Allora racconto l’esperienza personale del digiuno “lungo”.
La scorsa estate (2004) non lavoravo, pertanto mi son ritirato a metà luglio in dacia (la casetta di campagna) per fare alcuni lavoretti e starmene tranquillo per un po'. Ho approfittato della luna piena per farmi tre giorni di digiuno, seguito dalla rialimentazione a base di frutta, principalmente ribes rosso del giardino. Ho avuto una strana reazione, un'infiammazione delle gengive che ho interpretato quale tentativo del corpo di purificarsi da una tossiemia elevata. Cosi ho preso la decisione di riiniziare il digiuno e portarlo avanti per almeno una settimana o 10gg, o per il tempo che il corpo stesso avrebbe richiesto. Del resto avevo già fatto in precedenza digiuni fino a 5gg e volevo sperimentare tempi più lunghi.
Nella letteratura sul digiuno che ho letto sono ovunque riportati due dati fondamentali, che rassicurano chiunque ci voglia credere:
1) il nostro corpo ha tutti i mezzi per purificarsi, sistemare i propri problemi e rigenerarsi; il digiuno permette il riposo fisiologico, lasciando al corpo il tempo e l'energia per compiere tali interventi;
2) nel momento in cui il corpo ha risistemato le cose lo dice chiaramente e senza possibilità di errore: un sogno chiaro ed indelebile ci fa capire che la fase è portata a termine e, la mattina successiva, una fame "da lupo" si presenta a noi, contrariamente a quanto avvenuto in precedenza.
Pertanto mi sono messo tranquillo senza assumere altro cibo che l’acqua, lasciando che il corpo faccia il suo lavoro.
Cosi sono andato avanti per altri 35 gg senza toccar cibo e senza aver mai avuto il solo desiderio di mangiar qualcosa...
Non è stato assolutamente un problema astenermi dal cibo, la fame non la ho mai sentita, anzi, posso dire di aver provato repulsione per ogni cosa “confezionata” e mancanza d’interesse per tutto quello che risaltava nell’orto. Bevevo l’acqua del pozzo, credo un litro o poco più al giorno, ma non ho mai calcolato di preciso quanta; non ho mai sforzato di bere “per forza”, ma ho cercato di assecondare l’istinto. Ogni giorno appena alzato praticavo il lavaggio intestinale che, oltre ad aiutare la disintossicazione in modo “meccanico”, apporta anche l’acqua necessaria.
Non me l'aspettavo neanch'io di andare avanti cosi a lungo e purtroppo ho dovuto interrompere il digiuno prima del suo termine naturale perché dovevo rientrare a Mosca per motivi di lavoro; altrimenti sarei andato avanti ancora per almeno un'altra settimana, anche se sentivo che ormai ero vicino al termine (non so spiegare ma si percepisce).
PRIMA E SECONDA SETTIMANA
Durante le prime due settimane l'energia era a livello normale, il battito cardiaco si era gradualmente ridotto, le sensazioni erano perfette; lavoricchiavo nel mio laboratorio, facevo delle lunghe passeggiate, me ne stavo un po nell'amaca o in poltrona a leggere, facevo qualche sauna per aiutare la depurazione, dormivo a lungo (e benissimo).
Per fare un esempio che rende bene l’idea, sia il primo che il secondo week-end (visto che Julia veniva in dacia solo nei week-end) abbiamo fatto l’amore regolarmente sia il venerdì che il sabato, cioè il 4°, il 5°, l’11° e il 12° giorno di digiuno... con buona pace di quelli che sostengono
scientificamente il calo di energie e dicono che ci si sente giù! A costoro raccomanderei volentieri di provare, anziché di parlare per sentito dire...
TERZA, QUARTA E QUINTA SETTIMANA
Poi, la terza settimana, son cominciate le crisi di eliminazione: si tratta delle reazioni che il corpo ha per debellare delle malattie latenti dentro di noi, che i farmaci han solo assopito; a un certo punto del digiuno il corpo ha l’opportunità di risolverle definitivamente alla radice e quindi bisogna essere preparati ad affrontare le malattie stesse che "se ne vanno" in maniera che talvolta può impaurirci o quantomeno minare la nostra fiducia. E per questo motivo che, tutti i medici che scrivono sul digiuno lungo, raccomandano di farlo in una struttura apposita, sotto controllo medico. Io ho tentato (chi dice inconsciamente) di farlo da solo in un posto sperduto, fidandomi ciecamente del mio istinto e della capacita vitale del mio corpo, che voglio credere sia progettato e realizzato per essere superiore a qualunque malattia o virus.
