ortopedici, unglie finte ed apparecchi acustici
Trietilenglicoldimetacrilato Monomero metacrilico impiegato come reticolante negli adesivi e nei materiali compositi
Uretandimetacrilato Metacrilato basato su di un isocianato alifatico con gruppi metacrilici. Usato negli adesivi dentali, nei compositi e nelle faccette estetiche.
Etilenglicoldimetacrilato Monomero reticolante usato nei compositi dentali, nei sigillanti, nelle protesi, nelle unglie finte ed in alcuni inchistri da stampa.
BIS-GMA Il più comune monomero metacrilico impiegato nel dentale. Molto impiegato anche come collante industriale e come riempitivo resinoso
N,N-dimetil-4-toluidina Un acceleratore di polimerizzazione amminico. Usato nei materiali restaurativi a base metacrilica.
2-Idrossi-4-metossi-benzofenone Un comune filtro ultravioletto impiegato nei compositi dentali ed in altri prodotti plastici. Frequente in svariati prodotti cosmetici quali gli schermi solari, i rossetti, gli idratanti, alcuni shampoo, i lucida labbra, lo smalto per le unghie. Da reazioni crociate con il Diossibenzone
1,4-butanedioldimetacrilato Reticolante metracrilico impiegato nei materiali compositi, nei sigillanti e nelle protesi.
BIS-MA Altro monomero metacrilico basato sul bisfenolo. Impiegato nei materiali dentali compositi ed in alcuni adesivi.
2 (2-OH-5-metilfenil)-benzotriazolo Assorbitore / filtro ultravioletto comune nelle plastiche, nei cosmetici, nei materiali dentali , nei materiali acrilici e nei coloranti.
N.N-Dimetilamino etilmetacrilato Attivatore aminico nei materiali dentali acrilici fotopolimerizzabili e nei compositi.
Camforochinone Fotoattivatore per materiali dentali fotopolimerizzabili
N-etil-4-toluensulfonamide Trasportatore resinoso utlizzato come isolante in conservativa, sotto le otturazioni in amalgama e sotto gli intarsi. Plasticizante nell’acetato di cellulosa, nei poliammidi e delle vernici a base di polivinilacetato.
4-tolildietanolamina Acceleratore amminico utilizzato nei materiali dentali acrilici e nei compositi.
Metilidrochinone Stabilizzatore ed antiossidante usato per prevenire l’autopolimerizzazione dei materiali acrilici e metacrilici
Tetraidrofurfuril-2-metacrilato Monomero metracrilico utilizzato in alcuni compositi ad uso protesico. Componente delle unghie artificiali
2-Idrossietilmetacrilato Monomero acrilico impiegato negli inchiosti sensibili ad ultravioletti, negli adesivi, nelle vernici e nelle unghie artificiali. Presente in alcune resine per provvisori.
1,6-esanedioldiacrilato Monomero acrilico comune in sistemi polimerici attivati ad ultravioletti, in alcuni inchiosti, adesivi, e nelle unghie artificiali.l
Oro-sodio tiosolfato Presente in quasi tutte le leghe dentali per ponti e corone
Cobalto cloruro Presente nelle leghe per protesi scheletrata ed in alcune leghe vili per ponti e corone
Mercurio Presente nelle otturazioni in amalgama, nei termometri, in alcuni prodotti farmaceutici, nelle vernici anti muffa, nei detergenti per lenti a contatto e nel mercuro cromo
Potassio bicromato Presente nelle leghe per protesi scheletrata ed in alcune leghe vili per ponti e corone
Nickel solfato Presente nell’acciaio e nelle leghe per bigiotteria. Presente in alcune leghe per protesi ed in molte leghe per dispositivi ortodontici
Amalgama Tutti i componenti metallici dell’amalgama escluso il mercurio (Argento, stagno, rame)
Palladio cloruro Palladio .Metallo presente in molte leghe dentali per ponti e corone. Usato come anche in gioielleria e come catalizzatore chimico. Presente spesso anche nel trattamento di superficie della cassa metallica di orologi da polso
Alluminio cloruro esaidrato Presente nelle ceramiche dentali ed in molte soluzioni detergenti e disinfettnti. Presente nei deodoranti, negli astringenti locali
Rame solfato Funghicida e pigmento in alcune vernici (verde - blu) Usato nei toner fotografici e presente in alcune leghe dentali e nell’amalgama
Formaldeide Usata in alcuni disinfettanti e componente di alcuni cementi per otturazione canalare.
Colofonia Cera resinosa presente in alcuni cementi e materiali da impronta. Presente anche in molti collanti, cere e prodotti per la casa, cosmetici
Eugenolo Essenza usata in ambito alimentare ed in molti cementi provvisori, impacchi parodontali e come componente base della maggior parte dei cementi canalari.

