Lungo una strada dissestata,ciottoli e muschio ricoprivano lo strato superficiale della autostrada principale che portava dritto alla valle della tenebra. Sterpaglie spinose e arbusti lunghi due metri crescevano ai suoi bordi rendendo inconfondibile la direzione giusta nella quale proseguire. Le strisce longitudinali,forse per il troppo tempo trascorso,non c'erano più. Tutta l'autostrada era cemento grigio ricoperta da una steppa arida,ma al contempo stesso privilegiava una lussureggiante e selvaggia brughiera dalle eriche splendidamente lucenti. Camminavo in mezzo le sterpaglie,a volte incespicavo su radici intrise con altre piante. L'aria arida era pensate,ma faceva freddo. Il sole neanche si vedeva e tutto era poco chiaro,tant'è l'atmosfera era ricoperta di una bruma che pareva essere uscita da comignoli fuligginosi. L'orizzonte era così lontano,quasi irraggiungibile,irraggiungibile come quell'albero di abete grossissimo che avevo a circa sette metri di distanza.
<perché?Perché sei così vicino e grosso e io riesco a vederti a mala pena?Perché,albero titanico dai rami possenti,il tempo non sembra scalfirti?Sono passati pochi minuti e io già mi sento stanco,invece tu,dopo tanti secoli,stai ancora ancorato saldamente al terreno,senza mai cadere>
Ineluttabile che la sua possanza non sarebbe stata distrutta neanche dai fulmini,mentre io sono già a terra,sconfitto dal tempo e dalle circostanze irte di ostacoli.
<ma come puoi?Mi trasmetti un solenne bisogno di inchinarmi davanti alla tua titanica immensità ed implorare pietà.eppure neanche parli,non fai del male e rimani li a guardare...in silenzio. Ma se mi alzassi,se solo avessi la forza di lasciare alle spalle tutto il buio,potrei togliere la nebbia ed arrampicarmi dritto alle tue spalle per vedere la direzione in cui andare,forse per scorgere almeno uno spiraglio di luce>...Vicino a me,serpenti dalla lingua biforcuta mi leccarono,sembrarono quasi volermi aiutare.Ed io,con aria atterrita,mi alzai in ginocchio e i serpenti mi strinsero delicatamente salendo sul dorso e sul collo.Loro erano con me.
<serpenti che sibilate con tono smorzato,aiutatemi ad intraprendere un viaggio tutto in salita.Ma ecco che un tono stentoreo si alzò su per il maestoso abete dalla corteccia rossastra,forse era lo stridio di qualche rapace assetato di sangue> Purtuttavia,seppure avevo il sangue dei serpenti gocciolare dai loro denti,io ero sicuro di me,pronto e pronti ad uccidere chiunque ostacolasse il nostro cammino...
Ed eccomi,neanche il tempo di partire che mi ritrovai, abbagliato dalla forte luce provenire dal culo di una lucciola, in una tela di ragnatela. Mi sentivo strano,forte ed in pericolo.La costante pressione ,esercitata dal timore che un eventuale pericolo potesse avvenire,mi fece rendere conto che in realtà il ragno ero io e le mie prede si trovavano avvolte in uno strato spesso di ragnatela appiccicosa,luminosa seppure era buio. Avevo fame,avevo voglia di uccidere e saziarmi fino a scoppiare.Avevo voglia di succhiare il sangue e dissetarmi con il dolore.Guarda,mi disse un ragnetto vicino alle mie spalle,guarda che se mangi puoi volare verso una stella luminosa,forse verso la stella la quale ti sta facendo svegliare. Scosso dalla presenza inquieta di questo ragnetto, che dopo aver terminato la frase si mise a fare tremare la ragnatela,un velo luminoso di colore violetto fluorescente,mi sollevò in aria.....Ero me stesso! In volo come un aquila,ero me stesso. Avvolto dalla luce viola,volai verso le stelle,verso nuovi mondi. La via lattea sembrava così vicina e l'albero così insignificante. Le stelle non erano stelle,erano lucciole che volavano lentamente ed io,magicamente,diventai una lucciola che brillava nel cielo.
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