... beh.. consigli ... si chiacchiera tra di noi, via.
CITAZIONE (jack_russel @ 5/9/2013, 13:00)
si è creata una vita che non è la mia ed in cui mi trovo stretto.
... come moltissime altre persone, Jack.
Ci riflettevo anch'io tempo fa, comunque è sempre difficile determinare a priori quanto sia una vita di cui ci si è "accontentati" (o si sia stati intrappolati dagli eventi) e quanto invece sia una base come un'altra che offre gradi di miglioramento e da cui partire per costruire qualcosa di diverso.
Però a parte questo discorso, pochi giorni fa sono andato in banca ed ho notato che ragazza che era alla cassa aveva modi e movimenti molto normali, quando ad un tratto per via che le si era inceppata la carta nella stampante, cercando di togliersi dagli impicci ha iniziato a tremare e si vedeva chiaramente che che era in difficoltà anche se non c'era motivo di una tale agitazione. Poi però si è fermata un istante, come se avesse ricordato qualcosa e ho notato che probailmente ha fatto un respiro lento e profondo, e dopo ha ripreso con più calma. La cosa poi si è risolta.
Allora mi è venuto in mente il tuo racconto e anche un ricordo della mia adolescenza che mi è sembrato simile.
Praticamente nella scuola che frequentavo abbiamo iniziato a praticare la pallavolo durante le ore di educazione fisica. Pochi l'avevano già praticata e come al solito ci sono quelli più portati e quelli un po meno. Io ero tra quelli un po' meno.
In realtà se ci penso ora non c'era granché differenza, ma forse perchè da ragazzini si è anche molto diretti a pigliarsi per i fondelli per ridere, tempo un paio di errori e qualche imprecisione, io ero diventato quello che non era capace; l'ultima scelta, quello imbranato che nessuno vuole in squadra.
Questa cosa mi metteva addosso molta pressione e me lo ricordo ancora, tanto che anche alcune delle cose che mi riuscivano (i tocchi), comunque a volte le sbagliavo in modo insensato, proprio quando sarebbe stato più importante averle fatte giuste.
Non è stato semplice ma oggi posso dire che l'insicurezza mi faceva sbagliare.
Non è che uno sbaglia e quindi diventa insicuro, è proprio il contrario.
Alcuni anni in più e input di vario genere mi hanno fatto capire che è come se io avessi dato loro un potere (che non gli spettava ed in realtà era mio), il quale per metteva a loro di stabilire chi fossi io e cosa potessi fare.
Il potere appunto di giudicarmi.
Accade spessissimo, peraltro.
Poi in realtà "gli altri" non sanno minimamente di avere questo potere e anzi a volte dicono qualcosa che ci può metter in difficoltà senza rendersi conto degli effetti che ha e, anzi, quasi sempre vogliono dire o fare tutt'altro. Cose prese alla laeggera e che diventano pesanti solo per il modo in cui NOI le sentiamo risuonare nei nostri confronti.
Risolverlo forse non è facile come sembra a parole, ma in realtà era più di aver convinto me stesso che non ero capace, ma è come se avessi costruito un personaggio con un determinato ruolo e carattere che rispondesse ai requisiti che mi si erano dipinti addosso, e che boicottava me stesso.
Abitudini e ripetizione poi hanno fatto il resto.
Io all'epoca non ne avevo la benchè minima coscienza e mi è semplicemente scivolato addosso, invece magari parlarne come stai facendo te e con un lavoro su se stessi, forse a qualcosa può portare.
Ah, in altre sedi a me hanno insegnato che non serve incazzarsi con se stessi o con gli altri perchè aumenterebbe un certo attrito e le tensioni diventando controproducente, per cui si tratterebbe invece di cercare di essere umili e giusti.
Gli altri sono anche disposti ad aiutarci molto spesso, da quel che ho potuto vedere io.
PS: mai letto il libro "i quattro accordi"?