Misurazione diretta del mercurio

Le metodiche di campionamento, misurazione dosaggio del mercurio sono tecniche di laboratorio piuttosto semplici e lineari. Sfortunatamente quando questi criteri sono impiegati nel contesto della valutazioni dell’esposizione, assorbimento ed escrezione del mercurio in organismi biologici la questione viene enormemente complicata dalla farmacocinetica di questa sostanza.

Il mercurio infatti, assieme al piombo, al cadmio e all’arsenico, fa parte dei cosidetti metalli pesanti, cioé ad un insieme di sostanze che hanno la tendenza ad accumularsi negli organismi viventi per deposito nei tessuti. Per questo motivo possono esserci effetti tossici anche per esposizioni piccole ma contuamente ripetute nel tempo, per effetto sommatorio.

Da un punto di vista diagnostico ed analitico la tendenza al legame con i tessuti implica tutta una serie di conseguenze pratiche rilevanti.

L’unico dosaggio realmente significativo per il mercurio derivato dall’amalgama é quello effettuato direttamente nei tessuti, sede di accumolo dello stesso!

Chiaramente questa via é difficilmente praticabile in vivo e quindi non può essere utilizzata per studiare il livello di intossicazione del singolo paziente. Esiste una notevole mole di dati sperimentali relativi all’accumulo del mercurio dall’amalgama, sia in pazienti che nei dentisti (Vedi biblioteca scientifica)

Tutti gli altri punti di misurazione (Sangue, Urina, Feci, Capello, Saliva...) del mercurio nella vita biologica dell’individuo sono viziati da distorsioni ed effetti paradosso.

NEL SANGUE

Il mercurio che esce e viene assorbito dalle otturazioni in amalgama é in forma metallica non ionizzata, cioé Hg0. In queste condizioni la sua diffusibilità é altissima così come lo é la sua lipofilia (compatibilità / solubilità nei grassi) Il passaggio alla forma ionica avviene solo all’interno di cellule e quindi non nel torrente ematico. Ne consegue che il mercurio delle amalgama permane nel sangue solo per pochi minuti, massimo qualche ora e poi ‘sparisce’ verso i tessuti.

Misurando il mercurio presente nel sangue i valori sono sempre molto bassi. Dalle otturazioni in amalgama si assorbono mediamente 10 ug di mercurio al giorno. Questa dose é dispersa e frazionata sulle 24h e su 5 litri di sangue, il quale tende a distribuirlo ai tessuti. Il mercurio rilevabile nel torrente ematico é il metilmercurio, la forma organica tipicamente assorbita dall’alimentazione e dotata di una emivita plasmatica di circa 15 giorni. Molti studi ‘scientifici’ hanno sostenuto che non esiste intossicazione dalle otturazioni in amalgama perché non si riscontra mercurio nel sangue e che anzi, l’unica fonte rilevante di mercurio é il pesce. Tali conclusioni sono frutto di un errore metodologico.

