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1984, George Orwell

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view post Posted on 5/9/2006, 14:00
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questi sono alcuni stralci tratti dal romanzo (un vero capolavoro, vi consiglio di leggerlo)
la cosa sorprendente, in questo libro scritto poco dopo la fine della II guerra mondiale (1948), è che molti scenari sembrano tratti dalla cronaca attuale.

QUOTE
L'ignoranza è forza
La guerra è pace
La libertà è schiavitù



La divisione del mondo in tre grandi superstati era un evento prevedibile... In seguito all'assorbimento dell'Europa da parte della Russia, e dell'Impero Britannico da parte degli Stati Uniti, erano già nate due delle tre potenze oggi esistenti. La terza, l'Estasia, si formò come entità autonoma dopo un ulteriore decennio di lotte alquanto confuse. Le frontiere fra i tre superstati sono in alcune aree arbitrarie, in altre variano a seconda di quanto producono gli eventi bellici, ma in generale sono fissate da precise coordinate geografiche.
In una combinazione costantemente variabile, questi tre superstati sono in una condizione di guerra perenne. La guerra, però, non è più una lotta disperata e all'ultimo sangue, come avveniva nei primi decenni del XX secolo. Si tratta invece di conflitti con scopi limitati fra belligeranti incapaci di distruggere il nemico, che non hanno motivi materiali per combattersi e che non sono divisi da differenze apprezzabili sul piano ideologico. Ciò non significa che la condotta di guerra o l'atteggiamento stesso nei confronti della guerra siano diventati meno cruenti o più leali. [...]
Su un piano concreto, comunque, la guerra coinvolge solo un numero esiguo di persone, per la massima parte truppe altamente specializzate, e causa perdite relativamente limitate. I combattimenti, quando ci sono, si verificano in località di frontiera la cui ubicazione è praticamente ignota all'uomo comune. Nei centri abitati la guerra non significa altro che continue riduzioni dei beni di consumo e dalla caduta occasionale di bombe-razzo che possono causare qualche dozzina di vittime. [...]
Per comprendere la natura della guerra attualmente in corso (in realtà, a dispetto dei diversi schieramenti che si formano a distanza di pochi anni, si tratta sempre della stessa guerra), è innanzitutto necessario capire che essa non può avere una conclusione nel senso proprio del termine. Nessuno dei tre superstati potrebbe essere conquistato definitivamente, nemmeno se gli altri due si coalizzassero. Le loro strutture sono infatti troppo simili, e troppo forte è l'ostacolo costituito dalle difese naturali. [...]
Lo scopo fondamentale della guerra moderna è quello di consumare ciò che producono le macchine senza che ne risulti innalzato il tenore di vita. A partire dalla fine del XIX secolo è stato latente, nella società industriale, il problema di come utilizzare i beni di consumo in eccesso. Al giorno d'oggi, quando sono pochi quelli che hanno cibo a sufficienza, un problema del genere, ovviamente, non è urgente e verosimilmente sarebbe stato così anche se non si fosse ricorso a nessun processo di distruzione programmato a tavolino. [...]
Quando le macchine fecero la loro comparsa, ogni essere pensante maturò la convinzione che fosse scomparsa la necessità di qualsiasi lavoro pesante e che contestualmente fosse svanita ogni necessità di preservare l'ineguaglianza fra gli uomini. Se l'impiego delle macchine fosse stato direttamente indirizzato a tal fine, nell'arco di alcune generazioni mali come la fame, il superlavoro, la sporcizia, l'analfabetismo e le malattie sarebbero stati eliminati. Ed effettivamente, pur non venendo usate a tal fine, ma in conseguenza di una specie di processo automatico (producendo ricchezza, cioè, che talvolta risultava impossibile non distribuire), per un periodo di circa cinquant'anni compreso fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, le macchine innalzarono moltissimo il generale tenore di vita. [...]
Era però altrettanto chiaro che un incremento generalizzato del benessere avrebbe avuto come effetto indesiderato la distruzione di una società organizzata gerarchicamente. Già in un mondo in cui tutti avessero lavorato solo poche ore, avuto cibo a sufficienza, vissuto in case fornite di bagno e frigorifero, posseduto un'automobile o addirittura un aereo, sarebbero scomparse le forme di ineguaglianza più ovvie e forse più importanti. Una volta, poi, che una simile condizione fosse divenuta generale, la ricchezza non sarebbe stata più un segno di distinzione fra un individuo e l'altro. Era possibile, naturalmente, immaginare una società in cui la ricchezza, intesa come possesso di beni personali e di lusso, venisse distribuita equamente, nel mentre il potere restava nelle mani di una minuscola casta privilegiata, ma nella pratica una società del genere non avrebbe potuto rimanere stabile. Se, infatti, il benessere e la sicurezza fossero divenuti un bene comune, la massima parte delle persone che di norma sono come immobilizzate dalla povertà si sarebbero alfabetizzate, apprendendo così a pensare autonomamente; e una volta che questo fosse successo, avrebbero compreso prima o poi che la minoranza privilegiata non aveva alcuna funzione e l'avrebbero spazzata via. Sul lungo termine, una società gerarchizzata poteva aversi solo basandosi sulla povertà e sull'ignoranza. [...]
Mantenere le masse in uno stato di povertà comprimendo la produzione delle merci non rappresentava una soluzione soddisfacente. Si consentì all'economia di molti paesi di stagnare, la terra non venne coltivata, le ricapitalizzazioni arrestate, ampi strati della popolazione mantenuti senza occupazione, sorretti unicamente dalla carità dello Stato. Anche questo sistema, però, ebbe come logica conseguenza un indebolimento sul piano militare e, poiché le privazioni che imponeva erano inutili, l'opposizione a esso divenne inevitabile. Il problema era come riuscire a far girare le ruote dell'industria senza incrementare la ricchezza reale del mondo. I beni di consumo dovevano essere prodotti, ma non distribuiti. E in effetti l'unico modo per raggiungere un simile obiettivo era uno stato di guerra perenne.
In linea di principio, lo sforzo bellico è pianificato in modo da divorare ogni bene eccedente i bisogni fondamentali della popolazione.
... la consapevolezza di essere in guerra, e quindi in pericolo, fa sì che la concentrazione di tutto il potere nelle mani di una piccola casta sembri l'unica e inevitabile condizione per poter sopravvivere. [...]
Non importa che la guerra si combatta per davvero e, poiché una vittoria definitiva è impossibile, non importa nemmeno se la guerra vada bene o male: serve solo che uno stato di belligeranza persista. [...]
La ricerca di nuove armi non conosce soste ed è una delle poche attività residue in cui possa esprimersi una mente creativa o speculativa.
Ora il progresso tecnologico si realizza solo se quanto esso produce può in qualche modo essere impiegato per ridurre la libertà umana. In tutte le arti che abbiano una qualche utilità pratica il mondo o si trova in una situazione di stallo, oppure è in fase di regressione.

