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TARTESSO, Riprendiamoci la sua storia

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Jim75
view post Posted on 24/4/2005, 11:50




CITAZIONE
vediamo se voi riuscite a trovare qualche fondamento alle mie congetture . . . .  

Non vorrei mettere troppa carne al fuoco... ma un tempo era una palude gran parte della p.padana, ma prima ancora? Eppoi, l'avete mai sentita quella storia che fa risalire la fondazione di Torino agli egizi? Eppoi, ma come diamine hanno fatto gli Argonauti a risalire l'Adriatico, entrare nell'Eridano ed uscire nel Tirreno??
 
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onussen
view post Posted on 26/4/2005, 15:36




Efesto 88:
CITAZIONE
Forse ... le colonne d'Ercole sono Etna e Aspromonte, molto alti e utili se si pensa che Eracle sia passato di lì,se ci si basa dalla mia concezione di trinacria, giardino perfetto delle esperidi, prospero come Atlantide sotto un punto "vegetale", ma privo del suo potere e dei suoi metalli, il luogo ideale per far camminare Atlante dal Nordafica, attraverso il mare, per poi arrivare al giardino nella terra proprio davanti (sbaglio forse?Chissa).

Se le colonne sono loro (secondo un punto di vista egizio all'incirca), davanti ad esse vi è l'Italia.
Così le alpi proteggerebbero per tre lati la pianura soggetta ad alluvioni (parafrasando, circondata da tre lati da monti altissimi celebrati per la loro imponenza, essebdi una nesos, ovvero isola o luogo alluvionale).


Quindi (scusate l'onnipresente follia) all'incirca Milano sarebbe l'antica Atlantide o una città costruita secondo qualche antico schema [...]

Mmmm ... però l'Italia e la pianura padana soprattutto sarebbero solo la città di Atlantide ... e se l'Europa fosse il continente d'Atlantide?

Interessanti le tue considerazioni,Efesto 88.L'Italia,carta geografica alla mano,è situata di fronte allo stretto di Messina (ricordi Scilla e Cariddi?) per un viaggiatore,antico e moderno,che arriva in nave dall'Egitto o dalla Grecia,dopo aver solcato e lasciato dietro di sè quel piccolo braccio di mare.

I marinai di un tempo non avevano a disposizione foto satellitari del mondo,comunicazioni via radio,atlanti con carte geografiche dettagliatissime,telefonini,internet,aeroplani,televisioni,foto aeree eccetera.

http://it.wikipedia.org/wiki/Italia#mediav...c_map-blank.svg

http://it.wikipedia.org/wiki/Pianura_padana

"In primo luogo tutto quanto il territorio si diceva che fosse alto e a picco sul mare, mentre tutt'intorno alla città vi era una pianura, che abbracciava la città ed era essa stessa circondata da monti che discendevano fino al mare, piana e uniforme, tutta allungata lunga tremila stadi sui due lati e al centro duemila stadi dal mare fin giù. Questa parte dell'intera isola era rivolta a mezzogiorno e al riparo dai venti del nord. I monti che la circondavano erano rinomati a quel tempo, in numero, grandezza e bellezza superiori ai monti che esistono oggi [...] [Platone]".

Quando Colombo nel 1492 approdò in America si persuase di aver raggiunto l'Asia ,le Indie.

Bisognò attendere ulteriori viaggi di esplorazione per capire la verità.

www.silab.it/storia/?pageurl=10-la-...-nell-antichita

http://cronologia.leonardo.it/umanita/cap007.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Geografia_del...bblica_Italiana

www.archeoguida.it/004266_omero.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Planisfero_tolemaico

Esistono già delle teorie in merito.

CITAZIONE
Che l'antica Atlantide menzionata da Platone si è veramente l'Italia, e gli Atlantidi,Atalanti o Italiani che nominar si vogliono,altro non sono veramente che gli antichissimi Italiani,e non altro il totale deplorato inabissamento dell'Atlantide che una poetica esagerazione dei mentovati parziali inabissamenti del suolo italiano?

Che lo stesso nome di Pelasghi impartito dai Greci a genti incivilitrici,significa uomini di mare,uomini venuti d'oltre mare,e propriamente si riferisce agl'Italiani naviganti lungi dalle sommerse patrie a cercarsi stanza altrove?

Che per queste migrazioni l'italiana civiltà s'introdusse in Grecia,in Corcira,in Samotracia,nell'Asia Minore,in Creta,nell'Egitto,sulla costa africana,nella Fenicia,nell'Assiria,nella Persia e nei paesi conterminanti?

fonte: http://books.google.it/books?id=2q4RAAAAYA...=gbs_navlinks_s

CITAZIONE
"I Tirreni, dice Diodoro, furono anticamente una nazione potentissima, tennero un vasto dominio e fondarono molte celebri città; come ancora fatti poderosi di navi, tennero lungamente l'imperio del mare e dal loro nome chiamarono Tirreno il mare inferiore della Italia". Senza pensare che Diodoro parla dell'antichità de' Tirreni relativamente alla età in cui viveva egli, il signor Mazzoldi conchiuse a dirittura che in una età antichissima, anteriore all'altre epoche istoriche, i Tirreni costituirono un grande imperio marittimo. Considerando che l'impero de' Tirreni di cui parla Diodoro era nella Etruria, e che gli Etruschi vi fu un tempo che furono anch'essi potentissimi, ne conchiuse che Tirreni ed Etruschi furono un popolo medesimo. Trovando che i Pelasgi furono anch'essi una gente di mare e i più antichi abitatori della Italia, ne inferì che Tirreni, Etruschi e Pelasgi significavano lo stesso. E trovando che vi erano Pelasgi nella Tracia, nella Tessalia, nella Grecia, nell'Arcipelago, nelle isole del Mediterraneo, nell'Asia minore e che gli autori rappresentano questo popolo celebre e misterioso come il ceppo di tanti altri popoli, come un popolo civilizzatore, sempre vagante, frazionato sopra varii siti e consunto alfine dalle continuate emigrazioni: immaginò che fossero i Pelasgi-italiani che obbligati da un'inesorabile necessità uscissero dal loro paese in un'epoca molto remota ed andassero a colonizzare quando la Grecia e quando l'Asia. Il punto difficile stava nel trovare la soluzione di questo nuovo fenomeno istorico; ma vennero in suo aiuto le lettere di Bailly sopra l'Atlantide e il racconto di Platone sopra l'esistenza di un popolo di Atlantidi molto potente e che una grande catastrofe fece sparire dal numero delle nazioni. Vi era per altro una difficoltà; ed è che Platone pone l'Atlantide di là dallo stretto di Gibilterra, e Bailly presso il polo artico; ma il signor Mazzoldi pensò che l'Atlantide debbe avere ricevuto il suo nome da Atlante, e che Atlantide apparteneva alla prosapia di quei Titani che furono fulminati da Giove nella Sicilia e nella Campania, e che per conseguenza dovevano essere italiani: quindi italiano anco Atlante, e l'Atlantide non può essere altrimenti che l'Italia [...] I misteri cabirici, di origine fenicia, furono dai Pelasgi portati nella Samotracia, poi nella Grecia; ma posto che i Pelasgi sono italiani, anco i misteri cabirici vennero dalla Italia. I Tesproti, i Tessalioti, i Traci, gli Arcadi, gli Argivi, gli Attici, i Dori, gli Joni, i Frigi, ec. avevano una origine pelasgica; ma i Pelasgi erano italiani, dunque furono gl'Italiani che andarono a popolare e ad incivilire que' Paesi [...] Ammesso [...] che l'Atlantide fosse in Italia, il signor Mazzoldi assegna le cause dell'emigrazione pelasgica allo "spaventoso flagello [...] di cui restò testimonio tradizionale nella memoria della guerra de' giganti con Giove [...] e testimonio tradizionale e monumentale della rottura dell'istmo che congiungeva la Sicilia all'Italia [...] Spaventati gli uomini [...] da un traballamento e da una bollitura del suolo da cui forse erano colpiti la prima volta, il pensiero primo di chi potò sottrarsi alla rovina dei torrenti di fuoco, delle ceneri e delle pietre infuocate eruttate dai vulcani, dovea essere certamente non già di ritornare su di un suolo ardente, sconvolto e minaccioso, ma bensì di cercare altra patria lontana da quella che credevano ormai maledetta dalla divinità [...] questi esperti marini [...] lasciata la patria, recarono oltremare le loro arti, le loro scienze, a tutti i semi di quella civiltà che sì largamente ebbe poi a fruttificare presso coloro che loro offerirono l'asilo dell'ospitalità".

fonte: http://books.google.it/books?id=bA7uFm7D83YC&dq=

"Quell'isola era più ampia della Libia e dell'Asia messe insieme [...] In quest'isola di Atlantide si era formata una grande e straordinaria monarchia, che dominava tutta l'isola e anche molte altre isole e regioni del continente; inoltre governava, da questa parte dello stretto, la Libia fino all'Egitto e l'Europa fino alla Tirrenia [Platone]".

Jim 75:
CITAZIONE
Sulle dimensioni c'è da considerare che non esisteva l'atlante a mo di immagine satellitare. Difficile stabilire le dimensioni in termini di area, ancor più se nel territorio vi sono montagne e asperità varie. Credo che un metro di grandezza possa essere lo sviluppo costiero, invece. Ad esempio, Libia e Asia come avrebbero potuto definirne la dimensione se non sapevano dove finiscono?? Invece considerando la Libia dal canale di sicilia all'egitto (erodoto, le storie) e l'asia dall'egitto ai dardanelli, ovvero le coste mediterranee del medioriente e turchia, potevano certamente definire in termini di navigazione le distanze. Quindi non mq, ma metri x intenderci. In questo caso le dimensioni si restringono parecchio, pur restando notevoli. Diciamo che già lo sviluppo costiero della sola Italia si avvicina a quanto cerchiamo ...

CITAZIONE
In quella d'Atlantidi,la loro congiunzione colla famiglia di quell'Atlante che,secondo le antichissime tradizioni frigie conservateci da Eusebio secondo Beroso ed anche secondo Platone e Diodoro,fu re d'Italia, e da cui forse derivò la denominazione tecnica e territoriale degli Atalanti,Italanti,o Italiani o dell'Italia.

In quella di Pelasghi,la loro provenienza dalle spiagge dell'Adriatico,come dimostreremo più innanzi.

fonte: http://books.google.it/books?id=uE4IAAAAQA...=gbs_navlinks_s

CITAZIONE
Narra adunque Diodoro, questi Atlanti o Atlantidi, avere avuto per loro primo re Urano; avere costui il primo indotti gli uomini ad abitare entro le città, date leggi, insegnato a coltivare le terre, inventate molte arti utili alla vita. Egli del mondo avere dominata la maggior parte, ma specialmente quella che è volta ad Occidente ed a Settentrione; essere stato grande osservatore degli astri; avere insegnato come l'anno procedesse, e fissati i mesi e le ore, e predetti molti accidenti del cielo; onde ammirati i popoli ancora nuovi all'astronomia, grandemente averlo onorato; averlo voluto per Dio, in seguito dettolo Cielo, quasi ei fosse stato l'ordinatore degli astri [...] Queste tradizioni attribuivansi, dice Diodoro, dai Greci e dagli Egizi agli Atlantidi. Se noi le paragoniamo con quelle degli Oceaniti dell'isola Panchea riferite dallo stesso Diodoro e con quelle de' Cabiri e de' Pelasghi, di cui scrive Erodoto [...] ci balzerà a prima vista chiara agli occhi la verità da noi asserita, cioè ch'esse non appartengono se non ad un popolo denominato variamente secondo le varie indicazioni che lo caratterizzavano. Tutte le più remote memorie de' fatti umani s'accordano poi ad indicarci che un tale popolo ebbe le sue sedi in Italia e nelle sue isole, avanzo di quell'antica catastrofe che lo cacciò di patria, e lo sparse per tutte le nazioni poste nel Mediterraneo [...] Dardano di patria toscano, fondatore di quel regno di Frigia che ebbe gara di antichità coll'Egitto, e da cui tuttora si denominano i Dardanelli che chiudono l'entrata del Bosforo [...] Titani che, secondo Omero, eressero a varie riprese le mura di Troia [...] tradizioni egizie sugli Atalanti, o Italanti che dominarono l'Egitto in tempi che precedono tutte le memorie istoriche, la cui patria era posta nel mare riscontro alla catena dell'Atlante, per quel mare deve di necessità intendersi il Tirreno, dacchè il mar d'Affrica oltre lo stretto delle colonne d'Ercole non si conobbe dagli Egizi se non dopo i tempi di Necos; ad Atalante secondo le tradizioni frigie re d'Occidente, e secondo le memorie sacre caldaiche, raccolte da Beroso, istorico più antico di Erodoto, re d'Italia [...] denominazione territoriale di Atalanti, di Thalia, A-Thalia, Italia, conservatasi attraverso di tanti secoli [...] denominazioni territoriali di Monte Titano, e di Porto Titano ed altre simiglianti durate fino a' nostri tempi in Italia [...]

fonte: http://books.google.it/books?id=RrtCAAAAcAAJ&dq=

Inutile dire che tutto ciò è molto discutibile,bisogna valutare con attenzione le descrizioni di Platone.Mi autocito,vogliate scusarmi:"Un'isola che affonda tra le acque ... una mare,prima navigabile,che diventa ostile e inaccessibile ...".

"...Dei re dell'isola di Atlantide,la quale,come dicemmo era a quel tempo più grande della Libia e dell'Asia,mentre adesso,sommersa dai terremoti,è una MELMA INSORMONTABILE che impedisce il passo a coloro che navigano da qui per raggiungere il mare aperto,per cui il viaggio non va oltre [Platone]".

"Dicono infatti i nostri testi che la vostra città arrestò un enorme esercito,che con prepotenza stava avanzando contro tutta l'Europa e l'Asia insieme,proveniente da fuori,dal mare Atlantico:ALLORA INFATTI QUEL MARE ERA NAVIGABILE PERCHE' C'ERA UN'ISOLA DI FRONTE ALLO STRETTO chiamato (come dite voi) Colonne d'Eracle.Quell'isola era più grande della Libia e dell'Asia messe insieme;e da essa i naviganti di quel tempo potevano passare sulle altre isole,e da esse su tutto il continente opposto intorno a QUELLO CHE ALLORA ERA UN VERO E PROPRIO MARE [Platone]".

Devo quotare Jim:
CITAZIONE
si riallaccia a quanto detto prima della pianura adriatica che altro non sarebbe che un prolungamento di quella padana.

Il fatto isola/terra alluvionale, però, in teoria decade quando Platone fa dire che "l'intero territorio è a picco sul mare"
e attraverso quali altre isole si raggiunge il continente opposto che invece è attaccato?

Non sarebbe cmq milano, ma al limite rimini o giù di lì la capitale, essendo a 8 km dalla linea costiera.

Questi erano i primi "contro" che mi sovvengono. Tra i primi "pro" il fatto che bastano veramente pochi metri di mare in più che si allaga tutta la pianura padana e che questa è piuttosto grande e che le Alpi sono indubbiamente le montagne più alte dell'occidente mediterraneo.

Aggiungo:ammesso che esista o sia esistito,dov'è o dov'era il mar melmoso,il mare di fango,il mare paludoso di cui parla il sommo filosofo greco?

aa799

CITAZIONE
... Erodoto indicò gli Italiani sotto il nome di Umbrici

fonte: http://books.google.it/books?id=K04OAAAAQAAJ&dq=

http://books.google.it/books?id=fTOwwF5A0DsC&dq=

CITAZIONE
... Gli Italiani d'oggidì sono i Titani, gli Aborigeni, gli abitanti primitivi, ed originarj di questa bella regione, sulla quale gli stranieri sotto varie denominazioni non furono mai se non di passaggio.

fonte: http://books.google.it/books?id=xNVtJQSdhccC&dq=

Tra parentesi,l'origine del nome ITALIA è piuttosto discussa."Il nome proprio "Italia" nasce come toponimo.La sua origine,oggetto di studi sia da parte di linguisti che di storici,è controversa",dice Wikipedia.

http://it.wikipedia.org/wiki/Etimologia_del_nome_Italia

http://cronologia.leonardo.it/storia/aa800.htm

www.pittau.it/comune/italia.htm

CITAZIONE
Il nome ITALIA,secondo alcuni storici,deriva dal greco "ITALOS" che significa toro e sarebbe una forma contratta e grecizzata del nome umbro "VITLU" (vitello).

Secondo altri storici l'origine del nome "ITALIA" non è una derivazione umbra,bensì etrusca,poichè,idicavano il toro con il nome "VITALU".

L'ipotesi è confermata dallo storico Apollodoro che sosteneva che il termine Italia derivasse da "ITALON",da tradurre con il significato di "TORO",usato dai popoli tirreni e quindi anche dagli Etruschi.Erodoto,a detta di molti autori greci e latini,fu il primo a usare il nome "ITALIA" per indicare la parte meridionale della nostra penisola,ovvero,l'antico Bruttium [Calabria] abitatoi dagli Itali (da Italo re degli Enotri)

fonte:"Calabria:dove nasce il nome Italia" di Maria Antonietta Crea.

www.emaida.com/articoli/allegati/il%20nome%20Italia.doc

CITAZIONE
Secondo alcuni deriverebbe dal nome greco AITHALIA.

AITH- = è presente in nomi geografici legati al fuoco,al fumo,alle fiamme.Es. Monte Etna (AITNA).

I Greci che colonizzarono l'Italia meridionale l'avrebbero chiamata AITHALIA = TERRA FUMOSA per la presenza di molte fornaci per la lavorazione dei metalli.

Secondo altri l'origine sarebbe da ricercare nella lingua accadica parlata anticamente in Mesopotamia,dove il nostro paese,poichè si trovava ad ovest,dove tramonta il sole,sarebbe stato chiamato TERRA DELL'OMBRA = ATALU,da cui ITALIA.

L'ipotesi più probabile:in osco,lingua locale parlata anticamente in Italia del Centro-sud, VITLO = VITELLO,TORO GIOVANE,VITELIU' = TERRA DEI VITELLI a indicare un territorio dell'Italia meridionale [gli OSCO-UMBRI] dove la popolazione adorava il toro come animale sacro.

Intorno al 750 a.C. gli antichi Greci iniziarono a fondare le loro città nell'Italia meridionale e in Sicilia.Quelli che arrivarono nell'attuale Calabria definirono il territorio dov'erano giunti usando questa parola osca,VITALIU',adattandola in OUITALIA.