NELLE URINE

Il mercurio é rilevabile nelle urine ma la sua velocità di escrezione non é necessariamente in correlazione né con la quantità assorbita (esposizione) né con la quantità totale depositata nei tessuti. La capacità escretiva varia da persona a persona ed il rene elimina solo il 20% del mercurio espulso dal corpo. La misurazione della concentrazione di mercurio nelle urine richiede sempre e comunque che venga standardizzata la concentrazione di soluti, sennò basta una grossa bevuta d’acqua per diluire tutto a livelli minimi. Esistono casi in cui esiste una considerevole esposizione ma una bassa escrezione: Se il mercurio entra ma non esce significa che si sta accumulando e che il carico tossico cresce. In questi casi trovare una bassa concentrazione di mercurio nelle urine é cosa negativa, non positiva.

Un test interessante sulle urine é il cosidetto ‘challange test’ o test di provocazione. In questo caso viene misurata la concentrazione di mercurio nell’urina prima e dopo l’assunzione di un chelante chimico (DMPS), che aumenta il trasposto e la solubilità del mercurio tissutale. Il picco di mercurio ecreto deriva dal mercurio depositato nei tessuti e può fornire qualche informazione indiretta sull’entità presente.

I test urinari per i metalli (kit pronti con viraggio cromatico) sono basati sulla formazione di diazo-composti colorati con gli ioni dei diversi metalli. Dal colore della soluzione si evince il metallo presente. Possono essere impiegati per qualsiasi liquido. Sfortunatamente sono dei test discretamente sensibili per vari metalli ma molto poco per il mercurio. Le quantità necessarie perché il test urinario sia positivo con il mercurio sono irrealisticamente alte ed improbabili (si spera!) nell’esposizione all’amalgama. L’altro limite della metodica é che se sono presenti più metalli i colori si sommano, rendendo difficile l’interpretazione. Per contro sono metodiche economiche e ragionalmente valide per altri metalli. Poco attendibile la diagnosi inferenziale di intossicazione da mercurio per elevata escrezione di zinco o rame

La misurazione del mercurio disperso nella saliva é un indice di scarso valore clinico ma molto interessante per documentare in modo incontrovertibile che le otturazioni in amalgama rilasciano mercurio. Occorre comunque ricordare che la modalità principale di rilascio del mercurio dall’otturazione é per evaporazione e che la via di assorbimento é tipicamente quella polmonare e non quella intestinale. Esistono inoltre precisi studi che correlano la superficie di otturazione in amalgama esposta alla quantità

NELLE URINE

Delle varie metodiche di misurazione del mercurio in uscita dal corpo umano, il dosaggio sulle feci rimane quello più
NEL SANGUE

Il mercurio che esce e viene assorbito dalle otturazioni in amalgama é in forma metallica non ionizzata, cioé Hg0. In queste condizioni la sua diffusibilità é altissima così come lo é la sua lipofilia (compatibilità / solubilità nei grassi) Il passaggio alla forma ionica avviene solo all’interno di cellule e quindi non nel torrente ematico. Ne consegue che il mercurio delle amalgama permane nel sangue solo per pochi minuti, massimo qualche ora e poi ‘sparisce’ verso i tessuti.

Misurando il mercurio presente nel sangue i valori sono sempre molto bassi. Dalle otturazioni in amalgama si assorbono mediamente 10 ug di mercurio al giorno. Questa dose é dispersa e frazionata sulle 24h e su 5 litri di sangue, il quale tende a distribuirlo ai tessuti. Il mercurio rilevabile nel torrente ematico é il metilmercurio, la forma organica tipicamente assorbita dall’alimentazione e dotata di una emivita plasmatica di circa 15 giorni. Molti studi ‘scientifici’ hanno sostenuto che non esiste intossicazione dalle otturazioni in amalgama perché non si riscontra mercurio nel sangue e che anzi, l’unica fonte rilevante di mercurio é il pesce. Tali conclusioni sono frutto di un errore metodologico
MERCURIO NELLE URINE

Il mercurio é rilevabile nelle urine ma la sua velocità di escrezione non é necessariamente in correlazione né con la quantità assorbita (esposizione) né con la quantità totale depositata nei tessuti. La capacità escretiva varia da persona a persona ed il rene elimina solo il 20% del mercurio espulso dal corpo. La misurazione della concentrazione di mercurio nelle urine richiede sempre e comunque che venga standardizzata la concentrazione di soluti, sennò basta una grossa bevuta d’acqua per diluire tutto a livelli minimi. Esistono casi in cui esiste una considerevole esposizione ma una bassa escrezione: Se il mercurio entra ma non esce significa che si sta accumulando e che il carico tossico cresce. In questi casi trovare una bassa concentrazione di mercurio nelle urine é cosa negativa, non positiva.

