Non intendo trasformare questa discussione in un confronto a due, ma spero che comunque cio' che scriviamo io e Oro (stavolta avendo opinioni diverse) sia utile per chiunque voglia chiarirsi le idee sul digiuno.
Quindi Oro, riespongo il mio parere in merito, analizzando i vari punti della tua risposta precedente.
Malnutrizione o sovranutrizione che sia, rendono entrambi bene l'idea di cio' che vediamo attorno a noi. Volerli distinguere nei minimi dettagli e' un esercizio che lascio volentieri fare a chi ne sa di piu'. Personalmente vedo una schiera di persone obese, diabetiche, ipertese, con i valori sballati... e chi piu' ne ha piu ne metta, fino ad arrivare agli scompensi psichici. Dal cibo che ingeriamo, o meglio dagli eccessi alimentari penso io, dipendono gran parte dei disturbi di cui soffre l'umanita occidentale. Concordo quindi sul fatto che il cibo dovrebbe essere il nostro farmaco e che purtroppo non lo e'.
Da sostenerlo ad applicarlo nella vita di tutti i giorni pero c'e' una bella differenza. Ho portato l'esempio del pane fatto in casa, penso che per la maggior parte delle persone sia molto difficile, se non impossibile, trovare della farina integrale, macinata a pietra il giorno prima, prodotta da grano realmente biologico correttamente conservato e infine impastarla con acqua di sorgente e sale marino integrale... Pertanto si compra la farina che si ritiene essere migliore, prodotta comunque chissa come, senza aver molte possibilita di discernimento (e questo vale per tutte le cose che acquistiamo). Raro anche mangiare come si dovrebbe, in serenita, quando si presenta la fame vera, avendo rispetto per l'alimento che ci sta nutrendo, lentamente, terminando prima del senso di sazieta, ecc. Al giorno d'oggi e' poi quasi impossibile trovare una persona il cui tratto gastro-intestinale sia efficente nell'assimilare quanto di buono c'e' nei cibi. Non vedo da parte mia questa gran facilita' che dici di informarsi (con i miliardi di teorie in circolazione) e nutrirsi con cibi sani (senza averne gran capacita' di distinzione); questo almeno vale per la persona media o per colui che ha appena preso coscienza della problematica.
Considerato quindi che nutrirsi in modo adeguato ed evitando ingredienti nocivi e' una bella impresa, non mi trovo d'accordo quando sostieni che digiunare per eliminare le sostanze tossiche sia "
quanto di peggio si possa fare, una continua lotta ed uno stress per l'organismo". Personalmente lo trovo il modo piu' naturale e piu' efficace per farlo. Ripeto ancora che cio' non deve costituire una giustificazione a lasciarsi andare a troppi eccessi, ma voglio sottolineare che e' inevitabile l'assorbimento di sostanze dannose con una vita considerata "normale" (c'e chi dice addirittura 6-7kg/anno di additivi, vedi
http://www.disinformazione.it/additivi.htm).
Credo sia noto a tutti che il digiuno risale ai tempi antichi, raccomandato da tutte le religioni, praticato non solo per la salute, ma anche per la ricerca spirituale, per auto-disciplina o per scopi politici. La dimensione terapeutica come vedi non e' l'unica. Ai tempi della Bibbia non c'erano alimenti sofisticati, ne' la possibilita di troppi eccessi, eppure le religioni e le filosofie raccomandavano ugualmente periodi di digiuno, a rinforzare corpo e mente.
L'esperienza e la pratica del digiuno ci permettono di capire che non e' necessario mangiare ogni giorno per tre volte, mentalita' che nella nostra societa e percepita come normale, ma che ha radici recenti; ecco che chi si abitua a digiunare riesce tranquillamente a non mangiare se non ha fame, evitando di farlo per abitudine o per compensare mancanze emotive. E' proprio la nostra odierna abitudine a mangiare regolarmente tre volte al giorno che ha formato il concetto che il digiuno sia spiacevole. Per me era difficile saltare un pasto, come per altri che hanno scritto in questa sezione; adesso riesco tranquillamente a evitare di mangiare se non sento il vero stimolo della fame. Allo stesso modo quando mi sento poco bene oppure ho delle preoccupazioni non ho alcun problema a evitare il cibo, come fanno tutte le creature del regno animale (eccetto l'homo occidentalis). E' risaputo che dolore, febbre, disturbi gastro-intestinali, ansia, preoccupazioni, ecc. bloccano l'appetito; pertanto mi pare cosa saggia assecondare la natura al riguardo, piuttosto che mangiare per "tirarsi su'", come insegna la moderna "cultura" popolare e anche molti dottori.