Dal greco passò al latino come ITALIA.ITALIA = la terra dei giovani tori.Quindi il nome ITALIA fu inizialmente usato per indicare solo la PUNTA DELLO STIVALE,l'ultimo lembo dell'attuale Calabria.Con l'infittirsi delle colonie greche tra il VII e VI secolo a.C. il nome passò a indicare tutta l'Italia meridionale greca [la MAGNA GRECIA] fino a Cuma (Nord) e Taranto (a Est).

I Greci della madrepatria chiamavano infatti i Greci che avevano colonizzato le coste del nostro meridione ITALIOTI.

Italia, italiani, Atlantide, atlantidei, Italos, Atlantis.

Vogliamo discutere dell'antica popolazione degli UMBRI?

http://it.wikipedia.org/wiki/Umbri

http://it.wikipedia.org/wiki/Lingue_osco-umbre

http://it.wikipedia.org/wiki/Ver_sacrum

www.sanniti.info/smpop.html

http://spazioinwind.libero.it/popoli_antic...ici/Sabini.html

http://spazioinwind.libero.it/popoli_antic...lici/Umbri.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Tavole_eugubine

Alcune fonti attribuiscono la fondazione di Rimini,Ravenna e Mantova agli Umbri.Certi scrittori antichi,come Servio,accordano la creazione di Perugia,importante città etrusca,agli Umbri Sarsinati.

Secondo lo scrittore latino Plinio il Vecchio, "la popolazione umbra E' RITENUTA LA PIU' ANTICA D'ITALIA,si crede infatti che gli Umbri fossero stati chiamati OMBRICI dai Greci PERCHE' SAREBBERO SOPRAVVISSUTI ALLE PIOGGE QUANDO LA TERRA FU INONDATA.E' attestato che gli Etruschi sottomisero trecento città umbre".

Edited by onussen - 21/2/2015, 10:49
 
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onussen
view post Posted on 26/4/2005, 15:58




Altra curiosità:esistono effettivamente strane leggende su Torino,città magica per eccellenza,secondo le quali l'attuale capoluogo del Piemonte è stato fondato dagli Egizi.

CITAZIONE
Quando è nata Torino,da chi è stata fondata e quando?Domande che aspettano da secoli una risposta attendibile.L'antica Taurasia sorse in un luogo propizioricco d'acque e di foreste,ma chi erano esattamente i taurisci?L'etimologia li definisce "abitatori dei monti" dell'aramaico TAUR o dal celtico THOR che riprende comunque il senso di montagna:troviamo in Crimea la catena dei monti TAURICI,in Austria quella dei TAURI e nell'Asia Minore il massiccio del TAURO (diversi monti della catena alpina,inoltre,si chiamano TABOR - ndr.).

Da quest'ultima regione studiosi come il Balbo ed il Cibrario reputavano che provenissero i TIRRENI i quali mossero alla conquista delle coste del Mediterraneo sbarcando in Italia e Spagna,insediandosi soprattutto in zona ligure.

Di questo ceppo etnico furono certamente i primitivi abitanti del Piemonte ai quali si fusero i Celti ariani di Belloveso e di Brenno.Già in quest'epoca il culto del Toro,quale simbolo di forza e di fecondità,viene intensamente praticato,anzi,i guerrieri gallocelti adoravano i loro elmi con le sue corna per propiziarsene la potenza e l'invincibilità in combattimento.

Una leggenda particolarmente suggestiva vorrebbe Torino fondata dagli Egizi,e su questo abbiamo due versioni diverse ma che comunque coincidono.Secondo lo storico seicentesco Thesauro,il principe Eridano fratello di Osiride,sbarcato sulla costa ligure alla ricerca di nuove terre su cui regnare,si spinse oltre l'Appennino per fermarsi in un luogo dove un grande fiume gli ricordava il Nilo.Fondò qui una colonia egizia imponendo ai nativi il culto del dio Api,raffigurato nel toro sacro venerato a Menfi.Il principe Eridano morì annegato nel fiume,mentre partecipava ad una corsa di quadrighe e da quel giorno il corso d'acqua prese il suo nome.

Furono poi i Celti a chiamarlo PADAM per il grande numero di pioppi che crescevano lungo le sue rive,ed in seguito divenne "PO".Nella mitologia greca si narra invece come Fetonte,figlio di Apollo,dio del Sole,un giorno rubò il carro infuocato dell'augusto genitore e,per dare prova di destrezza,si mise a scorazzare all'impazzata per il cielo.Fetonte però non era un buon auriga e non riuscì a trattenere i cavalli i quali,avvicinandosi troppo alla terra,incendiavano i raccolti.Giove per fermarlo fu costretto a lanciargli una freccia che lo uccise facendolo precipitare nel fiume sottostante,l'Eridano appunto.

(In particolare,nel famoso mito di Apollo si parla della confluenza tra il Po e il Dora).Le Naiadi diedero sepoltura al suo corpo lungo le rive e le sorelle Eliadi piansero lacrime sconsolate sul luogo della sua morte,tanto che Giove lo tramutò in pioppi ondeggianti.Stessa sorte toccò all'amico Cicno,fedele compagno di Fetonte che fu trasformato in cigno.Il poeta latino Virgilio,nelle Georgiche,narra che il fiume nel punto della confluenza con la Dora apparve ai primi abitanti come un toro dalle corna dorate,"nell'aspetto di Tauro il Po,dorate ambo le corna".

Un'altra leggenda,più popolaresca,è quella che vuole i dintorn i della città anticamente infestati da uno spaventoso serpente,o "drago delle Alpi",il quale afferrava e divorava i viandanti che osassero attraversare i boschi.Nessuno poteva nulla contro il mostro.La leggenda riecheggia la storia della Tarasca che assediava le mura di Avila,sconfitto poi dalla santa Teresa.Nel nostro caso,invece,a sconfiggere il drago venne mandato un enorme toro rosso che qualcuno allevava in città.L'animale ebbro di vino uccise a calci e cornate il serpente suscitando il tripudio dei cittadini che lo accolsero al ritorno come un liberatore.Grandi feste vennero d'allora in poi celebrate alla memoria del Grande Toro,e la sua effige,circondata di lauro simbolo di vittoria,fu assunta a simbolo della città.Ritroviamo il culto del Toro presso i Greci e i Romani che indicevano ogni anno grandi feste in suo onore,offrendogli sacrifici.

fonte: https://digilander.libero.it/nottegotica/no...popolazione.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Torino

www.museoegizio.it/

http://it.wikipedia.org/wiki/Museo_egizio_(Torino)

Non risulta,tuttavia,dal punto di vista archeologico,fatta eccezione per quelli conservati nel museo,la presenza di strutture o resti riferibili alla civiltà egizia.

La città fu colonia romana,creata probabilmente sopra il precedente insediamento di Taurasia,principale villaggio dei Taurini,una popolazione alpina di origine celtica.

Il riferimento al toro,contenuto nel nome,può comunque far pensate al culto del dio-toro presso questi popoli.

"Quanto alle magistrature e alle cariche pubbliche,furono così ordinate fin dal principio.Ciascuno dei dieci re [di Atlantide] esercitava il comando nella propria parte e nella sua città sugli uomini e sulla maggior parte delle leggi,punendo e mettendo a morte chiunque volesse;ma il potere che avevano l'uno sull'altro e i rapporti reciproci erano regolati dalle prescrizione di Poseidone,così come li avevano tramandati la tradizione e le lettere incise dai primi re su una stele di oricalco,che era posta nel centro dell'isola,nel santuario di Poseidone,dove ogni cinque anni e talvolta,alternando,ogni sei si riunivano,assegnando uguale importanza all'anno pari e all'anno dispari.

In tali adunanze deliberavano degli affari comuni,esaminavano se qualcuno avesse trasgredito qualche legge e formulavano il giudizio.Quando dovevano giudicare,prima si scambiavano tra loro assicurazioni secondo il seguente rituale.

Alcuni tori venivano lasciati liberi nel santuario di Poseidone,e i dieci re,rimasti soli,dopo aver rivolto al dio la preghiera di scegliere la vittima che gli fosse gradita,davano inizio alla caccia,armati non di armi di ferro,ma solo di bastoni e lacci;il toro che riuscivano a catturare,lo conducevano davanti alla colonna e lì,sulla cima di questa,lo sgozzavano proprio sopra l'iscrizione.Sulla stele,oltre alle leggi,v'era inciso un giuramento che lanciava terribili anatemi contro i trasgressori.Così,compiuti i sacrifici conformemente alle loro leggi,quando passavano a consacrare tutte le parti del toro,mescolavano in un cratere il sangue e ne versavano un grumo per ciascuno,mentre il resto,purificata la stele,lo ponevano accanto al fuoco [...] [Platone]".


Edited by onussen - 26/5/2012, 17:26
 
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onussen
view post Posted on 26/4/2005, 16:48




CITAZIONE
Non vorrei mettere troppa carne al fuoco ... ma un tempo era una palude gran parte della p. padana,ma prima ancora?Eppoi,l'avete mai sentita quella storia che fa risalire la fondazione di Torino agli egizi?Eppoi,ma come diamine hanno fatto gli Argonauti a risalire l'Adriatico,entrare nell'Eridano ed uscire nel Tirreno??

Gli Argonauti?

Non saprei ... il Po-Eridano all'epoca aveva una conformazione diversa?

UN MOMENTO ... aspetta ... INTENDI DIRE CHE USUFRUIRONO DI UN SISTEMA DI CANALI,oggi scomparsi,costruiti da ... già,da chi?

CITAZIONE
Nell'antichità la pianura padana era una immensa palude interna alla foresta,dove i fiumi senza argini dirompevano ad ogni piena (come è oggi l'Amazzonia),non era abitata ma veniva percorsa da imbarcazioni,e lungo i fiumi maggiori vi passarono i primi esploratori egeo-fenici.

Pochi percorsi preistorici sul terreno asciutto furono tracciati dai popoli migranti [...] e questi passarono in costa ai colli,secondo due grandi direttrici:da est a ovest per i popoli illirici e danubiani,e da sud a nord per i popoli liguri.

Flussi migranti dei successivi Celti aprirono altri percorsi lungo le valli alpine,da nord a sud (Ticino e Adige),e da ovest a est (Dora Baltea e Riparia).Vi sono ancora strade su questi tracciati preistorici,ed i due principali con direzione est-ovest sono la Pedemontana Superiore,a nord del Po,e la Pedemontana Inferiore,a sud del Po [...]

Nel tempo si sono aggiunti altri percorsi nell'intorno ed a livelli più bassi,perchè la colonizzazione creò sempre nuove aree agricole,e dunque fece disboscamenti dall'alto verso il basso.

fonte:www.archeomedia.net/images/archeome...reistoriche.pdf

CITAZIONE
Prima di affrontare il tema degli insediamenti umani nella zona del Delta del Po durante le Età della Pietra e le età dei metalli,è necessaria una breve premessa riguardante l'evoluzione fisica e geomorfologica della pianura padana durante l'Era neozoica o quaternaria.

La presenza di fossili marini e di conchiglie in varie zone della pianura padana testimonia che vi fu un periodo in cui essa era completamente sommersa dal mare.Il metodo di datazione che si basa sull'analisi della radioattività del carbonio 14 nei reperti archeologici permette di collocare questo periodo alluvionale nei millenni precedenti all'ultima grande glaciazione,quella cosidetta di Wurm,che si colloca all'incirca tra i 70.000 e i 10.000 anni fa,durante la fase finale del Pliocene,che a livello di evoluzione umana può coincidere con il Paleolitico.

Durante questa ultima glaciazione le acque marine si erano ritratte a tal punto che l'abbassamento del livello del mare arrivò fino a 100 metri,intorno ai 200.000 anni fa.Ciò accadde anche per le coste adriatiche,provocando un notevole ALLUNGAMENTO DELLA PIANURA PADANA,nella zona CHE ORA E' RICOPERTA DALL'ADRIATICO CENTRO-SETTENTRIONALE
[...]

Durante i primi quattro millenni dell'Olocene si ebbe un progressivo riscaldamento del pianeta,con la conseguenza dello scioglimento dei ghiacciai artici,antartici e montani.Questo determinò un rialzamento del livello dei mari,e quindi anche dell'Adriatico,le cui sponde avanzarono lungo una linea di costa generalmente più avanzata di quella attuale,ma con spostamenti impercettibili se non dal punto di vista di un'ottica millenaria. [...]

Per i suoi primi abitatori stazionari della razza Homo Sapiens Sapiens,la pianura padana si presentava come un territorio geologicamente e biologicamente differenziato al suo interno.Vi si possono infatti riscontrare:

1)Una zona collinare,pedemontana,alle pendici delle Alpi e degli Appennini,coperta da foreste "temperate" e cioè composte da un misto di latifoglie e di conifere.
2)Una zona intermedia pianeggiante,ricoperta da prateria e boscaglia.
3)Una zona paludosa in cui si disperdevano i fiumi,a causa anche di fenomeni di subsidenza del terreno,o di alto livello delle falde acquifere,o infine per ragioni connesse alla presenza di torbiere.Al centro di questa zona paludosa scorreva il Po.
4)Una zona litoranea sabbiosa,con dune molto alte e dossi,"cordoni" o isolotti derivanti dall'apporto di detriti alluvionali nelle zone delle foci dei fiumi,e dall'incontro della corrente marina,più forte,e di quella del fiume,più debole.

fonte: www.fmboschetto.it/didattica/area_docenti/Po_RQ.pdf

www.edicolaweb.net/atla01_g.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Pianura_padana

http://it.wikipedia.org/wiki/Delta_del_Po

Edited by onussen - 27/5/2012, 02:21
 
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onussen
view post Posted on 26/4/2005, 18:28




La storia di ADRIA,la città che diede il suo nome al mar Adriatico:

CITAZIONE
Periodo:X - VI secolo a.C. [...] Il primo impianto sembra essere paleo veneto.Il territorio su cui nacque la primitiva Adria,paludoso e circondato da fiumi e dal mare,dava la possibilità alle poolazioni più antiche di un tipo di insediamento su PALAFITTE,di cui sono state effettivamente trovate resti negli strati più profondi raggiunti dagli scavi archeologici

Periodo:VI - III secolo a.C. [...] Adria comincia a diventare un centro importante dopo l'occupazione dei Greci (VI secolo a.C.) che ne fecero l'emporio maggiore ed il nodo di smistamento delle merci per la pianura padana.Nel IV secolo a.C. Adria divenne colonia di Siracusa e quindi centro di penetrazione dorica [Greci di ceppo dorico che fondarono Siracusa] nel Delta. Adria ebbe stretti contatti con gli Etruschi e fu certamente occupata dai Galli a cominciare dal III secolo a.C.,come sembrano indicare i ritrovamenti di tombe a inumazione galliche.Contatti commerciali,prima e durante il periodo romano,Adria li ebbe con l'oriente ellenistico ed Alessandria,come testimoniano le ceramiche e,soprattutto,i vetri lavorati trovati nel suo territorio.

Periodo:III secolo a.C. V secolo d.C. [...] Fra il III e il II secolo a.C. Adria diventò colonia [Impero Romano] continuando ad essewre municipio notevole per i suoi commerci.Nei secoli seguenti andò sempre più perdendo importanza,soprattutto a causa del progressivo interramento del Delta che la allontanava dal mare.Già nel I secolo a.C. per raggiungere la città era necessario percorrere un canale navigabile che la univa al mare.

fonte: www.comune.adria.ro.it/flex/cm/page.../IT/IDPagina/25

CITAZIONE
L'origine si perde ne' Secoli più remoti:Basta il sapere,che si riconosce per una Colonia Etrusca attestandolo Tito Livio,Dionisio d'Alicarnasso,Strabone,Varrone,e Plinio.Da questi medesimi autori si rileva,che diede il nome al mare Adriatico,e che l'Atrio delle grandi fabbriche fu invenzione Adriese.Qual'altra Città vantar puote di tramandare alla posterità il proprio nome con duplice qualifica di tanta distinzione.

fonte: http://books.google.it/books?id=HxM5AAAAcA...=gbs_navlinks_s

http://it.wikipedia.org/wiki/Adria

"In quest'isola Atlantide si era formata una grande e straordinaria monarchia,che dominava tutta l'isola e anche molte altre ISOLE E REGIONI del continente;inoltre governava,da questa parte dello stretto [Colonne d'Eracle],la Libia fino all'Egitto,e l'EUROPA FINO ALLA TIRRENIA [Platone]".

Platone sostiene che Atlantide dominava sulla Tirrenia,e siccome gli Etruschi (Tusci,Rasna) erano noti nell'antichità pure con il nome di TIRRENI, si è pensato che Atlantide fosse connessa in qualche modo con il mistero delle loro origini ... Ora se non mi sbaglio esiste una teoria secondo la quale gli Etruschi vennero da nord ... anzi risulterebbero imparentati con UN'ANTICA POPOLAZIONE ALPINA:I RETICI ... Bah,forse non c'entra nulla.

Un po' di links sul mistero di Atlantis:

www.filosofico.net/atlantide.html
www.gdr-online.com/articoli_atlantide.asp
www.webtre.it/atlantide.html
http://xoomer.virgilio.it/ardinunz/text.htm
www.fabiolottero.it/Atlantide.html
www.unich.it/geo8/storia/storia2_0.html
www.bibrax.org/europa_arcaica/mitologia/atlantide.htm
www.guidasicilia.it/ita/main/rubric...?IDRubrica=1258
www.mappedinantes.com/atlantide/atlantide.html
www.edicolaweb.net/oc07f03g.htm
www.edicolaweb.net/appro02a.htm
www.illuweb.it/misteri/Luoghi/atlantide_01.htm
www.associazioneatlantis.com/il_mito_di_atlantide.htm
http://surjaage.surjaring.it/index.php?id_...onata=2372&fl=1
www.esonet.org
www.esonet.org/?option=com_phocagal...nent&Itemid=173
www.strangedays.it/MisterinelPassato/atlantide.html
http://news2000.libero.it/webmagazine/4886.jhtml
www.daltramontoallalba.it/speciali/misuratempo8.htm
www.daltramontoallalba.it/civilta/index.htm

Edited by onussen - 20/3/2013, 16:57
 
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Jim75
view post Posted on 27/4/2005, 11:43




minoici, micenei, cicladiciInteressanti i link proposti, onussen. Sottolineano certi aspetti anche già trattati da noi. Mi sovviene in seguito alla lettura di sottolineare:

x gli etruschi: ci sono sostanzialmente 3 ipotesi sull'origini, anzi 4 ultimamente, ovvero che fossero 1) autoctoni, 2) provenienti dall'aria anatolo-caucasica (fratellenza con Prometeo, iscrizioni stessa lingua dei "tirreni" di Lemno, identici "libri d'oro" trovati in etruria come in tracia), 3) origine nordica, 4) origine sarda (tyrsenoi costruttori di torri, i nuraghe)

x Creta: indubbiamente Creta è stat più di quanto si dice essere minoico. La Creta delle 100 città non è riconoscibile ora e nemmeno ai tempi delle guerre con gli achei. Eppure per i poeti era l'isola dalle 100 città... La patria di Zeus e degli dei classici. Veramente, consiglio il libro "ulisse il cretese" che al di la di Ulisse e di Atlantide descrive bene quel ricordo di una Creta splendida. Intanto aspetto l'uscita del II° volume bur di diodoro siculo...