CHALLENGE TEST

Un test interessante sulle urine é il cosidetto ‘challange test’ o test di provocazione. In questo caso viene misurata la concentrazione di mercurio nell’urina prima e dopo l’assunzione di un chelante chimico (DMPS), che aumenta il trasposto e la solubilità del mercurio tissutale. Il picco di mercurio eScreto deriva dal mercurio depositato nei tessuti e può fornire qualche informazione indiretta sull’entità presente. Questo genere di test diventa interessante se si desidera monitorare nel tempo il processo di detossificazione dal metallo pesante, andando a paragonare il differenziale tra livello basale e livello stimolato nel tempo. In seguito ad una significativa diminuzione del mercurio depositato ci si attende di trovare una differenza tra i due vlori più limitata rispetto al test eseguito prima della terapia. L’esito non é comunque mai interessante in quanto valore assoluto ma sempre per confronto.

TEST CROMATICI (Di Azo Reazioni)

I test urinari per i metalli (kit pronti con viraggio cromatico) sono basati sulla formazione di diazo-composti colorati con gli ioni dei diversi metalli. Dal colore della soluzione si evince il metallo presente. Possono essere impiegati per qualsiasi liquido. Sfortunatamente sono dei test discretamente sensibili per vari metalli ma molto poco per il mercurio. Le quantità necessarie perché il test urinario sia positivo con il mercurio sono irrealisticamente alte ed improbabili (si spera!) nell’esposizione all’amalgama. L’altro limite della metodica é che se sono presenti più metalli i colori si sommano, rendendo difficile l’interpretazione. Per contro sono metodiche economiche e ragionalmente valide per altri metalli. Poco attendibile la diagnosi inferenziale di intossicazione da mercurio per elevata escrezione di zinco o rame
DOSAGGIO DEL MERCURIO FECALE

L’eliminazione del mercurio avviene nella misura di circa l’80% attrverso il fegato che, tramite coniugazione con il glutatione, espelle questa sostanza nella bile e quindi poi nell’intestino. Risulta quindi logico che il punto dove meglio si intrcetta in uscita il mercurio eliminato dall’organismo sia a livello intestinale, tramite la misurazione di mercurio contenuto nelle feci. Come per la via enale / urinaria vale il concetto che il mercurio, per via della sua natura di metllo pesante, in realtà tende all’accumulo nei tessuti più che all’eliminazione. Anche nel caso del dosaggio fecale questo non é in grado di fornire indicazioni certe circa il livello di esposizione o la quantità totale depositata nei tessuti ma solo, per l’appunto, della quantità escreta in quel momento.

Da un punto di vista di laboratorio é possibile differenziare il mercurio metallico (derivante dall’ingestione di materiale di usura delle otturazioni) dal mercurio ionico (prodotto dal metabolismo del mercurio assorbito per via respirtoria dalle otturazioni) dal metilmercurio (tipicamente alimentare, dal pesce). Quest’ultimo può essere mercurio in uscita dal fegato oppure in transito con il contenuto alimentare. specie se il paziente ha consumato pesce nella giornata precedente il dosaggio.

Cosi come per le urine il valore assoluto della concentrazione dovrebbe essere sempre rapportato al livello di concentrazione dell’urina stessa, peril dosaggio feacle bisognerebbe fare riferimento alla massa totale. Alcuni fattori di disturbo nella misurazione sono costituiti dal volume totale, dalla presenza di alimenti sequestranti il mercurio e dalla presenza di cibi già di loro contenenti il metallo.