Non ho capito perche dici che io raccomando "
qualche ora senza cibo"... 24h, 36h, 48h e 72h non mi sembrano poche ore e questo
e' digiuno, di cio' che vuoi. Il digiuno non comincia quando ogni riserva e stata consumata, come sostieni: il digiuno comincia quando l'ultima digestione e' portata a termine; quando poi le riserve sono terminate, in quel preciso momento il digiuno
finisce e comincia la fame. Fame che e' il segnale dell'organismo a dirci che le scorte son finite e bisogna rialimentarsi nuovamente, segnale chiaro e preciso perche', se venisse trascurato, porterebbe alla morte.
Non mi pare di aver scritto che gli autori citati sono i migliori nell'universo, ma semplicemente che hanno scritto i libri che sono considerati i testi sacri della letteratura igienista, libri che mi han dato le basi per la pratica. Shelton in ogni caso si e' fatto 45 anni di esperienza di digiuno igienista e ha seguito migliaia di digiuni nella sua clinica, non mi pare uno sprovveduto; ha le sue idee e alcune di queste non le condivido. La tua replica, non dicendo niente, sembra esser semplicemente tesa a screditare le mie affermazioni. Facci piuttosto avere i nomi di coloro che tu consideri luminari e indicaci dove reperire i loro scritti in italiano, li leggerei volentieri.
Alcuni di questi autori affermano la guarigione di moltissime malattie, anche croniche o degenerative, cancri compresi. Menzionano anche gli insuccessi, come dicevo, e cercano di interpretare le differenze tra i casi risolti e quelli non risolti. Tutti fanno presente che il digiuno non rappresenta la cura, ma un momento di riposo che permette al corpo di ristabilirsi, un mezzo attraverso il quale l'organismo recupera le energie per dedicarle alla guarigione. Personalmente non ho assistito a nessuna guarigione di quelle che essi hanno indicato (eccetto i miei miglioramenti personali) pertanto non posso giurare niente in merito, e' evidente; ma so anche che la storia e' piena di casi di medici che, ad esempio, hanno asserito di aver trovato rimedi per il cancro o altre malattie inguaribili, tutti poi giudicati con le stesse parole che hai detto anche tu: "
nessuno è in grado di avvalorare la tesi con documentazione scientifica". Se fosse per la scienza medica, per l'industria farmaceutica e per l'industria alimentare, il digiuno (cosi' come altre pratiche terapeutiche) non darebbe alcun tipo di beneficio al soggetto e tutti troverebbero incomplete, inconclusive, falsate o non scientifiche le eventuali prove a supporto di una guarigione o anche di un solo miglioramento. Pensaci Oro, lascia uno spiraglio, non cadere nella stessa visione delle cose e dei fenomeni, altrove dimostri di sapere che essa non e' pulita o eternamente valida.
Parli del digiuno quale stress per il fisico, di "
essere costretti" a digiunare, praticamente non consigli il digiuno a nessuno... ma che idea ti sei fatto del digiuno? Ma lo hai mai fatto? Guarda che la persona che digiuna non sta morendo di fame, mentre la persona che muore di fame non sta digiunando. Quando digiuni non provi alcuna fame, non soffri di alcuna rinuncia, non ti costringi mai a farlo, tantomeno non ti costringe nessun altro, e' una tua libera scelta. Se lo vivi come costrizione, sofferenza o evento spiacevole, allora si' che non ha senso farlo (nemmeno se come scelta - scelta castrante in questo caso), per questo dico sempre che l'atteggiamento giusto e' indispensabile. Ti assicuro che non e' assolutamente spiacevole il digiuno, tantomeno difficile da fare, tantomeno e' necessario il continuo monitoraggio da parte dei medici... altrimenti gli antichi come l'avrebbero fatto?