Ricordiamo ancora il disco di Festo, intradotto e le splendide rovine della città, akrotiri, sotto le ceneri di Santorini. Assolutamente evoluta per essere oltre il 15° secolo ac. e quelle raffigurazione dei tizii con la cresta...

e la poco conosciuta civiltà cicladica
Minoici, micenei, cicladici

Edited by Jim75 - 27/4/2005, 12:47
 
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Arpocrate
view post Posted on 27/4/2005, 12:07




CITAZIONE (onussen @ 26/4/2005, 16:58)
Seconda curiosita':esistono effettivamente strane leggende su Torino(citta' magica per eccellenza),secondo le quali l'attuale capoluogo del Piemonte sarebbe stato fondato dagli Egizi nel 1500a.c.:
...

Vorrei solo intervenire su questo punto.
Innanzitutto complimenti ragazzi, state facendo un gran lavoro.

Le Storia di Torino fondata dagli egizi è molto forzata e, se leggete bene Torino città maica, vi rendete anche conto che non si basa su nessun vero documento storico.
La Signora Giuditta Dembech, che in quanto a storia ed esoterismo è veramente poco attendibile, si rifà ad alcune considerazioni abbastanza forzate.
1- Dice che il segno del Toro richiama Api; ma il toro come simbolo di fertilità non fa parte solo della cultura egizia.
2-dice che a fondarla fu il fratello dell'allora Faraone d'egitto TWT III (toutmoses);e giustifica questa teoria dicendo che il po somigliava al Nilo e gli ricordava la terra natia, per questo decise di render l'allora accampamento città. Inoltre dice che siccome nel museo egizio di Torino sono conservati tutti i resti di TWT III, non credendo LEI alle coincidenze, dice che "la città si è riappropiata della famiglia dei fondatori" (A dir poco superficiale e discutibile).
3- Nella chiesa della Gran Madre vi è un'iscrizione: Ordo popolusque taurinus ob adventum regis. La Dembech dice che questo ordo taurinus era un ordine fondato in egitto da sacerdoti dediti al culto di Api; ma anche questo non può essere considerato un "documento" o una prova della matrice egizia in merito alla fondazione della città, anche perchè la chiesa della Gran Madre di Dio è stata costruita nell'800 e, per quanto particolare, non ha nulla a che vedere con l'Egitto.
E' vero che probabilmente su quelle stesse fondamenta esisteva anticamente un Tempio consacrato ad Apollo, poichè il Sole è un elemento caratteristico di questa chiesa: il giorno del solstizio d'Inverno a mezzogiorno il sole è perfettamente visibile al vertice del timpano dall'inizio della gradinata d'ingresso. La Chiesa è rivolta verso Ovest e posizionata ad Est.
4- Dembech dice che furono ritrovati vicino alla gran madre resti di statuette raffiguranti Iside e Osiride. Questo le basta a farle dire che c'erano gli Egizi.
Peccato che nel periodo romano i culti misterici di Iside ed Osiride erano di moda come il buddismo lo è oggi da noi. Come se fra un millennio trovano dai resti di una casa una statuetta del Buddha e iniziano a pensare che i Giapponesi hanno fondato la città.

Vi sono altre cose che non quadrano, queste a quanto ricordo sono le principali (il libro lo lessi parecchi anni fa).
Il libro tratta anche di tante altre cose legate alla vita "magica" di Torino, al Graal ecc. ecc. ......non ce n'è una valida e, pensiero mio, il libro vale ben poco sia da un punto di vista "informativo" che da un punto di vista culturale.
L'unica cosa che secondo me spicca nel libro è l'immensa fantasia dell'autrice.

Smashan
 
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Efesto88
view post Posted on 29/4/2005, 22:02




Bene Jim e onussen. Allora vediamo un pò di fare altra luce sul mistero. finora non abbiamo pensato ai luoghi ai tempi antichi e a quali popoli vi vivessero. Se in Grecia c'erano gli Elleni, in Egitto vi erano gli Egiziani, In Sumeria i somari ecc. in Italia non vi erano certo gli Italiani!!?!?!!
Verso il 10.000 vi erano in sardegna i nostri tartessini, in sicilia (cara patria) il Salso divideva [/U] la terra fra Siculi e Sicani, due popolazioni di origini diverse (una cosa simile agli etruschi come origini, ma molto meno famosi). Poi è tutta terra di nessuno escluse le prime comunità etrusche in Etrutria e i villaggi seminomadi montanari delle Alpi. Ora, non dico che vi era un bum demografico come oggi a quei tempi, ma lasciare vuote zone fertili come il lazio, la tavola pugliese e, dulcis in fundo, la pianura padana (fertilissima) è un pò strano???

Nessuna popolazioni in posti così stranamente vuoti e fertili (tranne sporadici autoctoni primitivissimi come dicono gli storici, che daranno origine in seguto agli oschi,agli umbri, ai sanniti e agli italici in generale). Forse è più probabile che vi sia stata una civiltà abbastanza avanzata, caduta in disgrazia, e poi tornata agli albori della civiltà come i nostri cari Sanniti?
Non è stupidaggine, se ci pensate a fondo è molto probabile. Citiamo però a Plato:
I regni vengono cancellati dal fuoco e dall'acqua; quando il fuoco perviene dal cielo, la gente dei monti e bruciata mentre la gente della pianura è salva; quando l'acqua perviene dalla terra la gente di pianura annega mentre la gente dei monti è salva.

Qual'è il posto migliore dove si verificano ovunque disastri?L' Italia ovviamente. Soprannominata la ballerina per i frequenti terremoti in tutto il territorio, frequenti straripamenti di tutti i fiumi al nord( ricondo poi le strane maree di Venezia), attività vulcanica decisamente presente in tutto il sud (sapete almeno quante volte la mia Etna ha distrutto Catania? 4). Sono solo congetture ma un'Italia- Atlantide sarebbe davvero grandioso.


Ah per quanto riguarda le isole, guardando da est l'italia (da dove sorge a dove tramonta il sole, culto solare diffuso ad atlantide, Sole=Toro) oltre l'Italia vi è l'isola di Sardegna e Corsica, e poi le Baleari per poi raggiunge un continente quasi irraggiungibile(supponendo l'impossibilità di scalare le Alpi).

Avanti con le critiche
 
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onussen
view post Posted on 2/5/2005, 15:14




L'enigma dei Pelasgi:

http://it.wikipedia.org/wiki/Pelasgi
www.etruschi.name/pelasgi_it.html
http://web.tiscalinet.it/etruschi_tarquini...apposizione.htm
http://en.wikipedia.org/wiki/Pelasgians
http://www3.humnet.unipi.it/palamedes/STRA...eni/TIRRENI.pdf

xEfesto 88:

CITAZIONE
Verso il 10.000 vi erano in sardegna i nostri tartessini, in sicilia (cara patria) il Salso divideva [/U] la terra fra Siculi e Sicani

Mi sembra una datazione un po' troppo alta per queste genti.Ad esempio i Siculi compaiono nello scenario storico italiano intorno al II millennio a.C.

CITAZIONE
Poi è tutta terra di nessuno escluse le prime comunità etrusche in Etruria e i villaggi seminomadi montanari delle Alpi [...] ma lasciare vuote zone fertili come il lazio, la tavola pugliese e, dulcis in fundo, la pianura padana (fertilissima) è un po' strano??? Nessuna popolazioni in posti così stranamente vuoti e fertili (tranne sporadici autoctoni primitivissimi come dicono gli storici, che daranno origine in seguito agli oschi,agli umbri,ai sanniti e agli italici in generale).

Verso il 10.000 a.C.?
In quel periodo non risulta la presenza di comunità etrusche nella penisola,e la popolazione che dimorava fra le Alpi e la Sicilia non ammontava certo a oltre 50 milioni di persone come oggi.Esistono comunque tracce di culture del Paleolitico (un'epoca preistorica lunghissima che va dall'apparizione degli ominidi fino a diecimila anni fa circa) nel Lazio,in Puglia e in Val Padana.Per quel che ne sappiamo adesso,l'agricoltura nacque 11.000 anni fa circa nel Vicino Oriente.

CITAZIONE
Le più antiche culture umane,documentate quasi esclusivamente da strumenti di pietra che costituivano gli utensili dei primi uomini,vengono indicate con il termine Paleolitico.Questo periodo inizia agli albori dell'Era Quaternaria (quasi 2 milioni di anni fa e termina attorno al 10.000 a.C.) viene suddiviso in Inferiore,Medio e Superiore.

In questo lungo arco di tempo si sono succedute quattro glaciazioni (Gunz,Mindel,Riss,Wurm),intervallate da periodi meno freddi o temperati detti interglaciali.L'alternarsi di situazioni climatiche estremamente differenti,dovute alle variazioni di temperatura che fecero avanzare e arretrare per centinaia di chilometri il fronte dei ghiacciai,apportò di volta in volta grandi cambiamenti nella morfologia del paesaggio e quindi nella flora e nella fauna [...]

La carta di distribuzione dei siti paleolitici in Lombardia si va infittendo,con le scoperte compiute nell'ultimo decennio,grazie all'incremento e alla qualità delle ricerche [...]

Certamente gli uomini paleolitici vivevano riuniti in piccoli gruppi e conducevano un'esistenza non sedentaria,perchè erano costretti a spostare continuamente i propri accampamenti seguendo la selvaggina [erano cacciatori e raccoglitori] che costituiva la parte principale della loro alimentazione.

La relativa "giovane età" dei suoli nella Pianura Padana,che agli inizi del Quaternario era ancora invasa dalle acque del mare,fanno escludere la possibilità di ritrovare in essa testimonianze del Paleolitico Inferiore.

Queste sono state trovate invece in provincia di Brescia,nella cerchia morenica del lago di Garda e in svariate altre zone alpine e prealpine.Anche i ritrovamenti del Paleolitico Medio e Superiore per ora sembrano esclusivi delle zone rilevate e spesso limitati alle stratigrafie dei depositi di rocce o ripari sottoroccia [per lungo tempo,come ricordava Jim,la Val Padana fu ricca di paludi].

fonte: www.museo-piadena.net

Secondo gli archeologi,nel periodo successivo,il Neolitico,furono introdotte quattro innovazioni fondamentali:la ceramica,le pietre levigate,l'agricoltura,l'allevamento e fu progressivamente abbandonato il nomadismo.Poi arrivò l'Età dei Metalli ...

CITAZIONE
che vi sia stata una civiltà abbastanza avanzata caduta in disgrazia

Questo è interessante.

Circa 9.000 anni prima del viaggio di Solone in Egitto,ad Atlantide,se vogliamo dar credito agli scritti platonici,si estraevano e si lavoravano i metalli,si costruivano città,templi,mura,navi,porti,ippodromi,canali ed esisteva la scrittura.

Alcuni estratti dal Timeo e dal Crizia:

www.misteromania.it/atlantide/Timeo.htm
www.misteromania.it/atlantide/Crizia.htm

Consiglio di leggere con attenzione e pazienza la descrizione dell'isola.Frase per frase,riga per riga.

Il filosofo non parla mai di marchingegni fantascientifici o di cristalli dai poteri misteriosi,al contrario di ciò che si legge spesso nel web e altrove,nè si sogna di affermare che Atlantide sia l'origine di tutte le civiltà del pianeta,infatti si tratta di una teoria proposta da autori moderni come Ignatius Donnelly (1831 - 1901).

CITAZIONE
Qualcuno comincia a rilevare alcune analogie tra la civiltà dell'Antico Egitto e quelle dell'America Centrale:costruzioni piramidali,imbalsamazione,anno diviso in 365 giorni,leggende,affinità linguistiche [...]

Trentadue anni più tardi un eccentrico studioso francese,l'abate Charles-Etienne Brasseur,scoprì la "prova definitiva" del collegamento tra Mediterraneo,Atlantide e Centro America.

Le sue teorie furono immediatamente screditate,ma ispirarono la prima opera veramente popolare sull'argomento:"Atlantis,the Antediluvian World" ("Atlantide,il mondo antidiluviano") dell'americano Ignatius Donnelly (1882).

Secondo Donnelly,Atlantide era il biblico Paradiso Terrestre,e là si erano sviluppate le prime civiltà

I suoi abitanti si erano sparpagliati in America,Europa e Asia;i suoi re e le sue regine erano divenuti gli Dei delle antiche religioni.

Poi,circa tredicimila anni fa,l'intero continente [situato secondo Donnelly oltre lo stretto di Gibilterra,in pieno Oceano Atlantico,tra Europa e America] era stato sommerso da un cataclisma di origine vulcanica [il nostro autore parlò dell'alto crinale che esiste in mezzo all'oceano e considerò le Azzorre la sommità di un'isola continentale sommersa].

A sostegno delle sue tesi,Donnelly adduceva le analogie culturali [presunte somiglianze tra idiomi americani ed europei;tradizioni e miti comuni alle popolazioni di continenti diversi;diffusione del mito del diluvio universale,eccetera] descritte sopra e qualche prova geologica [botanica,zooologica e geologica] a dire il vero non troppo convincente.

fonte: www.cerchinelgrano.info/atlantide.htm

CITAZIONE
Comprendono questi due Tomi le Parti prima, e seconda delle Lettere Americane. Ognun sa la celebrità che acquistarono quelle Lettere la prima volta che furono pubblicate; assai però divengon or più pregevoli per le moltissime aggiunte, che il ch. Autore v'ha fatte [...] Nel secondo paragonando i più antichi usi e costumi de' popoli del nostro Emisfero con quelli che al tempo della scoperta trovaronsi fra gli Americani, ei fa vedere la somma analogia che passa fra quelli dagli Egizi e de' Messicani per una parte, e quelli de' Chinesi, e de' Peruviani per l'altra. Conchiude quindi essere probabilissimo che un'antica comunicazione sia stata fra questi popoli: e primamente che la comunicazione fra i Messicani e gli Egizi dovette farsi per mezzo dell'Isola Atlantide, di cui antichissime tradizioni si son trovate e nell'uno e nell'altro continente e di cui l'illustre Aut. con molta verisimiglianza determina qual fosse la posizione appoggiandosi non meno alle suddette tradizioni, che alle misure prese da' Navigatori delle secche e de' bassi fondi che esistono fra l'Africa, e l'America.

fonte: http://books.google.it/books?id=QNoWAAAAYAAJ&dq= (Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti, C. Amoretti e F. Soave, 1786)

E' d'uopo ricordare che ai tempi di Donnelly le conoscenze geologiche non erano certamente al livello di quelle odierne.

http://it.wikipedia.org/wiki/Ignatius_Donnelly

www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=311

http://en.wikipedia.org/wiki/Ignatius_L._Donnelly

http://it.wikipedia.org/wiki/Charles_Etien...ur_de_Bourbourg

http://en.wikipedia.org/wiki/Charles_Etien...ur_de_Bourbourg

http://it.wikipedia.org/wiki/Augustus_Le_Plongeon

http://en.wikipedia.org/wiki/Augustus_Le_Plongeon

Edited by onussen - 30/5/2013, 15:34
 
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onussen
view post Posted on 2/5/2005, 15:34




Io ho dubbi su tutto ... autori greci come Tucidide,Ellanico ecc. fanno discendere gli Etruschi dal mitico popolo dei PELASGI (vedi link precedenti) ... Solo che attorno a questi Pelasgi,alla loro identità,origine,storia e provenienza c'è un grande caos ... del resto i links parlano chiaro ... Non credo che gli Etruschi derivino dagli antichi Sardi,costruttori di torri-nuraghi,o siano loro parenti ... non vedo grandi analogie fra i due popoli ...

CITAZIONE
Narra infatti lo storico greco Erodoto nelle sue Storie di come il re della Lidia (attuale Turchia occidentale) dopo anni di carestia avesse deciso di far emigrare una metà del suo popolo alla ricerca di una nuova patria.Guidati dal principe Tirreno,i Lidi sbarcarono quindi sulle coste occidentali della penisola italiana e,preso possesso della nuova terra,mutarono il loro nome in "TIRRENI" dal nome dell'eroe eponimo che li aveva guidati.Costoro,secondo il racconto greco,non sarebbero altro che gli Etruschi.Dal loro nome greco fu quindi detto "TIRRENO" il mare che dominarono per secoli (tassalocrazia etrusca).

http://it.wikipedia.org/wiki/Mar_Tirreno

Chi erano gli Aborigeni d'Italia,citati da vari storici greci e latini?

CITAZIONE
Gli Aborigeni [...] sono indicati come i più antichi abitanti dell'Italia centrale;erano figli degli alberi,vivevano senza leggi,senza città,come nomadi e si nutrivano di frutti selvatici,il loro nome significa "popolo originale".La parola deriva dal latino plurale Aborigenes,nome dei primi abitatori del Lazio,probabilmente da ab origine (=dall'inizio).Praticavano un culto dedito al dio Saturno che si diceva avesse insegnato loro l'agricoltura.Il loro mitico re era per tradizione il re Latino.Quando Enea giunse nel Lazio alla testa dei suoi Troiani dall'unione dei due popoli ne nacque uno,appunto il popolo dei Latini,così chiamato in onore di re Latino.

fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Aborigeni_(mitologia)

http://it.wikipedia.org/wiki/Re_Latino

http://it.wikipedia.org/wiki/Saturno_(divinità)

Edited by onussen - 27/5/2012, 16:27
 
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onussen
view post Posted on 2/5/2005, 15:59




Un'altra ipotesi interessante è quella dello studioso bulgaro Vladimir Georgiev,il quale cercò di dimostrare le affinità fra il popolo etrusco e quello degli ITTITI.

- Etruschi:

www.canino.info/inserti/monografie/...hi/etruschi.htm
www.scuolascacchi.com/storia_antica...italiantica.htm

- Ittiti:

http://spazioinwind.libero.it/popoli_antic...iti-indice.html
www.cronologia.it/mondo62.htm
www.cronologia.it/pillo02.htm

Secondo Georgiev gli Etruschi erano originari dell'Anatolia (odierna Turchia) come gli Ittiti.
Contemporanea dei Greci micenei,o Achei,e dell'impero Ittita fu TROIA.
Descritta da vari storici e nei celebri poemi di Omero,fu identificata nell'Ottocento nei ruderi rinvenuti sotto ad una collina nei pressi del villaggio turco di Hissarlik.

http://utenti.romascuola.net/ulisse/troia.htm

Per Georgiev gli Etruschi sono TROIANI-HITTITI.