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quello tra africa e nuova guinea è il quadrilatero schiacciato tra le 3 superpotenze, una sorta di stato-cuscinetto che cambia padrone ma senza cambiare le condizioni dei suoi abitanti.
vi ricorda qualcosa? dove sono state combattute le guerre più sanguinose degli ultimi 50 anni?
 
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AliceIsCrazy
view post Posted on 5/9/2006, 14:52




bisognerebbe fare una nuova campagna promozionale di questo "vecchio" libro, forse la gente presterebbe più attenzione a quello che sta succedendo....
 
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Daniele Asunis
view post Posted on 5/9/2006, 15:12




Quoto questa frase, contiene tutto quello che c'è da contenere:

Era però altrettanto chiaro che un incremento generalizzato del benessere avrebbe avuto come effetto indesiderato la distruzione di una società organizzata gerarchicamente.
 
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maxwell2
view post Posted on 5/9/2006, 15:13




Fantapolitica utopistica o profeta cassadrino?
Mi stupisco , osservando la cartina, dell' annessione della repubblica di Cuba sotto i domini delle americhe .
Per il resto una situazione molto probabile nel futuro prossimo.
 
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view post Posted on 5/9/2006, 16:58
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altri elementi del libro con attinenza alla situazione attuale


  1. controllo capillare tramite telecamere

  2. censura, alterazione della storia e riduzione delle possibilità espressive della lingua

  3. negazione dell'individuo a favore dell'Idea

  4. creazione di un nemico invisibile su cui sfogare le varie frustrazioni

  5. dittatura mentale senza alcuna violenza apparente




leggendolo, ho spesso avuto l'impressione che qualcosa di simile sia stato studiato a tavolino e programmato a lungo termine.
speriamo di sbagliare
 
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view post Posted on 5/9/2006, 17:05
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Orso Mannaro

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Ho letto 1984 un paio di anni fa ( mi pare 10 ).
Ed anche allora già si vedeva che si sarebbe andati verso questa strada.
Però non fermiamoci solo alle corrispondenze con la realtà altrimenti perdiamo l'insegnamento del libro.
La parte finale in cui al protagonista viene fatto il lavaggio del cervello invece di essere ucciso è emblematica e significativa della situazione generale dell'uomo su questo pianeta.
 
