03/02/2007: Teotihuacan, la città degli Dei
Nessuno conosce quale fosse l'antico nome della più grande città dell'America preispanica. Quando gli aztechi, e ancora prima di essi i Toltechi la trovarono, era già abbandonata e in rovina da migliaia di anni. Furono gli aztechi a chiamarla Teotihuacan - la città degli Dei - o "il luogo dove gli uomini divennero Dei". Sebbene si ritenga che la maggior parte degli edifici risalgano agli albori dell'era cristiana, tra il I secolo a.C. ed il II secolo d.C. , è curiosa l'assoluta mancanza di ogni riferimento agli originali costruttori e abitatori della città. I toltechi, che pure, stando alle datazioni attualmente accettate, dovettero essere contemporanei all'ascesa di Teotihuacan, già si interrogavano sull'identità dei suoi misteriosi costruttori, stupefatti dall'immensità degli edifici e dei palazzi.
Furono probabilmente i Toltechi a dare vita a quella che oggi è impropriamente detta cultura di Teotihuacan, in realtà di molto posteriore alla città stessa, e che solo si limitò a reinsediarsi in un sito ben più antico.
Gli aztechi ereditarono dai Toltechi una serie di leggende sui primi abitanti e fondatori di Teotihuacan. Essa sarebbe già esistita prima che il sole illuminasse la terra. Lì gli Dei si sarebbero riuniti in consiglio all'inizio dei tempi, e lì si sarebbero immolati sulla pira per fare sorgere il quinto sole, al termine di un'era di oscurità che era seguita al grande diluvio che aveva cancellato la terra del quarto sole.
Sempre agli aztechi dobbiamo i nomi attuali dei principali edifici della città. Furono loro a chiamare con i nomi di piramide del sole, della luna e del serpente piumato le tre grandi piramidi che ancora si innalzano sulla città, così come pure il Miccaotli, quello che gli spagnoli avrebbero chiamato "la calzada de los muertos" - il viale dei morti - principale arteria della città.
Sempre gli aztechi parlavano - evidentemente rifacendosi ai più antichi racconti dei Toltechi - di come a Teotihuacan vivessero dei grandi "signori del tuono", semidei che conoscevano ogni cosa e il cui potere non aveva limiti. Essi stessi ne spiegavano il declino con la partenza da Teotihuacan dei signori del tuono, che portarono con se ogni tipo di codici, amuleti e oggetti misteriosi, lasciando solo dodici di essi a guardia della città.
La fine di Teotihuacan fu rapida e improvvisa. Le piramidi furono deliberatamente abbattute e smantellate, i grandi palazzi dati alle fiamme e le statue fatte a pezzi. Il cosiddetto palazzo di Quetzalcoatl o "palazzo delle farfalle" venne deliberatamente abbattuto e ricoperto di terra. Tutto lascia presupporre che una rivolta interna abbia posto fine alla città. Forse una guerra civile, che ne decapitò i vertici politici e religiosi, ed il cui odio feroce si scatenò contro i simboli dell'oppressore, le sue piramidi, i templi e i grandiosi palazzi.
Nell'arco di meno di un secolo quella che fu certamente per quasi un millennio la più grande città dell'emisfero occidentale, con una popolazione forse superiore ai trecentomila abitanti era ridotta ad un villaggio sepolto sotto una coltre di fango.
Gli aztechi finirono con l'attribuire la costruzione della città e delle piramidi ai Toltechi. E' chiaro tuttavia come questi Toltechi, termine che nella lingua nahuatl significa "gli artefici" o "i costruttori" non fossero affatto l'omonima popolazione centro-americana, ben diversa dai bianchi "signori del tuono" del mito.
Gli stessi aztechi si proclamarono nella loro ascesa eredi di questi Toltechi e di Teotihuacan, assumendo appunto il nome di Aztechi con cui sono oggi noti. Prima della data dell'occupazione della valle del Messico, gli aztechi chiamavano se stessi Mexica o Tenocha (da cui Tenochtitlan, la città degli aztechi). Solamente l'elite di discendeza tolteca poteva fregiarsi del titolo di "Aztlantecas", poi reso dai conquistadores spagnoli in "aztecas". I Tenocha chimavano se stessi atlantidei - Aztlantecas, da Aztlan -Atlantis-, la loro patria leggendaria, la "terra delle sette caverne".