Tornando all'isola di Platone,lo sapete che qualcuno va dicendo che i porti dei Cartaginesi riproducono all'infinito lo schema di base della capitale di Atlantide?Victor Berard (1864-1931),noto per i suoi studi sull'Odissea,dichiarò che Atlantis somigliava molto a Cartagine.

http://it.wikipedia.org/wiki/Victor_Bérard
http://fr.wikipedia.org/wiki/Victor_Bérard
www.antikitera.net/download/Cartagine.pdf

CITAZIONE
Rinviando per il momento il discorso sull'espansione terrestre consideriamo in primo luogo quelle attività navali che avevano reso soprattutto famosi i Tirreni [Etruschi] nell'antichità,come "dominatori dei mari" (thalassokratores:Dioniso d'Alicarnasso) e come temibili pirati le cui gesta divenute proverbiali risuonano largamente nella letteratura classica,riferite ad attività così nei mari orientali come in quelli occidentali.Ricorderemo soltanto le più importanti tra queste tradizioni.Nell'inno "omerico" a Dioniso il dio è rapito dai pirati Tirreni che egli riesc e poi a trasformare in delfini.Ai Tirreni,in parte identificati con i Pelasgi,si attribuirono imprese come il furto del simulacro di Hera nell'isola di Samo,il ratto delle donne di Braurone in Attica,la conquista ed il saccheggio di Atene [...] D'altra parte la presenza e la minaccia dei Tirreni sono localizzate in occidente dalle più varie fonti:cominciando dallo stesso Mare Tirreno che da loro prese il nome,sulle coste della Campania,nelle Lipari,nelle acque della Sicilia [...];inoltre in Corsica [...],in Sardegna [...] e sino a toccare le Baleari e la penisola iberica [...];nè può trascurarsi la notizia relativa al progetto di colonizzazione di un'isola di favolosa fertilità nell'Oceano Atlantico,la cui attuazione sarebbe stata impedita dai Cartaginesi (DIODORO SICULO,V,19-20).

fonte:http://books.google.it/books?id=6jRv3sicBUkC&dq=

CITAZIONE
Sembra di più che i Cartaginesi abbian conosciute in parte l'isole Canarie.Diodoro ci ha lasciato la descrizione di un'isola romanzesca,considerabile e lontana,dove i Cartaginesi avevano risoluto di trasportare la sede della loro repubblica in caso di un irreparabile disastro.Prima di Diodoro,Aristotele aveva parlato di un'isola consimile,la cui bellezza vi aveva attratti molti Cartaginesi finchè il senato proibì,sotto pena di morte il trasferirvisi ulteriormente.

fonte: http://books.google.it/books?id=1CZSAAAAcAAJ&dq=

CITAZIONE
Diodoro dice che un navigatore cartaginese spinto dalle procelle in alto mare,scoprì una grande isola,della quale presentò al suo ritorno una descrizione seducente;soggiunse però che il governo coprì quella scoperta col velo del mistero,affinchè conosciuta non fosse da altri popoli.Se questo avvenne,dice l'autore,i Cartaginesi gelosi non furono di conservarsi in quella nuova terra un luogo di asilo,perchè approfittato ne avrebbono allorchè furono all'estremità ridotti dai Romani.Se conceduto ci fosse di esporre il nostro avviso,noi opineremmo che nello stato imperfetto dell'antica navigazione più non riuscisse alle navi cartaginesi il trovare di nuovo quella grande isola,e che tuttavia il governo geloso fosse di non rendere nota quella scoperta,affine di approfittarne qualora l'isola di nuovo si trovasse,non tanto per cercarvi un asilo,quanto per istabilirvi il traffico.Meno credibile sembra il racconto dell'autore del libro De mirabilibus auscultationibus (invece di che malamente si è stampato De mirabilibus auscultis),il quale dice che avendo formato i Cartaginesi uno stabilimento in quell'isola,il governo ne richiamò gli abitanti,temendo che la nuova colonia s'impadronisse dell'isola,nel quale racconto noi non vediamo se non che una conferma del ritrovamento di un'isola nell'Atlantico,della quale i Cartaginesi non vollero o piuttosto non seppero approfittare.Altri stabilimenti formarono i Cartaginesi lungo le coste occidentali dell'Europa e fino nelle Cassiteridi,ove chiamati erano dal traffico dello stagno;non è noto però fin dove spignessero i viaggi loro verso il settentrione.I Fenicj eransi già procurato da quella parte del succino;non risulta però,dice l'autore,che essi entrassero nel Baltico;forse per mezzo di altre nazioni lo ricevevano,navigando soltanto su l'Oceano,e se al Baltico si avvicinarono,i Cartaginesi dovettero andare anche più oltre,formato essendosi un appoggio o una scala nelle dette isole Cassiteridi.

fonte: http://books.google.it/books?id=Ni0YAQAAIAAJ&dq=

CITAZIONE
Oltre di aver battuti gli Argonauti si sa pure da Aristide che gli Etruschi ebbero dei contrasti colla città di Rodi,e che quella città mostrava quai monumenti della sua gloria i ferrati rostri tolti sopra i corsari Tirreni (2);da Menodoto Samio,che rapirono a Samo sul mare Egeo il simulacro di Giunone (3);da Erodoto,che dall'epoca della presa di Mileto,la quale si arrese ai Persiani l'anno 494,avanti l'Era Volgare,essi già liberamente trafficavano nel mare Jonio,sulle coste di Fenicia e di Egitto (4).Più,si pretende che tentassero in una età assai più remota di condur colonie al di là delle colonne di Ercole in una vasta e deliziosa isola dell'Oceano,sebbene vi si opponessero i Cartaginesi (5).La detta isola vien posta da Diodoro Siculo contro l'Africa,e vuolsi che convenga assai colla controversa Atlantide. di Platone.Finalmente rispettabili autorità ci danno che essi trasportarono colonie in Sardegna,in Corsica e in altre isole vicine (6).

fonte: http://books.google.it/books?id=iYlNAAAAcAAJ&dq=

http://books.google.it/books?id=jk0BAAAAYAAJ&dq=

"Poichè abbiamo discorso delle isole che stanno al di qua delle Colonne d'Eracle,passeremo ora in rassegna quelle che sono nell'Oceano",scrive Diodoro,uno storico greco siceliota che visse ai tempi di Roma (90-27 a.C. circa)."Infatti,di fronte alla Libia [Africa] sta un'isola di notevole grandezza,e posta com'è in mezzo all'Oceano è lontana dalla Libia molti giorni di navigazione,ed è situata a occidente [rispetto alla Libia].La sua è una terra che dà frutti,in buona parte montuosa,ma in non piccola parte pianeggiante e di bellezza straordinaria.Poichè vi scorrono fiumi navigabili,da essi è irrigata,e presenta molti parchi piantati con alberi di ogni varietà,ricchi di giardini attraversati da corsi d'acqua dolce.La zona montuosa presenta foreste fitte e grandi alberi da frutto di vario genere,e valli che invitano al soggiorno sui monti,e molte sorgenti.In generale,quest'isola è ben fornita di acque dolci correnti.Ora,ai tempi antichi quest'isola non fu scoperta per la sua grande distanza dall'intero mondo abitato,ma lo fu più tardi per le seguenti ragioni.I Fenici,che da tempi antichi facevano continuamente viaggi per mare a scopo di commercio,fondarono molte colonie in Libia e non poche nella parti occidentali dell'Europa.Poichè le loro iniziative procedevano secondo le aspettative,ammassarono grandi ricchezze e tentarono di navigare oltre le Colonne d'Eracle,nel mare cui gli uomini danno nome Oceano.E dapprima,proprio sullo stretto presso le Colonne,fondarono una città sulla costa europea,e poichè essa occupava una penisola,la chiamarono Gadira (Cadice).Vi costruirono molte opere adatte a quei luoghi,e anche un sontuoso tempio di Eracle,e introdussero sacrifici magnifici condotti secondo i costumi dei Fenici [...] I Fenici,dunque,mentre esploravano,per le ragioni sopra citate,la costa al di là delle Colonne,navigando lungo la Libia,furono portati fuori rotta dai venti,a grande distanza nell'Oceano.Dopo essere stati esposti alla tempesta per molti giorni,furono portati sull'isola che abbiamo citato,,e una volta constata la sua prosperità e la sua natura,ne resero nota l'esistenza a tutti gli uomini.E perciò i Tirreni [Etruschi],al tempo in cui erano padroni del mare,intrapresero il tentativo di mandarvi una colonia,ma i Cartaginesi lo impedirono,sia perchè per la fertilità dell'isola molti vi si volevano trasferire da Cartagine,sia per prepararsi un luogo in cui rifugiarsi contro gli imprevisti della sorte,nel caso che a Cartagine toccasse qualche disastro totale.Infatti,dal momento che erano padroni del mare,avrebbero potuto,pensavano,far vela con tutta la casa e la famiglia verso un'isola sconosciuta a chi li avesse sconfitti" (Biblioteca Storica,Diodoro Siculo).

Di che isola si trattava?Si è pensato a pure e sempli fantasie o a esagerazioni.Si è pensato,in alternativa,a qualcuna delle isole che fanno parte delle Azzorre,delle Canarie e di altri arcipelaghi dell'Atlantico.Purtroppo nessuna di esse ha i requisiti adatti,così sono spuntate fuori altre ipotesi:i Fenici raggiunsero l'America e la scambiarono per un'isola?Oppure ... oppure ... raggiunsero l'Atlantide?

Edited by onussen - 23/3/2013, 18:02
 
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onussen
view post Posted on 2/5/2005, 16:12




La pista africana,della quale parlava all'inizio del 3D Jim75,è interessante ... anzi interessantissima.

Certi storici antichi chiamano Atlanti alcune popolazioni dell'Africa nord occidentale,e si narra dei loro scontri con il leggendario popolo delle Amazzoni ... Secondo Diodoro Siculo le Amazzoni erano un popolo di donne ... in effetti,tradizioni di dominio femminile (MATRIARCATO) si ritrovano nelle tribù berbere del Nordafrica prima della conquista araba.

Dall'Atlantide di Platone agli Atlanti di Erodoto e Diodoro Siculo ... C'è un collegamento?

Le Storie di Erodoto (484 - 425 a.C.).

Vi ricordo che ai tempi dell'autore sopra menzionato,per Libia s'intendeva l'intera Africa conosciuta dai Greci (Africa settentrionale).Questo nome è sopravvissuto nei secoli e oggi designa un singolo Stato.

Erodoto:"Ed ecco come sono distribuite nel territorio le popolazioni libiche.A partire dall'Egitto,i primi abitanti della Libia sono gli Adirmachidi,che hanno usanze per lo più di tipo egiziano,ma vestono come gli altri Libici.Le loro donne su ciascuna gamba portano un cerchietto di bronzo;portano capelli lunghi e quando acchiappano un pidocchio gli danno un morso in cambio dei molti ricevuti e lo gettano via.Sono gli unici Libici a fare così;e sono anche gli unici a mostrare al loro re le ragazze vergini che stanno per sposarsi:e quelle che rispondono ai gusti del re perdono con lui la propria verginità.Questi Adirmachidi si stendono dall'Egitto fino al porto detto di Plinio".

Partendo dall'Egitto,Erodoto si sposta verso occidente: http://it.wikipedia.org/wiki/Nordafrica.

Il "porto detto di Plinio" si trovava,a giudizio degli studiosi,nell'attuale golfo di Sollum: www.naval-history.net/ww2mR181MedMalta.GIF.

"Confinano con loro i Giligami,il cui territorio si estende verso occidente fino all'isola di Afrodisiade".L'isola di Afrodisiade è stata identificata nell'isolotto di Chèrsa,a nord-est di Derna che fu capitale della Cirenaica."Fra le due regioni si situa l'isola di Platea,quella colonizzata dai Cirenei,e sul continente sorgono il porto di Menelao e la città di Aziri,che fu abitata dai Cirenei.E da qui si comincia a trovare il silfio:infatti,il silfio cresce da Platea fino all'imboccatura della Sirte.I Giligami possiedono usanze molto simili a quelle degli altri".Il Silfio è una pianta scomparsa dal I secolo d.C. e perciò di difficle identificazione,che cresceva soltanto in Cirenaica.Stando alle testimonianze,era un'ottima spezia e possedeva virtù medicinali."Ad ovest dei Giligami risiedono gli Asbisti,oltre Cirene,nell'interno;gli Asbisti non arrivano fino al mare:la zona costiera appartiene ai Cirenei.Fra i Libici essi non sono certo i meno abili guidatori di quadrighe,anzi,e come leggi prendono a modello,per lo più,quelle dei Cirenei.A occidente degli Asbisti ci sono gli Auschisi;risiedono a sud di Barca e raggiungono il mare all'altezza della città di Evesperidi".

Evesperidi o Euesperidi è identificata con l'odierna Bengasi,che durante la dinastia tolemaica (che governò l'Egitto dal 305 a.C. al 30 a.C.) aveva nome Berenice: http://it.wikipedia.org/wiki/Bengasi.

Cirene era un'importante colonia greca: http://it.wikipedia.org/wiki/Cirene_(città).

"In mezzo agli Auschisi vivono i Bacali,un piccolo popolo;raggiungono il mare presso Tauchira,città della Barcea".

Tauchira (attuale Tocra) era una città greca sul litorale della Cirenaica: http://en.wikipedia.org/wiki/Tocra.

"Hanno le stesse usanze dei Libici stanziati oltre Cirene.A ovest degli Auschisi abitano i Nasamoni,un popolo alquanto numeroso:essi d'estate lasciano le greggi sulla costa e si addentrano nell'interno fino alla località di Augila,per la raccolta dei datteri;qui le piante crescono in gran numero,rigogliose e tutte fruttifere.Vanno a caccia di locuste,le fanno seccare al sole,le tritano,le mescolano al latte e si bevono il tutto.Normalmente possiedono ciascuno molte mogli in comune e si uniscono ad esse,un po' come i Massageti:piantano un bastone davanti alla casa e si congiungono con loro [...]".

Nasamoni: http://it.wikipedia.org/wiki/Nasamoni.

"Limitrofi dei Nasamoni sono gli Psilli,i quali però perirono tutti [...] Dalla loro definitiva scomparsa il territorio appartiene ai Nasamoni.Oltre i Nasamoni,verso sud,nella regione popolata dalle fiere vivono i Garamanti,che evitano ogni essere umano e qualunque compagnia;non possiedono armi da guerra,nè sanno come difendersi.Questi dunque vivono oltre i Nasamoni;lungo la costa,invece,a ovest,ci sono i Maci,che si tagliano i capelli a cresta [...] Accanto ai Maci vivono i Gindani [...] Il tratto di costa che si protende sul mare nel territorio dei Gindani è abitato dai Lotofagi,che vivono cibandosi esclusivamente del frutto del loto".I Lotofagi sono un popolo mitico di cui parla Omero nell'Odissea:essi offrirono a Ulisse e ai suoi marinai i fiori di loto che facevano perdere la memoria.Cos'è il loto?Non si sa di preciso.Secondo alcuni,si tratta del giaggiolo di Barberia (Zizyphus Lotus),dai cui frutti si ottiene una bevanda alcolica inebriante."Il frutto del loto è grande quanto una cipolla e ricorda,per la dolcezza,il dattero.I Lotofagi ne ricavano anche un vino.Accanto ai Lotofagi,lungo la costa,ci sono i Macli;anch'essi si nutrono con il loto,ma non esclusivamente come i Lotofagi ora citati.Il loro territorio si estende fino a un grande fiume che si chiama Tritone e sfocia nella vasta palude Tritonide;nella palude si trova l'isola detta di Fla,che gli Spartani,così si racconta,dovevano colonizzare in seguito a un oracolo"

Il fiume Tritone e il lago Tritonide non sono mai stati identificati con certezza:la piccola Sirte (golfo di Gabes);il lago Faroon,una larga distesa paludosa ad ovest del golfo di Gabes;il tratto di mare tra l'isola di Djerba e la terraferma (quindi a est del golfo di Gabes).Un'ultima ipotesi è che il lago si trovi non sulla costa ma nell'interno tunisino:il lago potrebbe essersi trasformato in una estesa palude poi disseccatasi (attuale lago salato di Chott El Djerid) e l'isola sarebbe l'odierna città di Tozeur,poichè nella zona sono presenti piccoli fiumi,cascate e sorgenti che mostrano la presenza di acqua sotterranea. http://it.wikipedia.org/wiki/Golfo_di_Gabes. http://it.wikipedia.org/wiki/Chott_el-Jerid.

"E anche un'altra leggenda si racconta:Giasone,terminata la costruzione della nave Argo sotto il monte Pelio,vi imbarcò le bestie per un grande sacrificio e un tripode di bronzo;poi circumnavigò il Peloponneso con l'intenzione di raggiungere Delfi.Come fu all'altezza del capo Malea si levò un forte vento di nord che lo trascinò fino in Libia.Prima di scorgere la terraferma finì tra le secche della palude Tritonide;non sapeva come uscirne,ma gli apparve,si dice,Tritone.Il dio ordinò a Giasone di consegnargli il tripode,con la promessa di mostrargli la via d'uscita e di farli così ripartire senza danni.Giasone obbedì e Tritone gli mostrò come navigare fuori dalle secche;poi il dio depose l'oggetto nel proprio santuario,non senza aver divinato dal tripode e preannunciato a Giasone e ai suoi tutto il futuro:quando un discendente degli Argonauti si fosse portato via quel tripode,allora,inevitabilmente,cento città greche sarebbero state fondate sulle rive della Palude Tritonide.E pare che i Libici abitanti del luogo,udito ciò,abbiano nascosto il tripode".

Viene da chiedersi:esisteva un passaggio,un collegamento tra la palude Tritonide e il Mediterraneo?Giasone entrò in qualche modo nello specchio lacustre con la sua nave,spinto dai venti,e restò prigioniero nelle secche.Uhmmm ... http://it.wikipedia.org/wiki/Giasone_(mitologia).

"Accanto ai Macli vivono gli Ausei;Ausei e Macli abitano intorno alla palude e il fiume Tritone segna il confine fra loro.I Macli si fanno crescere i capelli lunghi dietro,gli Ausei davanti.Nell'annuale festa dedicata ad Atena le ragazze degli Ausei si dividono in due gruppi e combattono fra loro a sassate e a colpi di bastone;dicono in tal modo di onorare le patrie tradizioni in gloria della divinità locale,che noi chiamiamo Atena [...] A sentir loro Atena nacque figlia di Poseidone e di Tritonide,la palude,ma poi,avendo qualcosa da rimproverare al padre,si affidò a Zeus,che l'avrebbe adottata come figlia propria.Così raccontano.Praticano la comunanza delle donne,senza matrimoni e accoppiandosi come animali [...] Ecco dunque elencati i Libici nomadi dalla costa,oltre i quali,verso l'interno,c'è la Libia popolata da bestie feroci;al di là di essa comincia un ciglio sabbioso e desertico,che va da Tebe in Egitto fino alle Colonne d'Eracle..