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view post Posted on 5/9/2006, 17:25
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vero Beorn, quello è l'aspetto più orribile, anche nell'episodio della gabbia infilata in testa (non raccontiamo troppi particolari... ;) ).

ho sentito il bisogno di parlarne perchè mi sembra limitativo parlare sempre e solo di usa/iraq/iran/banche/verichip nell'ottica dello scontro *complottisti vs. conformi*, e credo che in questo libro siano descritte molto bene le tecniche usate per portare l'umanità ad uno stato, come dici tu, di accettazione passiva di quello che il Grande Fratello gli propina.
tecniche usate tuttora in modo così sottile che, anche se ce ne accorgiamo, siamo portati automaticamente e acriticamente ad aderire al verbo, perchè tutto sommato il Grande Fratello ci protegge dagli orribili crimini perpetrati dai soldati dell'Eurasia.

perciò, leggere questo libro può aiutare a vedere come osservatori esterni i processi di decomposizione di questa nostra bella società
 
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AliceIsCrazy
view post Posted on 5/9/2006, 17:50




CITAZIONE (ƒran @ 5/9/2006, 17:58)
altri elementi del libro con attinenza alla situazione attuale


  1. controllo capillare tramite telecamere

  2. censura, alterazione della storia e riduzione delle possibilità espressive della lingua

  3. negazione dell'individuo a favore dell'Idea

  4. creazione di un nemico invisibile su cui sfogare le varie frustrazioni

  5. dittatura mentale senza alcuna violenza apparente




leggendolo, ho spesso avuto l'impressione che qualcosa di simile sia stato studiato a tavolino e programmato a lungo termine.
speriamo di sbagliare

come fai ancora a sperare di sbagliare su qualcosa che è così evidente? meglio tenere gli occhi chiusi forse?
 
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view post Posted on 5/9/2006, 18:44
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guarda, detto tra noi, ne sono convinto.
però sono altrettanto convinto che questo piano, se c'è, è destinato a fallire.
perchè hanno sottovalutato l'Uomo.
 
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view post Posted on 5/9/2006, 19:07
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cmq ci sono tante chiavi di lettura, mi piacerebbe sapere cosa vi ha lasciato questo libro, e se lo avete già digerito :D
 
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Daniele Asunis
view post Posted on 5/9/2006, 19:53




A proposito del punto 5, mi è sempre piaciuta la citazione di un autore di cui non ricordo il nome in cui si dice che:

Siamo già in una dittaura, pienamente realizzata. In questa dittaura, le politiche economiche e geopolitiche sono di destra, l'amministrazione e la burocrazia sono di centro e la cultura è di sinistra, indipendentemente da chi va al governo.

Porc, è l'Italia! Anche la Francia, azz anche la Germania, tutte!

Se pensiamo a Prodi e Berlusconi, politiche economiche e geopolitiche di destra, cioè la società e l'economia reale esistono per remunerare la piramide finanziaria (cioè i computers delle banche centrali) e non il contrario e, fuori confine, il più forte si prende quello di cui ha bisogno occupando e confiscando;

amministrazione di centro, burocrazia cieca e asettica, privilegi a tutti i dirigenti politico-economici indistintamente

cultura [es il 90% di mediaset] di sinistra, ovvero società, ambiente, pensioni, lavoro ecc ecc [solo cultura però].

Insomma, mi vado a leggere il libro. :o:
 
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RaffaShine
view post Posted on 5/9/2006, 21:03




Certo, bellissimo libro "1984" di Orwell......l'ho divorato ai tempi del liceo per letteratura inglese.
Profetico senza alcun dubbio. ;) Andrebbe decisamente riscoperto!
Ma vi suggerisco di leggere anche "La fattoria degli animali" sempre di Orwell, una parodia del totalitarismo comunista , dell'utopia dell'uguaglianza e dell' inarrestabile sete di potere.

"Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri".....mitica frase di Orwell !
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hayduke
view post Posted on 5/9/2006, 21:57




io ho letto sia il libro, che visto il film di micheal radford (secondo me una delle poke trasposizioni cinematografiche ben riuscite di un libro)

a proposito di scenari del genere..vi consiglio anche di guardare il film brazil..i toni sono gli stessi di 1984, un pò più grottesco forse
 
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hike
view post Posted on 5/9/2006, 23:35




Hayduke complimenti,
Brazil non lo conosce nessuno.
1984 è un bel libro, ma Brazil è un capolavoro.
Mi pare sia rientrato nella ideale classifica dei 40 film più belli della storia del cinema, non sò se consigliare prima la visione del film o la lettura di Orwell ...... oppure prima ancora quella di Kafka !! :huh:
Magari in lingua originale .... :unsure: ..... sottotitolato in svedese !! :P
Ciao, Hike :)
 
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RaffaShine
view post Posted on 6/9/2006, 07:34




CITAZIONE (hike @ 6/9/2006, 00:35)
non sò se consigliare prima la visione del film o la lettura di Orwell ...... oppure prima ancora quella di Kafka !! :huh:
Magari in lingua originale .... :unsure: ..... sottotitolato in svedese !! :P

Sia lettura che visione...Orwell va sempre bene.
Anche Kafka ...ottima idea hike! ;)

Ma allora a questo punto il romanzo del 1931 di Aldous Huxley "Brave new world" (credo che in italiano l'abbiano tradotto come "il nuovo mondo") sul totalitarismo non scherza.

C'è tanta letteratura dei primi decenni del '900 che, ahimè, è stata più che profetica ed è attuale!

Buona giornata a tutti!
 
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20 replies since 5/9/2006, 14:00   910 views
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