Tu indichi, quale alternativa al digiuno, dei metodi di depurazione a base di tisane. Bene, mio padre la pensa come te: si e' fatto una cultura sulle erbe in qualche decennio di impegno, ora dedica il tempo libero ad andare in montagna o in luoghi (speriamo) incontaminati a raccoglierle nel momento opportuno e poi a prepararsi tinture ed estratti in casa. Ma e' pensionato e puo trovare tutto il tempo di farlo. Ma chi altro lo puo' fare? Per me la cosa e' stata diversa, ho scelto un'altra via che mi porta a risultati simili, in tempi piu brevi, senza dovermi fare una cultura altrettanto lunga e dispendiosa. Non disdegno naturalmente le tisane, Julia le prepara in base alla tradizione russa che le ha tramandato sua madre, con le erbe raccolte in dacia, ma io da solo saprei molto poco in merito; cerco di farmi spiegare da lei certe nozioni e contemporaneamente la coinvolgo nella pratica del digiuno, che anche lei ha trovato facile ed efficace.
Oggi che si e' interrotta la trasmissione generazionale della conoscenza e ha preso il sopravvento l'interesse economico sull'alimentazione, l'arte della corretta nutrizione si riesce a perfezionare (forse) solo con anni di studio e pratica, mentre l'arte di digiunare e' qualcosa alla portata di tutti, anche di chi dedica gli studi ad altre cose. La prima la devi fare studiando, spendendo tempo e denaro, sopratutto dovendo anche dar per scontato che cio' che ti insegnano sia corretto; la seconda e' alla portata di tutti, la fai da te, senza doverti muovere, verificando su di te le reazioni e i progressi, risparmiando in tutti i sensi, allargando i tuoi orizzonti.
Benvenga, a mio avviso, il fai da te sul digiuno! Certo, tutti coloro che scrivono dei libri in merito devono cautelarsi da possibili problemi legali indicando che la pratica va fatta sotto stretto controllo medico, date le possibili crisi di eliminazione a cui il soggetto puo' andare incontro. Se questo vale per i digiuni lunghi e in parte per quelli medi, non ha senso per quelli di qualche giorno. Praticando digiuni brevi ci si puo' poi sentire nelle condizioni di affrontare uno lungo, decidendo se farlo sotto assistenza medica oppure, come me e tanti altri che ho conosciuto o di cui ho letto, farsela da soli, confidando esclusivamente in se stessi. A quel punto i benefici si vedono, prima li si puo' solo immaginare.
Pertanto parlare di "
pratica del digiuno mirata" come dici tu significa, secondo me, solo ricadere nella classica concezione medico-scientifica attuale, dove pochi detengono il sapere e lo custodiscono gelosamente, mentre la maggior parte della gente deve dipendere da questi per la propria salute. Purtroppo questa maggioranza, di cui faccio parte avendo studiato altre cose, non ha la capacita' di capire quando un "professore" fa il suo lavoro di operatore della salute o quando fa gli interessi di un "sistema". Spesso questa capacita' e' preclusa agli stessi medici che, in buona fede, ti rifilano dei farmaci tossici perche' sono stati convinti che sia giusto cosi' e non ci siano altri modi di fare, veri e propri prigionieri del loro sapere.
Io mi son voluto togliere da questa visione obbligata e mi son voluto applicare a qualcosa alla mia portata; il digiuno e' uno dei metodi che ho scelto. Le difficolta che ho dovuto superare sono state minime, rispetto a quanto prima credevo che fossero; il fatto di averle superate mi ha lasciato con una maggior autostima e con una diversa visione della Vita. L'aspetto terapeutico, benche' oggetto principale di questa discussione, e' semplicemente uno dei tanti vantaggi di tale metodo.
Lo consiglio vivamente a tutti, self-service!
Ciao
Andrea
PS: non prende gli accenti, alcuni li ho rimpiazzati, spero sia tutto comprensibile
Edited by Moscovita - 11/3/2005, 16:02