Link: www.larici.it/culturadellest/storia/erodoto/erodotoIV.pdf

http://it.wikipedia.org/wiki/Atena

Erodoto:"Sopra questi,però,alla parte dentroterra,v'è la Libia abbondante di fiere;e sopra questa Libia selvaggia v'è una elevazione di terreno sabbioso,che SI STENDE DA TEBE DI EGITTO FINO ALLE COLONNE D'ERCOLE.
In questa elevazione sabbiosa,quasi pel viaggio di dieci giornate,si trovano dei pezzi di sale in gran mucchi sopra delle colline,e nelle cime di ciascuna di queste colline di mezzo al sale spiccia acqua dolce,e fredda.
Intorno a quest'acqua abitano genti,che sono le ultime dalla parte del deserto,ed al di sopra della Libia selvaggia.
I primi,che ci troviamo,venendo da Tebe [in Egitto],sono gli AMMONI,distanti dieci giornate da questa città.
Costoro hanno un tempio simile a quello di Giove Tebano.
Infatti a Tebe,come anche da me è stato detto,è il Simulacro di Giove con faccia di ariete.
Presso costoro vi è anche un altr'acqua di fonte,che nell'Aurora è tepida,sull'ora,in cui suole esser piena la piazza,è fredda,e dopo il meriggio è freddissima;ed in quell'ora adacquano gli orti.
Declinando giù il giorno,divien meno fredda,fino al tramontar del Sole,che è tepida;e più e più si riscalda,finchè la mezza notte avvicinasi;nel qual tempo gorgoglia,e bolle con veemenza;e passata la mezza notte sino all'Aurora diventa fredda.
Questa poi chiamasi la fontana del Sole.
Alla distanza di altre dieci giornate di cammino,dopo gli Ammoni,si trova sopra questa elevazione di sabbia un'altra collina di sale simile a quella,che presso gli Ammoni si vede,con una sorgente di acqua.
Questo luogo è abitato e si chiama Augilla,e vengovi i NASAMONI nell'Autunno a raccogliere i i dattili.
Alla distanza ancora di altre dieci giornate da Augilla havvi un'altra collina di sale,e acqua,e gran copia di palme fruttifere,come negli altri luoghi.
I Garamanti,nazione numerosissima,abitano questo paese:costoro spandono del sale sopra la terra;e così la seminano.
Da questi ai LOTOFAGI è un cammino brevissimo;e dai LOTOFAGI v'è lo spazio di trenta giornate fino a quelli,preso i quali nascono dei bovi,che pascendo camminano all'indietro.
Pasconsi in questa maniera,perchè hanno le corna dinanzi abbassate,e perciò non possono camminare avanti,attesochè le loro corna si pianterebbero nel terreno.
Non sono differenti dagli altri bovi,se non in questo,cioè,nell'avere la pelle più grossa,e più morbida.
Questi Garamanti fanno la caccia ai TROGLODITI ETIOPI,servendosi di quadrighe:imperrocchè i Trogloditi Etiopi sono di piedi velocissimi fra tutti gli uomini,di cui abbiamo giammai sentito parlare,si pascono di serpenti,di lucertole,e d'altri rettili di tal sorta;servonsi d'una lingua a niun'altra simile,stridendo essi a guisa di pipistrelli".


Oasi di Siwa e Tempio di Ammone (Amon): http://it.wikipedia.org/wiki/Siwa_(oasi).

http://it.wikipedia.org/wiki/Amon

Garamanti: http://it.wikipedia.org/wiki/Garamanti.

www.corriere.it/gallery/scienze/11-...a89a63b.shtml#1

Erodoto:"Alla distanza ancora di dieci giornate dai Garamanti trovasi un'altra collina di sale,con una fonte,e degli uomini all'intorno,i quali si chiamano ATARANTI;e sono i soli di tutti gli uomini,che noi sappiamo,che non abbiano nome:imperrocché congregati in Nazione si chiamano Ataranti;ma a ciascuno di essi privatamente niun nome si mette.
Questi maledicono il Sole,quando è nel più alto punto,e gli scagliano contro delle ingiurie,perchè cuocendo,arde essi,ed il loro paese.
Dopo il viaggio di altrettanti giorni v'è un'altra collina di sale,con acqua,ed uomini,che ivi abitano.
Con questa collina confina IL MONTE ATLANTE [il monte di Atlante],ed è stretto,e da ogni parte rotondo;e come si dice,tanto alto,che non si può veder la sua punta,perchè non è giammai lasciata dalle nuvole nè d'estate,nè d'inverno;e quelli del paese dicono,CHE ESSO E' UNA COLONNA DEL CIELO.
Questi uomini prendono il loro nome da tal monte,MENTRE SI CHIAMANO ATLANTI,e si dice,CHE NON SI PASCONO DI COSA CHE ABBIA AVUTO VITA,E NON HANNO MAI ALCUN SOGNO".


Come minimo sono bizzarre le informazioni che lo storico greco fornisce su quest'ultime genti.

Erodoto:"Fino a questi Atlanti io posso annoverare i nomi di quelli,che abitano in quella elevazione:MA DOPO QUESTI NON PIU'.
SI ESTENDE QUESTA ELEVAZIONE FINO ALLE COLONNE D'ERCOLE,ed anche al di là di quelle [...]".


Le Amazzoni abitavano l'ISOLA DI ESPERA,scrive Diodoro Siculo (90 - 27 a.C. ca.) ,COLLOCATA NELLA PALUDE DEI TRITONI,"vicino all'Oceano che circonda la terra",e alla montagna CHIAMATA ATLANTE DAI GRECI.Tale isola SCOMPARVE POI DURANTE UN TERREMOTO "QUANDO FURONO DIVELTE ALCUNE SUE PARTI PROSPICIENTI L'OCEANO".

Link: http://books.google.it/books?id=PWwWAAAAYAAJ&dq=

Altre informazioni fornite da Erodoto:

"La veste e l'egida delle statue di Atena i Greci le presero dalle donne libiche,tranne pochi particolari (l'abito femminile libico è di cuoio,le frange che pendono dalle egide sono semplici strisce e non rappresentano serpenti);per il resto il modello è rispettato fedelmente [...] I nomadi,eccetto i Nasamoni,seppelliscono i defunti alla maniera dei Greci;i Nasamoni li seppelliscono seduti [...] le loro abitazioni sono fatte di gambi di asfodelo e di giunco intrecciati,e sono trasportabili". Poseidone (il romano Nettuno,dio di Atlantide) secondo Erodoto era originario della Libia:"Dall'Egitto vennero in Grecia quasi tutte le divinità.Di una loro origine barbara io sono convinto perchè così risulta dalle mie ricerche;e penso a una provenienza soprattutto egiziana.Infatti ad eccezione di Poseidone e dei Dioscuri,come ho già avuto modo di dire,nonchè di Era,di Estia,di Temi,delle Cariti e delle Nereidi,le altre divinità sono tutte presenti da sempre in quel Paese,fra gli Egiziani:riporto quanto essi stessi dichiarano.Quanto alle divinità che sostengono di non conoscere io credo che tutte siano espressione dei Pelasgi,tranne Poseidone.Conobbero questo dio dai Libici;infatti nessun popolo conosce Poseidone fin dalle origini tranne i Libici,che da sempre lo onorano".

http://it.wikipedia.org/wiki/Poseidone
http://it.wikipedia.org/wiki/Nettuno_(divinità)

Platone racconta,come sapete,che quando le divinità divisero la terra fra di loro,a Poseidone fu lasciata Atlantide.Atlante,primo re dell'isola,era figlio del dio e di Clito (secondo altre versioni, era un titano figlio di Giapeto e di Climene o di Zeus e Climene).

"A ovest del fiume Tritone,presso gli Ausei,vivono già dei Libici agricoltori,che si chiamano Massi,abituati a possedere dimore fisse.Essi portano capelli lunghi sul lato destro del capo,mentre radono il sinistro,e si tingono il corpo col minio.Sostengono di essere i discendenti degli eroi di Troia.Questa zona e la restante Libia occidentale sono ben più popolate da animali e folte di vegetazione rispetto alla regione dei nomadi.In effetti la parte orientale della Libia,quella abitata dai nomadi,si presenta piatta e sabbiosa,fino al fiume Tritone;invece a partire dal Tritone verso occidente,il paese degli agricoltori è assai montuoso,boscoso e ricco di fiere.In questa regione si trovano i serpenti più grossi e i leoni,gli elefanti;e orsi,aspidi,asini con le corna,i cinocefali,gli acefali [...]".

Gli elefanti,appunto.Se date un'occhiata ad una carta geografica,diventa immediatamente chiaro che nelle ultime frasi Erodoto parla dell'area del Nord Africa adiacente alla grande catena montuosa dell'Atlante.I territori situati ad ovest del fiume Tritone sono ben diversi da quelli piatti e sabbiosi a oriente,dei quali fa parte l'Egitto.

Link: www.larici.it/culturadellest/storia/erodoto/erodotoIV.pdf

Biblioteca Storica di Diodoro Siculo.

Diodoro Siculo:"Del resto,dopo che Iperione fu morto,i figliuoli di Cielo [Urano] si divisero tra loro il regno.
I più celebri tra essi furono ATLANTE E SATURNO.
Ad Atlante toccarono i paesi limtrofi all'OCEANO;e dal suo nome chiamò ATLANTIDI que' popoli,e ATLANTE PURE IL MONTE MAGGIORE DELLA TERRA.
Dicesi ch'egli avesse esatta cognizione dell'astrologia;e che fosse il primo a dimostrare la sfera:d'onde nacque poi l'opinione,ch'egli SOSTENESSE COLLE SUE SPALLE TUTTO IL MONDO:favola che appunto significa avere lui inventata e descritta la sfera esprimente la costruzione del mondo.
Fra i molti suoi figli,si distinse Espero per pietà,per giustizia,e per umanità verso i suoi sudditi.
Narrasi di lui,che essendo salito sulla vetta del monte Atlante per osservare i moti degli astri,da un improvviso nembo colto sparisse:onde il popolo suo tocco di compassione,l'onorasse come immortale;e da lui chiamasse la bellissima stella,che con tal nome veggiamo in cielo.
Atlante ebbe ancora sette figlie,che con nome comune del padre son dette ATLANTIDI;ma i loro propri nomi sono,Maia,Elettra,Taigeta,Asterope,Merope,Alcione,e Celano l'ultima.
Queste unitesi ad eroi d'indole generosissima,ed agli stessi Dei,diedero principio a molte nazioni,avendo partoriti figliuoli,i quali per virtù furono eroi,e si nominano Dei.
Così Maia che fu la maggiore,ebbe da Giove Mercurio,inventore di molte arti;e nella stessa maniera anche le altre Atlantidi ebbero illustri figli,parte de' quali furono padri di nazioni,e parte fondarono città [...]
Intorno a SATURNO,fratello di Atlante,raccontasi,che fu di enorme empietà ed avarizia,e che presa avendo in moglie Rea,sua sorella,ne generò GIOVE,CHIAMATO POSCIA OLIMPIO.
Però si aggiunge,che ERAVI STATO ANCHE UN ALTRO GIOVE,FRATELLO DI CIELO [Urano],E RE DI CRETA,ma assai inferiore in gloria a quest'ultimo,il quale ebbe sotto il suo imperio tutto il mondo.
Quell'antico fu principe dell'isola nominata,e generò dieci figli,che chiamarono CURETI;e all'isola diede il nome d'Idea sua moglie:nella quall'isola ebbe sepoltura,e se ne veggono anche oggi gli avanzi [...]
SATURNO poi,secondo che narrasi,REGNO' IN SICILIA,IN AFRICA,E IN ITALIA;e finalmente stabilì il suo imperio nelle parti occidentali del globo;E DAPPERTUTTO CON PRESIDI POSTI IN ROCCHE,E LUOGHI SICURI,tenne fermi nella ubbidienza i suoi sudditi.
E di qui avviene,che per le parti occidentali,e per quelle della Sicilia,ANCHE OGGI I LUOGHI PIU' ALTI QUA E LA' SI CHIAMANO CRONI,CIOE' CASTELLI DI SATURNO.
Saturno ebbe per figlio,siccome dicesi,GIOVE,il quale diversamente comportandosi dal padre,fu giusto ed umano con tutti [...]".


Le città saturnie: http://it.wikipedia.org/wiki/Città_saturnie

http://it.wikipedia.org/wiki/Saturno_(divinita)
http://it.wikipedia.org/wiki/Crono

www.circei.it/pagina-27.html

Diodoro Siculo:"Adunque gli Atlantidi,abitatori dell'oceano,e posseditori di una terra felice,vengono riputati per pietà ed ospitalità distinti sopra tutti i popoli loro circonvicini.
Ed essi si vantano,che presso di loro SIANO NATI GLI DEI [...]
Pongono PER PRIMO LORO RE URANO,ossia il Cielo;il quale gli uomini,che vivevano qua e là sparsi,indusse ad abitare entro le città;e dalla vita,che prima menavano a modo delle fiere,e senza alcuna legge;li guidò a civili costumi,insegnando loro come seminare i dolci frutti della terra,e raccogliere quelli degli alberi;ed inventò altri non pochi presidi alla vita.
Egli fu padrone della massima parte del mondo;ma spezialmente di quella che guarda l'occidente e il settentrione.
E come assai dedicossi ad osservare gli astri,molte cose predisse,che dovevano succedere nel mondo superiore;e del moto del sole insegnò al volgo come l'anno procedesse;ed inoltre segnò il corso della luna,fissò i mesi,e certe ore ne' singoli anni.
Onde è,che i popoli non sapendo ancor nulla intorno all'ordine perpetuo degli astri,molto ammirarono quel suo certo predire gli eventi;ed invalse l'opinione,che appunto profetizzasse così,perchè fosse partecipe della natura divina;e quando fu tolto dalle cose umane,a cagione de' benefizi fatti,e della scienza degli astri,gli tributarono divini onori [...]".


Diodoro Siculo:"[...]Avendo dunque assaltate le terre degli Atlantidi,[le Amazzoni] batterono in aperto campo quelli,che abitavano CERNE;E MESCENDOSI ALLA TURBA CHE FUGGIVA,ENTRARONO CON ESSA IN CITTA',E L'OCCUPARONO.
Per incutere poi terrore a' vicini,trattarono atrocemente i vinti;perochè trucidarono tutti quelli,che passata avevano la pubertà,e condussero in ischiavitù le donne co' figli,dopo avere distrutta la città.
Sparsasi la fama della strage de' CERNEI commessa da tal gente,tutti gli altri ATLANTIDI percossi da paura resero le loro città pattuendo di fare quanto le AMAZZONI avessero loro comandato".


La catena montuosa dell'Atlante (i monti di Atlante):
CITAZIONE
[...] E' un sistema montuoso dell'Africa nord-occidentale,diviso tra Marocco,Algeria e Tunisia.Il suo nome locale (berbero) è ADRAR N DERN ("Il Monte dei Monti").Anche il nome ATLANTE,benchè pervenuto tramite la mitologia greca,doveva essere in origine un toponimo locale (libico-berbero).

Il sistema montuoso dell'Atlante è diviso in 7 diverse catene montuose (Anti Atlante,Alto Atlante,Grande Atlante,Medio Atlante,Piccolo Atlante,Atlante Telliano e Atlante Sahariano)

La vetta più elevata è il Jbel Toubkal (4165 m) inoltre vi sono altri due quattromila [...] La catena si è formata a causa dell'avvicinamento delle placche africana e euroasiatica.

fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Atlante_(catena_montuosa)

Viene fin troppo facile chiedersi se queste siano le MONTAGNE DI ATLANTIDE,dell'isola di Atlante:"Vicino al mare,MA NELLA PARTE CENTRALE DELL'ISOLA,C'ERA UNA PIANURA,che si dice fosse di tutte la più bella e garanzia di prosperità,vicino poi alla pianura,MA AL CENTRO DI ESSA,a una distanza di circa 50 stadi,c'era un monte,di modeste dimensioni da ogni lato [...]

In primo luogo tutto quanto il territorio si diceva che fosse ALTO E A PICCO SUL MARE,mentre tutt'intorno alla città [la città dei cerchi concentrici] vi era una pianura,che abbracciava la città ed era essa stessa CIRCONDATA DA MONTI che discendevano fino al mare,piana ed uniforme,tutta allungata,lunga 3.000 STADI sui due lati e al centro 2.000 STADI dal mare fin giù.Questa parte dell'isola ERA RIVOLTA A MEZZOGIORNO [a sud] e al riparo dai venti del nord.

I MONTI CHE LA CIRCONDAVANO ERANO RINOMATI A QUEL TEMPO,IN NUMERO,GRANDEZZA E BELLEZZA SUPERIORI AI MONTI CHE ESISTONO OGGI,per i molti villaggi ricchi di abitanti che vi si trovano e d'altra parte per i fiumi,i laghi,i prati,capaci di nutrire ogni sorta di animali domestici e selvaggi,per le foreste numerose e varie,inesauribili per l'insieme dei lavori e per ciascuno in particolare.

Questa pianura [quella sopra descritta] in un lungo lasso di tempo,per opera della natura e di molti re,prese dunque la seguente sistemazione.Aveva,come ho già detto,la FORMA DI UN QUADRILATERO,rettilineo per la maggior parte,e allungato,ma là dove si discostava dalla linea retta lo raddrizzarono per mezzo di UN FOSSATO SCAVATO TUTT'INTORNO:ciò che si dice della profondità,larghezza e lunghezza di questo fossato non è credibile,che cioè opera realizzata dalla mano dell'uomo potesse essere di tali dimensioni,oltre gli altri duri lavori che aveva comportato
[PLATONE]".


Non sempre nel corso dei millenni il clima del Nordafrica è stato uguale a quello di oggi;su questo non vi sono dubbi.Ne abbiamo già parlato,magari esistevano laghi o mari interni

Le Amazzoni africane venivano dall'isola Esperia del lago Tritonide.