La quantità di mercurio escreta dal fegato non corrisponde con la quantita totale contenuta nelle feci: infatti il mercurio subisce fenomeni di riassorbimento a livello intestinale e di cosidetto ‘ricircolo entero epatico’. Questo fenomeno é anche in correlazione con il livello di permeabilità della mucosa intestinale e peggiora nella ‘leaky gut syndrome’, ovvero quando esiste un quadro di infiammazione della parete intestinale associato a disbiosi
DOSAGGIO DEL MERCURIO NELLA SALIVA

Il dosaggio del mercurio nella saliva misura la quantità totale di mercurio disciolto o trasportato dlla saliva, generalmente dopo una prova di stimolazione delle otturazione fatte masticando un chewing gum o della paraffina. Il mercurio rilevato é un insieme del mercurio metallico superficializzato sull’otturazione e disperso nella saliva, dei prodotti di corrosione dell’amalgama presenti in soluzione e di eventuale particolato solido disgregato dall’otturazione in amalgam per abrasione della superficie.

Il valore misurato è molto preciso e ripetibile ma di scarsissimo significato clinico. Poichè la dispersione di mercurio della saliva è funzione pressoché lineare della superficie totale di amalgama esposta ovvero, in approssimazione, del numero di amalgame, é molto più semplice ed economico desumere un probabile valore da una semplice osservazione clinica. Occorre comunque ricordare che la modalità principale di rilascio del mercurio dall’otturazione é per evaporazione e che la via di assorbimento é tipicamente quella polmonare e non quella intestinale. La quantità presente nell’aria intraorale é molto più signficativa in termini di esposizione ed assorbimento rispetto alla quantità disciolta nella saliva. Il principale significato del test salivare risiede nella possibilità di avere un risultato analitico certificato della presenza di mercurio, ad uso di pazienti, medici o dentisti scettici.
MINERALOGRAMMA E MERCURIO

L’analisi dei metalli traccia nel capello, nota anche con il termine di mineralogramma misura la concentrazione di metalli o altre sostanze appartenenti alla categoria degli oligoelementi e delle sostanze tossiche nella cheratina del capello.

Il capello istologicamente é un annesso cutaneo e condivide durante la sua crescita lo stesso ambiente extracellulare del tessuto che lo genera. In esso quindi si depositano, con concentrazioni spesso simili, gli oligoelementi e le tossine presenti nella matrice extracellulare. Ciò lo rende un ottimo testimone tossicologico di ciò che avviene nell’organismo ed ha il grande vantaggio di avere una crescita progressiva e quindi di stratificare sulla lunghezza le variazioni di un determinato arco temporale. Queste caratteristiche, unite alla estrema semplicità di prelievo, alla non invasività ad alla ripetibilità rendono questa metodica di dosaggio particolarmente versatile ed utile.

Sfortunatamente il particolare pattern metabolico del mercurio tende a creare delle difficoltà anche con questa metodica di misurazione. Il mercurio che si accumula in modo prevedibile nel capello é infatti quello organico, cioé il metil mercurio (oppure anche l’etil e fenil mercurio), Questa specie di mercurio, come già detto, é tipicamente presente nel pesce ed é rappresentativo della intossicazione per via alimentare. Il mercurio inorganico, ionico e metallico, non sembrano avere una cinetica di deposito prevedibile nel capello e quindi il dosaggio rimane dubbio. Apparentemente in alcuni soggetti si riscontra accumulo da mercurio inorganico, ma non é un evento costante.

Stando alla attuale letteratura scientifica il riscontro di elevati livelli di mercurio nel capello é da riferire generalmente ad esposione alimentare oppure a vaccinazioni recenti conteneti timerosal. In assenza di esposizioni rintracciabili ed in presenza di amalgame é ipotizzabile che il mercurio depositato sia, nel caso specifico, derivato dalle otturazioni. Una lettura negativa in soggetti con amalgame non esclude per contro la presenza di mercurio nei tessuti.

Interessanti anche i rapporti con i cosidetti oligoelementi protettivi quali lo zinco, il magnesio ed il selenio.