Ho quindi avuto prima un forte mal di stomaco, da piegarmi in due, difficile anche raggiungere il divano sul quale mi son addormentato al volo per risvegliarmi il giorno dopo, sentendomi pero molto bene. Praticamente avevo avuto alcuni minuti di dolore e il corpo, in pieno giorno, si è voluto addormentare per risparmiare tutte le energie possibili in modo da far fronte all'eliminazione di un problema non da poco (chissà cos'era). Nei giorni successivi ho avuto cosette più leggere, spesso sforzi di vomito, dolorini e fitte di vario tipo, lavorii strani del fegato (si sentivano i calcoli muoversi, ne ho evacuati a centinaia), improvvise necessita di distendermi e dormire profondamente anche in pieno giorno.
Pertanto, se le prime due settimane le ho passate in maniera relativamente normale, le altre tre sono state caratterizzate dagli sforzi del corpo per togliersi di dosso le rogne avute negli anni precedenti.
In questo periodo l'energia percepibile è stata sensibilmente inferiore: il battito cardiaco era sceso a 45 cpm e la pressione era abbastanza bassa, dovevo vestirmi di più e avevo le estremità fredde nonostante il caldo; di conseguenza limitavo al minimo gli sforzi fisici e dormivo 12-14 h/gg. L’assunzione di acqua era limitatissima, forse uno o max due bicchieri al giorno, non sentivo nessuna sete e bevevo perché pensavo che fosse giusto farlo (NB: comunque idratavo l’intestino con il clistere). La sauna logicamente non arrivavo più a sopportarla e, verso la fine, anche far la doccia era un impegno che richiedeva il suo tempo... Il desiderio sessuale era scomparso, sembrava che non fosse neanche mai esistito. Pertanto la mia “giornata tipo” delle ultime tre settimane era diviso tra bagni di sole, camminate lente, letture in amaca o poltrona...
RIPRESA DELL’ALIMENTAZIONE
La rialimentazione ho cercato di farla in maniera più corretta possibile, anche se non tutte le teorie che ho letto concordano perfettamente; è comunque una fase della medesima importanza del digiuno stesso, quantomeno digiunando da tre giorni in su (con le debite proporzioni). Ghandi scriveva
[I]che “anche lo stupido sa digiunare, ma solo il saggio sa rialimentarsi correttamente”. [/I]Certamente, avendo lasciato riposare l’apparato gastro-intestinale per un lungo periodo, va adottata una dieta graduale per riabituarlo al cibo e al lavoro di digestione.
La prima mattina ho quindi interrotto il digiuno con un bicchiere d’acqua calda in cui era spremuto un po’ di limone, seguito poi da altri. Successivamente, lo stesso giorno, succhi centrifugati di mele dapprima allungati con l’acqua e la sera puri. Il bicchiere lo guardavo e lo annusavo bene, il contenuto lo tenevo in bocca a lungo per scaldarlo e insalivarlo, preparando lo stomaco a riceverlo. Niente di solido il primo giorno.
Il secondo giorno non provavo ancora nessuna fame, pertanto di nuovo acqua calda con mezzo limone e, verso la tarda mattinata, un succo centrifugato. Il pomeriggio mi son messo in giardino a mangiare le bacche di ribes rosso direttamente dal cespuglio, masticandole a lungo, provando le prime difficoltà e stanchezza per un movimento che erano settimane che non facevo.
La sera ed i giorni successivi bacche del giardino e frutta, sempre poca, un tipo per volta, masticandola a lungo; nei giorni a venire ho aggiunto alla dieta le verdure crude, poi quelle cotte, le minestre e la frutta secca. Era da ridere la prima volta che ho mangiato delle noci, la mandibola si stancava subito a masticare con una sensazione di difficoltà mista alla voglia di ridere per la cosa, che complicava il tutto.
Nella seconda settimana ho pian piano inserito nel menu cereali bolliti, polenta, patate e infine pane; con la terza, in cui ho gradualmente ripreso con le abitudini classiche (caffè zuccherato, poi pasta, poi latticini) la fase di rialimentazione si può considerare conclusa e mi son reidentificato nel concetto (che oggi non ritengo più corretto) di “essere onnivoro”.
Voglio sottolineare che il mio corpo non aveva dato alcun segnale chiaro che il digiuno era giunto al termine (si percepiva che mancavo poco pero) ma “dovevo” rialimentarmi per rientrare a Mosca in forze.
Pertanto non sentivo alcun desiderio di mangiare ma, al contrario, l’organismo avrebbe voluto stare ancora qualche giorno in pace.
Nel momento in cui ho rotto il digiuno ho dovuto quindi bere i succhi centrifugati controvoglia e la notte ho dovuto correre in bagno per un’evacuazione urgente, segno che avevo irritato le mucose intestinali.