Il lago Trasimeno con le sue isole: http://it.wikipedia.org/wiki/Lago_Trasimeno

Riguardo al problema della dimensione "più grande dell'Asia e della Libia",rimando ai "capitoli" precedenti.

www.edicolaweb.net/oc10f02g.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Atlante_(mitologia)

Gli Atlanti di Diodoro Siculo e l'Atlantide di Platone.Gli Atlanti secondo l'autore della Biblioteca Storica risiedevano in Africa,e nell'isola platonica "era ben rappresentata la RAZZA DEGLI ELEFANTI" (" ...E ALTRETTANTO LO ERANO PER QUESTO ANIMALE,NONOSTANTE SIA IL PIU' GROSSO E IL PIU' VORACE"),bestie ingombranti e gigantesche che non è mica tanto facile trovare in giro per il mondo.Attualmente al di là del continente africano ne esistono solo in India e nel Sud-Est asiatico.

Certo,bisognerebbe spostare le colonne nel Canale di Sicilia,scovare dov'è o dov'era ubicato il mare di fango ecc.

CITAZIONE
Atlantide avrebbe anche potuto essere la catena montuosa dell'Atlante se in passato alcuni laghi interni,nelle aree sahariane,l'AVESSERO TRASFORMATO IN UNA SPECIE DI ISOLA.

fonte: www.mauriziocavini.it/Testi/Atlantide.html

Gli specchi d'acqua possono essicarsi e sparire col tempo ... e la sabbia può COPRIRE MOLTE COSE ... anche una pianura "lunga 3000 stadi sui due lati e al centro 2000 stadi dal mare fin giù" ... e le rovine di città già antiche per gli antichi ...

http://it.wikipedia.org/wiki/Elephantidae
http://it.wikipedia.org/wiki/Elephas_maximus_indicus
www.edicolaweb.net/am_oc05a.htm

Edited by onussen - 23/3/2013, 12:24
 
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onussen
view post Posted on 4/5/2005, 16:16




Del tutto fuori luogo,invece,si è dimostrata la localizzazione di Atlantide a Cipro,che pure aveva creato un certo rumore sui mass-media.

www.edicolaweb.net/nw13_15a.htm

www.margheritacampaniolo.it/atlanti...ide_a_cipro.htm

Fine delle illusioni:

www.margheritacampaniolo.it/archeo/..._cipronews1.htm

CITAZIONE
I presunti resti della città scomparsa di Atlantide,che il ricercatore americano Robert Sarmast sostiene di aver trovato al largo di Cipro,sarebbero solo dei vulcani,secondo quanto affermato da un esperto tedesco.

Christian Huebscher,del Centro per la Marina e le ricerche atmosferiche di Amburgo,ha detto alla Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz) in edicola domani di essersi recato la scorsa estate sul luogo (fra Cipro e la Siria) nel quale Sarmast assicura di aver localizzato l'Atlantide.

A suo avviso,quello che secondo Sarmast sarebbe l'acropoli di Atlantide sul fondo del mare altro non sarebbero in realtà che vulcani di fango vecchi di 100 mila anni.

Sarmast aveva detto di aver rinvenuto fra l'altro dopo mesi di ricerche numerose tracce di strade,canalizzazioni e mura massicce,con i ritrovamenti che a suo avviso sarebbero stati identici a quelli di Atlantide descritti da Platone [20 novembre 2004]

fonte: http://archivio.paleoseti.it/news.php?extend.1895

Poi un giorno il signor Sarmast ci spiegherà,se avrà tempo e voglia,di fronte a quale stretto,a quali Colonne d'Ercole si trova l'isola di Cipro,dov'è o dov'era situato il mare paludoso ecc.

Ormai basta scorgere una qualsiasi traccia d'insediamento umano sommerso dal mare,reale o illusoria,in qualsiasi parte del mondo,anche a Vattelapesca,per urlare ai quattro venti:"Atlantide!Atlantide!",scordando totalmente ciò che scrisse im merito un famoso autore dell'antichità.

Edited by onussen - 30/5/2012, 18:06
 
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onussen
view post Posted on 4/5/2005, 16:39




Riguardo ancora Santorini-Thera:
http://www.wright-photo.com/akrotiri%202.htm
http://www.wright-photo.com/akrotiri%201.htm
http://www.dolphin-hellas.gr/Fly&Drive/San...ni-Akrotiri.htm
http://www.lsg.musin.de/Geschichte/grieche...ochkulturen.htm
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L'isoletta dell'Egeo,posta,secondo certe tesi di fronte ad una delle primitive colonne d'Ercole,a ridosso della Grecia;vedi il sito precedente:
http://www.picatrix.com/dizionariopagano.htm
Vedi alla voce ATLANTIDE
Parzialmente inabissatasi(come Atlantide),a causa di un'esplosione vulcanica,e in questo caso veramente "in un giorno e in una notte"come scrisse Platone.In ESSA SI SCOPRE,come si e' visto nei link precedenti,una specie di Pompei,rimasta nascosta sotto la cenere:case,strade,reperti conservatisi meravigliosamente....fra questi un misterioso affresco(di cui purtroppo non ho trovato per ora la fotografia):
http://www.turistipercaso.it/viaggi/itiner...sto.asp?ID=4373
Platone sosteneva che Atlantide era"alta e scoscesa sul mare"...una caratteristica di alcune coste cretesi e di quelle di Santorini...
Inoltre un'Affresco RAFFIGURA LA MITICA CITTA' DEI CERCHI CONCENTRICI:ATLANTIDE!!

LA SENSAZIONE CHE I RESTI VISIBILI A SANTORINI SIANO TUTTO CIO' CHE RIMANE DI ESSA E' FORTISSIMO...

PECCATO CHE NE' CRETA NE' SANTORINI CORRISPONDANO ALLA DESCRIZIONE ATLANTIDEA FATTA DA PLATONE!
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Creta e Santorini(THIRA)
Come si vede dalla cartina partendo dall'Egitto e arrivando a Creta e Santorini si puo',successivamente, passare ad altre isole(le isole dell'Egeo)dalle quali poi si arriva ad un continente opposto(Grecia,Turchia ecc.).Le primitive colonne d'Ercole(di fronte e oltre alle quali stanno Creta e Santorini)sarebbero i due promontori meridionali del Peloponneso:il capo Tenaro e il capo Malea.L'Egeo,invece,come si dedurrebbe da certe analisi fatte su antichi testi greci(vedi sito picatrix-com dizionario ideologico)potrebbe esser stato L'ATLANTICO PRIMITIVO.Colonne d'Ercole e Atlantico,via via che si allargavano le conoscenze geografiche dei Greci,a partire dalla primitiva era Minoico-micenea,passarono poi a designare Dardanelli-Mar Nero,Canale di Sicilia-Tirreno/Mediterraneo occidentale ecc.,fino ad arrivare a Gibilterra-Atlantico attuale.Varie terre,spostandosi le colonne d'Ercole e l'Atlantico,sarebbero percio' diventate Atlantidi:dall'Africa a ridosso alla catena dell'Atlante,alla Sardegna(forse)ecc....essendosi perso il ricordo delle originarie colonne d'Ercole e del primitivo Atlantico,cioe'di capo Tenaro-Malea/Egeo.Sarebbe percio'questa la localita' geografica a cui intendeva riferirsi il sacerdote egiziano parlando a Solone:"...Questo mare era allora navigabile(l'Atlantico n.b.),e aveva un'isola innanzi a quella bocca che voi chiamate colonne d'Ercole"....era piu' grande dell'Asia e della Libia messe insieme si',ma sappiamo come questa frase puo' esser interpretata.Similissima all'esplosione vulcanica di Santorini,seguita dall'affondamento dell'isola,fu quella del Krakatoa:
http://www.deagostini.it/dea/notizie/vulcani.html
Dopo l'esplosione di Krakatoa,il mare nei dintorni divenne,per un certo periodo di tempo, difficilmente navigabile a causa dei detriti vulcanici che galleggiavano sull'acqua.....non ricorda qualcosa?
Tuttavia le differenze fra Santorini/Creta ed Atlantide restano profonde:le due isole non hanno metalli nel sottosuolo,al contrario di Atlantide che ne era ricca,ne' risulta che i minoici abbiano mai dominato l'Europa fino alla Tirrenia e la Libia fino all'Egitto,benche' fossero i padroni delle isole Egee,nonche' di territori lungo le coste dell'attuale Turchia(alcuni sostengono che la stessa Troia fu per un certo periodo di tempo controllata dai Cretesi)e della Grecia,il che combacierebbe con l'affermazione platonica della"potenza che insolentemente invadeva l'Asia e l'Europa",ricordando pero' che l'Asia e l'Europa antiche erano molto piu' piccole di quelle attuali!Creta aveva montagne piuttosto alte,relativamente ad altre isole del Mediterraneo,e,un tempo,ampie foreste,ma di elefanti nel 1400 a.c. non ce n'erano,e le misure della pianura di Festo sono enormemente piu' piccole di quelle della piana d'Atlantide.Inoltre Platone parla di una sola isola,qui,invece,dovremmo prendere in considerazione due isole insieme:Santorini,su cui sorgeva la citta' dei cerchi concentrici,e Creta. Pero' la cerimonia dei tori descritta da Platone E' TIPICAMENTE CRETESE!Insomma particolari che combaciano,in maniera anche impressionante,ed altri no(alcuni non li ho citati per brevita').
http://www.viaggi1492.it/immagini/Mappa%20...0di%20Creta.JPG
Resta pero' il mistero(gia' descritto in un altro post)DELL'ISOLA DELLE CENTO CITTA'.Per i poeti e gli storici antichi Creta era indiscutibilmente L'ISOLA DELLE CENTO CITTA'.Ne' la Creta minoica,ne' la Creta post-minoica e' identificabile con una descrizione del genere......mistero!
E rispuntano fuori i Pelasgi(vedi post precedente)!!!!Col nome di Pelasgi venivano chiamate le antiche popolazioni che abitavano la Grecia prima della venuta degli Achei e dei Dori....pare che fossero imparentati coi Cretesi....l'alfabeto etrusco risulterebbe simile a quello delle popolazioni pre-elleniche(pelasgiche)abitanti le isole di Lemno e Imbro....questi Pelasgi compaiono dappertutto,dalla Grecia all'Italia,come il prezzemolo....un tempo erano attribuite loro una serie di antiche costruzioni che si trovano in Italia,ora, invece,assegnate dagli storici alle popolazioni italiche pre-romane...ma chi diavolo erano i Pelasgi?

AGGIUNTA
Per davvero Atlantide e' sempre fonte di sorprese.Ecco un nuovo articolo che ho scovato su ANTIKITERA.L'ipotesi e' sempre quella dell'ATLANTIDE-CRETA(n.b.e' stata decifrata un'iscrizione,come si legge in picatrix.com,in cui viene dato ad una regione di Creta il nome di ATLUUS-vedi picatrix.com dizionario ideologico-,e da ATLUUS ad ATLANTIDE......).SOLO CHE LE COLONNE D'ERCOLE VENGONO COLLOCATE IN EGITTO!!!!
http://www.antikitera.net/articoli.asp?ID=106
http://guide.supereva.com/fantasmi/interve...07/170121.shtml
Riporto:
"Cosi' a fronte delle parole di Platone.....diverse sono le traduzioni(n.b.riguardo alla posizione di Atlantide rispetto alle colonne d'Ercole):"di fronte allo stretto","di fronte agli stretti","innanzi a quella bocca","davanti a quell'imboccatura","davanti a quella FOCE".....GLI ANTICHI SCRITTORI PARLANDO DEL NILO E DELLE SUE FOCI....ALCUNI AUTORI NOMINANO UN RAMO(n.b. del Nilo) ERACLEOTICO,UNA BOCCA ERACLEOTICA O CANOPICA:si trattava della foce PIU' OCCIDENTALE DEL NILO,PRESSO CUI SORGEVA HERAKLEION,UNA CITTA' FAMOSA PER UN SANTUARIO DEDICATO AD ERACLE....il Faraone aveva concesso agli stranieri(n.b. residenti in citta') di gestire le proprie attivita'....all'epoca in cui Solone si reco' a Sais(590 a.c.),al sacerdote egiziano non poteva essere nota la denominazione "Colonne d'Ercole",usata per la prima volta in Grecia,secondo i documenti in nostro possesso,da PINDARO,nel 476 a.c.(oltre cento anni dopo),ne' egli avrebbe potuto citarla come desunta dalla storia scritta sulle colonne del tempio di Sais,sicuramente molto piu' antica....lungi dal riferirsi a Gibilterra....IL SACERDOTE,certamente,ALLUDEVA AD UN LUOGO,SACRO AD ERACLE,A LUI PIUTTOSTO FAMILIARE DATO CHE SI TROVAVA NELLO STESSO EGITTO:EGLI AVRA' DETTO A SOLONE CHE AD OVEST DELLA FOCE PIU' OCCIDENTALE DEL NILO(N.B. DOVE SORGEVA HERAKLION),"DI FRONTE ALLA BOCCA ERACLEOTICA",AL DI LA' DEL PORTO EGIZIANO DI HERAKLEION,C'ERA LA GRANDE ISOLA DI ATLANTIDE(N.B.e come si puo' vedere in una carta geografica,Creta si trova ad ovest dell'Egitto),da cui si passava ad altre isole(le Cicladi e le Sporadi,nel mar Egeo),e quindi al continente che si trovava dalla parte opposta"....Creta,con cui e' provato che gli Egiziani avessero solidi rapporti commerciali,in base alle limitate conoscenze geografiche dei primi abitanti del Nilo,si trovava posta ALL'ESTREMO OCCIDENTE... e gia' ai tempi di Solone si era perso,in Grecia,il ricordo della potenza e dello splendore Cretese(tramontati molti secoli prima,verso il 1400 a.c.);quella era roba gia' antica per loro,di cui si serbavano solo vaghe e confuse reminiscenze nei miti del Minotauro,di Teseo ed Arianna,di Dedalo e Icaro,del Labirinto e di re Minosse,oltreche' nelle leggende del dominio cretese sui mari e sulle isole dell'Egeo e dei tributi imposti ad Atene.Quindi ne' Solone,ne',molti anni dopo,Platone,che lesse il resoconto del grande statista ateniese,sospettarono che la vicenda di Atlantide si ricollegasse in qualche modo a Creta.Seppero solo di un'antica guerra che,molti anni lunari prima,si era combattuta fra Atene e una potenza marittima posta in un'isola "all'estremo occidente";e del resto Creta e' a ovest dell'Egitto,e' vero,MA RISPETTO ALLA GRECIA SI TROVA AD EST!Anche per questo si creo' confusione.....Questa e' la tesi....i dubbi e le cose che non tornano rimangono....

Edited by onussen - 5/7/2005, 13:35
 
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Barbanera3
view post Posted on 22/10/2005, 23:18




:huh: Ehm, ehm ... scusate ... ma questa sezione non era dedicata al mistero di TARTESSO??? ;)

https://xmx.forumcommunity.net/?t=948627

Effettivamente, i due misteri - Atlantide e Tartesso - hanno legami in comune. Qualcuno pensa che siano due modi diversi di chiamare la stessa cosa. Altri, invece, sono convinti di avere a che fare con due cose differenti, o al massimo che Tartesso sia stata una colonia atlantidea.

In genere si ritiene che fosse situata in territorio spagnolo.

"Tartesso è uno degli innumerevoli misteri archeologici che assillano gli studiosi. Citata più volte nell'antichità, veniva collocata in Spagna, sulla foce del Gudalquivir. Tartesso, città fondata in epoca preistorica da una popolazione iberica di cui ci è rimasto quasi nulla a causa della profonda romanizzazione della penisola iberica, è ricordata in numerosi testi classici e nelle Sacre Scritture. Tuttavia, a parte qualche breve notizia, la storia di Tartesso è in gran parte sconosciuta".
Tratto da http://dammo.altervista.org

"I Sami, appreso da Corobio per filo e per segno l'accaduto, gli lasciarono provviste per un anno; essi poi salparono dall'isola decisi a raggiungere l'Egitto, ma venivano portati fuori rotta dal vento di Levante. E siccome il vento non calava, finirono per attraversare le Colonne d'Eracle e giungere a Tartesso, con la scorta di un dio. A quell'epoca l'emporio di Tartesso era vergine, sicchè i Sami, al loro ritorno, ricavarono dalle merci il profitto più elevato fra i Greci di cui abbiamo notizia precisa [...]" (Erodoto, V secolo a.C.)

www.google.it/search?hl=it&site=img...q=tartessos&oq=

www.google.it/search?hl=it&site=img...&q=tartesso&oq=

http://it.wikipedia.org/wiki/La_Spagna_nel...7antichit%C3%A0

"Un buon numero di studiosi ha creduto di individuare Atlantide nell'attuale Spagna [una terra affacciata sull'Oceano Atlantico, ricca di giacimenti minerari], e precisamente sulla costa atlantica fra il Portogallo e Gibilterra, facendola coincidere con la favolosa città di Tartesso, fiorente centro conquistato dai Cartaginesi nel 553 a.C., secondo quanto narrano gli storici antichi. Gli stessi descrivevano,questo centro urbano dell'antichità,come posto oltre le invalicabili colonne d'Ercole (da qui la similitudine con Atlantide), in una zona molto ricca di minerali(altra similitudine).

L'artigianato e il commercio erano particolarmente fiorenti,ma,a tutt'oggi,sappiamo pochissimo. Nel 1905 quattro scienziati tedeschi,Henning,Herman,Jessen e Schulten,iniziarono la ricerca di Tartesso,vicino a quella che,un tempo,era stata la foce del fiume Guadalquivir. Tale ricerca non ebbe successo,e forse e' stato meglio cosi',perche' i 4 teutonici erano intenzionati ad identificare Tartesso nientemeno che con una colonia tedesca,giacche' avevano scoperto in zona dell'ambra baltica,ed,a quel tempo,gli archeologi tedeschi erano convinti del fatto che i loro antenati avevano navigato per mare e si erano diffusi,un po' ovunque,in Europa.

In questo modo,infatti,potevano giustificare il pangermanesimo e la pretesa tedesca di svolgere il ruolo di nazione-guida dell'Europa.Ipotesi ridicole a parte,vale la pena di leggere in base a quale ragionamento Atlantide era stata identificata con Tartesso:
-Secondo Platone,Atlantide era "di fronte alle colonne d'Ercole".Tartesso si trovava immediatamente al di la' di esse.
-Atlantide "era piu' grande dell'Asia e della Libia".Tartesso lo era,come Creta,per via del suo esteso impero commerciale,che,all'interno del Mediterraneo,sarebbe giunto fino all'Egitto e all'Etruria.
-Platone dice che "un cordone di isole" univa Atlantide all'opposto continente.Probabilmente Tartesso commerciava ambra e stagno con altri popoli del Nordeuropa,ed in particolare con le isole Cassiteridi,oggi identificate con le Scilly,al largo della Cornovaglia,usate come base commerciale anche dai Fenici. L'"opposto continente" e' da identificarsi,allora,con le terre sconosciute,ma ricchissime,dell'Europa settentrionale.