A Teotihuacan troviamo tutti i tratti caratteristici di una grande capitale neo-atlantidea, evidentemente costruita sulle rovine di un tempio ben più antico. Le tre grandi piramidi risultano più antiche di qualunque altro edificio della città, e precedono dunque la città stessa. Di queste, la piramide del Sole presenta la stessa base della grande piramide di Ghiza, e la metà dell'altezza. Mentre dunque a Ghiza il rapporto aureo incorporato nella grande piramide è pari a due volte pi greco, lo stesso rapporto si trova a Teotihuacan come quattro volte pi greco.
E' evidente come le piramidi di Teotihuacan siano diverse da qualunque altra struttura analoga si trovi sul continente americano. Non solo per le dimensioni veramente eccezionali, ma anche e soprattutto perchè si tratta delle uniche vere piramidi esistenti nelle Americhe, essendo le altre più simili a Ziggurat o colline terrazzate. A Teotihuacan si trovano invece gli stessi lati lisci delle piramidi egizie, e nessuna traccia di templi sulla sommità, che doveva dunque terminare in un pyramidion purtroppo perduto già in antico.
Sono evidenti tuttavia le notevoli differenza nella tecnica costruttiva. Nessuna delle piramidi di Teotihuacan è costruita in pietra da taglio, ma in grossi ciottoli di pietra basaltica, inframezzati a costoloni in muratura di migliore qualità.
La tecnica costruttiva prevedeva ampie murature radiali di contenimento, al cui interno era gettato materiale incoerente e di più bassa qualità. Le facciate esterne erano l'unica porzione realizzata in pietra da taglio calcarea, per uno spessore di circa sei metri. Di questo rivestimento, asportato già in antico, restano oggi solamente delle tracce e pochi frammenti scolpiti, per lo più al museo di Città del Messico. Al di sopra di questo rivestimento in pietra erano poi collocate sottili lamine di mica dorata, il cui scopo resta uno degli enigmi più inquietanti offerti dal sito. L'uso della mica come materiale da costruzione è pressochè sconosciuto nel mondo antico, ed è tanto più soprendente se si considera la difficoltà con cui questa avrebbe potuto essere tagliata in lastre quadrate di oltre due metri e settanta centimetri di lato, lastre che sembra provenissero da cave situate in Brasile, a migliaia di kilometri di distanza.
Gli scavi condotti da Leopoldo Bartres agli inizi del '900 portarono alla luce decine di tonnellate di questo materiale sull'esterno delle piramidi principali, rinvenimento del quale non restano oggi che isolati frammenti, a seguito della vendita ad appaltatori privati di quasi tutta la mica rinvenuta sul sito.
I restauri condotti da Bartres ebbero anche la conseguenza di rivoluzionare radicalmente la fisionomia delle piramidi maggiori, che vennero consolidate ricoprendone le facciate esterne con calcestruzzo e cemento. La ricostruzione aggiunse alle piramidi, sempre con il fine di prevenirne il crollo a seguito dell'asportazione del rivestimento esterno, una serie di gradoni che dovevano essere in origine assenti, come ben testimoniano le residue tracce delle murature originali, lisce.
In epoca azteca, quando Teotihuacan già era divenuta meta di pellegrinaggi, alle piramidi maggiori furono aggiunte rampe e scalinate, la cui struttura a piattaforme sovrapposte contrasta chiaramente con l'aspetto esteriore delle piramidi principali.
La piramide del Sole presenta un lungo tunnel che corre al di sotto di essa fino al centro geometrico della piramide. Il tunnel è attualmente inaccessibile per via del rischio di crolli, ed è stato in più punti rinforzato con contrafforti in cemento armato che rendono difficile ricostruirne l'aspetto originario. Il tunnel conduce ad una caverna naturale, posta esattamente sotto il centro della piramide e costituita da quatto camere più piccole di forma semicircolare, in cui vennero rinvenute altre lastre di mica e una quantità di specchi più piccoli.
