Scusa se non ti ho risposto subito, Filo.
Non riuscivo a decidermi come prenderlo e intanto il tempo passava, perchè gli spunti di riflessione sono parecchi.
CITAZIONE
su ste cose c'è da discutere per intere vite,se ci si mette d'impegno..
Concordo beh, almeno proviamoci. Poi vediamo che succede.
Che l'uomo non possa mica addossare al divino tutto quello che non và, mi pare scontato.
Le religioni, dicono servono all'uomo per avere una direzione verso cui andare. Si, peccato che poi spesso i promulgamenti che ne escono vengono divorati dagli ego e ogni volta l'uomo sembra si racconti delle fiabe per illudersi e scordare i propri affanni.
Hai abbozzato un disegno che non riesco ancora a capire bene del tutto.
Comunque mi pare riguardi sempre l'argomento in un'altra discussione, dove per esempio si parlava di "coscienza": di che cosa è cosciente l'uomo? e dove lo porterebbe la strada per l'acquisizione della coscienza?
CITAZIONE
perchè? tu ti sei posto questa domanda ayni?
viene accettato di addossare a Lui (scusate se antropomoformizzo) strutture di pensiero che fanno accapponare la pelle,se di Lui si crede veramente Essere Amore
e di questo conflitto si vive beatamente,senza alcun rigor di logica a volte
poi certo..questa domanda vale per il ricercatore:)
Ah beh, l'uomo da sempre a qualcun altro le colpe delle sue malefatte.
Questo argomento però mi ricorda una parabola che riporto per aiutarmi nel ragionamento.
E' un altro punto di vista che cercava di capire, perchè esiste il dolore nel mondo e quando ce ne libereremo.
La parabola è la più vecchia della storia o quasi, ossia quella del giardino dell'Eden.
***non cambiate canale please...***
Lo dico prima.
Qua si parla dello spirito e della materia.
Beh parlare dello spirito oggi, già sembra cosa da fuori di testa, quindi tanto vale che parliamo anche dell'Eden.
(Ma sotto sotto ci sono anche segnali che c'è un interesse verso il mondo invisibile, che bussa negli essere umani.)
In fin dei conti non importa se questo giardino non è mai esistito.
In quel testo che cito spero senza sbagliarmi, si esaminava quella come una situazione "ideale".
Ricordiamola brevemente.
C'era Dio e l'universo creato che viveva situazione perfetta in un equilibrio ideale sotto la sua supervisione.
In questo contesto anche l'uomo era un essere inconsapevole.
Lo si capisce da come è descritto.
Parlava con Dio, il quale provvedeva a tutto quello che gli serviva nel migliore dei modi e tutto era insomma un paradiso.
Poi però è arrivato il momento in cui Adamo ed Eva mangiarono il "frutto dell'albero della
conoscenza"
Lo dice la parola.
In quel momento capirono che erano nudi.
Prima non ne erano coscienti.
A quel punto arriva quella che la mente umana ha sempre dipinto come una "cacciata" dall'Eden.
In realtà molti dicono che non è così e che invece è il solito intelletto umano che la prende in quel modo (con tutto vantaggio delle brame di potere dei soliti furbi che ci vanno a nozze), ma che bisognerebbe per un momento provare a considerarla in un altro modo.
Quella che viene dipinta come una maledizione (ma può mai un Dio maledire la sua creazione??) sarebbe in realtà una semplice constatazione.
Del tipo: caro figlio. Ora tu "conosci" ora hai deciso di governarti da solo. Hai intrapreso una strada dura e non potrò più essere io a governarti, ma dovrai imparare a farlo da solo.
Beh, l'ho trovato niente male come spunto.
In effetti non si fa fatica a vedere che gran parte dei problemi di oggi son causa solo e soltanto dell'uomo.
Quindi è lui stesso l'origine del proprio dolore, si ma mica sempre lo capisce. Anzi spesso si incaponisce in cose che lo portano alla rovina, pur sapendolo fin dall'inizio.
E allora, la libertà dello Spirito sta proprio in questo.
E' libero perfino di farsi del male, poi se un giorno dall'interno del suo vestito di carne si stancherà di farsi del male, probabile che pian piano - progressivamente - capisca che applicando l'amore disinteressato alla propria vita ha una chance di ricreare il paradiso in terra.
Vado troppo fuori?