L’analisi del capello sfortunatamente soffre molto della contaminazione di superficie del capello stesso: per questo motivo i risultati sono inattendibili se esiste una esposizione professionale al mercurio per via ambientale. Questo é il caso tipico dei dentisti, che oltre ad avere una esposizione professionale respiratoria hanno anche una contaminazione di superficie del capello.
RIMOZIONE PROTETTA DELL'AMALGAMA

La rimozione dell’otturazione in amalgama rappresenta, assieme alla sua originale collocazione, l’evento che più facilmente sottopone il paziente ad una grossa esposizione a vapori di mercurio. Nel caso specifico il frenaggio della lega metallica con una fresa che ruota ad altissime velocità produce un grosso stimolo di tipo meccanico e, quantomeno sul punto di contatto, una quantità di calore non indifferente. Questi due fattori congiunti portano ad una grossa liberazione di vapore di mercurio direttamente nella bocca del paziente. Il vapore è già normalmente la forma di esposizione al mercurio derivante dalle amalgame facilmente assorbibile ed in questo caso più che mai il rischio di assimilazione a livello del letto alveolare diventa importante per il paziente ed anche per l’operatore che respira appena sopra la testa del paziente stesso.L’assorbimento medio di mercurio derivato dalle otturazioni nella popolazione generale portatrice di un numero medio di amalgame è stato stimato nel 1991 dall’OMS essere pari a 12 ug, con picchi fino a 100 ug. La rimozione dell’otturazione in amalgama fatta senza rispetto di criteri di contenimento delle emissioni facilmente porta a concentrazioni nell’aria pari a 2000 ug/m3 e quindi può essere a tutti gli effetti considerata un evento di intossicazione acuta per il paziente. Risulta pertanto facile comprendere l’utilità di tutti gli ausili e le tecniche che permettono di ridurre considerevolmente questo livello di esposizione ed è del tutto evidente che questo genere di precauzioni sono rilevanti per tutti i pazienti ed in particolare per quelli che si sospetta manifestino sintomatologie riferibili al mercurio, specie se su base allergica ed immunologia dove la reattività non è dose dipendente. Il professionista che esegue la procedure di rimozione deve considerarsi come un paziente cronico che si fa togliere più amalgame tutti i giorni: Se risulta importante proteggere il paziente, lo è quasi ancor di più proteggere l’operatore ed il suo staff.
La rimozione protetta dell’amalgama