Le tre piramidi riflettono la posizione delle stelle nella cintura di Orione, e presentano complessi orientamenti astronomici rispetto alla levata delle Pleiadi, ai solstizi e agli equinozi, sebbene molte di queste correlazioni possano oggi essere solo difficilmente colte a causa dei restauri distruttivi degli inizi del novecento.
A Teotihuacan si contano poi oltre un centinaio di piramidi minori, tutte disposte simmetricamente ai lati del viale dei morti.
Il viale dei morti, lungo oltre quattro kilometri e largo mediamente sessanta metri venne così chiamato perchè gli aztechi, e gli spagnoli dopo di essi, credevano a torto che le decine di piramidi ai suoi lati fossero le tombe degli antichi signori della città, fatto questo che ne favorì la spoliazione ed il saccheggio sistematico.
Gli scavi più recenti hanno rivelato come non si trattasse affatto di un viale, quanto piuttosto di una immensa via d'acqua. Ancora oggi sono ben visibili in più punti gli antichi sistemi di chiuse e vasce sovrapposte, che declinano via via che ci si avvicina alla cittadella, posta all'estremità opposta del viale rispetto alla piramide della luna.
Dobbiamo dunque immaginarci una città con piramidi ricoperte di lastre dorate che si riflettevano nell'acqua di gigantesche vasche e canali, il tutto disposto secondo una pianta rigidamente matematica e geometrica.
Vista dall'alto della piramide della luna l'intera città sembra matematicamente pianificata secondo un unico progetto unitario.
Possiamo invece solo avere una pallida idea delle grandiose cerimonie che vi si svolgessero.
Ai lati del viale dei morti e nella grande piazza della luna avrebbero potuto essere accolte folle immense, nell'ordine di centinaia di migliaia, o anche milioni di persone. La sola cittadella poteva raccogliere nella sua piazza almeno centomila uomini.
Le decorazioni superstiti, che paiono comunque ben posteriori alla costruzione delle piramidi e alla fondazione del sito, sono di una ricchezza che non ha eguali in tutta l'america precolombiana. Motivi a stelle e altri ancora geometrici si susseguono a grandi teste di serpenti e figure mostruose.
La vista forse più grandiosa la offre il grande palazzo di Quetzalcoatl, o palazzo delle farfalle.
E' evidente dal tipo di decorazione che ci si trovi di fronte ad un palazzo neo-atlantideo, seppure evidentemente più volte ricostruito. Le colonne sono decorate con geni alati, simboli di sapienza, del tutto analoghi a quelli che si trovano sui palazzi babilonesi, mentre sulle antefisse in pietra compaiono delle stelle a quattro punte.
Il motivo più ricorrente e forse il più tipicamente neo-atlantideo è rappresentato da una serie di occhi - l'occhio onniveggente - con pupille di ossidiana, sovrastati da geni alati, a simboleggiare la sapienza che tutto vede.
Fu contro questo palazzo in particolare che dovette scatenarsi la furia della rivolta, ed è proprio ad essa che ne dobbiamo il grado di conservazione quasi miracoloso. Le colonne furono infatti abbattute nel cortile centrale e l'intero palazzo ricoperto di terra in modo deliberato, quasi a cancellarne ogni traccia, ma preservandolo in realtà e contro le loro intenzioni dall'azione del tempo.
Teotihuacan: alcune foto (riproduzione non autorizzata - tutti i diritti sono riservati)
Nota: le immagini sono state per ovvie ragioni ridimensionate. Se desideraste gli originali in alta definizione, fatemelo gentilmente sapere tramite messaggio personale.
piramide del sole - sostruzioni
Piramide del sole
tunnel - ingresso -
Viale dei morti
Piramide della luna
Palazzo di Quetzalcoatl
Il Tunnel sotto la piramide del sole
Scalinata monumentale della piramide del serpente piumato
vasche per l'acqua
lastre di mica (frammenti)
glifo alato
occhio onniveggente