In ogni caso il secondo giorno ho avvertito meno difficile il “dover” assumere cibo e ho iniziato a pensare al cibo con un’altra ottica; questi pensieri hanno rivitalizzato tutte le funzioni dell’organismo. Già con il terzo giorno di rialimentazione ho sentito le energie ritornare in pieno, battito e pressione si son normalizzati gradualmente, è giunta la “fame da lupo”, probabilmente quello che nel Vangelo è indicato come “tentazione del diavolo” provata da Gesù dopo i 40 gg di digiuno nel Sinai. E il momento più difficile, perché si vorrebbe mangiare tutto e subito, è molto difficile far fronte agli stimoli psicologici che cercano di ottenere gratificazioni tramite il cibo, giustificandosi che per molto tempo se ne è fatto a meno. Anch’io ho fatto i miei sbagli in questa fase.
Anche la funzione escretoria ha ripreso subito come da manuale, direi come da Natura, nei giorni successivi.
E stato incredibile notare come, avendo l'intestino pulito e seguendo un regime vegetariano, le feci erano solide, compatte, assolutamente inodori!!! Mai successo prima in vita mia! Oltretutto ciò avveniva due volte al giorno anziché una come mia regola, e in maniera rapidissima: l’evacuazione era “naturale”, cioè non capitava di dover spingere nè di doverla trattenere perché “scappa”; in pochi secondi (veramente secondi) era tutto fatto e seguiva una sensazione di vera liberazione e pulizia interna, che dava direttamente una “gran voglia di mettersi a far qualcosa”. L’opposto di certe “evacuazioni difficili”, in cui si perde lo stimolo se si trattiene troppo a lungo o di altre che lasciano spossati per lo sforzo e/o con sensazione che “ci sia ancora qualcosa da espellere – teniamo per domani”
Dopo la sorpresa dell’assenza di ogni odore, ancora più incredibile è stato constatare che non serviva assolutamente la carta igienica per pulirsi! La usavo comunque, per abitudine e per “sicurezza”, ma risultava solo un po’ stropicciata... Sembrava quasi che le feci fossero avvolte da uno strato isolante e lubrificante, tipo quanto succede agli uccellini appena nati, che fanno gli escrementi racchiusi in una sacca resistente, atta a essere presa dalla mamma e gettata fuori dal nido. Ho finalmente capito che la Natura non ci ha fornito di un mezzo simile alla carta igienica perché non era affatto necessario, l’homo occidentalis è l’unica specie vivente che ne fa uso (chiamandola igiene...).
L'odore è poi ricomparso quando ho riiniziato con alimenti a base di farine raffinate, zucchero, caffè e peggiorato notevolmente con la successiva assunzione di latticini e carne; contestualmente la carta igienica trovava nuova ragione di essere presente in bagno.
Allo stesso modo tutti gli altri odori corporali non sono stati presenti durante il digiuno ne durante la fase vegetariana della rialimentazione: odore delle ascelle, delle parti intime, odore leggermente percepibile del corpo in genere e del cuoio capelluto. Pertanto non è stato mai necessario lavarsi con il sapone (altra cosa di cui Dio non ci ha forniti – sconsigliatissimo durante il digiuno) ma con semplice acqua! Mai un filo di odore!!!
A considerare queste cose si aprono le premesse per discussioni molto più approfondite su qual’è il rapporto tra l’essere umano e la Natura, più avanti ritornerò a scrivere alcuni spunti in merito.
Certo che prima di iniziare e durante il digiuno mi ero fatto le paranoie in merito alle necessita del corpo di assumere i vari nutrienti indispensabili per vivere. Ad esempio la vitamina C, che il corpo non produce e che,
scientificamente, risulta immagazzinata in quantità infinitesimali; oppure gli aminoacidi essenziali... poi la flora batterica intestinale, ridotta dal digiuno e che oltretutto lavavo via con il clistere. Non da ultima la problematica relativa all’eventuale odore corporale, che l’acqua da sola non avrebbe eliminato, anche se in dacia tutto è permesso.
Certo per la scienza dovrei essere morto o quantomeno peggiorato irrimediabilmente; ne erano convinti anche alcuni conoscenti che
gentilmente venivano a trovarmi con del cibo, benché avessi limitato l'informazione solo a chi ogni tanto mi faceva visita in dacia (sopportare questi è stata la cosa più difficile di tutto il digiuno, la prossima volta mi munisco di fionda
).
Invece, a dispetto di tutti, sono vivo e vegeto, notevolmente ringiovanito e migliorato rispetto a quanto lo fossi in precedenza.
La prossima puntata scriverò in maniera più dettagliata dei risultati ottenuti.
Ciao a tutti
Andrea
PS: Buona Pasqua!