1 L’emissione di mercurio è causata dal contatto della fresa con l’otturazione. Minore è il percorso di contatto, minore è l’esposizione. La classica tecnica di smontaggio totale dell’otturazione per usura è il sistema che porta la fresa in contatto continuo con l’amalgama ed è quindi il più dannoso. Il dentista è portato ad operare così in funzione della grande efficienza del trapano-turbina e di fatto rimane il sistema con cui si smonta qualsiasi altro materiale. Idealmente l’amalgama va disincastonata dal dente senza toccarla o con il minor numero di passaggi possibili nel materiale.
2 Le frese ideali per la rimozione sono sottili e lunghe fiamme in carburo di tungsteno, magari monouso. Le frese diamantate hanno per loro natura un taglio di tipo abrasivo ed un coefficiente di attrito alto. (Attrito = Calore) Il disegno lamellare delle frese in carburo di tungsteno permette un taglio netto con una temperatura di contatto più bassa e quindi minore emissione
3 Utilizzare strumenti rotanti con basso numero di giri ed alto torque; tendenzialmente è meglio il moltiplicatore anello rosso alla turbina.
4 Aumentare al massimo il raffreddamento della fresa, scegliere manipoli con ugelli multipli e con getti in buone condizioni. Se possibili portare al massimo la portata di acqua ed abbassare la quantità di aria nello spray per evitare di soffiare in giro mercurio.
5 Una volta tagliato il margine periferico dell’otturazione è possibile sganciarla dal dente, che la ritiene meccanicamente e senza adesione chimica, tramite l’uso di piccole leve ed escavatori. Non occorre forzare e bisogna porre attenzione alle pareti sottili del dente.
6 La diga di gomma (foglio di lattice che ricopre la bocca lasciando fuori i soli denti da trattare) è un ausilio sempre importante: contiene eventuali particelle prodotte durante il taglio dell’amalgama, ha un parziale effetto membrana che isola la bocca ed è fondamentale per tutte le procedure di ricostruzione con materiali adesivi, per evitare la contaminazione del dente da parte della saliva. Inoltre aumenta notevolmente la visibilità della zona e facilita la precisione di lavoro. Se esiste un singolo indice che identifica un buon professionista questo è probabilmente il fatto che usi di routine la diga di gomma per le varie procedure odontoiatriche. Attualmente poi sono disponibili fogli di diga non in lattice, completamente impermeabili al mercurio
7 L’aspirazione è fondamentale! Risulta del tutto insufficiente l’aspira saliva, deputato unicamente ad evacuare liquidi da una pozza. Per avere un effetto di eliminazione di fumi e vapori serve l’aspirazione chirurgica con cannule larghe (alta portata) ed un buon motore aspirante. Oltre ai tradizionali aspiratori chirurgici monouso (Mai mettere oggetti contaminati da amalgama in autoclave!!) esistono vari tipi di cannule dedicate allo scopo.
8 La ventilazione ed il contenimento della zona di lavoro sono importati tanto per il paziente quanto per lo staff odontoiatrico. Vale il concetto che più vicino alla zona di produzione dei fumi si effettua l’aspirazione ed il ricambio d’aria, minore è la dispersione dei vapori stessi e minore è la quantità di aria da muovere. I vari sistemi di aspirazione ambientale da posizionare attorno al campo operatorio hanno questa ratio e servono per contenere l’emissione di nuvole tossiche
9 Il paziente e l’operatore possono essere protetti dall’inalazione nasale di vapore di mercurio attraverso vari accorgimenti: mascherine nasali con flusso di aria non contaminata, caschi integrali con filtri, mascherine con filtri al carbonio o ioduri specifici per il vapore di mercurio. Non è chiaro se esista un beneficio ad utilizzare l’ossigeno, che rischia di essere ossidante e facilitare l’assorbimento di mercurio.
10 La fretta è incompatibile con la bonifica delle otturazioni in amalgama. Rimuovere più otturazioni per appuntamento e far trascorrere tempi brevi tra le rimozioni stesse tende a sovrapporre eventuali picchi di esposizione, senza particolari benefici se non quelli della praticità operative. La rimozione di una otturazione al mese rimane l’indicazione più sensata.

che ne dite? mi sembra che forse qualcosa di più concreto sia scritto... o no?

p.s. grazio oro, attendo la risposta wink.gif

@ Roby : ebbene sì ... ohmy.gif

Edited by questovabene - 28/1/2006, 02:50
 
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AborigenoGuru
view post Posted on 28/1/2006, 02:57




sono a un quinto ma ti faccio i complimenti! sei davvero un mago! queste cose sembrano molto utili !

ma se davvero hai fatto tutto col telefonino mi devo proprio inchinare !
e io che a volte litigo con le email......
 
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oro
view post Posted on 28/1/2006, 03:01




Molto bene.
 
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questovabene
view post Posted on 28/1/2006, 03:31




CITAZIONE (AborigenoGuru @ 28/1/2006, 02:57)
sono a un quinto ma ti faccio i complimenti! sei davvero un mago! queste cose sembrano molto utili !

ma se davvero hai fatto tutto col telefonino mi devo proprio inchinare !

tutto col telefonino e in gprs ohmy.gif

ci vuole un pò di pazienza ma ... meglio che niente wink.gif
 
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questovabene
view post Posted on 2/2/2006, 18:53




lunedì sono andato dal dentista, ho rimosso il composito e messo la pasta provvisoria.
Il sapore acido e amaro non è scomparso anzi fa ancora più schifo.
Secondo voi potrebbe essere la pasta stessa (ossido di zinco?) che ha questo sapore oppure lo strato di nonsocosa (che lui ha detto di aver lasciato per proteggere la radice) che "trasusava" dal composito prima e dalla pasta ora?

Luca.

Edited by questovabene - 2/2/2006, 18:56
 
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221 replies since 21/1/2006, 22:34   12839 views
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