Naturalmente,l'analogia piu' evidente fra Tartesso e Atlantide e' la loro totale scomparsa. Dopo la conquista cartaginese,essa spari' senza quasi lasciar traccia. Solo pochi reperti archeologici attestano la sua esistenza,e il suo passato splendore,come e' il caso della cosidetta "Dama di Elce".
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Esistono pero' altre curiose coincidenze. Come ho gia' detto,Platone scrive che Atlantide era ricca di giacimenti e di miniere,e si sa bene che la Sierra Morena,in Spagna,era una delle zone minerarie piu' ricche dell'antichita',come dimostrano i metalli che le navi di Tiro (citta' fenicia) importavano nel Mediterraneo da quella regione.

Inoltre,la citta' di Atlantide era circondata da canali,mentre,a detta di Strabone,il celebre geografo greco del I secolo a.c.,nella zona del Guadalquivir (dove viene localizzata Tartesso) si irradiavano una vastissima rete di canali.La civilta' atlantidea doveva essere piuttosto evoluta ed antichissima.Strabone cosi' descrive i Tudetaniani [identificati da alcuni studiosi con i Tartessiani]:"I Tudetaniani sono i piu' civilizzati fra gli iberici.Conoscono la scrittura e possiedono libri antichi,ed anche poemi e leggi in versi che essi consideravano antichi di settemila anni...". Secondo altri,Tartesso sarebbe una colonia atlantidea.

E' per questa ragione,che qualcuno si e' spinto ad identificare la dama di Elce con una sacerdotessa di Atlantide. La scultura,come altri oggetti,viene attribuita alla civilta' Tartessiana perche' si e' scoperta nel sud della Spagna,vicino alla zona in cui si pensa che si trovasse la citta'. Non manca chi ha messo in dubbio la sua esistenza. Tuttavia,sembra che anche la Bibbia ne parli.Lo chiama il paese di Tarsis,posto ai "confini del mondo",in cui cerca di fuggire il profeta Giona. Ecco come lo descrive un'altro profeta,Ezechiele,nel libro omonimo:"Tarsis commerciava con te [Tiro] per le tue ricchezze di ogni specie,scambiando le tue mercanzie con argento,ferro,stagno e piombo". Secondo diversi studiosi,Tarsis non e' altro che la mitica Tartesso. Nel Salmo 71,10:"I Re di Tarsis e delle isole pagheranno il tributo,i re di Saba recheranno offerte". Le "isole" sono probabilmente le "isole delle genti",nome con cui gli Ebrei (tutt'altro che amanti della navigazione) indicavano genericamente i paesi del Mediterraneo".
Tratto da www.fmboschetto.it

www.bibbiaedu.it/pls/bibbiaol/GestB...amp;Capitolo=10

Secondo certe ipotesi,Tartesso,in realtà,era una colonia spagnola degli Etruschi!
"Gli Etruschi e la Spagna

Luciana Aigner Foresti

I primi accenni alla presenza di materiale etrusco o etruschizzante in Spagna risalgono al 1885 quando, sulla scia di alcuni passi biblici e classici che parlavano dei rapporti tra le città fenicie, Focei e Sami da una parte, e la città di Tartesso dall'altra, ci si pose il problema delle influenze delle aree mediterranee a cultura più avanzata, e cioè della cultura greca, fenicia ed etrusca, sulla cultura iberica preromana. In seguito gli studi sulla presenza etrusca in Spagna vennero a coinvolgere il problema dell'origine degli Etruschi - negli anni '30 di particolare attualità: gli abitanti di Tartesso sarebbero i Tirseni/Etruschi che, provenienti dall'Asia Minore ed in viaggio nel Mediterraneo alla ricerca di metalli, avrebbero fondato il sito nella Spagna meridionale dandogli il loro nome.

Una tale identificazione si basò in un primo tempo sull'omofonia del toponimo greco Tartessos - o meglio: pregreco dato il suffisso -essos - con il toponimo Tarsis testimoniato dal Vecchio Testamento in relazione a navi di lungo corso e dunque in grado di arrivare alla lontana Tarsis - ricordata per altro come Tarsis anche in un'iscrizione cuneiforme del re assiro Assurheddon (680-668 a.C.); e si basò sulla caratterizzazione, del resto topica, della Tarsis del Vecchio Testamento e della Tartessos delle fonti greche, descritte entrambe come luoghi particolarmente felici.

L'identificazione dei Tartessi con i Tirseni e la proposta che Tartessos sarebbe stata una fondazione etrusca si basò inoltre anche sull'osservazione che Tartessos era la capitale del paese chiamato Turta - dove abitavano in età romana i Tudertani - e che Turte potrebbe essere un gentilizio etrusco da riferirsi ai fondatori della città. Altra forma linguistica legata a Tartesso sarebbe il nome di persona arcnti da cui sarebbe derivato il nome greco di Argantonios, il re del luogo che, secondo Erodoto (1, 163) avrebbe accolto i Focei fuggiaschi davanti ad Arpago. Una forma onomastica turte è in realtà ricostruibile in base ad un'iscrizione chiusina recente dove compare il patronimico turte[...]a in genitivo; e in etrusco esiste anche una forma onomastica arcnti.

Anche il raffronto tra Tarsis e Tyrsenoi/Etruschi è suggestivo, ed oltretutto è supportato da un passo di Eliano che chiama i Tirreni tarsenoi. Da un punto di vista metodologico tuttavia, questa serie di forme omofoniche - a Turte, Tarsis e Tartessos sarebbero da aggiungere i poleonimi asianici Tyrrha (Lidia) e Tyrsa (Licia) ed il nome di un paese africano T[...]rss testimoniato nei testi egiziani di Medinet Habu - deve trovare un'altra spiegazione che non sia nel quadro del problema dell'origine degli Etruschi. Perchè è evidente che si tratta di semplici assonanze, di forme analoghe diffuse in tutto il Mediterraneo che tolgono valore alla comparazione, e che dunque sono prive di valore probatorio.

Nel 1947, M. Pallottino propose la tesi di un sostrato mediterraneo preindoeuropeo, tesi che ancora oggi ha i suoi sostenitori. Sappiamo da Strabone e dal Vecchio Testamento che Tartesso fu conquistata dai Tirii [*], ma, caduta Tiro, riebbe la sua libertà fin quando intorno al 500 a.C. fu distrutta, forse dagli stessi Iberi o da Cartagine; si continuò tuttavia a favoleggiare a lungo sulle sue ricchezze e sulla sua vivace vita intellettuale. Oggigiorno la tesi di un'attività colonizzatrice in Spagna da parte degli Etruschi asianici alla ricerca di metalli, deve essere considerata superata. Anche i tentativi di localizzare l'antica Tartesso non hanno dato risultati certi.

Seguendo una traccia data da Strabone dovremmo cercarla nella Spagna meridionale, ma già gli antichi autori ebbero difficoltà a darne l'ubicazione: Avieno (85, 219) la identificava con Gades ma secondo lo Pseudo Scimmio (per. 162) le due città distavano due giorni di navigazione. Altri autori pensarono a Gadeira/Cadice o a Carteia/Algesiras. Tra i diversi pareri sembra prevalere quello che identifica Tartesso con Huelva. Nei decenni tra il '50 ed il '70 furono ripresi in esame vecchi materiali di scavo allo scopo di identificare oggetti etruschi di importazione e la loro eventuale influenza sulla produzione locale. Dagli anni '70 si assiste alla raccolta del materiale terusco o etruschizzante nel quadro di scavi sistematici, e ci si interroga sulla parte che questa presenza etrusca ebbe nello sviluppo delle culture locali, estendendo lo sguardo anche alla Francia meridionale, dove il materiale etrusco è relativamente ben testimoniato dalla metà del VII fin verso la fine del VI secolo a.C. scemando progressivamente fino ad esaurirsi.

[*] " ... Fu conquistata dai Tirii". Il discorso ha valore solo se la Tartessos greca era la Tarsis biblica.

L'articolo prosegue qui: www.fondazionecanussio.org/atti2001/foresti.pdf

Purtroppo, tutti gli scavi e le ricerche effettuate in Spagna, finora non hanno dato alcun esito certo, a parte alcuni reperti - come la dama di Elce - interessanti sì, ma di malsicura attribuzione.
www.anomalist.com/features/tartessus.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Tartessus
www.juntadeandalucia.es/cultura/bib...olotartesso.jpg
Qualcuno la identifica con i presunti ritrovamenti presso Cadice(Marisma de Hinojos)
www.pensar.org/2004-04-pastillas-04.html
www.yotor.com/wiki/it/ta/Tartessos.htm
www.telefonica.net/web2/blogmagonia...ismaHinojos.jpg
www.laportadeltempo.com/Europa/eu_190804.htm
http://perso.wanadoo.es/emilio10/tartessos.htm
www.antropos.galeon.com/html/tartessos.htm
www.elestrecho.com/arte-sur/tartesos.htm
www.dearqueologia.com/colonizaciones.htm
www.geocities.com/CapitolHill/Lobby...2679/tarsis.htm
www.andalucia.cc/adn/0597doc.htm
http://es.wikipedia.org/wiki/Tartessos
www.tolos.de/tartessos.htm
www.atlantia.de/atlantis_english/my...n_tartessos.htm
www.proel.org/alfabetos/tartesio.html
www.lost-civilizations.net/data/atl...0tartessos.html
http://perso.wanadoo.es/historiaweb/antiqv...dex_griegos.htm
http://comunidad-escolar.pntic.mec.es/658/...8/cultura1.html
www.tartessos.info/html/intro.htm
http://library.thinkquest.org/18291/data/i...nes_der_ing.htm
www.guiarte.com/noticias/images/est...telacaceres.jpg
http://html.rincondelvago.com/files/7/2/0/...0/000057202.jpg
www.celtiberia.net/imagftp/im789084...n%202%20res.jpg
http://underworld.fortunecity.com/marathon...42/guertart.jpg
www.historialago.com/leg_iber_01020...rotohist_01.htm
www.guiarte.com/noticias/images/carambolo.jpg
www.dearqueologia.com/argar.htm
www.arqueotour.com/atlantis/images/...al-tartesso.jpg
http://home.yawl.com.br/hp/sedycias/historia03b.htm
www.globalgeografia.com/europa/spagna.htm
www.globalgeografia.com/album/spagna.htm
www.homolaicus.com/storia/spagna/
www.jorgetutor.com/spain/spain.htm
http://members.tripod.com/Busina1/celtiberi2.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Penisola_iberica
http://it.wikipedia.org/wiki/Celti
www.adui.loman.it/celti/cronologia.html
www.google.it/webhp?hl=it#hl=it&q=t...4406a0857eeea33
www.google.it/webhp?hl=it#hl=it&q=t...4406a0857eeea33

"Del resto già gli antichi non risultavano concordi sull'ubicazione della città: basti pensare che, mentre nel proprio periplo Avieno (85,269) identificava Tartesso e Gades, nel periplo dello Ps. Scimmio (162) si affermava che le due città distavano fra loro due giorni di navigazione. I più si mostravano divisi fra l'identificazione con Carteia - odierna Algesiras - (così, fra gli altri, Plinio natur. hist. 3,7; Strabone 3,2,14; Pomponio Mela 2,6; Appiano Iber. 63) oppure con Gadeira - l'odierna Cadice - (così, fra gli altri, Plinio natur. hist. 4, 120; Valerio Massimo 8,13,4; Giustino 44,4,14; il periplo di Avieno 85;269-70 [...]). Da Erodoto abbiamo notizia dell'arrivo dei Greci presso Tartesso, leggendaria per le sue ricchezze, e più precisamente di Focei (1,163,1-2) e di Sami (4,152,2-3). Questi ultimi sarebbero giunti in queste terre sullo scorcio del VII secolo per puro caso, sotto la guida di Corleo di Samo. I Focei, invece, avrebbero raggiunto questi luoghi all'inizio del VI secolo e avrebbero stretto rapporti amichevoli con il sovrano locale, Argantonio. Forse la città era già citata nell'Antico Testamento, dove ricorre il nome di Tarshish (già nella "tavola dei popoli" nella Genesi 10,4 e poi in Re 10,22, Geremia 10,9, Ezechiele 27,12 [...]). Fra i Greci i più antichi a farne menzione furono il siciliano Stesicoro (in Strabone 3,2,11) e il poeta ionico Anacreonte (in Strabone 3,2,14), entrambi di VI secolo".
Tratto da http://books.google.it/books?id=wwWuwKQR3PsC&dq=

Cito alcuni brani del libro "Dalla Geografia di Strabone" (Strabone, geografo greco, circa 60 A.C. - 23 D.C.):

"Or quale difficoltà ne impedirebbe di credere che anche Omero, guidato da questa fama, abbia diviso gli Etiopi in due, dicendo che gli uni si trovano verso il levante, gli altri verso il ponente? dacche non si ha notizia di quelli di mezzo, se vi siano o no. Eforo poi riferisce un'altra antica tradizione, conosciuta probabilmente anche da Omero, secondo la quale narravano quei di Tartesso (I) avere gli Etiopi discorsa la Libia fino alle sue parti occidentali; e gli uni essersi colà fermati, gli altri avere occupato gran tratto della spiaggia marittima: e questo confermasi anche dal trovarsi detto da Omero:
...del mondo ai confini e alla remota
Gente degli Etiopi in duo divisa
Questo dunque potrebbe dirsi contro Aristarco e contro i seguaci di lui: ed anche altre cose più comprovanti si potrebbero addurre a liberare Omero dalla taccia di una troppo grande ignoranza. Perocchè se guardiamo all'usanza degli antichi Greci, essi ebbero in costume di chiamare con un solo nome, cioè Sciti, o Nomadi secondo Omero (I), tutti i popoli delle parti settentrionali di cui avevano cognizione; poi più tardi denominarono Celti o Iberi, o con nomi composti Celtiberi e Celto-Sciti quante nazioni conobbero nelle parti occidentali, mentre da prima per ignoranza comprendevano diversi popoli sotto una sola denominazione. E così chiamarono Etiopia tutti i paesi meridionali vicini all'Oceano. Però Eschilo nel Prometeo liberato (2) dice: Vedrai la sacra corrente dell'Eritreo che volge sopra porporino terreno, e la palude scintillante di rame presso all'Oceano dove stanno tutti gli Etiopi, e dove l'onniveggente Sole lava sempre l'immortale suo corpo, e nei tiepidi flutti della molle onda dissipa la stanchezza de' suoi corridori. Sapendo Eschilo che in tutta la parte meridionale della terra conosciuta l'Oceano si trova nella stessa condizione rispetto al sole e serve allo stesso fine, vi collocò da per tutto gli Etiopi [...] Eforo poi ci riferisce nel modo seguente l'antica opinione che avevasi dell'Etiopia nel suo Trattato intorno all'Europa, ove dice che "lo spazio del cielo e della terra dividesi in quattro parti, delle quali gl'Indiani tengono l'Apeliote (levante), gli Etiopi quella di Noto (mezzogiorno), i Celti l'occidentale, e gli Sciti quella che è volta al vento Borea (settentrione). Aggiunge poi che l'Etiopia è più grande della Scizia [...]".

"Non molto lontano da Castalona [antica città spagnola] avvi anche quel monte da cui si dice che scorre il Beti [l'odierno Gudalquivir, fiume della Spagna meridionale], e lo chiamano Argenteo a cagione delle miniere di questo metallo che vi si trovano. Polibio afferma che l'Ana e il Beti (I) provengono dalla Celtiberia, distanti l'uno dall'altro circa novecento stadii: perocchè i Celtiberi essendo cresciuti in potenza diedero il proprio nome a tutto il paese che confina con loro. Pare che gli antichi chiamassero Tartesso il Beti, ed Erithia il Gadi colle isole circonvicine: e così dicono doversi interpretare quel passo di Stesicoro intorno alla greggia di Gerione, cioè, ch'essa nacque rimpetto quasi all'inclita Erithia, presso le fonti inesauribili del Tartesso che han le radici d'argento tra le pietre delle caverne (2). Essendo poi due le foci di questo fiume, è fama che anticamente fosse fra l'una e l'altra fabbricata una città chiamata dal nome del fiume, Tartesso; e che quindi Tartessida si nominasse il paese ora occupato dai Turduli. Anche Eratostene afferma che il paese contiguo a Calpe [presso lo stretto di Gibilterra] si chiamava Tartessida, e così anche l'isola fortunata di Erithia; al quale peraltro contraddice Artemidoro, e sostiene che questa asserzione di Eratostene è falsa, come anche quell'altra, che il promontorio Sacro sia distante da Gadi [Cadice,nota città della Spagna] la navigazione di cinque giorni, mentre non v'hanno nel vero più che mille e settecento stadii; che quivi finisca il flusso e il riflusso del mare, il quale per lo contrario succede in tutta quanta la periferia della Terra abitata: e finalmente che sia più agevole il passare dall'Iberia nella Celtica per terra nelle parti settentrionali, di quello che navigando sopra l'Oceano (I). E in generale (dice Artemidoro) Eratostene asserisce il falso dovunque presta fede a Pitea, autore sfrontatamente bugiardo [in realtà non è proprio così]. Ma Omero che molto seppe e molto narrò ci dà a conoscere che non gli furono ignote nemmanco queste regioni, qualora noi vogliamo dirittamente considerare le opinioni di tutti coloro che hanno interpretate le sue parole, dei quali gli uni più, gli altri meno s'accostarono al vero nell'intendere ciò ch'egli ne dice. Meno accostaronsi al vero coloro i quali credono ch'egli considerasse Tartesso come l'ultimo punto occidentale, dove in grembo all'Oceano
La splendida cadea lampa del sole,
L'altra notte traendo sulla terra (2).
Ora gli è manifesto che la notte è di mal augurio e di natura consimile all'Orco, e questo al Tartaro; e però congetturano alcuni che avendo Omero sentito far menzione di Tartesso, di qui abbia denominato poi Tartaro il più profondo dei luoghi che si trovan sotterra; poi, conservando il costume poetico, vi abbia aggiunte le favolose invenzioni.
Così per aver saputo che i Cimmerii abitavano in luoghi settentrionali ed oscuri vicini al Bosforo, li collocò vicino all'inferno. Ma forse ciò fece anche per quell'odio che gl'Ionii portano comunemente a questa nazione; perocchè nei tempi di quel poeta e poco prima fecero i Cimmerii una scorreria fino all'Eolia ed all'Ionia [...] Pertanto, a interpretar male Omero, potrebbe dirsi che nella invenzione del Tartaro è da lui fatta menzione di Tartesso: a interpretarlo poi bene, ciò potrebbe congetturarsi da questi altri argomenti. Perocchè le spedizioni di Ercole e dei Fenicj fino a quel paese gli fecero conoscere la ricchezza e la dappocaggine degli abitanti, i quali si lasciarono superar dai Fenici per modo che la maggior parte delle città nella Tudertania e ne' luoghi circonvicini sono ora abitate da questi. E parmi eziandio che la spedizione di Ulisse in que' luoghi, raccontata da lui, gli abbia dato motivo di trasportare l'Odissea, come anche l'Iliade, dai fatti reali alla poesia, componendone un favoloso racconto secondochè hanno in costume i poeti. Perocchè non solamente ne danno indizio i luoghi d'Italia e di Sicilia ed alcuni altri, menzionati in quel poema; ma anche nell'Iberia sogliono ricordarsi di una città detta Ulissea, e un tempio di Minerva, e mille altri vestigi degli errori di quell'Eroe, e di alcuni altri sopravvissuti alla guerra di Troia [...]".

"I poeti poi che vennero dopo quei tempi favoleggiarono cose a queste somiglianti; come a dire le spedizioni fatte per rapire i buoi di Gerione ed i pomi d'oro delle Esperidi; e nominarono alcune isole dei beati (3), le quali sappiamo che anche al presente si mostrano non molto lontano da quelle estremità della Maurosia [Mauritania] che stanno rimpetto a Gadi [Cadice]. Io poi dico che di questi luoghi diedero notizia i Fenici, siccome quelli che innanzi ai tempi d'Omero occuparono il meglio d'Iberia e di Libia, e rimasero padroni di que' luoghi finchè i Romani non abbatterono la loro signoria. E delle ricchezze d'Iberia abbiamo anche queste altre testimonianze. I Cartaginesi che vi approdarono sotto la scorta di Barca, secondochè narran gli storici, trovarono che i Turditani servivandi di coppe (I) e di botti d'argento. E si può credere che dalla molta felicità siansi denominati Macreoni (2) [cioè longevi] gli abitanti di que' paesi, massimamente i capi, e che per questo poi Anacreonte abbia detto: Io per me non desidero nè il corno di Amaltea, nè di regnare cento cinquant'anni a Tartesso. Ed Erodoto ci ha tramandato anche il nome di questo re, dicendo ch'egli chiamavasi Argantonio: perocchè o vuolsi interpretare quel passo di Anacreonte come se dicesse: Non bramo di regnare quanto costui; o in generale: Non bramo di regnare lungo tempo in Tartesso (3). Alcuni sostengono che Tartesso fosse quella città che ora nominiamo Carteia [città della Spagna]. Alla felicità poi del suolo conseguitarono presso i Turditani [o Turdetani, antica popolazione spagnola] e la mitezza dei costumi e la civiltà; e così anche fra i Celti per essere vicini e congiunti con quelli, come ha detto Polibio: ma sono peraltro inferiori ai Turditani, giacchè vivono per la maggior parte dispersi in villaggi. I Turditani, e principalmente quelli che abitano lungo il Beti, cambiarono al tutto i proprii costumi pigliando que' dei Romani, sicchè non conservano memoria nè anche dell'antico loro linguaggio; ma i più son diventati Latini (I) e ricevettero fra loro colonie romane, di qualità che per poco non sono tutti romani. E fanno manifesta la mutazione dei costumi anche i nomi delle città promiscuamente abitate, come sono Pezaugusta fra i Celti, Augusta-Emerita fra i Turduli, Cesaraugusta presso i Celtiberi creduti una volta più feroci di tutti. E questo di costoro".
Tratto da http://books.google.it/books?id=NqlQAAAAcAAJ&dq=

"Ma Stefano di Bisanzio ci parla di una città de' Liguri, di nome Ligustina, nell'Iberia d'Occidente, presso il Tartesso e soggiunge, che gli abitanti si chiamano Liguri [...] Qui giustamente osserva il D'Arbois, che l'indicazione di Stefano ci riporta alla più antica geografia della Spagna, a quella di Erodoto e di Erodoro, del V secolo a. G.C., quando il nome del fiume Guadalquivir era Tartesso; dovechè al tempo di Polibio (II sec. a.G.C.) e di Strabone (I sec. d.G.C.), è Beti. I Liguri dunque furono naturali d'Iberia e furono Iberi nel senso stretto di questo nome, come furono altresì Iberi nel più largo senso, quando partiti da questa loro patria, si volsero a correre così gran parte dell'Europa settentrionale e meridionale, dall'Oceano alle Alpi e al mar di Sicilia"
Tratto da http://books.google.it/books?id=_vkWAAAAYAAJ&dq=

"Strabone, citando Eforo, parla di una tradizione conservata a Tartesso, portante che gli Etiopi estesi eransi anticamente fino all'Oceano occidentale, ove fondato avevano lungo le coste alcuni stabilimenti; e nella catena dell'Atlante dependente da Marocco trovasi ancora una popolazione che assume il nome di Berberi, e che d'assai si assomiglia a quella delle sponde del Nilo. L'autore è tentato di trovare un tratto di rassomiglianza cogli Etiopi anche nelle mummie dei Guanchi, antichi abitanti delle Canarie, nelle quali forse passarono le antiche istituzioni etiopiche. Esistono finalmente popoli sotto il nome di Berberi nelle regioni abitate dal Negro, che formano un punto intermedio tra quelli del Nilo e quelli dell'Atlante. Ignota è l'epoca in cui fu dato il nome di Barbaria al settentrione dell'Africa. Chenier nelle sue ricerche su i Mori, crede questo nome assai più antico dell'epoca in cui fu ricevuto nelle lingue europee, il che può essere, giacchè i Greci e i Romani non parlarono di que' popoli se non sotto il nome di Libii, di Mauri, di NUmidi, ecc., nomi forse parziali di ciascuno di essi; se quel nome di Barberia è molto antico, è d'uopo ammettere che non è divenuto abituale nelle lingue europee se non dopo l'epoca degli Arabi. L'autore credesi dunque fondato nella sua opinione che il nome di Berberi fosse proprio di quella razza d'uomini che i Greci denominarono Etiopi. Gli abitanti di Axum, antico centro di un governo dell'Etiopia, si danno il nome di Agazi derivato dalla parola Geez della lingua sacra dell'Abissinia, che secondo il Ludolfo significa uomo libero; potrebbe essere che una parte della nazione adottato lo avesse dopo di avere spezzato le sue catene. Più difficile è il riconoscere l'estensione dei Berberis dalla parte dell'Europa e dell'Asia. Gli Etiopi, secondo Plinio, dominarono in età remotissima su di una porzione dell'Europa, ma non si vede donde quello scrittore abbia tratto siffatta notizia; più osservabile è il passo di Omero, là dove dice che gli abitanti della Caria parlavano il linguaggio dei barbari, giacchè è probabile che egli dire volle piuttosto il linguaggio dei Berberi, perchè troppo generale e contraria alla sua solida precisione sarebbe riuscita l'indicazione dei barbari presa nella latitudine che i Greci più moderati diedero a quel nome. Se i Carii dovettero l'origine loro a colonie cretesi, potevano parlare la lingua de' Berberi, giacchè i Cretesi, secondo Erodoto, riconoscevano gli Etiopi come una delle nazioni che popolata avevano la loro isola. Lo stesso forse può dirsi della divisione fatta da S. Epifanio dei tempi in cui predominarono i diversi sistemi religiosi; egli annovera quattro grandi periodi successivi, il Barbarico, lo Scitico, l'Ellenico ed il Giudaico, dei quali il primo sarebbe stato anteriore al diluvio; il nome di Barbarico debb'essere probabilmente inteso nel modo medesimo, come il nome di barbaro adoperato da Omero, altrimenti il periodo Barbarico si confonderebbe collo Scitico e col Giudaico. L'autore ravvisa in questo le tracce di una tradizione confusa relativa ad un'antica irruzione dei Berberi nell'Europa e nell'Asia, la quale avrebbe servito di base anche all'asserzione di Plinio, e spiegherebbe le rassomiglianze che si osservano tra i culti più recenti dei Greci e dei Romani, e quelli degli abitanti dell'Etiopia. Egli dubita quindi che a questo principio debbano riferirsi le memorie confuse che trovansi nelle storie greche e romane dell'invasione dei Pelasgi, così nominati, perchè lungo tempo errato avevano sul mare".
Tratto da http://books.google.it/books?id=Fs35phflD0MC&dq=

Link:

"I Turdetani erano un antico popolo pre-romano appartenente alla stirpe degli Iberi, stanziato nella valle del Guadalquivir, nel sud della penisola iberica all'interno dell'attuale Andalusia. Sono ritenuti i successori del popolo Tartessiano. I Turdetani furono fortemente influenzati dal contatto con le civiltà greche e cartaginesi, che proprio nel sud della Spagna possedevano alcune colonie. Erodoto descrive i Turdetani come un popolo civilizzato, con codici scritti di leggi, organizzati in nuclei urbani dominati da un unico monarca. L'economia del loro popolo era probabilmente incentrata su agricoltura e pastorizia, tuttavia era ampiamente sviluppato l'artigianato ed altrettanto fiorente era l'industria legata all'estrazione di minerali preziosi, come l'argento e il rame, abbondanti nei territori circostanti".
Tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Turdetani

http://en.wikipedia.org/wiki/Turdetani - www.arkeotavira.com/Mapas/Iberia/Populi.htm - www.treccani.it/enciclopedia/turdetani/ - http://commons.wikimedia.org/wiki/Category...tani?uselang=it - www.sapere.it/enciclopedia/Turdetani.html

"Giunto colà (i Celtiberi e i Turdetani accampavano separati), i Romani si posero subito a far leggiere scaramucce co' Turdetani, dando dentro alle lor poste; e uscivan sempre vincitori da qualsivoglia, benchè temerario, cimento" (Tito Livio).
Tratto da http://books.google.it/books?id=g0ETAAAAQA...=gbs_navlinks_s

"Anche gli antichi testi greci parlano dei Tartessi, dando loro questo nome, mentre essi si chiamavano Turdetani (secondo alcune fonti solo dopo le guerre puniche). Il nome, comunque, viene dalla loro capitale Tartesso [...]".
Tratto da http://books.google.it/books?id=jnriAAAAMAAJ&q=

"Lo Schulten il quale erroneamente identifica i Turdetani con i Tirreni, ci dà un'interessante tavola degli alfabeti turdetani, messi a confronto non con gli alfabeti etruschi, ma con l'alfabeto di Lemno che egli crede etrusco e che non è etrusco".
Tratto da http://books.google.it/books?id=gfEyAQAAIAAJ&q=

"Che gli Spagnoli antichi abbiano parlato, e scritto con molta similitudine cogli Etruschi [...] E se Strabone riferisce, che gli Spagnoli, e specialmente i Turduli, o Turdetani vantavano fino ai suoi tempi scritti, e poesie di seimila anni addietro, (il che dee intendersi solamente d'una remotissima antichità, ma non mai di seimila anni); ben si vede, che si oltrepassa con ciò in Spagna i tempi Cartaginesi, e che probabilmente non potrebbero verificarsi, che in tempi Etruschi".
Tratto da http://books.google.it/books?id=or4pAAAAYAAJ&dq=

"Io ben mi rammento, che Varrone presso Plinio (I), scrive, che nelle Spagne, erano venuti Iberi, Persi, e Cartaginesi. Dice Marco Varrone che in tutta la Spagna vennero Iberi, Persi, Fenici, e Cartaginesi (2), e forse anco i Greci, e si avverta bene, che dice in tutta, e non mica in una porzione, e Varrone, e Plinio, ed altro antico Scrittore, non dicano mai, che colà vi penetrassero Itali [...] Sembra in oltre, che questa colonia, diciam così di Toschi [Etruschi, Tirreni] che secondo il Guarnacci dette origine agli abitanti delle Spagne, overo del solo Tartesso secondo Licofrone, dovesse dargli ancora nomi Itali, ma in fra più nomi che in vari tempi ebbe Tartesso, non ebbe, che nomi Greci, Iberi, Tiri, e Fenicj, come può vedersi presso Plinio nel luogo citato, ed altrove (I), e più chiaramente presso Festo Avieno in questi versi (2)
Haec Continussa (3) prius fuerat sub nomine prisco, Tartessumque dehinc Tyri dixere colonj. Barbara quin etiam Gades hanc linguam frequentat, Panus [Poenus] quippe locum Gadir vocat undique septum Aggere praeducto (4).
Dalli quì recitati versi, si scoprano tre nomi, che ebbe questo luogo, Tirio l'uno, Punico l'altro, facendoci in oltre sapere il Poeta, che quello di continussa fu il più antico, e questo potrebbe esser voce Greca, e forse anche Ibera, e gli Iberi della Spagna, per testimonianza di Plinio (I) vennero dall'Asia, e perciò a fronte di queste Autorità non potrà dirsi sanamente col più volte rammentato Guarnacci, che gli Spagnuoli, ed Iberj discendessero dall'Italia".
Tratto da http://books.google.it/books?id=_dDxEZ21me8C&dq=

www.ucm.es/data/cont/docs/106-2013-05-14-16.pdf

"Oltredicchè i di loro viaggi per mare [dei Greci] innanzi di Alessandro il Grande eran sempre radendo la Terra, e non prima di Corleo della Città di Samos, che visse 600. anni dopo della celebre spedizione degl'Argonauti in Colchide, per la conquista del Vello d'oro, non passarono essi mai lo stretto di Gibraltar, e Corleo fu il primo, che appena uscendo da quello, non oltrapassò la Città di Tartesso, posta nell'imboccatura di detto stretto nell'Oceano".
Tratto da http://books.google.it/books?id=1iRWAAAAcAAJ&dq=

http://books.google.it/books?id=Aos9AAAAcAAJ&vq=

"Dal fiume adunque, la chiamano Betica, e dagli abitatori Turdertania; i quali e Turdetani, e Turduli parimente sono addimandati; da alcuni creduti essere i medesimi; da alcuni che siano diversi; de' quali è Polibio, quando dice, i Turduli che abitano insieme con i Turdetani verso tramontana; ma ora non si conosce tra loro distinzione alcuna. Questi, sopra tutti gli Spagnuoli, sono reputati dottissimi; si dilettano di buone lettere, ed hanno libri, e poesie di molto antiche memorie, e leggi in versi (per quanto dicono) di seimila anni" (Strabone).
Tratto da http://books.google.it/books?id=pFJZLsJMzQoC&dq=

"Adolf Schulten, Tartessos, ein Beitrag zur altesten Geschichte de Westens [...] Un libro non solo interessante, ma (si direbbe) impressionante. Le testimonianze intorno a Tartesso, ai Tartessi, alle loro antichissime civiltà - a cominciare da quelle bibliche su Tarschisch - vi sono raccolte e vagliate con la massima accuratezza. E l'importanza di quelle civiltà, che, con centro a Tartesso, fioriva già prima del 1000 av Cr. nell'Andalusia, è messa in chiara luce. Che se anche l'A. è tratto qualche volta dalla passione del suo argomento a esagerare un pochino tale importanza e a risalire per le origini di essa civiltà a date remote che non appaiono, nello stato odierno della documentazione, sufficientemente assodate, tuttavia non par dubbio che Tartesso fu (dopo Creta) uno dei massimi centri di civiltà nell'Europa antichissima, quando, non ancora avviato lo sviluppo civile degli Etruschi in Toscana, s'iniziava quella della penisola greca sotto l'influsso della vicina Creta. Di codesta civiltà i vaghi cenni che abbiamo da Artemidoro presso Strabone (III, 139) intorno agli scritti storici e poetici e alle leggi dei Tudertani (cioè dei Tartessi) ci fanno rimpiangere vivamente che ogni documento sia perito senza che sia possibile farcene alcuna idea [...] Tartesso, questo è uno dei punti su cui insiste di più lo Schulten, era effettivamente una delle città alla foce del Baetis (Guadalquivir). E qui credo che egli abbia ragione contro il Movers e contro quanti critici hanno fino ai nostri giorni seguito il Movers. Non c'è motivo infatti di dubitare della testimonianza di Erodoto (IV, 152) [...] o di Eforo [...] La città non esisteva più nell'età romana. Dunque, argomenta lo Schulten, era stata distrutta dai Cartaginesi prima che il loro impero spagnuolo (poi rinnovato dai Barcidi) decadesse. E questo potrebbe essere, sebbene siamo nel campo delle ipotesi. Ma la testimonianza che dà Eforo della esistenza di Tartesso, pur non avendo valore incontrovertibile, per me fino a netta prova in contrario (che manca) vale non solo per l'età della fonte di Eforo, sì anche per Eforo stesso, il quale evidentemente ha ignorato quella distruzione di Tartesso circa il 500, di cui forse lo Schulten parla con troppa sicurezza. Che poi si riferiscano alla distruzione di Tartesso testimonianze che parlano d'un assedio cartaginese di Cadice, e che la fonte comune di esse sia incorsa in un equivoco, non è certo impossibile, tanti sono gli equivoci delle nostre fonti, ma è ipotesi, nello stato presente delle nostre cognizioni, alquanto arrischiata. Comunque però Tartesso sia perita, dalla scoperta del sito ove sorgeva non è troppo fantastico l'attendere, se non sorprese come quelle che si ebbero a Hissarlik, a Cnosso e a Phaestos [Troia e Creta], almeno risultati di grande importanza per la storia della civiltà dell'Occidente. Ma, data la scarsezza e la imprecisione delle testimonianze, individuare il sito preciso non è facile. E non posso negare che le congetture, acute e degnissime di considerazione, che fa in proposito lo Schulten mi lasciano alquanto perplesso. Tuttavia l'esploratore deve avere non solo acume critico, ma anche ardire e fede. Io ricordo le alternative di fede e di dubbio con cui noi della missione archeologica italiana nell'isola di Creta percorrevamo nel 1899 le colline su cui sorse l'antica Phaestos prima che la missione decidesse di iniziare quello scavo che insieme con lo scavo inglese di Cnosso ha segnato un'epoca nuova nello studio della preistoria europea. Possa lo Schultem avere uguale fortuna nelle sue ricerche per rinvenire il sito dell'antica Tartesso".
Tratto da http://books.google.it/books?id=-k-WqOsi2xgC&dq=

Le ricerche dello Schulten (1870-1960) non furono coronate da successo.

E' palese che già ai tempi di Strabone non si avevano le idee chiare riguardo la posizione geografica di Tartesso, scomparsa ormai da lustri. Troppa confusione !

Sorgono spontanee tre domande:

1) considerando ciò che è stato detto nei primi post di questa discussione, Tartesso era ubicata in Spagna?
2) La Tarsis della Bibbia era Tartesso?
3) I Tudertani (Turduli, Turdetani) erano gli eredi dei Tartessiani?


Edited by Barbanera3 - 21/12/2013, 10:21
 
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